22. L'UMANITÀ SI NUTRE DI ODIO E PERSEGUE IL RECIPROCO ANNIENTAMENTO,
QUINDI DIO PERMETTE CHE SI AUTODISTRUGGA E CON CIÒ SI 'AUTOPUNISCA'

 

Gli uomini, dimentichi di Dio, anzi sempre pronti a negarlo, si ricordano della sua esistenza - dice Azaria1 - durante i dolori, nel corso delle catastrofi, ma se lo ricordano per maledirlo imputandogliene la colpa poiché - essi dicono - 'Se Dio esistesse o fosse veramente buono Egli non dovrebbe permettere quanto invece avviene'.
Non vi è mai capitato, voi che leggete, di sentire bofonchiare frasi del genere? A me è capitato, più di una volta.
Azaria sta parlando alla mistica nel maggio del 1946, quando la seconda guerra mondiale con la sua catena interminabile di catastrofi e lutti è da poco terminata lasciandosi dietro rovine e miseria.
Ovviamente - direte voi -  non tutti gli uomini ragionano così ma io vi dico che certamente ve ne è una buona parte - con lo spirito morto che si alimenta di odio - che la pensa così anche se non sempre ha il coraggio morale di dirlo apertamente.
Ho già avuto occasione di accennare al fatto che Dio è 'Dio di Libertà' e che, se vi sono dolori, ciò dipende dal fatto che 'non è Dio che ce li manda' ma piuttosto che sono gli uomini che se li procurano da soli.
Azaria aggiunge però che chi volesse guardare agli avvenimenti della storia con occhio soprannaturale, guardando l'insieme dall'Alto come vediamo la terra dal finestrino di un aereo, vedrebbe che in tutto - anche in ciò che apparentemente è Male - c'è la mano di Dio, sia di Misericordia che di Giustizia.
In un mondo che nega Dio, che lo irride, in un mondo che perseguita chi lo ama, la Giustizia di Dio reclama 'giustizia',
Ecco che Dio allora si ritira, abbandona l'Umanità ai suoi dèmoni e questa - che si crede finalmente libera da Dio - cade invece schiava di Satana, e quindi odia, e quindi si procura guerre e tanto, tanto dolore. Tante morti, anche di persone innocenti perché, quando la Morte falcia, insieme alla 'zizzania' taglia anche il grano.
Così, mentre vengono puniti i cattivi, con essi periscono anche i buoni.
Ma periscono poi veramente, i buoni? No, non periscono, perché a fronte della fine di questa nostra 'piccola vita' - dice Azaria - li attende la 'vita eterna'.

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Anche di fronte alla morte - rifletto io - quante volte non ci è capitato di sentir dire: 'Ma guarda un po'..., con tanti criminali che ci sono, Dio lascia morire i migliori!'. E di questi ultimi piangiamo la sorte.
Ma che ne sappiamo noi, che non possiamo vedere nel futuro nè sondare l'intimità dei cuori come invece può Dio?
Può darsi che al cattivo il Signore - nella sua Misericordia - conceda tempo e quindi ancora una possibilità di ravvedimento.
Può darsi che Dio voglia concedere subito al buono la gioia indescrivibile della Vita eterna.
Può darsi che la morte del buono sia anche fonte di dolore, di espiazione e quindi di salvezza per quanti restano che umanamente lo amano ma che magari tanto 'buoni' non sono.
Può ancora darsi che la morte dei 'buoni' sia una punizione per i più 'cattivi' i quali, privati dei buoni vicino a loro che avrebbero potuto aiutarli, avranno meno opportunità di salvarsi, dato che per la loro impenitenza non lo meritano.
Insomma - vi invito ancora a riflettere - cosa è la morte di un bimbo innocente?
Certo è un dolore immenso per i genitori, e vi ho già detto che potrebbe essere anche espiazione e quindi successiva salvezza per essi - ma è anche certezza di salvezza eterna per il piccolo che crescendo e nelle avverse circostanze della vita avrebbe potuto divenire peccatore, ma forse peccatore impenitente e destinato quindi a perdersi nell'Inferno.
L'Umanità si nutre di odio e persegue il reciproco annientamento, quindi Dio permette che si autodistrugga e con ciò si 'autopunisca': i peggiori andranno all'Inferno ed i migliori in Paradiso.
Talvolta Dio colpisce popoli interi2. Ciò avviene per la protervia di un popolo aggressore - protervia consentita da Dio perché Egli, come vi ho già detto, è 'Dio di Libertà' - oppure avviene per l'espiazione del popolo che viene oppresso dall'altro, perché in tal modo esso paga le colpe collettive che ogni individuo o buona parte di quegli individui si è assunto.
E' vero - voi potreste dire, e giustamente - che non si è mai interamente cattivi e che in ogni uomo c'è almeno qualcosa di buono. Ad esempio qualcuno può essere cattivo con gli altri ma buono con i 'suoi'. Ciò però non lo rende cattivo solo a metà perché nell'essere buono con i 'propri' non vi è alcun merito.
Dunque - possiamo concludere - Dio colpisce le masse, e nelle masse anche i buoni, cioè i 'figli di Dio'.
Poiché però tutto deve essere considerato alla luce del 'soprannaturale', ed in particolare anche la morte dei bimbi e dei 'giusti', ecco che i bimbi innocenti ed i 'giusti' morti anzitempo ascenderanno più rapidamente e senza rischi al Cielo, tutti 'ladri' del Paradiso.

Vi è dunque una riflessione finale3 che possiamo trarre da tutte queste considerazioni.
Il 'Male' nel mondo è una conseguenza del Peccato Originale: persa la Grazia, l'uomo perse la perfezione fisica e morale.
Dalla prima le malattie del corpo (e il dolore), dalla seconda le cattiverie (e il dolore).
I bambini - e comunque i 'giusti' che muoiono anzitempo - sono vittime innocenti sacrificate dal caso, dalle circostanze 'libere'.
Ma la loro sorte solo umanamente è 'disgrazia', perchè essi vanno in Cielo dove possono bearsi della vista di Dio.
E' l'uomo che - giudicando umanamente e non avendo fede e non credendo in Dio e nel Paradiso - considera questa morte come una ingiustizia.
Al contrario, è la Terra che è una valle di lacrime, un luogo di espiazione. E l'uomo 'spirituale' dovrebbe ambire l'andarsene.
Il dono più grande che possa ambire lo spirito è quello di morire subito - in Grazia - per ricongiungersi con Dio.
Ciò, di norma, non è possibile perchè l'uomo deve espiare per guadagnarsi il suo Paradiso.
La Terra - a causa del Peccato originale, e delle colpe degli uomini - è dunque Tempio di espiazione: si comincia a soffrire quando si nasce, poi con il lavoro, le vicissitudini della vita, i lutti, le malattie, la morte.
Questo non significa che Dio è ingiusto con gli uomini ma che l'uomo fu ingiusto con Dio, ed ora ne porta le conseguenze, avendo però la prospettiva e la concreta speranza della salvezza e della gioia eterna.


1 M.V.: 'Libro di Azaria' - Cap. 13 - 19.5.46 - Centro Ed. Valtortiano

2 G.L.: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 91 - Ed. Segno, 1997 - Vedi anche sito internet dell'autore

3 G.L.: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 108 - Ed. Segno, 1997 - Vedi anche sito internet dell'autore