CAP. 4

LE PRIME FASI DELLA CREAZIONE.
(3)

DAL TERZO AL QUINTO GIORNO.

 

4.1 La formazione del continente unico primordiale di Alfred Wegener, la Pangea. La successiva deriva dei continenti e la tettonica delle placche.

Dopo la creazione dell'anello acqueo del secondo giorno, è però solo a cavallo fra secondo e terzo giorno che vedremo operare l'anello nei termini sopra descritti, ed è nel terzo giorno - secondo la Genesi e pure secondo gli studi di F. Crombette - che le restanti acque in terra finiranno per raccogliersi in un solo luogo e comincerà a prender forma la terraferma quali noi oggi la conosciamo, o quasi.
'Quasi'..., perché in realtà la terraferma iniziale - lungi dall'essere frammentata in continenti come oggi appare - era costituita da un unico continente, un'isola colossale circondata da un oceano universale.
Era stato il tedesco Alfred Wegener, ai primi del novecento, ad intuire e poi cercare di dimostrare l'originaria unitarietà di quelli che sono i vari continenti attuali.
Secondo Wegener essi - ad un certo punto, duecento milioni di anni fa - avrebbero cominciato a spostarsi in maniera quasi impercettibile fino a posizionarsi dove si trovano ora attualmente.
Anche Wegener era infatti un attualista come Charles Lyell e - non credendo da buon evoluzionista né alla Bibbia né agli eventi catastrofici e pensando che tutto in passato si fosse svolto secondo i tempi e le modalità odierne -  era stato costretto ad immaginare enormi periodi di tempo per poter giustificare un allontanamento in misura altrimenti inspiegabile se rapportato alla 'velocità'... centimetrica dello spostamento inerziale dei continenti che é tutt'oggi in corso.
Qui - con noi, in Conferenza - per spiegare queste cose ci vorrebbe qualcuno dalla cultura... eclettica ed enciclopedica.
Tuttavia, come è agevole anche apprendere sfogliando le pagine di una comune enciclopedia scientifica, secondo la teoria della tettonica a zolle, la crosta terrestre sarebbe composta da almeno dodici zolle (o placche) rigide, che si muoverebbero, indipendentemente l'una dall'altra, su uno strato di rocce fluide e calde come catrame, detto astenosfera.
L'interazione tra 'placche' e astenosfera non è ancora perfettamente chiara, ma i geologi ritengono che il movimento delle zolle in superficie sarebbe causato da correnti di convezione, determinate dal calore nelle sostanze fluide dell'astenosfera, dette magma.
Il calore provoca la dilatazione di un corpo, per cui in uno stesso ambiente l'aria calda fluisce verso l'alto e, nel mare, le correnti calde scorrono sopra quelle fredde.
Così si comporterebbero anche i materiali che costituiscono la Terra: le rocce fluide e calde (magma), tenderebbero a salire in superficie, mentre quelle solide e più fredde della crosta terrestre tenderebbero a sprofondare nel magma stesso dell'astenosfera, dove le altissime temperature le fonderebbero, trasformandole in magma, che tenderebbe nuovamente a risalire in superficie, con un processo ciclico e costante, detto convezione. Il magma che risale in superficie lungo i margini delle zolle, solidificando, formerebbe nuova litosfera, cioè nuovi tratti di crosta terrestre.
La teoria della tettonica a zolle cominciò a ricevere consensi solo dagli anni Sessanta del XX° secolo, giacché in precedenza la comunità scientifica internazionale era convinta che i continenti e gli oceani fossero immobili.
Alfred Wegener aveva dunque ipotizzato che in epoca remota fosse esistito un unico grande continente detto Pangea, il quale si sarebbe poi frazionato in zolle che si sarebbero lentamente separate le une dalle altre, formando gli odierni continenti e oceani.
Una delle prove più convincenti che Wegener presentò a sostegno della sua teoria è immediatamente osservabile su qualsiasi planisfero: esiste cioè una perfetta corrispondenza di forme tra la costa orientale dell'America meridionale e quella occidentale dell'Africa, che sembrano proprio le parti di un incastro.
Per conferire maggiore validità scientifica alla sua teoria, Wegener provò anche che le formazioni rocciose delle opposte sponde atlantiche del Brasile e dell'Africa occidentale si erano formate nella medesima era geologica, presentavano la stessa struttura, appartenevano alla stessa tipologia e conservavano fossili di animali e piante appartenenti alla stessa specie, tutte prove del fatto che un tempo l'America meridionale e l'Africa erano unite.

 

4.2 Due straordinarie scoperte di F. Crombette...

Nei decenni successivi, varie scoperte scientifiche convalidarono la teoria di Wegener. I geologi dimostrarono infatti l'esistenza dell'astenosfera a 50/150 km di profondità dalla superficie terrestre e, utilizzando il sonar per misurare la profondità degli oceani e la struttura dei fondali oceanici, scoprirono durante il XX° secolo la Dorsale Medio-Atlantica, riconoscendola come un tratto della dorsale che si estende in tutti i fondali oceanici.
In realtà i geologi impiegarono molti decenni a convincersi della esattezza delle iniziali intuizioni di Wegener sia per la loro novità sia anche perché le ricostruzioni fatte da Wegener del cammino percorso dai continenti non erano del tutto convincenti e collimanti, in quanto i vari continenti non sembravano tutti combaciare perfettamente e sembrava anzi che Wegener  fosse ricorso a qualche 'forzatura' per fare 'quadrare' meglio la sua teoria.
Crombette, tuttavia, ricordandosi della teoria di Wegener e messo sulla strada giusta da un versetto del Salmo 78 della Bibbia che diceva che Dio aveva operato la 'salvezza' al centro della Terra, certo per di più della infallibilità della Bibbia se bene interpretata ed avendo ben presente il Sacrificio redentivo di Gesù Cristo sulla Croce a Gerusalemme, studiò meglio il problema approfondendo gli studi di Wegener.
Attraverso un attento esame della cartografia dei fondali marini sulla base anche dei risultati delle ricerche più recenti da parte delle navi oceanografiche, egli scoprì sui fondali degli oceani le tracce di lava lasciate dai continenti durante il loro spostamento, quali le lascerebbe una pietra pesante che fosse trascinata su di un  terreno.
Inoltre nella primitiva posizione dei continenti era rimasta l'impronta lavica originaria con la forma degli stessi.
Il fatto che la lava si fosse solidificata mantenendo l'impronta del continente e che la sua fuoriuscita si fosse bloccata non poteva essere dipeso solo dal contatto con l'acqua fredda dell'oceano ma anche dalla rapidità con la quale doveva essersi realizzato lo spostamento, frutto - insomma - non di un evento lentissimo ma improvviso e quindi catastrofico.
Egli - partendo dal presupposto dell'anello di Kant - pensò che il livello medio dell'oceano primitivo si fosse raddoppiato a seguito dell'aggiunta dell'altra metà delle acque dell'anello definitivamente precipitato in occasione del Diluvio universale.
Poiché il livello attuale degli oceani è pari mediamente a circa 4000 metri di profondità, F. Crombette indirizzò le sue ricerche alla quota di -2000 metri sotto l'attuale livello medio degli oceani, trovandovi a questa quota i punti originari di congiunzione fra i vari continenti. Le difficoltà di 'combaciamento' fra le coste dei vari continenti che avevano qualche decennio prima fatto mettere in dubbio le intuizioni di A. Wegener venivano a questo punto brillantemente superate da Crombette.
Era infatti riscontrabile a tale livello il punto di 'giuntura' delle coste dei vari continenti, punto dopo il quale iniziano gli strapiombi delle profondità dette abissali.
Troverete i dettagli scientifici sui fatti descritti da F. Crombette negli Atti della Conferenza.1
Crombette - ricostruendo così la mappa della originaria 'Pangea' a -2000 metri sotto l'attuale livello degli oceani - fece tuttavia altre due scoperte sconcertanti.
Pangea - a questo livello di -2000 che una volta era però quello originario delle terre emerse del continente unico - assumeva la forma di un fiore ad otto petali appena sbocciato, dono poetico di Dio all'Umanità che avrebbe un giorno popolato la Terra.
Inoltre, nel continente unico di Pangea, ricostruito da F. Crombette secondo le diapositive che ora stanno per esservi mostrate su di uno schermo, la località geografica in cui sarebbe successivamente sorta la città Gerusalemme - come voi tutti potrete osservare - si sarebbe trovata esattamente al centro della terra emersa, come recitava appunto quel versetto del Salmo della Bibbia2...

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Il particolare stupefacente della posizione centrale di Gerusalemme, come quello che abbiamo già appreso circa la posizione centrale della Terra collocata in prossimità dell'asse gravitazionale dell'intero Universo, ci fa ancora una volta riflettere sulla Dottrina cristiana del Cristocentrismo3, perché è a Gerusalemme che un Dio - fattosi uomo nella Storia - per un eccesso di Amore si sarebbe sacrificato per riscattare e salvare l'Umanità.
Una delle ragioni che avevano indotto il celebre astronomo e matematico francese Laplace4, ateo, a rifiutare nell'Ottocento l'idea di una posizione centrale della terra nell'Universo consisteva proprio - per sua stessa ammissione - nel fatto che se così fosse stato questo avrebbe deposto a favore di un piano divino specifico con un ruolo privilegiato che il pianeta Terra e la stessa Umanità avrebbero dovuto svolgere nell'ambito della Creazione...
Ma di ciò credo avremo occasione di parlarne più approfonditamente in seguito.

 

4.3 Apparizione della vita vegetale, del Sole, della Luna e della vita animale.

Segretario: Sempre nel terzo giorno della creazione abbiamo assistito però anche alla apparizione della vegetazione.
Abbiamo potuto appurare nella sessione conferenziale di ieri che la vegetazione è nata non dalla evoluzione di una cellula vegetale primordiale ma dalla creazione dal nulla - da parte di Dio - di semi che nella terra, irrorati dall'acqua delle piogge, sarebbero germinati divenendo erbe e piante, ognuna secondo la sua specie, pronte a riprodursi.

Nel quarto giorno - e cioè dopo la vegetazione - ecco invece il turno del Sole e della sua luce.
Abbiamo ieri appreso che il Sole esisteva già fin dagli inizi della Creazione ma - non essendo ancora pervenuto alla fase di incandescenza pur emettendo radiazioni relativamente luminose - non era ancora divenuto propriamente 'sole', cioé quello odierno. 5
Ciò non di meno esso era già sufficiente - nella sua fase di trasformazione del terzo giorno - a garantire la sopravvivenza della vegetazione, salvo farla rigogliosamente sviluppare nel quarto giorno quando la sua temperatura e la sua luce avrebbero raggiunto livelli maggiori.
Nel quarto giorno il Sole divenne dunque splendente ed è  nel quarto giorno che in Genesi la Luna (pur fuoriuscita dalla Terra fin dal terzo giorno, come decrittato da Crombette) 'apparirà' come 'creata' poiché - grazie al Sole divenuto infiammato e molto luminoso - essa sarebbe divenuta visibile sullo sfondo buio del cielo notturno, brillando di luce riflessa dal sole già tramontato.
Parimenti, in Genesi, vengono indicati come 'creati' nel quarto giorno i vari pianeti.
In realtà essi esitevano fin dall'inizio e praticamente contestuali alla creazione della massa informe del globo terrestre uscito dal sole, ma è solo nel quarto giorno che - come successo alla luna - essi di notte divengono visibili per luce riflessa.
A seguire, ieri non è neanche mancata una vivace 'dialettica', sia nei dibattiti teolologici sulla Genesi, sia con l'Avvocato del Diavolo,6 il quale - in un serrato confronto forense fra Accusa e Difesa - ha cercato di contestare teologicamente l'opera di Crombette.7
 Non è neppure venuta meno la dialettica a volte mordace e talvolta ironica iniziata fin dalla prima sessione fra le due opposte tesi evoluzioniste e creazioniste, alle quali ha accennato poc'anzi anche il sig. Paolo Conti precisando che rispetto a queste due tesi non esisterebbe una terza alternativa.

Nel quinto giorno di Genesi sono state infine approfondite le modalità della apparizione sulla Terra degli animali, creati dal nulla maschio e femmina per ogni singola specie ed adatti alla procreazione.
Creati da Dio traendoli dalla 'terra' - come dice Genesi per l'uomo - aggregando cioè divinamente insieme dal nulla le varie molecole minerali che ne costituiranno il corpo ed aggiungendovi un principio vitale.
Parlando della creazione della vita animale siamo con l'occasione riusciti ieri finalmente a risolvere il dilemma se sia nato prima l'uovo o la gallina...

Bastian Contrario: Chiedo scusa in anticipo per l'interruzione ma, prima che lei continui a riepilogare la seconda sessione sinteticamente e passi così nel frattempo ancora un giorno di spiegazioni...,  mi sembra che lei abbia accettato quella idea delle due tesi sulle Origini, cioé la tesi dei creazionisti e quella degli evoluzionisti, dando per scontato quanto detto dal signor Paolo Conti sul fatto che oltre a queste due non esisterebbe altra alternativa.
Mi sembra però che lei abbia dimenticato che ne esiste invece una terza ed è 'la tesi delle due scarpe', cioè quella di coloro che per non litigare né con i sostenitori della prima teoria né con quelli della seconda -  e cioé per tenere i piedi in due scarpe cercando di salvare capra e cavoli tenendosi buono Dio ma anche i suoi avversari - hanno finito per prendere botte da tutti e due gli 'schieramenti', come spesso succede a quelli che vogliono fare ad ogni costo i 'pacieri' fra due litiganti.
La terza è infatti la tesi dei cosiddetti concordisti, che - o per troppa fede nella 'scienza' oppure forse troppo poca fede nella Incommensurabile Potenza di Dio - hanno cercato di promuovere l'idea di un Dio creatore che, giudicato evidentemente incapace di creare dal nulla gli esseri viventi già formati per come essi sono, avrebbe dato solo il calcio d'inizio al 'pallone' del Big-Bang creativo lasciando poi che tutto si evolvesse da sé: scimmia ed uomo compresi.
Ora, io mi domando, se l'uomo in passato era una scimmia che si è evoluta da un animale ancora anteriore e se l'evoluzionismo è un processo sempre in corso, quali 'animali'  diventeremo a nostra volta noi - nel futuro - quando continueremo e perfezioneremo il nostro processo di evoluzione?
Mi auguro che non diventeremo tutti 'animali' evoluzionisti...!

Segretario: Vedo che a Bastian Contrario la notte non ha proprio portato consiglio e che, nonostante i miei precedenti inviti alla temperanza, oggi - a proposito di evoluzionisti - é tornato più bellicoso che mai. Da ciò deduco che anche oggi il 'tempo' della terza sessione potrà essere di un 'bello/variabile', con il rischio però di qualche 'temporale'...
Rinnovo il mio invito all'equilibrio ed a frenare le polemiche. Bastian Contrario fa parte del pubblico presente in sala che, come avevamo detto, ha diritto di intervento ma gli ricordo che questo è un importante consesso scientifico internazionale che si confronta sulle idee e non sulle battute sarcastiche.
Bene, il riepilogo delle prime due sessioni precedenti è terminato.
In questa terza sessione odierna - sempre con un occhio bene attento anche alle decrittazioni e spiegazioni scientifiche di Fernand Crombette - affronteremo finalmente da questo momento in poi l'analisi del sesto giorno creativo.


1 Dell'autore: 'La Genesi biblica...' - Vol. II, Capp. 5/10 - vedi sito internet dell'autore www.ilcatecumeno.net

2 opera citata sopra, Capp. 6/7

3 Cristocentrismo: Succintamente, secondo questo aspetto della Dottrina cattolica, l'Universo è stato creato principalmente in funzione di Gesù Cristo e dell'uomo, creato con un'anima immortale e destinato a vivere per l'eternità nel Cielo. Il Cristo, cioè il Verbo incarnato, Capo universale e Arbitro della storia, é centrale nel contesto della teologia cattolica. Nel creare il mondo, il primo pensiero di Dio è stato Gesù, il suo unico Figlio fatto uomo; e solo in Lui, Dio e uomo, lo ha progettato e realizzato. Proprio come un artista che prima ha in mente l’opera d’arte e poi la realizza all’esterno. La posizione centrale della Terra sarebbe qui dunque giustificata dalla sua importanza rispetto al Progetto divino. Terra al Centro dell'Universo e Gerusalemme al Centro della Terra perchè é sulla Terra ed a Gerusalemme che il Verbo, Dio incarnato, si sarebbe sacrificato per salvare l'Umanità dalle conseguenze del Peccato originale.

4 Pierre-Simon de Laplace (1749-1827). Noto per aver utilizzato con successo la teoria della gravitazione di Newton per spiegare il moto dei pianeti del sistema solare. Membro dell'Accademia delle scienze, tentò anche di spiegare, mediante una teoria razionale, l'origine del sistema solare nella sua ipotesi nebulare dell'evoluzione stellare.

5 Dell'autore: opera citata, Vol. II, Cap. 20

6 opera citata, Vol. II, Capp. 14,15,16, 17

7 opera citata, Vol. II, Cap. 24