CAP. 1

APERTURA DEI LAVORI

LE NOSTRE ORIGINI, OGGETTO DEL CONTENDERE

 

Segretario: Signori congressisti, signore e signori del pubblico qui presente...
Ci avete seguito nelle due precedenti sessioni dell'altro ieri e di ieri di questa nostra  Conferenza internazionale durante  le quali - tra fede e ragione - abbiamo ripercorso il cammino della formazione dell'Universo e della Terra.
Durante questo nostro viaggio nel passato abbiamo avuto come guida Fernand Crombette.
Oggi noi affrontiamo la tematica del sesto giorno creativo, vale a dire in sostanza il giorno della creazione dell'uomo, fatto che costituisce il 'nocciolo' delle nostre Origini.
E' dunque bene avere subito chiaro in mente che sia nella  prima sessione conferenziale che nella seconda si sono confrontate e scontrate due opposte tesi, quella della Creazione contro quella della Evoluzione.
Vorrei ora sapere se qualcuno, magari anche fra il pubblico in sala che ho visto sempre molto attento, se la senta di riassumere sinteticamente in cosa queste tesi consistano...

Paolo Conti: Di norma mi piace leggere, specie le cose interessanti. Un mio amico inglese mi ha mandato le minute di un dibattito - tra sostenitori della Creazione e altri della Evoluzione - che ho trovato molto interessante.
Sorvolando sugli aspetti scientificamente più complessi, la prima domanda è quella di sapere se la nascita dell'Universo sia stata in qualche modo 'organizzata', rispondendo quindi ad una 'finalità', oppure se essa sia avvenuta casualmente.
Si tratta di una domanda alla quale la scienza non è stata in grado di rispondere, e ciò perché l'evento della apparizione dell'universo è 'unico' e non è quindi un tipo di esperimento riproducibile in un laboratorio, secondo quelli che dovrebbero essere i canoni di investigazione e sperimentazione che dovrebbero per definizione essere adottati e ritenuti validi dalla scienza stessa affinché una teoria possa essere considerata una realtà veramente scientifica.
Tuttavia, di fronte a questa domanda su un evento che non è riproducibile, molti scienziati - contravvenendo ai principi che dovrebbero essere alla base del loro operare - si sono lanciati in una serie di ipotesi che, tutt'altro che 'scientifiche', non sono altro che delle speculazioni 'filosofiche'.
Creazione ed Evoluzione corrispondono dunque a due differenti tentativi di dare una risposta alla domanda su chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo dopo la nostra morte.
La Creazione abbraccia il concetto che Qualcuno fuori dall'Universo abbia creato l'Universo stesso, incluso il tempo, lo spazio, la materia e l'energia.
L'Evoluzione é essenzialmente la spiegazione ateistica sulle nostre origini.
Si parte in tale secondo caso dal presupposto di una evoluzione del Cosmo, iniziato con il cosiddetto Big-Bang,  che dal nulla avrebbe dato origine alla materia per arrivare alla formazione della Terra sulla quale la vita verrebbe ipotizzata come essere stata in qualche modo originata dalla materia inorganica  morta.
Per qualche misteriosa e per ora indimostrata interazione elettrochimica sarebbe apparsa qualche miliardo di anni fa  una prima cellula vivente che si sarebbe via-via 'evoluta' in altri organismi più complessi e poi in vari animali e specie differenziate di altri esseri viventi.
Per spiegare l'enorme varietà delle specie animali esistenti si è pensato che nell'ambito di una stessa specie si siano prodotte delle mutazioni genetiche dovute all'ambiente o alla lotta per la sopravvivenza fino a raggiungere l'attuale risultato finale.
In questo quadro, nemmeno l'uomo è destinato a rimanere tale, ma dovrebbe secondo logica trasformarsi col tempo in qualche animale diverso.
Di tutti questi presunti passaggi gli scienziati che - contrariamente a tanti altri - si appellano alla teoria evoluzionistica non sono però riusciti a documentarne nemmeno uno salvo l'ultimo: quello attinente a variazioni nell'ambito della stessa specie.
Non dunque la prova di una macro evoluzione da una specie all'altra (che sarebbe la vera evoluzione: quale ad esempio un rettile che diventa uccello o un delfino che si evolve da un altro piccolo pesce) bensì solo una microevoluzione, vale a dire modificazioni non strutturali e tutto sommato marginali attinenti ad una stessa specie, quali ad esempio si possono osservare fra gli stessi uomini con le loro differenziazioni di razza: cambiano il colore della pelle, la forma degli occhi e altri caratteri somatici minori, ma gli uomini rimangono sempre uomini con il loro specifico genoma e Dna.
Le prove della evoluzione fra una specie e l'altra - nonostante duecento anni di ricerche febbrili di paleontologi, antropologi e altri - non sono mai state trovate.
Manca infatti l'anello di congiunzione non solo fra l'uomo e la scimmia ma anche fra le altre specie animali. Non sono mai stati infatti rinvenuti reperti fossili di animali di transizione.
Poiché non si riesce a vedere alcuna mutazione di specie in atto, gli evoluzionisti hanno creduto di poter dedurre che queste non si vedono perché evidentemente possono avvenire solo nel corso di milioni di anni...

Bastian Contrario: Beh..., anche se non si trovano questi mitici 'anelli di congiunzione', gli evoluzionisti - tanto contrari alla Genesi che ritengono un mito - potrebbero almeno consolarsi con gli antichi romani e greci che con la loro mitologia sono stati degli evoluzionisti 'ante litteram' perché anche loro si erano immaginati degli animali di 'transizione': i fauni e i satiri per metà uomini e per metà capre, con tanto di corna e coda.
Non brutta l'idea..., perché i satiri tutto sommato se la spassavano suonando la zampogna, danzando, bevendo vino e inseguendo ninfe...

Segretario: Mi permetto anche oggi di richiamare Bastian Contrario all'ordine con un invito a frenare la sua vena caustica ed ironica, e comunque a non 'trascendere' con battute e sottintesi!
Ormai avete imparato a conoscere fin dall'inizio la 'verve' ma anche la 'vis polemica' di Bastian Contrario, specie quando si parla di scienziati evoluzionisti.
In queste due sessioni egli è tuttavia riuscito più di una volta a farci rilassare e sorridere, vi prego pertanto di essere indulgenti con lui.
Prego però il sig. Conti di completare le sue riflessioni...

Paolo Conti: Gli evoluzionisti si domandano come mai, se Dio esiste, non riusciamo a 'vederlo'.
Coloro che credono in un Dio creatore, come quello ad esempio delle tre religioni monoteiste, ritengono che non si veda per il semplice fatto che Dio non è 'materia' ma Spirito.
Egli sarebbe cioè una sorta di  'Principio pensante' capace di 'creare' la materia e la stessa vita dal nulla.
Se non possiamo 'vedere' Dio - in quanto, essendo 'spirito' Egli sfugge alle indagini dei nostri sensi materiali - ne possiamo tuttavia vedere nella natura l'effetto, e sarebbe proprio l'effetto ad indicarci l'esistenza - a monte - di una sua Causa.
Nel dibattito fra Creazione ed Evoluzione ci troviamo dunque di fronte a due opposte tesi che - scientificamente parlando - non possono essere provate, però se si applica la logica da noi conosciuta, scientifica e morale, dobbiamo dedurre che l'esistenza di un Creatore che governa le leggi universali é essenzialmente indispensabile per un funzionamento armonioso della nostra vita e del nostro universo.

In ogni caso, oltre alle due anzidette, non si riesce a vedere una terza alternativa...

Segretario: Bene, ora che abbiamo tratteggiato la cornice entro la quale si svolgerà questa nostra sessione, potremo dare inizio al nostro lavoro cominciando - come vediamo fare talvolta in certe 'soap opere' televisive - con il riepilogare per sommi capi le... puntate precedenti.