27.  IL 'PARADOSSO' EUCARISTICO  

 

É la domenica del Corpus Domini, e quindi Azaria 'intreccia' una lezione sul Pane Eucaristico.
Il Pane - dice Azaria1 - è il Figlio di Maria che da Lei è stato 'formato' Uomo.
Ella fu la 'Spiga', nata nell'Orto di Dio, che - grazie al suo 'Sì' all'Incarnazione e alla sua compartecipazione al Progetto Redentivo di Dio - accettò di farsi 'macinare' dal dolore, fin sotto la Croce, per divenire 'Fior di Farina', quella stessa Farina di cui è composto il Pane Eucaristico.
Gesù, Uomo-Dio fatto della carne di Maria e trasfuso nel Pane Eucaristico, trasmette dunque con sé anche qualcosa della Madre che lo ha 'fatto' con il proprio sangue ed allattato con il proprio latte, per cui si può ben dire che in Gesù-Uomo-Dio vi è anche un poco di Maria.
L'Angelo, in questa festa del Corpus Domini, cioè dell'Eucarestia, invita ad averne rispetto perché in essa c'è il Dio che si è fatto Uomo e chi riceve Dio senza purezza diviene sacrilego e si condanna con le sue stesse mani.
Non è però per essere oggetto di sacrilegio che il Verbo si è fatto Uomo, ma per renderci come 'dèi'. Infatti Gesù, nell'Eucarestia, si è fatto Pane non per darci la morte spirituale quando lo riceviamo indegnamente da peccatori, ma per darci la Vita.
Con il dono eucaristico si è realizzato - spiega Azaria - un vero e proprio 'paradosso': Dio-Verbo, Amore, anzi folle d'Amore, dopo averci salvati con la Redenzione ha voluto vivere negli uomini - che lo hanno crocifisso allora e continuano a crocifiggerlo ancora con i loro peccati - per farli 'dèi' in modo da poter far loro dire, come aveva detto San Paolo, 'non vivo io, ma vive Cristo in me'.
Gesù ci ha riscattato dal Peccato originale liberandoci dalla Colpa, ma della Colpa ci sono rimaste le cicatrici, cioé le conseguenze, vale a dire un'anima indebolita, con i suoi 'fomiti'.2
L'Eucarestia, cioé Gesù che si dona, è dunque un potente aiuto, è come una Medicina che va 'assorbita' e metabolizzata.
La Forza dell'Eucarestia e la sua potenza trasformatrice da uomini in semi-dèi – dice Azaria - dipenderà tuttavia dal 'come' la si riceve. Infatti essa non opera se la si riceve per abitudine, con indifferenza, con tiepidezza e senza una vera volontà di trasformare se stessi per essere sempre più degni di ricevere Dio.
Là dove invece c'è la giusta disposizione spirituale, ecco che allora si può notare a vista la trasformazione portata dall'Eucarestia:

  1. aumento di formazione spirituale,
  2. rafforzamento della volontà ad operare il bene,
  3. trasformazione in meglio dei sentimenti verso Dio,
  4. desiderio di comunicarsi non più solo nelle feste 'comandate' ma anche negli altri giorni.

Avere l'Eucarestia – continua Azaria - è davvero possedere Gesù, un Gesù che parla e agisce dentro di noi, facendo anche apostolato tramite nostro, per cui diverremo più o meno 'apostoli' in proporzione al grado di vita eucaristica che saremo capaci di raggiungere.
Poiché Dio è Uno e Trino, ricevendo Gesù-Eucarestia è l'intera Trinità che entra dentro di noi.
E' quindi inimmaginabile la potenza dell'Eucarestia adeguatamente assunta e praticata.
Tommaso d'Aquino3 - spiega ancora Azaria - era un 'innamorato' dell'Eucarestia ed era una 'Voce'. Mentre scriveva le sue opere egli 'ascoltava' quanto dal suo spirito interiore saliva con 'voce di luce'.
Quando uno strumento umano, sostanzialmente un 'nulla', elabora concetti che quasi non arrivano ad esprimere gli Angeli, quello è segno che è il Signore stesso che parla attraverso lo strumento, per istruzione sua e degli altri 'fratelli'.
Se il Pane Eucaristico si dice 'Comunione' - ed è in effetti Comunione con Dio in Carne e Sangue che si trasfondono nell'uomo - bisogna considerare 'Comunione' anche la Parola di Dio perché in essa vi è la Comunione del Dio-Spirito che si dà allo spirito ed all'intelletto dell'uomo.
Anche la Parola – conclude Azaria - va dunque ascoltata ed accolta con la giusta disposizione di spirito affinché la mancanza di riguardo verso Dio, rappresentato appunto dalla Parola, non si trasformi in morte spirituale come nel caso dell'Eucarestia ricevuta indegnamente.

===========   

Cari lettori, converrete con me che la sostanza di queste spiegazioni di Azaria - dove la mia trasposizione in parole semplici non rende certo onore al linguaggio elevatissimo e sapiente con cui Egli in realtà si esprime mentre parla alla mistica - é davvero eccelsa.
Quanti di noi non si sono qualche volta chiesti, increduli e perplessi, come fosse mai possibile che in quell'ostia di farina ci fosse realmente Gesù?
Quanti non si sono chiesti se non avessero ragione certe Confessioni 'Protestanti' a considerarla un mero simbolo?
Quanti ancora non si sono domandati come fosse possibile che quell'Ostia riassumesse in sé in qualche modo tutto Gesù, dall'Incarnazione al suo Sacrificio in Croce e successiva Resurrezione?
Noi siamo 'razionalisti'4 e rifiutiamo di credere alle cose che non vediamo, che non tocchiamo, e allora fondiamo la nostra vita sulla ragione, e ciò che non corrisponde ai criteri della Ragione lo escludiamo, di più, lo neghiamo perchè non coerente al quadro che ce ne siamo fatti.
Ma guardiamoci intorno! Guardiamo la natura, e non le cose che ha fabbricato l'uomo.
Cosa c'è che è veramente comprensibile alla nostra ragione?
Forse capiamo il mistero per cui un seme diventa un fiore? Oppure diventa albero? Forse sapremmo (come aveva detto in precedenza Azaria) riprodurre un solo, esile filo d'erba?
Abbiamo certamente letto da qualche parte della straordinaria sintesi clorofilliana che è alla base della esistenza del mondo vegetale, quindi indirettamente del mondo animale e della vita stessa dell'uomo. Ma prima di averla 'scoperta', prima di aver scoperto questo 'mistero', forse che essa non esisteva già da centinaia e centinaia di milioni, miliardi di anni? E cosa ne abbiamo capito? Noi uomini ne abbiamo in qualche modo intuito i processi, già di per sè 'miracolosi'. Ma le 'cause' ? La Causa Prima ? L'Intelligenza che l'ha pensata ?
Guardiamo ancora il corpo del più semplice animale. Del più semplice, non del più complesso. E' semplice il bruco verde che si nutre di foglioline, eppure prova l'istinto di mangiare, si nutre, si sviluppa. Ha tutte le sue funzioni necessarie a vivere su questa terra e - quando da crisalide: morte apparente! diventa 'farfalla - a vivere in cielo: come l'uomo.
E la materia ? Fino a qualche tempo fa rozza materia inerte. La 'teoria atomica' - io direi «l'ispirazione» della teoria atomica, perché senza le ispirazioni di Dio noi uomini saremmo rimasti all'Età della pietra, ma a noi fa piacere, nel nostro orgoglio, pensare che esse siano solo 'merito' nostro - era solo una 'teoria'. Ma quante cose abbiamo potuto scoprire nell'atomo quando la tecnologia ce lo ha permesso.
Protoni, neutroni, elettroni, quarks e tante tante particelle ancora, per poi arrivare alla conclusione che questa materia inerte che troviamo sotto alla nostra mano mentre scriviamo o leggiamo questo libro è costituita da particelle infinitesimali, chiamiamole 'elettromagnetiche' tanto per intenderci, con carica positiva, negativa o neutra, legate l'una all'altra da forze di cui si vedono gli effetti, che si possono anche misurare, ma delle quali non riusciamo a comprendere le cause, nè l'intelligenza che le ha pensate 'così' e non 'diverse', chè se fossero appena appena diverse, quell'atomo non esisterebbe come, giustamente, non esisterebbe nemmeno l'universo che è regolato dallo stesso tipo di forze.5
Ma poi? Poi ci sentiamo spiegare dai nostri 'scienziati', perchè a loro noi sì che crediamo, che quella materia 'solida' - composta di molecole (anch'esse aggregate in base a leggi chimiche: le leggi create da Dio), composte a loro volta da atomi, che sono suddivisi in particelle - questa 'materia' di atomi è praticamente 'vuoto' , cioè che l'atomo è quasi 'vuoto', perchè la distanza fra il suo nucleo e l'elettrone più vicino è - relativamente parlando, parlando cioè dell'infinitamente piccolo - una distanza enorme, quasi planetaria. E quando con una 'particella' si 'bombarda' un atomo, è quasi un 'caso' colpirne, in tanto 'vuoto', una sua parte.
Eppure tutto quello che vediamo, tutto il vuoto che vediamo e che tocchiamo, è solido, apparentemente solido. E noi crediamo ai nostri scienziati. A degli uomini che solo ora riescono ad affacciarsi alla finestra delle prime scoperte importanti di questa Natura.
Ma quando guardiamo l'Ostia Eucaristica, rotonda, bianca... la osserviamo pensosi, la guardiamo in tralice e diciamo: ' Sarà...! Se lo dice 'Lui', sarà...Chissà... Mah!'
E facendo violenza a noi stessi, ci avviciniamo al Sacramento, forzandoci a credere ‘per fede', ma Fede non è, non ancora, parendo a molti di noi impossibile che un Dio si possa nascondere sotto le specie del 'pane', di quello eucaristico, parendo a molti di noi impossibile che un Dio - amante e misericordioso - ci possa amare fino al punto di sacrificarsi ogni volta nella Consacrazione e che lo faccia per misericordia, oltre che per amore, per aiutarci a possederlo, a permearci di Sè per renderci più facile il cammino in questa via ardua che è la nostra vita, in questa via che percorriamo come ciechi e che solo con Gesù in noi possiamo percorrere certi di essere guidati alla meta.
Non c'è limite al potere di Dio, non c'è limite alla sua Potenza, non c'è limite al suo Amore, non c'è limite alla sua Pietà, e da tutto questo nasce il miracolo dell'Eucarestia, che noi non vogliamo comprendere, che non possiamo comprendere perchè - così come Dio è per definizione 'infinito' - l'uomo, cosa creata, è nella sua realtà '’finito'. E il 'finito', lo dicono gli stessi filosofi 'razionalisti', non può contenere, non può neanche capire l'Infinito, l'infinito Amore di Cristo che fattosi - da Dio - uomo, vissuto da uomo, crocifisso da malfattore, è morto - ma è poi risuscitato - per noi, per darci una testimonianza dell'amore che si deve al nostro prossimo e per darci la dimostrazione che dalla morte si può risorgere, e che dopo la morte esiste la vita eterna.


1 M.V.: 'Libro di Azaria' -  Cap. 18 - 20 giugno 1946 - Centro Editoriale Valtortiano

2 N.d.A.: I 'fomiti' si potrebbero definire le pulsioni negative - come egoismo, orgoglio, aggressività, etc. - che fanno ormai parte della natura umana la cui perfezione primitiva è stata definitivamente intaccata dal Peccato originale dei due Progenitori, pulsioni negative che sono ormai costitutive del nostro patrimonio genetico psico-somatico che si trasmette con la riproduzione. Tali fomiti - anche se Gesù ci ha riscattati dal Peccato originale (meglio sarebbe però chiamarlo 'originante') sono in sostanza un poco come certi 'danni di guerra' indiretti, gli 'effetti collaterali' sui discendenti causati dal Peccato dei Primi Due.
L'uomo è una unità psicosomatica, e quando il corpo viene danneggiato ne può essere danneggiata, a seconda dei casi, la Psiche. Ma per la stessa legge, inversa, quando viene danneggiata la Psiche  ne può essere danneggiato anche il corpo. Il Peccato di origine di Adamo ed Eva - quale virus terribile - danneggiò la Psiche, cioè l'anima, privandola della Grazia e, subito dopo la Psiche (o complesso psichico), danneggiò come in un contagio anche il corpo del quale venne alterato il metabolismo ed il sistema endocrino, provocando l'attuale debolezza della nostra costituzione soggetta a malattie di ogni tipo. L'evoluzione dell'uomo - rispetto alla 'perfezione' dei prime generazioni (che proprio per questo vissero molto a lungo come dice la Bibbia, cosa difficile da spiegarsi alla luce dell'uomo che conosciamo noi) - è dunque 'discendente' e non 'ascendente' come credono gli 'evoluzionisti'.
Vedere al riguardo - nel sito internet dell'autore www.ilcatecumeno.net (sezione 'Articoli stampa') - i tre articoli n° 11,12,13 su 'Il peccato originale'', ed in particolare il terzo articolo.
E' opportuno chiarireche il Peccato di Adamo ed Eva, detto comunemente 'Peccato originale', si chiama invece teologicamente ‘Peccato originante', mentre per Peccato 'originale' si intendono in realtà le conseguenze negative sulla discendenza dei primi due progenitori provocate da quello 'originante'.
Il tema del Peccato originante e di quello originale è ampiamente trattato da angolature diverse in molti capitoli nelle opere dell'Autore. La ricerca sarà agevole consultando l'Indice alfabetico tematico del sito.

3 Tommaso d'Aquino nacque a Roccasecca, nel feudo dei conti d'Aquino (Frosinone), nel 1225, e morì nel convento di Fossanova il 7 marzo 1274

4 G.L.: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 53 - Ed. Segno, 1997 - Opera consultabile e scaricabile anche dal sito internet dell'autore

5 G.L. 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Ed. Segno, 1197 - Cap. 4: 'Dal Big Bang ad oggi. Dal Macrocosmo al microcosmo'   «... Guardare dentro alla materia è come scoprire un altro 'universo' nell'infinitamente piccolo. Prima vi sono le molecole, cioè degli 'aggregati' di atomi,  poi gli atomi. Questi sono a loro volta composti da un 'nucleo' - costituito da protoni e neutroni - intorno al quale gravitano degli elettroni. I protoni ed i neutroni vengono tenuti fra loro insieme dentro al nucleo da delle 'forze' formidabili, tutt'altro che ben conosciute, e l'elettrone è tenuto a sua volta 'incatenato' al nucleo dell'atomo da altri tipi di forze. L'esplosione immane di una bomba 'H' è dovuta appunto alla liberazione di energia conseguente alla disaggregazione del nucleo (provocata artificialmente dalla tecnologia dell'uomo) in una 'reazione a catena'.
E la 'nube' di elettroni che circonda il nucleo di un invisibile atomo è circa centomila volte maggiore del nucleo stesso. Inoltre le forze 'chimiche' che aggregano i vari atomi in molecole, sono milioni di volte più deboli delle forze che tengono uniti nel nucleo i protoni ed i neutroni. E infine, ma non è certo la 'fine', si scopre che gli infinitamente piccoli neutroni e protoni sono a loro volta composti di 'quarks'.
E tutte queste particelle sono regolate nei loro rapporti reciproci da leggi e forze così precise che se solo una forza di attrazione o repulsione variasse di una frazione infinitesimale ecco che protoni, neutroni, elettroni non starebbero più insieme, si disgregherebbero, e la materia, l'universo quale è quello che osserviamo, cesserebbe di esistere, non esisterebbe neanche l'uomo che è fatto di molecole, atomi, elettroni, protoni, neutroni, quarks.