55. LA CHIESA E L’ALIMENTAZIONE DEL FANCIULLINO RACHITICO 

 

Azaria introduce questa lezione parlando della Parola di Dio.1
Essa è posta innanzi agli uomini come elemento di confronto fra il Bene e il Male e - a seconda di che pasta gli uomini sono fatti – essi reagiscono bene o male di fronte alla Parola.
E Dio allora giudica.
Dio – continua l’Angelo – fa ascoltare la sua ‘Voce’ nei momenti di tranquillità spirituale, quando il nostro ‘io’ non è frastornato e distratto dal ‘mondo’ che ci circonda, quando insomma l’uomo è solo con se stesso.
Non basta essere battezzati ma bisogna imparare a crescere nello spirito e quella che ci aiuta a crescere – ed è questo l’elemento centrale di questa lezione di Azaria – è la Chiesa, che è Santa, perché è a lei che Gesù ha affidato la missione di prendersi cura e di fare crescere spiritualmente i suoi ‘figli’ grazie alla Redenzione e ai ‘tesori’ spirituali che Egli le ha lasciato prima di ascendere al Cielo.
Egli ha lasciato infatti i Sette Sacramenti perché appunto la Chiesa potesse distribuirli.
Il cristiano battezzato – spiega al riguardo Azaria – si può considerare come un piccolo fanciullino che deve accogliere gli alimenti che gli dà la Madre.
Se il piccolo li rifiuta, o li prende insufficientemente e malvolentieri perché gli fanno nausea, se preferisce mescolarli ad altri alimenti meno o per nulla nutrienti, ecco che egli – se non muore per denutrizione – cresce debole, rachitico, oppure immaturo, stato questo che non è di per sé colpa grave ma che lo obbligherà – per aver voluto rifiutare gli alimenti che gli erano stati posti gratuitamente a disposizione per la sua crescita spirituale – ad una lunga sosta in Purgatorio per espiare le sue colpe, purificarsi, e raggiungere lì in tale maniera l’età spiritualmente perfetta che sola gli consentirà l’ingresso in Paradiso.
Il ‘fanciullo’, in quanto ‘figlio di Dio’, è sotto tutti i punti di vista ‘erede’, cioè avente pienamente diritto al Paradiso, ma finché rimane ‘fanciullo’ egli ha bisogno – come nel quadro legislativo della nostra vita civile - di un tutore e la Madre Chiesa svolge appunto questo compito perché essa sa come perfettamente guidarlo nelle cose dello spirito.
Infatti nel fanciullo spirituale, ancorché battezzato e cioè mondato della Colpa del Peccato originale, permangono pur sempre le sue conseguenze, cioè i ‘fomiti’,2 e questi sono come quei carboni ardenti che riprendono colore e calore al primo soffio dell’alito di Satana, fino a diventare fiamma che divampa e brucia.
Per divenre ‘spirituale’ il ‘fanciullo’ ha bisogno dello Spirito di Dio e quest’ultimo gli viene attraverso la Chiesa e attraverso i Sacramenti elargiti dalla Chiesa stessa.
Senza volere appartenere alla Chiesa è difficile mantenere una spiritualità che l’uomo dovesse avere, anche per grazia, ricevuta.
Guai pensare di avere Dio in sé – come non solo i comunemente battezzati ma anche gli strumenti potrebbero pensare – e ritenere superbamente di starsene fuori dalla Chiesa ritenendo di non averne bisogno. Quelli che così pensassero apparirebbero ‘sozzi’ agli occhi di Dio.
Proprio per queste ragioni, fondamentali per la crescita del Cristiano, Gesù ebbe a dire che la Chiesa – con le sue gerarchie - sarebbe stata  eterna e che contro di essa non avrebbero mai prevalso le forze dell’Inferno.
Contingenze storiche potranno ridurla in soggezione, farla sembrare quasi travolta, in un mondo invaso dalla perversione, ma sarà proprio a quel punto che l’Umanità sentirà il bisogno di respirare ‘aria pura’, aprirà le finestre e l’ossigeno alimenterà fino a fare brillare di nuova e potente fiamma quella Chiesa che sembrava ridotta allo stato di brace destinata a consumarsi e spegnersi sotto la cenere.
Quanto più Satana afferrerà con l’Odio l’Umanità, scaraventandola violentemente come una palla sul terreno fangoso, tanto più – dice Azaria -  quella palla rimbalzerà con forza verso l’alto.
Sarà questo il momento dello Spirito Santo, l’Era dello Spirito Santo, l’Era della Luce che illuminerà le tenebre attuali dando finalmente il via al Regno di Dio in terra che succederà all’attuale regno di Satana, Regno – quello di Dio in terra – che darà la forza all’Umanità, in un futuro, per affrontare l’ultima battaglia finale con Satana.3
Azaria invita quindi i ‘figli di Dio’ a non avere paura perché essi – non sapendo pregare – avranno dentro se stessi lo Spirito di Dio che pregherà per loro dicendo: ‘Abba! Padre!’.
Non deve dunque temere nulla chi dentro di sé può dire a Dio: ‘Padre!’.
I ‘figli’ di Dio – se si comportano come tali - non sono dei ‘servi’ che possano essere licenziati perché essi hanno un naturale diritto ereditario sui beni del Padre, ed il Regno dei Cieli è intoccabile e nessuna forza del Male lo può raggiungere.

 

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Interessante questa spiegazione semplice e chiara che Azaria dà sul ruolo della Chiesa.
Noi spesso confondiamo la Chiesa con le sue gerarchie, ma la Chiesa è in realtà una entità spirituale, mistica, il cui Capo è Gesù: essa è l’unità spirituale di tutti i credenti, e delle gerarchie – che non sempre, in quanto umane, sanno comportarsi bene anche se dentro di essa pullulano i santi – le quali ultime ne sono la ‘mano’ operativa, quella che dispensa appunto non solo la Dottrina, che in quanto spirituale è infallibile perché guidata dallo Spirito Santo, ma i Sette Sacramenti.
Particolarmente immaginifico poi l’esempio del cristiano ‘infante spirituale’ che per diventare ‘cristiano spiritualmente adulto’ – ammesso che arrivi mai ad essere tale – ha appunto bisogno della Madre Chiesa che lo sappia ‘alimentare’ per farlo crescere spiritualmente dotato.
Degno inoltre di messa a fuoco quel riferimento di Azaria a Satana, cioè alla ‘palla’ dell’Umanità da lui scagliata con odio nel ‘fango’, palla che però rimbalza verso l’alto, concetto seguito però da quello strano accenno di Azaria all’Era successiva dello Spirito Santo.

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Quanto più Satana afferrerà con l’Odio l’Umanità, scaraventandola violentemente come una palla sul terreno fangoso, tanto più – dice Azaria -  quella palla rimbalzerà con forza verso l’alto.
Sarà questo il momento dello Spirito Santo, l’Era dello Spirito Santo, l’Era della Luce che illuminerà le tenebre attuali dando finalmente il via al Regno di Dio in terra che succederà all’attuale regno di Satana, Regno – quello di Dio in terra – che darà la forza all’Umanità, in un futuro, per affrontare l’ultima battaglia finale con Satana.

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Quello di Azaria è infatti un velato riferimento all’Apocalisse dove – secondo l’interpretazione letterale e non ‘allegorica’ – in un determinato momento della Storia si scatenerà sulla Terra la pienezza del regno di Satana, rappresentato dal breve regno dell’Anticristo, il quale dominerà su una Umanità del tutto apostata e pervertita.
La ‘palla’ dell’Umanità – che Satana avrebbe voluto distruggere servendosi dell’Anticristo – rimbalzerà però verso l’alto, boccheggiando ed aprendo disperatamente la bocca all’ossigeno della spiritualità, e sarà quel grido disperato e strozzato invocante ‘aria’, ciò che indurrà il Verbo a scendere in campo, per distruggere l’Anticristo ed il regno di Satana in terra, per realizzare finalmente il Regno di Dio, in terra, nel cuore degli uomini, il Regno che invochiamo con la preghiera del ‘Padre nostro’ insegnataci da Gesù.
Sarà quella la battaglia di Armagheddon menzionata nell’Apocalisse alla quale - sempre nell’Apocalisse - si dice che seguirà il Regno di Dio in terra per ‘mille anni’4, come a voler dire un periodo lunghissimo visto che per Dio mille anni sono come un giorno ma un giorno è come mille anni, dopo di che - quando Satana, che era stato ‘incatenato’ e reso inoffensivo dagli Angeli per tutto questo periodo, verrà liberato - si scatenerà la battaglia finale non più contro l’Anticristo già definitivamente all’Inferno sin dalla battaglia di Armagheddon, ma contro Satana in persona in quella che nell’Apocalisse viene chiamata la guerra di Gog e Magog, che si concluderà con la sconfitta definitiva di Satana e dei suoi demoni, nonché degli uomini che lo hanno seguito, e con la fine della Storia dell’Umanità con il Giudizio universale.5


1 M.V.: ‘Libro di Azaria’ – Cap.46 –  29 dicembre 1946 - Centro Editoriale Valtortiano

2 N.d.A.: I fomiti, cioè quelle disordinate concupiscenze  dell’appetito sensitivo che inclinano l’uomo verso il male e gli rendono difficile volgersi al bene. La concupiscenza pertanto non è costituita dal Peccato originale, essendone solo una conseguenza, un aspetto materiale.

3 Ap: Capp. 19 e 20

4 Ap 20, 1-10

5 G.L.: ‘Viaggio nell’Apocalisse verso l’Anticristo prossimo venturo’ – Ed. Segno, 2007 – vedi anche sito internet dell’autore