CAP. 2

ILLUSTRAZIONE SINTETICA DELLA STRUTTURA E DEI CONTENUTI DELL’APOCALISSE
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2.1 La fase cruciale della settima tromba e l’intermezzo dei sette ‘segni’ concernenti il futuro

Avevamo terminato la nostra precedente esposizione con la rappresentazione dei primi due guai dei tre preannunciati dall’aquila che volava in cielo.
Con il quinto squillo di tromba si era realizzato il primo guaio: un ‘astro’ caduto dal cielo sulla terra, l’apertura del pozzo dell’Inferno ed uno scatenamento di demoni.
Con il sesto squillo si era manifestato il secondo guaio: dai dintorni del Trono di Gesù parte infatti l’ordine al sesto Angelo di lasciare liberi i quattro angeli - che erano tenuti incatenati sul fiume Eufrate – con il compito di sterminare un terzo dell’Umanità perversa.
Ma l’Umanità non si pente ancora ed un Angelo possente appare allora in Cielo giurando su Dio che nel momento il cui il settimo Angelo farà squillare la settima tromba allora si sarebbe compiuto ‘il mistero di Dio’ che Dio stesso aveva fatto conoscere ai profeti.
Giovanni viene allora come invitato a fare il punto della situazione misurando il ‘Santuario’ e il numero di quelli che stanno adorando Dio ma trascurando l’atrio che sarebbe stato calpestato con la città santa per quarantadue mesi dai pagani.
In tale periodo di tempo – fra il sesto e il settimo squillo - due Testimoni avrebbero compiuto la loro missione ‘profetica’ in quel frangente pericoloso, ma la Bestia che sarebbe salita dall’Inferno li avrebbe uccisi, anche se poi essi sarebbero ‘resuscitati’ dopo tre giorni e mezzo.
Anche qui torna il simbolismo dei ‘quarantadue mesi’, cioè dei tre anni e mezzo.
L’allusione nel testo di Apocalisse[1] a questi due personaggi ha fatto vergare fiumi di inchiostro agli esegeti del Sacro Libro nel tentativo di immaginare chi sarebbero stati costoro.
Chi ha visto in essi Pietro e Paolo, martirizzati a Roma, chi ha pensato di individuarli in Mosè ed Elia, e altro ancora.
Essi sono un simbolo e il Gesù valtortiano ne dà una spiegazione semplicissima[2] :
‘Nei due testimoni sono adombrati tutti i maestri nella fede: pontefici, vescovi, ispirati, dottori della Chiesa, anime invase dalla Luce e dalla Voce. Essi, con voce pura da ogni venatura umana, hanno proclamato Me e la verità della mia dottrina e hanno messo sigillo di santità, di dolore, e anche di sangue, a conferma della loro voce… Ma quando l’ora del figlio di Satana sarà venuta, l’Inferno, saliente dall’abisso aperto dall’Anticristo, muoverà guerra spietata ad essi e, secondo la vista umana, li vincerà e li ucciderà. Ma non sarà morte vera. Sarà anzi Vita delle vite, Vita vera e gloriosa…’’.
Essi avranno infatti non solo la Vita eterna ma Vita ‘gloriosa’, perché se hanno Vita coloro che rispettano i Comandamenti allora avranno addirittura pienezza di vita gloriosa quelli che hanno seguito anche i consigli evangelici di perfezione fino a giungere al sacrificio della vita. Sono appunto costoro quelli che verranno chiamati ad una fulgidissima ‘resurrezione’…, solo simbolica dal punto di vista umano, ma più ‘vera’ che se fosse ‘materiale’ dal punto di vista spirituale e soprannaturale.
Eravamo arrivati alla sesta tromba ma ora è il momento della settima![3]
Al suo squillo un coro di voci parte possente dal Cielo dicendo che è finalmente arrivato il Regno di Dio nel mondo.
Ma, attenzione a non interpretarlo come l’avvento del Regno eterno dell’Aldilà, perché – ad analizzare bene il testo letterale dell’Apocalisse e la successiva sequenza degli avvenimenti – molta acqua deve ancora passare sotto i ponti e del Giudizio universale che apre le porte al Regno eterno in Cielo se ne parlerà ma solo alla fine, molti capitoli ed avvenimenti dopo.
I ventiquattro vegliardi innalzano a Dio un inno di Gloria come se quel Regno nel mondo rappresentasse una attesa ed una liberazione a lungo sospirata. Liberazione da cosa? Analizzeremo questo aspetto in seguito: per ora atteniamoci ai fatti senza troppi commenti.
Ma anche le ‘genti’ in terra inneggiano come quelle del Coro in Cielo. Quali genti? Sono i ‘giusti’ in terra che non ne potevano più di come andavano le cose? E’ chiaro però che anche essi, ancorché giusti, faranno sfortunatamente le spese della punizione divina che coinvolgerà tutta la terra, ma essi sembrano egualmente tutti contenti che sia arrivato il momento dell’ira tremenda del Signore per punire i morti (nello spirito?) e premiare con la salvezza eterna i giusti.
Fate sempre attenzione: dal contesto complessivo e dallo svolgersi dei futuri avvenimenti – lo ripeto - si capisce che lo scatenamento dell’ira tremenda non è ancora la fine del mondo.
A questo punto è come se si aprisse un nuovo sipario con un cambiamento di scene che mostrano una serie di sette segni, cioè sette scene diverse.
Questo nuovo sipario con le sette scene sembra una sorta di intermezzo rispetto al filo conduttore dell’Apocalisse.
Le varie scene sembrano una serie di ‘fuori campo’ che servono – come certi ‘flash back’ nei film – a farci capire meglio quanto dovrà poi succedere.


2.2 La lotta fra la Donna e il Dragone

Il primo segno, grandioso, descrive[4] la lotta fra una Donna e il Dragone.
La Donna  si presenta come se fosse vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie come se avesse dovuto partorire – con un travaglio doloroso – un Figlio.
Non è difficile vedere nell’allegoria la figura di Maria, Madre di Dio, che – secondo quanto annunciato da Dio Padre ad Adamo ed Eva nella Genesi – sarebbe stata la Donna che avrebbe schiacciato il capo al Serpente, che è il Dragone di questa lotta, cioè Satana.[5]
La lotta sembra avere alterne vicende, mentre una guerra viene combattuta dall’Arcangelo Michele con i suoi Angeli contro il Drago in Cielo, come a dire che essa è soprattutto una guerra spirituale. In ballo c’è infatti la salvezza dell’anima degli uomini.
La Donna è costretta ad un certo punto a rifugiarsi in un ‘deserto’, cioè in un posto segreto e sicuro, dove verrà nutrita e recupererà energie per milleduecentosessanta giorni.
L’Arcangelo Michele sconfigge il Drago e le sue legioni demoniache.
Questa guerra spirituale potrebbe essere quella già combattuta nella notte dei tempi in Cielo contro Lucifero, ma può essere anche figura di una ulteriore guerra che verrà combattuta in terra.
A favore di quest’ultima ipotesi starebbe il fatto che a questo punto, cioè con la vittoria di S. Michele, una gran voce dal cielo grida che si è realizzato il Regno di Cristo, perché Satana è stato sconfitto grazie al Sangue dell’Agnello, cioè grazie alla Redenzione, ed alla testimonianza resa dai giusti con il loro martirio.
Se la voce dal cielo dice: ‘…grazie al Sangue dell’Agnello ed alla testimonianza resa con il loro martirio’ non ci sembra che questa visione possa riferirsi al primo scontro fra Angeli buoni e angeli cattivi in Cielo perché la Redenzione e le testimonianze dei martiri sono avvenute dopo, nel corso della Storia dell’Umanità.
Non sembrerebbe però nemmeno la sconfitta definitiva di Satana alla fine del mondo, perché la voce invita gli abitanti dei cieli ad esultare ma invita quelli della terra a stare attenti[6] perché il Diavolo sconfitto è furioso e vuole prendersi la rivincita, perché ha ormai capito che gli rimane poco tempo.
E infatti il Drago, cioè Satana, fa ancora guerra alla Donna che tuttavia si rifugia da qualche parte per un tempo, due tempi e la metà di un tempo.[7]
Ecco qui ritorna il simbolismo. Se interpretiamo il ‘tempo’ come un periodo di un anno, si tratta di tre anni e mezzo, cioè di quarantadue mesi di 30 giorni, vale a dire milleduecentosessanta giorni, lo stesso periodo di tempo durante il quale era stato detto che i pagani avrebbero calpestato la città santa: Roma.
Decisamente siamo di fronte ad avvenimenti che devono ancora avvenire ma che non si riferiscono alla fine del mondo, come taluni - interpretando tutto troppo allegoricamente - sarebbero propensi a pensare.
Se poi la Donna di questo ‘segno’ rappresenta certamente la Madonna, incinta a suo tempo di Gesù, qui il richiamo alla prima ‘maternità’ della nascita di Gesù è solo allegorico perché  Maria SS., in quanto esente da Peccato originale non ebbe i dolori del parto, mentre qui la Donna ‘grida per le doglie e il travaglio del parto’.[8]
Si tratta dunque di un ‘parto’ allegorico, diverso dal precedente, un ‘parto’ molto doloroso perché riguarda forse la cosiddetta futura seconda venuta di Gesù dopo la tremenda tribolazione che verrà patita dall’Umanità intera e dalla Cristianità in quei tre anni e mezzo di persecuzione violenta.
L’Apocalisse precisa qui che la Donna partorirà un figlio maschio destinato a governare le nazioni con scettro di ferro.[9]
Non è l’immagine del Gesù d’amore di duemila anni fa, che ha continuato ad essere vilipeso e crocefisso dagli stessi cristiani, ma può benissimo essere il Gesù parusiaco di Ap 19 11-16 che viene a fare giustizia delle nefandezze e a ‘mettere in riga’ l’Umanità. La visione di questo Gesù Vincente apparirà a Giovanni in occasione della sconfitta della Bestia e di cui viene pure lì detto che sconfiggerà anche i ‘re’, cioè i potenti della terra governando le nazioni con scettro di ferro.
Satana, nell’impossibilità di vincere la Donna si vendica allora con la sua ‘discendenza’, cioè i ‘giusti’ che rispettano i comandamenti di Dio.


2.3 La Bestia del mare

A questo punto si vede nel cielo un secondo segno, cioè si apre un secondo scenario.[10]
Una Bestia sorge dal mare, è mostruosa e piena di corna e di teste. E’ meglio però tralasciare per ora i simbolismi che tanti esegeti si sono esercitati ad immaginare. Lo vedremo dopo.
Questa Bestia non è comunque simbolo di Satana, perché si dice che essa trae da lui la sua forza.
Gli abitanti della Terra però la adorano.
Anche la Bestia viene lasciata da Dio libera di agire per quarantadue mesi, lo stesso periodo di tempo in cui la Donna sarà costretta a cercare rifugio nel Deserto e in cui Roma verrà calpestata dai pagani.
Qui ritorna l’allusione a questo periodo di tempo che si ripete martellante, segno a mio avviso che si tratta proprio di quarantadue mesi del calendario solare e non di un qualsiasi numero simbolico di vago significato.
Mi sembra non solo l’indicazione di quanto durerà questa persecuzione ma come un invito alla speranza ed a tenere duro perché essa sarà terribile ma tutto sommato finirà dopo tre anni e mezzo. Si tratterà di pazientare e saper attendere.
E’ una Bestia che bestemmia Dio e che combatte e vince i giusti, una minoranza, perché tutti gli altri abitanti della terra invece l’adorano.

 
2.4 La Bestia della terra

E’ questo il momento del terzo segno o scenario.[11]
Una seconda Bestia sorge dalla terra.
Questa Bestia viene descritta come dotata di ‘due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un Drago’. Attenzione al simbolismo. Ne parleremo dopo.
Neanche essa è Satana, perché vi si dice che esercita lo stesso potere della prima Bestia (la quale aveva avuto a sua volta la forza dal Drago). Essa costringe gli abitanti della Terra ad adorare la prima.
Cosa significa? Questa é certamente una allegoria ma cercheremo di scoprirne meglio il significato in seguito: in questa fase desidero presentarvi l’Apocalisse per quello che dice, cioè per i fatti che essa espone, riservando il commento dei fatti – secondo quel che dovrebbe essere lo spirito della deontologia giornalistica – ad una fase separata e successiva.
Le due Bestie lavorano di conserva, con la seconda al servizio della prima.
Anche questa seconda Bestia seduce gli abitanti della terra ed opera in tal maniera da indurre gli uomini a ricevere il marchio della Bestia sulla mano destra e sulla fronte per cui nessuno avrebbe potuto comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della Bestia.
Anche qui vi sono state molte interpretazioni ‘letterali’ non prive di una certa ammirevole fantasia. Infatti sono apparse sulla stampa in questi anni varie notizie di esperimenti tecnico-scientifici  volti a rendere più rapida ed efficiente l’identificazione delle persone sostituendo così le carte di identità, le tessere sanitarie, le carte di credito e la moneta circolante.
A questo proposito in cittadine di alcuni Paesi sono stati inseriti sperimentalmente dei microchips sotto cutanei sulle mani e sotto il cuoio capelluto con tutti questi dati personali inseriti, ivi comprese le cartelle cliniche delle persone ed i dati dei conti correnti bancari, quelli delle dichiarazioni dei redditi, ecc..
La cosa è stata interpretata da taluni esegeti dell’Apocalisse come un ‘segno’ totalitaristico che questi siano i tempi della Bestia e che ci si debba opporre a questi esperimenti per non condividere con la Bestia il suo ‘marchio’.
Si tratta di iniziative governative che lasciano veramente perplessi e danno proprio l’idea di un onnipresente ‘occhio del grande fratello’ che – sornionamente, in nome dell’efficienza e della sicurezza - minaccia la nostra libertà e privacy, un ‘occhio’ che ci scruta con le telecamere persino quando passeggiamo per le strade e ci segue ovunque - come già succede oggi a chiunque si sposti tenendosi semplicemente in tasca un ‘innocente’ telefono cellulare - o che addirittura controlla la nostra corrispondenza privata quando scriviamo una e-mail in internet, per non parlare delle conversazioni telefoniche quasi tutte registrabili anche da satellite (Echelon anglo-americano) quando non addirittura registrate.
Per molti sarebbe intuitivo il collegamento con la ‘dittatura’ e la soppressione delle libertà legate al tempo dell’Anticristo.
Tutto è possibile, tuttavia il Gesù valtortiano spiega invece molto semplicemente che il significato di questo passaggio di Apocalisse non è materiale ma simbolico.  Portare il marchio della Bestia sulla fronte e sulla mano, significa infatti seguire le ispirazioni delle Bestia nelle opere (identificate nell’agire della mano destra) e nel pensiero (la fronte).
Uno dei rischi in cui si può incorrere nell’analizzare i possibili significati dei simboli l’Apocalisse è quello di indulgere superficialmente ad interpretazioni materiali anziché spirituali.
Rimane però un mistero che temo sarà difficile da decifrare: vi si dice che il numero della prima Bestia sia il 666 e  rappresenti un nome d’uomo: quello dell’Anticristo.
Incredibile la quantità e la varietà dei calcoli ‘numerologici’ che sono stati fatti per cavare da questo ‘666’ un significato coerente.
Nella storia della letteratura interi libri sono stati dedicati ad indovinare l’identità della Bestia: imperatori, re, capi di governo, etc.
Anche di questo parleremo in seguito, ma vi prego fin da ora ricordare che questo riferimento all’Anticristo non è tanto legato alla seconda Bestia venuta dalla terra quanto alla prima Bestia, quella che è venuta dal mare, se non addirittura – alla fin fine – ad entrambe in quanto entrambe finalizzate a realizzare la volontà del Drago.
Questa possibilità apre uno spiraglio ad una ipotesi suggestiva, e cioè che l’Anticristo-uomo, possa avere un secondo ‘alter ego’ umano che in qualche modo lo affianca, e che essi lavorino su piani diversi ma per la realizzazione del medesimo obbiettivo per cui - come le due Bestie – questi due personaggi della Storia siano le due facce della stessa  medaglia con il medesimo scopo: da un lato il dominio del mondo e dall’altro l’abbattimento del Cristianesimo.


2.5 L’Agnello, Gesù Cristo, e i ‘144.000’ giusti, puri e senza macchia

E’ ora il momento del quarto segno.[12]
Si vede l’Agnello, cioè il Cristo glorioso, sul monte Sion a Gerusalemme. E’ attorniato da 144.000 giusti, i redenti della terra. Altro numero simbolico, multiplo di dodici, come dodici erano le tribù di Israele. Si tratterebbe comunque di ‘vergini’ che non si sono contaminati con donne, persone pure e senza macchia: sono insomma delle ‘primizie’. Essi cantano un cantico nuovo e seguono l’Agnello ovunque egli vada. Altro simbolismo oscuro, ma non troppo. Consoliamoci pensando che i ‘redenti’ della terra non saranno solo 144.000, come certe sette pretenderebbero per i propri adepti, ma forse ‘settanta volte sette’ 144.000, per usare un termine numerico amato dal Gesù evangelico per significare un numero  molto grande.


2.6 Tre Angeli annunciano l’ora del Giudizio e la caduta di ‘Babilonia la grande’

Vi è poi un quinto segno.[13]
Un primo Angelo vola alto nel cielo avvisando gli abitanti della terra che è giunto il momento del Giudizio e invita gli uomini ad adorare il Creatore.
Un secondo angelo lo segue, gridando: ‘…è caduta Babilonia la grande, quella che ha abbeverato tutte le genti col vino del furore delle sue fornicazioni’.
Cosa rappresenta questa Babilonia ‘la grande’? Poiché l’Apocalisse riguarda il futuro è chiaro che la caduta di questa Babilonia non può riferirsi alla Babilonia dell’antichità, e questo nome rappresenta dunque l’allegoria di qualcosa di successivo e diverso.
Riparleremo anche di questo. Intanto un terzo angelo segue a sua volta il precedente gridando che chi adora la Bestia, accettandone il marchio sulla fronte o sulla mano, verrà punito da Dio.


2.7 La ‘falciatura’ del Figlio dell’uomo

Sesto segno.[14]
Su una nube bianca appare un personaggio glorioso simile ad un Figlio d’uomo, cioè ad un uomo, con in capo una corona d’oro ed una falce in mano. Facile individuarvi Gesù, l’Uomo-Dio, che si prepara ad un Giudizio.  Un Angelo lo invita infatti a ‘mietere’, cioè a tagliare, perché è arrivato il momento giusto.
E il Figlio dell’uomo miete.
Appare un secondo Angelo anch’egli con una falce affilata, ma un terzo Angelo invita questi a lasciar perdere la sua falce ed a vendemmiare piuttosto i grappoli della vigna che sono ‘maturi’.
L’uva viene gettata nel tino dell’ira di Dio e vi viene pigiata ma non ne esce vino bensì sangue, tanto sangue.
Noi sappiamo bene che dalla Vigna del Signore di cui parlano i Vangeli non può uscire che del ‘buon vino’.
Se dunque qui esce ‘sangue’, e tanto, si tratta più probabilmente di una immagine materiale ‘cruenta’ che non é certo di ‘amore’ evangelico ma piuttosto un Giudizio tremendo che tocca la vita delle persone, un qualcosa che capiterà all’Umanità caduta nell’Apostasia e nella perversione.
Non ci rimane che sperare in una diversa interpretazione ‘allegorica’!


2.8 Gli angeli dei sette flagelli cominciano a versare le prime coppe: la preparazione della battaglia di Armagheddon

Siamo così arrivati al settimo segno.[15]
Giovanni vede nel cielo sette angeli, venuti per ultimi perché è con essi che si deve compiere l’ira di Dio. Essi impugnano sette flagelli.
L’apostolo vede in visione anche la moltitudine di coloro che avevano vinto la Bestia e la sua immagine e il numero ‘666’ del suo nome.  E questa moltitudine alza un canto che inneggia a Dio e che annuncia che tutte le genti  finalmente si prostreranno di fronte a Lui.
Che vuol dire ‘immagine’?
Se la Bestia per eccellenza è la prima bestia, la sua ‘immagine’ sarà la seconda Bestia che la coadiuva oppure ‘l’immagine’ della Bestia è l’Anticristo stesso?
E’ a questo punto che gli angeli dei sette flagelli si fanno avanti ed ad ognuno di essi viene data una coppa piena dell’ira di Dio.[16]
Essi ricevono quindi l’ordine di versare progressivamente sulla terra le loro sette coppe.[17]
Il linguaggio simbolico mi sconsiglia dall’addentrarmi sul significato di quanto provocato sulla Terra degli uomini da ogni singolo versamento di coppa dell’ira di Dio. Si tratta chiaramente di una serie di punizioni…
La sesta coppa viene versata sul fiume Eufrate le cui acque vengono prosciugate per consentire il passaggio dei re d’oriente.[18]
Abbiamo già detto che l’Eufrate attraversa l’odierno Iraq, ma non sappiamo chi siano questi ‘re d’oriente’, personaggi reali o allegoria? O entrambe le cose insieme in quanto una figura dell’altra?
E’ comunque da questo momento che dalla bocca del Dragone, della Bestia del mare e della Bestia della terra, escono tre demoni con l’incarico di sobillare i popoli e preparare tutti i re della terra alla guerra del ‘gran giorno’ di Dio Onnipotente.
Siamo evidentemente arrivati alla vigilia dello scontro risolutivo tra Forze del Bene e Forze del Male le quali naturalmente hanno propri alleati fra gli uomini.
E’ una guerra apparentemente fra soli uomini ma in  realtà è una guerra di spiriti: uomini ‘buoni’ contro uomini ‘cattivi’, Angeli buoni contro demoni.
Il Signore Gesù Cristo dice a questo punto: «Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andare nudo e lasciar vedere le sue vergogne’.
Gesù, quando parlava nei Vangeli del giorno della sua ‘venuta’, diceva di tenersi sempre pronti perché il ‘giorno del Signore’, che allegoricamente poteva significare anche la morte, sarebbe venuto all’improvviso, cogliendoci di sorpresa. Come fa solitamente il ladro, quando meno noi ce lo aspettiamo.
Ma di che ‘venuta’ si parla, qui? Il contesto non sembra autorizzarci a pensare alla venuta per la fine del mondo, a meno di non forzare il significato letterale e di non tenere conto del seguito degli avvenimenti descritti.
I demoni radunano a questo punto i ‘re’, come dire i governanti dei vari popoli, nel luogo che in ebraico si chiama Armagheddon.[19]
Che cosa sottintende il nome di questa località?
Nella storia biblica (2 Re 23,29 ss) è chiamata così la ‘montagna di Meghiddo’ dove Giosia, re di Israele, aveva subito una disastrosa sconfitta perdendovi anche la vita ad opera dell’esercito egiziano.
Poiché l’Apocalisse parla al futuro è chiaro che Armagheddon rappresenta simbolicamente il luogo di una battaglia futura importante e decisiva. Battaglia spirituale o materiale? A quei tempi dell’Antico Testamento la battaglia venne perduta da Israele.
L’Israele di allora è per caso figura dell’Israele politico di adesso ricostituitosi in Palestina da poco più di mezzo secolo?
Israele verrà nuovamente sconfitto in un nuovo drammatico conflitto interarabo?
E se invece l’Israele di allora fosse la figura del ‘Nuovo Israele’, come viene chiamata la Chiesa, e la battaglia di Armagheddon simbolizzasse dunque una qualche catastrofica sconfitta futura del Cristianesimo come in occasione di una persecuzione anticristiana, magari la stessa ‘extrema persecutione’ di cui ha parlato San Malachia nella sua profezia dei papi? [20]
Il Giosia re di Israele ucciso dagli egiziani nell’Antico Testamento da chi sarebbe in tal caso rappresentato nel Nuovo Israele, cioè nella Chiesa del Nuovo Testamento?
Un nesso con il Papa ucciso dai soldati in una città distrutta della terza parte del segreto di Fatima, magari in quella Roma di cui parla l’Apocalisse lasciata in balìa dei ‘pagani’ per quarantadue mesi?
In quale contesto storico dovremmo collocare tutto ciò?
Ecco perché l’Apocalisse è tanto interessante. Ci vuole avvisare, ci vuole far capire, ma forse i nostri occhi sono ormai spiritualmente indeboliti e procediamo a tentoni come nella nebbia.
Fermiamoci qui, vedremo in seguito in cosa consisterà e come finirà in realtà questa battaglia di Armagheddon che forse – come si dice nel gergo delle ‘partite’ a carte - è ‘la bella’, una ‘rivincita’ della battaglia storica del passato.


[1] Ap 11, 3-14
[2] Maria Valtorta: ‘Quaderni del 1943’ - Dettato 21.8.43, pag. 150 – Centro Edit. Valtortiano
[3] Ap 11, 15-19
[4] Ap 12, 1-18
[5] Ap 3, 14-16
[6] Ap 12, 10-12
[7] Ap 12, 13-14
[8] Ap 12, 2
[9] Ap 12, 5
[10] Ap 13, 1-10
[11] Ap 13, 11-18
[12] Ap 14, 1-5
[13] Ap 14, 6-12
[14] Ap 14, 13-20
[15] Ap 15, 1-4
[16] Ap 15, 5-8
[17] Ap 16, 1-16
[18] Ap 16, 12
[19] Ap 16, 15-16
[20] La straordinaria profezia di San Malachia verrà analizzata con maggiori dettagli nel Cap. 20 della presente opera.