21. L’OPERA E’ FINITA. E CON LA SUA FINE, LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO, SI CONCLUDE IL CICLO MESSIANICO…

 

21.1 L’elezione di Mattia, quale dodicesimo apostolo in sostituzione di Giuda Iscariote.

Forse, adesso che il racconto del ‘film’ è finito e stanno già per scorrere i ‘titoli di coda’, cominciamo a sentirci un poco soli, come con un vuoto dentro al cuore, ma Gesù – ed Egli ce lo ha anche ricordato nel suo discorso finale, prima di ascendere - non se ne è andato lasciandoci soli.
Ci ha lasciato il Dono dei doni, quello dello Spirito Santo, dicendoci che Questi sarebbe venuto per battezzarci non già con l’acqua ma col Fuoco per prepararci a servire Dio così come Egli vuole da noi.
Lo Spirito Santo ha raccolto la ‘fiaccola’ lasciatagli da Gesù e – Egli stesso Fiaccola, in una sorta di corsa a staffetta come alle Olimpiadi - terrà alto il ‘testimone’ fino alla fine del mondo.
E’ sempre Luca che, negli Atti degli apostoli, ci racconta il seguito dopo l’Ascensione: 1

Luca: Atti degli apostoli:
1, 12-14:

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Allora se ne ritornarono a Gerusalemme dal monte detto Oliveto, distante da Gerusalemme come il percorso di un sabato. Appena giunti, salirono nel cenacolo dove di consueto si trattenevano.
Erano: Pietro, Giovanni, Giacomo, Andrea, Filippo, Tommaso, Bartolomeo, Matteo, Giacomo, figlio di Alfeo, Simone lo zelatore  e Giuda, fratello di Giacomo.
Tutti questi perseveravano uniti nella preghiera con alcune donne e con Maria, madre di Gesù, e i parenti di lui.

1,15-22:
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone unite era di circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si adempisse quanto lo Spirito Santo nella Scrittura ha predetto per bocca di Davide riguardo a Giuda, il quale si fece guida di coloro che catturarono Gesù.
Egli era annoverato fra noi ed era parte del nostro ministero.
Quest’uomo acquistò un campo col prezzo del nostro delitto, poi si impiccò, e cadendo a capofitto, il suo corpo si squarciò nel mezzo e si sparsero tutte le sue viscere. Il fatto è divenuto noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che nella loro lingua chiamarono quel campo Acèldama, cioè campo del sangue.
Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: ‘La sua dimora diventi deserta e non ci sia chi abiti in essa’. E: ‘Il suo ufficio l’occupi un altro’.
E’ necessario dunque che fra gli uomini che sono stati in nostra compagnia nel tempo in cui il Signore Gesù visse con noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui ci fu tolto in cielo, ce ne sia uno che divenga con noi testimonio della sua resurrezione».

1, 23-26:
Ne presentarono due: Giuseppe, chiamato Bar-Sàbba, il quale era soprannominato Giusto, e Mattia; poi pregarono così: «Signore, tu che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per assumere l’ufficio di questo ministero e di questo apostolato, dal quale prevaricò Giuda per andare al posto suo».
Poi tirarono la sorte e la sorte cadde su Mattia, che fu aggregato agli undici Apostoli.

2, 1-13:
Venuto poi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nel medesimo luogo.
All’improvviso scese dal Cielo un suono come di una violenta raffica di vento e riempì tutta la casa dove erano riuniti.
Apparvero dunque ad essi come delle lingue di fuoco separate e si posarono sopra ciascuno di loro.
Tutti furono ripieni di Spirito Santo e incominciarono a parlare lingue diverse, secondo che lo Spirito Santo dava ad essi di esprimersi.
C’erano allora in Gerusalemme dei pii Giudei, venuti da tutte le nazioni che sono sotto il cielo.
All’udire quel suono, si radunò tutta la moltitudine e rimase stupefatta, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua.
Ammirati e stupiti, dicevano: «Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? E come mai noi li sentiamo parlare ciascuno nella nostra lingua natia? Parti, Medi. Elamìti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e dei paesi della Libia, che è intorno a Cirène, pellegrini romani Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, li sentiamo annunziare nella propria lingua le grandezze di Dio».
Tutti erano stupiti e perplessi e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?».
C’era anche chi li scherniva dicendo: «Sono pieni di vino nuovo».

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E’ solo dopo la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo che si potrà parlare di effettiva conclusione del ciclo messianico e dell’avvio del nuovo ciclo.
Con il suicidio di Giuda, il traditore deicida, gli apostoli erano rimasti in undici, bisognava dunque reintegrare il posto mancante per completare il gruppo dei ‘dodici’, numero ‘perfetto’, numero anche delle dodici tribù di Israele.
L’onore di diventare apostolo era davvero grande, ma i potenziali ‘candidati’ ritenevano di essere indegni di tale onore, anche se sospetto che fossero ‘scaramanticamente’ preoccupati di andare ad occupare proprio il posto del Traditore.
Gli apostoli individuano dunque un paio di discepoli ma - nel dubbio di chi fosse il più adatto a ricoprire quel ruolo – decidono, come dice il Vangelo, di ‘tirare alla sorte’, cioè ai dadi.
Non voleva certo essere una cosa irriverente, ma era come dire che affidavano la sorte della scelta del dodicesimo apostolo al giudizio di Dio.
E la buona sorte segna Mattia, che probabilmente deve poi essere finito martire, come del resto tutti gli altri apostoli, tranne Giovanni che subì anche lui prigionìa e persecuzioni ma che la Tradizione dice sia poi morto di vecchiaia, centenario o quasi.

 

21.2 La discesa dello Spirito Santo: «Ecco, o voi che cercate di conoscere anche più che necessario non sia, chi è quello che può darvi questa conoscenza da voi cercata…»

Dieci giorni dopo l’Ascensione al Cielo di Gesù - e cioè nel giorno di Pentecoste - gli apostoli, tornati nuovamente in numero di dodici, erano tutti riuniti in preghiera nel Cenacolo che era diventato di fatto la prima Chiesa cristiana.2
Con loro c’era anche Maria, che – quale Madre del Redentore – aveva il ruolo d’essere anche loro Madre e Guida.
Un rombo di tuono, una melodia musicale e delle fiammelle che si posano sul capo di ogni singolo apostolo e di Maria SS.
Ecco come Maria Valtorta vede in visione l’episodio della Discesa dello Spirito Santo:3

«…Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell'arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino.
Si avvicina, sempre più armonico e più forte, ed empie delle sue vibrazioni la Terra, le propaga e imprime alla casa, alle pareti, alle suppellettili. La fiamma del lampadario, sino allora immobile nella pace della stanza chiusa, palpita come se un vento l'investisse, e le catenelle della lumiera tintinnano vibrando sotto l'onda di suono soprannaturale che le investe.
Gli apostoli alzano il capo sbigottiti e, come quel fragore bellissimo, in cui sono tutte le note più belle che Dio abbia dato ai Cieli e alla Terra, si fa sempre più vicino, alcuni si alzano pronti a fuggire, altri si rannicchiano al suolo coprendosi il capo con le mani e il manto, o battendosi il petto domandando perdono al Signore, altri ancora si stringono a Maria, troppo spaventati per conservare quel ritegno verso la Purissima che hanno sempre.
Solo Giovanni non si spaventa, perché vede la pace luminosa di gioia che si accentua sul volto di Maria, che alza il capo sorridendo ad una cosa nota a Lei sola e che poi scivola in ginocchio aprendo le braccia, e le due ali azzurre del suo manto così aperto si stendono su Pietro e Giovanni, che l'hanno imitata inginocchiandosi.
Ma tutto ciò, che io ho tenuto minuti a descrivere, si è fatto in men di un minuto.
E poi ecco la Luce, il Fuoco, lo Spirito Santo, entrare, con un ultimo fragore melodico, in forma di globo lucentissimo, ardentissimo, nella stanza chiusa, senza che porta o finestra sia mossa, e rimanere librato per un attimo sul capo di Maria, a un tre palmi dalla sua testa, che ora è scoperta, perché Maria, vedendo il Fuoco Paraclito, ha alzato le braccia come per invocarlo e gettato indietro il capo con un grido di gioia, con un sorriso d'amore senza confini. E dopo quell'attimo in cui tutto il Fuoco dello Spirito Santo, tutto l'Amore è raccolto sulla sua Sposa, il Globo Ss. si scinde in tredici fiamme canore e lucentissime, di una luce che nessun paragone terreno può descrivere, e scende a baciare la fronte di ogni apostolo.
Ma la fiamma che scende su Maria non è una lingua di fiamma dritta sulla fronte che bacia, ma è una corona che abbraccia e cinge come un serto il capo verginale, incoronando Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, l'incorruttibile Vergine, la Tutta Bella, l'eterna Amata e l'eterna Fanciulla che nulla cosa può avvilire e in nulla, Colei che il dolore aveva invecchiata ma che è risorta nella gioia della Risurrezione, avendo in comune col Figlio un accentuarsi di bellezza e di freschezza di carni, di sguardi, di vitalità... avendone già un anticipo della bellezza del suo glorioso Corpo assunto al Cielo ad essere il fiore del Paradiso.
Lo Spirito Santo rutila le sue fiamme intorno al capo dell'Amata. Quali parole le dirà? Mistero! Il viso benedetto è trasfigurato di gioia soprannaturale e ride del sorriso dei Serafini, mentre delle lacrime beate sembrano diamanti giù per le gote della Benedetta, percosse come sono dalla luce dello Spirito Santo.
Il Fuoco rimane così per qualche tempo... E poi dilegua...
Della sua discesa resta a ricordo una fragranza che nessun terrestre fiore può sprigionare... Il profumo del Paradiso...
Gli apostoli tornano in loro stessi... Maria resta nella sua estasi. Soltanto si raccoglie le braccia sul petto, chiude gli occhi, abbassa il capo... Continua il suo colloquio con Dio... insensibile a tutto... Nessuno osa turbarla…».

Lo Spirito Santo! Che mistero. Sappiamo praticamente nulla di Lui, tranne che è una delle tre Persone che formano la Trinità del Dio Unico.
Cerco un aiuto sfogliando il Catechismo della Chiesa cattolica, tante citazioni ma non ne vengo a capo. Tutte raffinate considerazioni teologiche che la mia ignoranza non mi consente di comprendere.
Ricorro allora alla mia soluzione per i casi estremiche, alla voce Spirito Santo, testualmente cita: 4

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E’ la terza persona della SS. Trinità, la quale, come Amore, procede dal Padre e dal Figlio come unico Principio Spirante. E’ detto anche ‘Dono’, ‘Paraclito’ (= Avvocato), ‘Carità’, ecc. ed ha per simboli la colomba, la lingua di fuoco, la nube, ecc.
Egli, Amore del Figlio e Principio vitale del Corpo Mistico, è ‘mandato’ nell’anima da lui santificata, in quanto riceve nell’amore la soprannaturale energia che la potenzia nella vita della grazia.

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Neanche questo è un grande aiuto.
Una volta mi spiegarono che lo Spirito Santo bisogna amarlo, ma mi ero anche detto che per amare qualcuno bisognerebbe almeno conoscerlo, non astrattamente ma in concreto.
Avevo anche chiesto come si facesse ad amare il Padre, e mi era stato risposto che lo si ama facendo la sua volontà.
Gesù attraverso i Vangeli, ma ora anche attraverso questo libro, lo conosciamo bene, perché oltretutto si era reso visibile facendosi uomo.
Il Padre lo conosciamo molto meno, ma potremo anche fidarci di Gesù che una volta ci aveva detto che chi conosceva Lui conosceva anche il Padre il quale, oltre che Padre suo, era anche Padre nostro e ci aveva insegnato come pregarlo.
Ma lo Spirito Santo?
Gesù aveva detto che sarebbe stato Lui, il Paraclito, lo Spirito di Verità, il Consolatore, a farci capire ogni cosa di quelle che Gesù aveva detto.
Ecco, questo sarebbe proprio ciò di cui adesso avremmo bisogno!
Vi trascrivo allora cosa dice di Sé lo Spirito Santo a Maria Valtorta5, a commento di alcuni capitoli del Profeta Isaia (i grassetti sono i miei):

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10 - 1 - 44.
Isaia Cap. 45 v. 11-16-18-19.21-23.

Dice lo Spirito di Dio:
« Non manchi a chiamarti la parola di Colui che è Sapienza e Amore di Dio, Colui che si effonde da eternità ad eternità su tutto quanto è per santificarlo a Dio, Colui che ha presieduto con la sua forza a tutte le opere della Trinità nostra e che non è estraneo a tutto ciò che è santo nel tempo e nell'eternità, perché lo sono il Santificatore, Quello che col suo settemplice dono vi santifica e a Dio vi porta  facendovelo conoscere nei suoi voleri sulla Terra e nella sua gloria in Cielo.
Io sono la Sapienza di Dio. Sono Colui che la Seconda Persona della nostra Triade santissima chiama " Maestro di ogni vero, Colui che non vi parlerà da Se stesso, ma dirà tutto quello che ha udito e vi annunzierà l'avvenire " .
Ecco, o voi che cercate di conoscere anche più che necessario non sia, chi è Quello che può darvi questa conoscenza da voi cercata.
Io sono.
Io, Luce della Luce, Io, Spirito dello Spirito, Io, Intelligenza dell'Intelligenza, sono il custode, il depositario di tutte le verità passate, presenti, avvenire, il conoscitore di tutti i decreti di Dio, l'amministratore delle sue luci agli uomini.
lo sono Quello, che, non assente col suo consiglio alle opere del Creatore, che non assente al decreto della Redenzione, neppure è assente presso voi per consigliarvi, e con dolcezza d'amore guidarvi nel rendere atto compiuto le volontà che il Padre vi propone.
Io sono più ancora. Sono l'Amore che vi ispira ciò che è atto a darvi l'abbraccio di Dio e per sentiero di santità vi porta sul suo seno.
Come nutrice pietosa, Io piglio la vostra incapacità di neonati alla Vita e vi educo e allevo. Tenendovi fra le mie braccia, vi do calore per farvi assimilare il latte dolcissimo della Parola di Dio onde divenga in voi vita.
Di Me stesso vi faccio scudo contro i pericoli del mondo e di Satana perché l'Amore è forza che salva.
Io vi guido e sorreggo e come maestro di amorosa pazienza vi istruisco. Faccio di voi, pesanti e tardi, pusillanimi e deboli, degli eroi e degli atleti di Dio.
Faccio di voi, poveri spirituali, dei re dello spirito, poiché il vostro spirito lo copro coi miei splendori divini e lo pongo su un trono che più grande non vi è, poiché il mio è trono di santità eterna.
Ma per conoscermi occorre non avere idolatria in cuore.
Occorre credere a ciò che Io ho santificato. Credere alle verità che Io ho illuminato. Occorre abbandonare l'errore.
Occorre cercare Dio là dove Egli è. Non dove vi è il Nemico di Dio e dell'uomo.
Volete conoscere la Verità? Oh! venite a Me! Io solo ve la posso dire.
E ve la dico nel modo che la mia bontà sa a voi confacente, per non turbare la vostra debolezza d'uomini e la vostra relatività.
Perché amate ciò che è contorto, complicato, tenebroso?
Amate Me che sono semplice, lineare, luminoso; Me che sono gioia di Dio e dello spirito.
Volete conoscere il futuro dello spirito?
Ed Io ve lo insegno parlandovi di una eternità che vi attende in una beatitudine che per voi è inconcepibile, nella quale, dopo questa ora di sosta, unica sosta sulla Terra, riposerete in Dio di tutte le fatiche, di tutti i dolori, dimenticherete il dolore perché la Gioia sarà vostro possesso; e se anche l'Amore, che mai come in Cielo è vivo, vi darà palpiti per i dolori dei viventi, non sarà pietà che vi darà dolore, ma solo amore attivo che sarà pur esso gioia.
Volete conoscere le perfezioni del Creatore nelle cose, i misteri della creazione?
Io ve li posso dire, lo che, Sapienza, "uscii primo dalla bocca di Dio, primogenita avanti tutte le creature ", Io che sono in tutto quanto è, perché tutto porta sigillo d'amore ed Io sono Amore.
Il mio Essere si estende su tutto l'Universo; la mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le valli, l'erbe, gli animali; la mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell'Alto, educa alla ricerca di Dio; la mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.
Attiro a Me i giusti della Terra, e anche ai retti non conoscitori del Dio vero riflessi di questo santo Dio vostro, per cui un rivo di Verità è in tutte le religioni rivelate, messo da Me che son Colui che irriga e feconda.
Io, poi, come possente zampillo di sorgente eterna, trabocco da ogni lato della Cattolica Chiesa di Cristo, e con la Grazia, coi sette doni e coi sette sacramenti, faccio, dei cattolici fedeli, dei servi del Signore, degli eletti al Regno, dei figli di Dio, dei fratelli del Cristo, degli dèi la cui sorte è così infinitamente sublime che merita qualunque sacrificio per possederla.
Volgetevi a Me. Saprete, conoscerete e sarete salvi perché conoscerete la Verità. Staccatevi, staccatevi dall'errore che non vi dà gioia e pace.
Curvate il ginocchio davanti al Dio vero. Al Dio che ha parlato sul Sinai e che ha evangelizzato in Palestina.
Al Dio che vi parla attraverso la Chiesa da Me, Spirito di Dio, fatta Maestra.
Non vi è altro Dio all'infuori di Noi: Uno e Trino.
Non vi è altra Religione che la nostra secolare. Non vi è altro futuro, sulla Terra ed oltre, fuor di quello che vi dicono i Libri santi.
Tutto il resto è Menzogna destinata ad essere svergognata da Colui che è Giustizia e Verità.
Chiedete a Noi - Potenza, Parola e Sapienza - la luce acciò non camminiate più oltre su torti sentieri di morte, ma possiate venire anche voi, erranti, nella via sulla quale trovarono salvezza quelli che per la loro umile, sapiente, santa fede, piacquero a Dio che ne fece i suoi santi».

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21.3 Anche per noi l'opera è finita, ma nell'ascoltare i suoi discorsi non vi sembrava che anche noi come i due discepoli di Emmaus avremmo potuto dirci...  .

Questa ‘Breve storia della vita di Gesu’, in due volumi, è un compendio di quanto narrato nei dieci volumi di vita evangelica di Gesù della mistica Maria Valtorta, come pure un compendio dei sette volumi di commento ai Vangeli ed all’Opera della mistica stessa da me scritti.6
È difficile contenere in due volumetti una vita intera, ma è sperabile che la vivacità della narrazione e l’arguzia di certi dettagli possano rendere questo racconto vivo e gradevole per chi voglia veramente avvicinarsi e conoscere meglio il mistero dell’Uomo-Dio.
Non avete visto il 'film' integrale valtortiano di cui vi avevo parlato nella Prefazione ma spero comunque, con i miei commenti, di avervelo fatto rivivere almeno un poco facendovi anche provare qualche emozione all’ascolto della Parola del Signore.
Certo, non a tutti può piacere la storia della vita di Gesù, ma non riesco a dimenticare una frase che il Gesù  valtortiano - non ricordo più dove nelle migliaia e migliaia di pagine di visioni e ‘dettati’ scritte da Maria Valtorta - aveva esclamato: ‘Chi non mi ama è perché non mi conosce…’.

Possiamo dunque anche noi ben concludere con le stesse parole di commento del Gesù valtortiano alla visione della discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo:7

Dice Gesù: 
«L'Opera è finita. E con la sua fine, con la discesa dello Spirito Santo, si conclude il ciclo messianico, che la mia Sapienza ha illuminato dal suo albore: il Concepimento immacolato di Maria, al suo tramonto: la discesa dello Spirito Santo.
Tutto il ciclo messianico è opera dello Spirito d'Amore, per chi sa ben vedere.
Giusto, dunque, iniziarlo col mistero dell'immacolato Concepimento della Sposa dell'Amore e concluderlo con il sigillo di Fuoco Paraclito sulla Chiesa di Cristo.             
Le opere manifeste di Dio, dell'Amore di Dio, hanno fine con la Pentecoste.
Da allora in poi continua l'intimo, misterioso operare di Dio nei suoi fedeli, uniti nel Nome di Gesù nella Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana; e la Chiesa, ossia l'adunanza dei fedeli - pastori, pecore e agnelli – può procedere e non errare per la spirituale, continua operazione dell'Amore, Teologo dei teologi, Colui che forma i veri teologi, che sono coloro che sono persi in Dio ed hanno Dio in loro – la vita di Dio in loro per la direzione dello Spirito di Dio che li conduce - che sono coloro che veramente sono "figli di Dio" secondo il concetto di Paolo.
E al termine dell'Opera devo mettere ancora una volta il lamento messo alla fine di ogni anno evangelico, e nel mio dolore di veder spregiato il dono mio vi dico: "Non avrete altro, poiché non avete saputo accogliere questo che vi ho dato".
E dico anche ciò che vi feci dire per richiamarvi sulla via retta nella passata estate: ‘Non mi vedrete finché non venga il giorno nel quale diciate: 'Benedetto colui che viene in nome del Signore’.

 

Amici miei, non avrei potuto proporvi - grazie alle precedenti parole di Gesù - una conclusione migliore.
‘Parole’ di Gesù?
Sì. Nell’ascoltare i suoi discorsi non vi sembrava infatti che anche noi – io e voi, come i due discepoli di Emmaus - avremmo potuto dirci:«Non ci sentivamo forse ardere il cuore in petto mentre ci parlava per via e ci spiegava le Scritture?».


1 G.L.: “I Vangeli di Matteo…’ - Vol. IV, Cap. 21 - Ed. Segno

2 G.L.: “I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni”, Vol. IV, Cap. 21 – Ed. Segno, 2004 – vedi anche sito internet dell’autore

3 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X - Cap. 640 – Centro Ed. Valtortiano

4 ‘Il Dizionario del Cristianesimo’ di Padre Enrico Zoffoli, Ed. Sinopsis, 1992

5 M.V.: ‘I Quaderni del 1944’ – Dettato del 10.1.44 . Centro Editoriale Valtortiano

6 G.L.: “I Vangeli del ‘grande’ e del ‘piccolo’ Giovanni” – Vol. I, II, III – Ed. Segno, 2000 e inoltre “I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni”  - Vol. I, II, III, IV – Ed. Segno 2001/2004 – vedi anche sito internet dell’autore https://www.ilcatecumeno.net
 

7 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’  - Vol. X – Cap. 640.7/8 – Centro Ed. Valtortiano