CAP. 16

UN DIBATTITO TEOLOGICO
(3)

LA RIVELAZIONE 'IMPERFETTA' DEL VECCHIO TESTAMENTO
E QUELLA PERFETTA DEL NUOVO

 

16.1 Dovevo parlare agli uomini dell'epoca, ed il mio linguaggio doveva adattarsi al loro come il linguaggio di un padre si adatta al quoziente intellettivo e culturale di un bambino...

Segretario: Poiché parliamo di Genesi e non nascondiamo le incongruenze scientifiche della stessa e ci poniamo dunque  il problema di una sua corretta interpretazione, ricordo un brano che mi aveva colpito molto leggendo l'Opera delle grande scrittrice mistica moderna Maria Valtorta, anima offertasi come 'vittima di espiazione' per la salvezza degli altri uomini.1
Lei - paralizzata su di un letto, nella cittadina di Viareggio - vedeva in visione la vita evangelica di Gesù e descriveva accuratamente scenari e dialoghi su dei quaderni che venivano giornalmente raccolti e controllati dai suoi direttori spirituali, sacerdoti dell'Ordine dei Serviti, che poi li dattiloscrivevano. Gesù le si manifestava però non solo attraverso le visioni ma anche parlandole nel pensiero e lei scrisse dunque tre libri di 'dettati' che sono del massimo interesse spirituale.
Non si tratta delle 'locuzioni interiori' di cui abbiamo già parlato ma - per quanto ho potuto convincermi in tanti anni di studio della sua Opera - di una 'comunicazione' presumibilmente molto più perfetta con una persona ben purificata in quanto offertasi come 'vittima' e piccola 'corredentrice' con Gesù. Ella viveva in una situazione di totale abbandono e voluta  accettazione della sofferenza e quindi in uno stato superiore di grazia che certamente le consentiva e le meritava il dono di una miglior 'percezione' del soprannaturale e comunque per i fini che il suo Signore si era prefisso di raggiungere attraverso di lei.
 Si tratta di 'comunicazioni' da valutare sempre con il dovuto discernimento, ma certamente molto più perfette di una 'locuzione', come se il Signore - nei momenti in cui le parlava e solo in quelli - le desse una luce o una lucididità di comprensione e di espressione letteraria  veramente straordinaria così da farle scrivere proprio quello che - a scanso di equivoci - Egli voleva che Lei precisamente scrivesse.
I tempi di generale perdita della Fede che stiamo vivendo sembrano richiedere anche da parte del Signore il ricorso a 'strumenti' eccezionali.
In uno di questi colloqui, destinati alla mistica ma anche agli altri uomini in genere che avessero voluto seguire un percorso di formazione spirituale, Gesù le parlava delle norme di 'perfezionamento' morale che Egli era a suo tempo venuto a portare alla Legge mosaica.
Ad un certo momento, e quindi vengo al punto, il suo Gesù le aveva precisato: 'Al popolo ebraico di allora non poteva il Signore dare la perfezione della Legge come poi l'ho data Io ad un mondo più progredito ed avviato a sempre maggior civiltà ...'
Ed ecco allora che io mi potrei spiegare benissimo in questo modo la ragione per cui Dio - indipendentemente dalla correttezza delle traduzioni imperfette che F. Crombette 'contesta' - abbia a quei tempi consentito, dal punto di vista della nostra 'modernità', quelle imprecisioni scientifiche o di traduzione che oggi ci lasciano così perplessi ma che a quei tempi erano magari perfettamente accettate o credibili.
Cosa avrebbero pensato infatti della Genesi quegli uomini antichi se essa avesse dato loro un 'messaggio' contrastante con l'apparente evidenza dicendo che non era il Sole a girare intorno alla Terra ma era invece la Terra che - contro ogni evidenza - girava intorno al Sole?
Quelli avrebbero probabilmente dedotto che quel profeta avesse bevuto un goccio di troppo o che comunque Genesi non poteva essere una rivelazione profetica divina.
Respingendo una rivelazione 'scientifica', che oggi é comunemente accreditata per vera ma che per loro sarebbe apparsa falsa, essi avrebbero finito per respingere in Genesi anche altre verità spirituali ben più importanti come ad esempio quella dell'uomo creato da Dio e fatto a somiglianza di Dio nella sua natura spirituale, cioè nell'anima, o l'altra verità fondamentale del Peccato originale.
Verità - quest'ultima - pure fondamentale perché senza di essa sarebbe venuta meno la credibilità della futura missione del Verbo di Dio sulla Terra attraverso l'Incarnazione in Gesù Cristo per la Redenzione dell'Umanità, sarebbe caduta nel nulla la sua Verità  di perfezionamento della Legge mosaica ed in ultima analisi sarebbe stata inficiata la realizzazione della operazione di salvezza divina dell'Umanità.

Luce:2
La 'Genesi'. L'uomo antico, ti dissi, viveva in una civiltà non tecnologica, in una civiltà in un certo senso più naturale.
Le cognizioni scientifiche - a parte tante intuizioni, anche astronomiche - erano limitate alla 'scienza' del sopravvivere giornaliero.
Scontare bisognava il Peccato e la vita - non ancora resa più facile dal progresso - era vita dura. Ciònondimeno l'uomo nasceva, viveva, gioiva, amava: perchè anche nella punizione Dio - che è Giustizia - è anche Misericordia.
Ma bisognava pur dare ai discendenti dell'uomo Primo il senso della loro origine: bisognava riportarli dal rango di bruti, al quale nei primordi erano precipitati, a quello di esseri spirituali.
Dovevano quindi acquisire il senso del loro essere, apprendere la loro origine: spirituale, sapere di avere in sè uno spirito onde allo Spirito di Dio poter ritornare.
Ed allora ispirai i Profeti: uomini giusti che colloquiavano con Me come soleva fare Adamo nella sua 'perfezione' eccelsa.
Dovevo parlare agli uomini dell'epoca, ed il mio linguaggio doveva adattarsi al loro come il linguaggio di un Padre si adatta - nella spiegazione di cose complesse - al quoziente intellettivo e culturale di un figlio, ricorrendo - perchè più facile a comprendersi - ad immagini.
Immagini, certo, ma immagini che sottintendevano una realtà che, espressa in modo scientifico per quella che era, nemmeno voi, uomini presuntuosi e superbi del 2000, riuscireste non solo a capire ma nemmeno ad immaginare.
Ma sotto l' immagine - ti dicevo - vi era, vi è la realtà.
La 'Genesi' va dunque interpretata non alla luce della scienza, ma della Sapienza.
Solo con l'Anima illuminata dalla Sapienza di Dio si potrà intravvedere il profondo valore scientifico delle cose adombrate.
Ma, quando manca la Sapienza, la mente è occupata - nella migliore delle ipotesi - dalla Superbia, l'Amica di Satana, e dove è Satana non si può credere nè nella Genesi nè in Dio: perchè Satana, che è Negazione, iniziò il suo Apostolato negando - per Superbia - Dio.
Ecco perchè devi anche imparare ad essere umile: perchè dove riempi il bicchiere di umiltà non vi può entrare più la Superbia e, se non sei superbo, se cioè sei Umile, hai la più importante delle qualità per diventare vero ‘figlio di Dio’.

 

 16.2 Cristianamente parlando, come potremmo rapportarci di fronte alla 'lettura' di Genesi che ne fa Crombette?

Segretario: Qui la Luce - anche lei fedele al principio di non interferenza sulle opinioni dei congressisti - non si esprime sul fatto che il testo pervenutoci di Genesi abbia anche subito deformazioni dovute ad errate traduzioni nel corso dei millenni, come ritiene Crombette - ma ci dice peraltro chiaramente che Dio ricorse volutamente ad immagini e ad un linguaggio adatto al modo di pensare e alla 'cultura' di quei popoli antichi.
Alla luce di quanto precede mi domando però se le scoperte scientifiche di Crombette, come di tanti altri scienziati, non possano fare parte di un piano di Dio il quale - di fronte alla gravissima ed estesa caduta della fede in Dio, nella Genesi e nella Bibbia in genere da parte del mondo scientifico e positivista moderno - ci mette ora  a disposizione nuovi 'strumenti' di conoscenza che - pur diversi dai comuni canoni esegetici e magari anche non del tutto precisi perché siamo pur sempre strumenti umani e quindi fallibili - ci possono comunque servire da 'bussola' per orientare meglio il nostro cammino.
Ora, anche per il Gesù che conosciamo attraverso la lettura dei Vangeli quella che contava doveva essere la sostanza spirituale più che non il testo letterale in cui certi concetti venivano espressi. Altrimenti avrebbe corretto Lui stesso gli errori 'scientifici' che erano contenuti in Genesi.
Egli - dicendo che non era venuto a cambiare uno jota della Legge - certamente si dovette riferire allo spirito della Legge ma si adeguò alle credenze del popolo ebraico dell'epoca che non avrebbe certo compreso un racconto basato sulle scoperte scientifiche moderne, come chiaritoci prima dalla 'Luce'.
Mi domando allora se - di fronte alle perplessità che potrebbero sorgere in più di uno di noi nei confronti di questa rivoluzionaria novità di Crombette sulla  decrittazione dell'ebraico antico attraverso il copto - non si debba anche in questo caso guardare alla sostanza spirituale ed all'aspetto scientifico delle tesi che F. Crombette porta avanti, piuttosto che vederlo come un sistema che butta all'aria il nostro consolidato tradizionale modo di leggere Genesi.
Queste tesi peraltro, anziché smentire la Genesi facendola apparire come un mito, la confermano proponendoci una spiegazione 'scientifica' che la pone in una nuova luce che credo possa rafforzare la fede di chi ce l'ha già, oppure mettere la Genesi in una luce più credibile per chi consideri il suo attuale testo incredibile...

Guardi che a questo proposito...

Segretario: ???! Prego signora, non sia timida e si alzi bene in piedi perché altrimenti - lì nella sala fra tutto il numeroso pubblico  - non riusciamo a vederla bene...
Ci dica innanzitutto chi è e che cosa fa nella vita...

Guardi che il mio mestiere non è importante..., ed il mio nome neanche..., comunque faccio la pedagoga, ho tre figli..., per inciso ho anche un marito, e mi chiamo Francesca...
Le basta?!

Segretario: Mi scusi, non volevo sembrarle indiscreto e non dubitavo che lei - con un marito - potesse, per inciso, avere avuto anche tre figli, che di questi tempi sono peraltro una rarità. Dica pure, comunque...

Francesca: Ho assistito alla Conferenza di ieri nonché alla sessione odierna fino a questo momento.
Io sono donna di fede ma, a proposito di quelli che potrebbero considerare inaccettabile l'attuale testo della Genesi e quindi in un certo senso dovessero nutrire riserve su tale testo che è alla base del Cristianesimo, devo dire che la Genesi 'riletta' - sia pur con la dovuta prudenza da lei più volte sottolineata e non come una proposta alternativa di fede - alla luce delle decrittazioni di Crombette diventa più luminosa, più bella, più 'credibile'...
Ne traggono autorevolezza anche le altre figure dell'Antico Testamento - a partire da Adamo, Eva, i Patriarchi - delle quali qui ancora non si parla. Tutto pare in linea con lo spirito della Rivelazione.
Emerge la visione di una Terra non formatasi per caso, in seguito al  famoso 'incidente cosmico', e collocata agli estremi confini dell'Universo, ma posta al Centro dell'Universo stesso. Una Umanità nata non per caso ma voluta espressamente dall'Amore di Dio. Ci si sente veramente amati da Dio di un amore di predilezione...

Segretario: La ringraziamo per questa sua espressione di sentimenti e mettiamo agli atti anche le sue dichiarazioni.
Per quanto mi concerne concordo con quanto detto da Etienne Broens, circa la necessità di un ritorno alla Dottrina della Creazione.
Vorrei comunque richiamare l'attenzione dei congressisti sul fatto che nella Introduzione di questa sessione avevo già posto il problema  di una 'questione preliminare' che riguardava l'approccio agli studi di Fernand Crombette.
Desidero qui tornare su questo argomento esprimendo meglio alcune mie personali considerazioni.
Per le decrittazioni dei geroglifici o di altri testi antichi si pone il problema di un confronto fra studiosi di lingue antiche orientali e di egittologia.
Relativamente alla Genesi ed ai radicali copti delle parole dell'antico ebraico, per il credente cristiano deve invece essere tenuta in considerazione solo la traduzione del testo biblico così come oggi ci viene offerto dalla Chiesa: questo è fuori discussione ed il credente deve tenere ben fermo questo principio che deve continuare a costituire la sua pietra angolare, al di là dei dubbi sollevati circa la interpretazione dei testi.
Arriverà il giorno - nell'Aldilà - in cui, traduzione o non traduzione, tutto ci sarà finalmente chiaro.
A livello speculativo e di studio, invece, così come in questa Conferenza trovano espressione tesi anche atee in una continua dialettica fra fede e ragione senza che nessuno si scandalizzi, ci è sembrato interessante - proprio per la novità e curiosità che le tesi di Fernand Crombette rappresentano e per il loro buonsenso ed aspetto di 'scientificità' - lasciargli ampiamente la parola.
L'evoluzionismo darwiniano é ormai da qualche decennio smentito in maniera clamorosa dalla biogenetica.
Sono solo i suoi 'sacerdoti' che continuano a farne ideologicamente una questione di vita e di morte, inventandone nuove formulazioni dette neo-darwiniste, divulgate poi con gran clamore sulla stampa amica per cercare di tappare le grosse falle che si sono aperte nel darwinismo.
Non è dunque un caso se - grazie al supporto scientifico sempre maggiore offerto oggi da moltissimi scienziati a livello mondiale che vogliono scrollarsi dal collo il giogo di questa ideologia -  in vari stati federali degli Stati Uniti, e ora anche in Europa, si è cominciato a togliere nelle scuole  l'insegnamento obbligatorio ai bambini della teoria evoluzionistica o la sua presentazione come se questa teoria fosse una verità scientificamente accertata.
Oppure, ad esigere che le due 'dottrine' - evoluzionista e creazionista - vengano esposte ai giovani contestualmente, lasciando ad essi la libertà di giudizio, senza che venga loro fatto alcun preventivo 'lavaggio del cervello'.
Una parte di teologi 'moderni' - forse non sufficientemente informati sul piano scientifico o per propria personale propensione intellettuale - continuano tuttavia a ritenere credibile l'evoluzionismo anche se é solo una teoria ed è in palese contraddizione non solo con la lettera ma anche con lo spirito della Genesi.
Bisogna allora per coerenza e 'par condicio' anche accettare di poter almeno serenamente qui discutere quest'altra teoria, propostaci non solo da Crombette ma anche da altri religiosi e scienziati, che invece 'conferma' la verità sostanziale della Genesi persino su di un piano scientifico.
I caratteri geroglifici e la lingua copta, in accordo con quanto precisava lo 'specialista' Clemente di Alessandria, potevano prestarsi a molteplici interpretazioni a seconda di come venissero 'coordinati' fra di loro i segni ed i loro vari possibili significati.
In Fernand Crombette, più che da queste decrittazioni di alcuni punti specifici di Genesi, è dall'esame complessivo delle sue opere che emerge la genialità e la profondità dei suoi studi in senso lato.
E' un personaggio che ha lasciato scritti di notevole misticismo quasi a lasciarci il ricordo postumo della sua profonda unione con  Dio.
L'errore - se era possibile per i 'profeti' biblici - non lo si può però escludere neanche per lui che é uno studioso, sia pur geniale.
Mi ero dunque già posto la domanda se non fosse stato possibile che egli - pur di rigorose qualità morali ed onestà intellettuale - non avesse in qualche modo, a livello inconscio, fatto 'quadrare' le sue letture  con i suoi convincimenti interiori, quelli che prima avevo definito 'i vissuti interiori inconsci', dando alle radici monosillabiche copte quei migliori significati e 'coordinamenti' che a lui sembravano più coerenti.
I 'coordinamenti', cioè, con quelle che erano anche le sue intime convinzioni relative al fatto che la Bibbia, in quanto Parola di Dio, 'non può sbagliare' se correttamente compresa.
Ma quel che mi ha indotto a riflettere al punto di lasciargli molto spesso la parola in questa Conferenza, non é stata tanto la sua opera di decrittazione sulla quale poco potrei dire, quanto l'analisi scientifica, e anche la logica di ferrea razionalità e di solido buonsenso che egli porta a supporto dei contenuti della decrittazione stessa.
L'approccio alla Genesi mediante la decrittazione con il copto è stata la sua ultima opera, scritta in tarda età, ma egli non poteva aver fatto quadrare - novantenne - i significati delle radici copte con le sue 'opinioni inconsce'.
Egli  aveva ideato il suo metodo di decrittazione dei geroglifici e del copto già da vari decenni, risolvendo importanti enigmi della storia dei re egizi e delle altre civiltà antiche, decrittando altre lingue con gli stessi criteri utilizzati per i geroglifici.
Decrittazioni rese possibili dalla comune origine delle varie lingue dai ceppi originari di Cam, Sem e Japhet, per cui quanto valeva per l'egizio valeva in parte anche per le altre.
Aveva così potuto, grazie a questo, riscoprire la vera storia dell'Egitto antico, degli Ittiti e di altre importanti popolazioni medio-orientali e mediterranee e soprattutto la coincidenza fra le datazioni della storia dell'Umanità riferite dalla Bibbia e quelle dei popoli egizi, assiri, sumeri e babilonesi, ittiti, cretesi, etruschi, incas, etc.
Le stesse vicissitudini della 'mitica' Atlantide - la cui storia viene da lui riscoperta attraverso i geroglifici - rivela come Platone e altri storici antichi non vaneggiassero affatto quando parlavano della realtà storica di questa immenso territorio che si concluse con il suo affondamento nell'Atlantico a causa di un fenomeno catastrofico sconvolgente comparabile a quello della deriva dei continenti di cui abbiamo parlato.
Quella di Dedalo e Icaro, appare - dai geroglifici - come una leggenda che aveva un suo fondo di verità in due personaggi effettivamente esistiti, anche se con una sorte conclusasi in Egitto e drammaticamente diversa da quella narrata dalla leggenda.3
Analogamente la storia di Giuseppe - di cui la Bibbia riporta solo le notizie strettamente attinenti alla visione religiosa della sua storia - che, alter ego del Faraone, era divenuto un Gran Visir con un grandissimo potere politico nell'intero Impero egizio tanto da ritrovarne accenni anche nelle decrittazioni di scritte di altri popoli antichi.
Nei geroglifici egiziani la sua figura acquista connotazioni storiche straordinarie.
Gli egizi gli attribuiscono la paternità di scoperte importantissime.
L'alfabeto sarebbe stato inventato da Giuseppe per non fare adottare al popolo ebraico i segni egiziani che avevano un carattere magico, cioè esoterico, riferito a quella religione pagana. L'alfabeto viene oggi comunemente attribuito ai fenici che invece - da eccezionali navigatori quali erano - furono solo coloro che lo diffusero.
Con il metodo di Crombette, in buona sostanza, si scopre che i conti tornano e vi trovano una spiegazione logica antichi fatti storici altrimenti incomprensibili e sovente tramandati e deformati sotto l'aspetto di leggende.
Le sue decrittazioni di Genesi - tanto per intenderci bene - non sono 'verità di fede'  nel senso che noi diamo a questo termine, ma sono tesi che quantomeno danno - sia pur prese con la doverosa prudenza - una spiegazione più logica a certi aspetti di Genesi che altrimenti porterebbero, proprio perché illogici e in sè apparentemente antiscientifici, a respingere lo stesso racconto biblico negando alla Genesi la qualifica di 'Rivelazione' divina'.
Mi sembra di capire che lo sforzo di F. Crombette non sia esegetico, campo della Chiesa, quanto piuttosto linguistico, e cioé quello di applicare tecnicamente anche al testo ebraico di Genesi un tipo di lettura decrittatoria che darebbe soddisfazione delle incongruenze scientifiche che l'attuale testo ufficiale, nella sua stesura letterale, comporta.
Le opere di Crombette - che da molti anni sono state sottoposte dal C.E.S.H.E. al Magistero della Chiesa per un giudizio, peraltro non ancora emesso - per dichiarazione dello studioso stesso non pretendono di avere alcuna portata dottrinale.
Se dunque eminenti prelati all'onore delle prime pagine dei giornali dichiarano di non credere alla verità di taluni importanti passi letterali e dottrinali della Genesi, nessuno si dovrebbe allora scandalizzare se Crombette - per confermare invece la verità ed il carattere di scientificità della Sacra Scrittura - ne contesti semplicemente la traduzione che nei millenni passati sarebbe stata fatta da scribi che a distanza di secoli e secoli non avevano saputo comprendere la reale portata e scientificità dell'antico testo ebraico di Mosé.
Secondo Crombette - 'generi letterari' o meno - Dio non può sbagliarsi, ma sono semmai gli uomini che non arrivano a capirlo. La Bibbia, ci viene insegnato, è opera di Dio e come tale potrebbe nascondere segreti che non immaginiamo neppure ma che un giorno ci potrebbero essere resi manifesti.
Il Dio cristiano - l'ho già detto - è un Dio misterioso.
Solo dopo duemila anni - a seguito della la scoperta 'casuale', circa mezzo secolo fa, dei famosi manoscritti di Qumram, nel Mar Morto - ci ha concesso di avere la prova di una stesura dei vangeli pressoché contemporanea ai fatti evangelici.
Tale stesura - per poter denigrare i vangeli accusandoli di racconto mitologico - veniva senza alcuna prova attribuita da certi teologi ad epoca molto più tarda, quando cioè più nessun testimone oculare sarebbe stato in condizione di smentire i supposti 'falsi' che sarebbero stati raccontati dagli apostoli e dai primi cristiani, quali ad esempio i miracoli, la Resurrezione e l'Ascensione, relativi alla vita di Gesù...

Carsten Peter Thiede:4 ... Si scatenarono ancora una volta conflitti e controversie: molti studiosi del Nuovo Testamento non potevano e non possono tuttora accettare l'idea che vi sia stata così presto una forma di tradizione tanto precisa e meditata...
E tuttavia non si trattava solo dell'età dei documenti e della questione dei testimoni oculari. Entrava in gioco qualche cosa d'altro: veniva posta una sfida, quella di riflettere una volta da capo sul Gesù storico.
Egli aveva profetizzato la distruzione di Gerusalemme e del tempio. Entrambi questi fatti accaddero nel 70 d.C..
La maggioranza dei teologi contemporanei non ha dubbi: Gesù era solo un uomo, pertanto non era in grado di fare profezie. Quindi, queste parole sulla distruzione della città e del tempio gli erano state attribuite più tardi, dopo che questi fatti erano avvenuti: l'intento, nell'attribuirgli quelle parole, era infatti quello di fare a tutti i costi dell'uomo Gesù un sapiente. Ma se invece esistono testimonianze scritte dei Vangeli precedenti al 70 d.C., ciò significa una sola cosa: che Gesù era veramente un profeta.
Egli previde il fatto prima che avvenisse, e la predizione fu messa per iscritto prima che l'avvenimento si verificasse...

Segretario: Questa riflessione, che proviene da un teologo ed esegeta del livello di C.P.Thiede, conferma quanto già detto prima dal cardinale J. Ratzinger circa la perdita generale della Fede ed i tempi difficili che sta vivendo il cristianesimo in tutto il mondo, facendo capire come la messa in discussione della credibilità della Genesi sia solo l'altra faccia della medaglia anticristiana.
Da un lato si mette in discussione attraverso una asserita critica scientifica il carattere di divina Rivelazione dell'Antico Testamento, dall'altro si mette in discussione anche quella del Nuovo Testamento attraverso il tentativo di 'demolire' la fugura di Gesù Cristo non solo contestando la sua Divinità ma persino asserendo - da parti di taluni - che egli sia stato un personaggio inventato di sana pianta al quale sarebbe poi stata fittiziamente attribuita dagli apostoli la personalità di un uomo come se fosse veramente esistito.
Ma tornando alla Genesi, il linguaggio - avevo letto una volta - è l'espressione più caratteristica dell'uomo e della sua dignità 'divina', esso é quello che - a parte l'anima - più lo avvicina a Dio. La sua origine è misteriosa tanto quanto lo è l'origine dell'uomo.
Parimenti misteriosa è l'operazione di confusione delle lingue che la Bibbia attribuisce all'intervento di Dio a seguito dell'innalzamento della torre di Babele. Ne riparleremo.
Se si entra ..., anche a fin di bene e nel tentativo di raggiungere un ragionevole compromesso con quelle che oggi ci vengono presentate come verità scientifiche da una cultura laicista e dalla sua propaganda, se dunque si entra troppo imprudentemente nella metafora, nell'allegoria, nel simbolismo e nel 'genere letterario', rischia di cadere tutta l'essenza del Cristianesimo.
Quel passo dell'articolo citato da Bastian Contrario - in cui quel teologo, un esponente ecclesiastico cattolico di alto livello, faceva riferimento al creazionismo, da lui definito una posizione 'fondamentalista' solo perché si rifà alla interpretazione letterale della Genesi ed in quanto tale deprecabile -  mi fa riflettere sulla caduta della fede  ma anche sulla evoluzione in atto nella cultura e nella esegesi biblica da qualche decennio a questa parte da parte di una certa teologia.
Si tratta di un ribaltamento radicale rispetto agli insegnamenti esegetici dei Padri della Chiesa e del Magistero degli ultimi duemila anni. Sembra che la fede nel Cristianesimo stia toccando il suo livello più basso per cui rimane solo da sperare che da questo livello non si possa ora che risalire, e di questa risalita, a dire il vero, si vedono già i primi segnali.
Per comprendere comunque quanto sia dottrinalmente pericoloso qualificare come mito o abusare di scappatoie quali quella del 'genere letterario' per alcuni passi di Genesi che sembrano a prima vista poco 'scientifici', come ad esempio quello della Creazione dell'uomo e quello del racconto del Peccato originale, si mette alla fine in discussione - come già sottolineato - lo stesso ruolo del Verbo-Dio che si incarna per redimere l'Umanità proprio dalle conseguenze di quello specifico Peccato. Questo era del resto quanto affermava poco più di due secoli fa lo stesso Voltaire, uno dei più acerrimi nemici della Chiesa.
Crolla allora la dimensione di Gesù Cristo che non sarebbe più divina, in quanto nessun Dio avrebbe dovuto incarnarsi in un uomo per redimerlo da un Peccato originale che non era mai stato commesso e che veniva attribuito a fabulazioni delle prime comunità antiche ed ignoranti. E con Gesù crolla il Cristianesimo!
'Troverò ancora la fede quando ritornerò sulla Terra?', si era profeticamente domandato Gesù a suo tempo.
Quindi procediamo con giudizio, avvertiti che avanziamo su un terreno irto di insidie ma ben avvisati dei pericoli e quindi 'mezzo salvati'. Ci limiteremo per ora a constatare come - indipendentemente dal metodo di decrittazione dell'ebraico sulla base delle radici monosillabiche copte - le spiegazioni scientifiche di Crombette non siano prive di fascino e siano tali da fare riflettere e forse avvicinare alla fede anche quei razionalisti che fino ad oggi hanno respinto il racconto di Genesi proprio perché apparentemente contrario a quella che sarebbe l'opinione di una scienza che oggi è tuttavia più che mai avversa a Dio.


1 M.V.: 'I Quaderni del 1943' - Dettato 9.7.43, pag. 117 - Centro Editoriale valtortiano -  Vedi anche dell'autore: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' , Cap. 23: 'L'interpretazione della Genesi' - Ed. Segno, 1997 oppure l'opera nel sito internet www.ilcatecumeno.net

2 G.Landolina: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 23: L'interpretazione della Genesi - Ed. Segno - 1997

3 Sulla vera storia di Dedalo e Icaro e, per molti specialisti di lingue orientali antiche, sull'ancora misteriosa interpretazione delle scritte del  celebre 'Disco di Festo', vedi l'opera di decrittazione di F. Crombette ne 'L'enigma non è più! Il disco di Festo' - Traduzione in italiano: Ceshe - Italia, sito internet: http://digilander.libero.it/crombette

4 da 'Diffusione del Cristianesimo e storicità' di José O' Callaghan, Carsten Peter Thiede, Julian Carròn - Meeting per l'amicizia tra i popoli - 26 agosto 1995.