CAP. 6

TERZO GIORNO
(1)

IL PRIMITIVO CONTINENTE UNICO, L'OCEANO UNIVERSALE E...
LA MESSA IN ORBITA DELLA LUNA.

 

6.1  I 'perché' misteriosi di Dio... e quelli meno misteriosi della cultura illuminista.

Segretario: Una domanda che continuo a pormi è ad esempio come mai Dio, che è l'ispiratore della Genesi, abbia consentito che rispetto al testo originario scritto da Mosé (ma del quale la stessa Chiesa - come sottolineato nella parte introduttiva in 'Una questione preliminare' - ipotizza manipolazioni ed aggiunte successive) ne sia venuta fuori in taluni casi una traduzione imprecisa del testo che solo Crombette oggi sembrerebbe ricondurre al suo significato originario, per lo meno sul piano scientifico.
F.Crombette non ne fa tuttavia una questione di manipolazioni o aggiunte, ma piuttosto di traduzioni ebraiche posteriori in cui gli scribi non avevano saputo comprendere l'esatto significato anche scientifico di quello che era stato l'originario testo scritto da Mosè in un ebraico che aveva tuttavia dei radicali copti.
Mosé - raccolto sul fiume dalla figlia del Faraone, come narra la Bibbia - era infatti stato allevato ed istruito nella cultura 'egiziana' e quindi pensava, parlava e scriveva in egiziano/copto.
Questa era una lingua alla quale l'ebraico antico assomigliava strettamente, essendo entrambe non lingue semitiche ma camitiche.
La discendenza di Abramo - prima di stabilirsi per quattrocento anni in Egitto - aveva infatti precedentemente vissuto a lungo nella terra di Canaan, cioè in Palestina.
Canaan, era nipote di Noé e figlio di Cam, quindi 'camitico', ed era fratello di Misraim (nella Bibbia denominato Egitto) che fu il capostipite della nazione egiziana.
Canaan e Misraim parlavano dunque lo stesso 'dialetto'.
Il popolo ebraico (che prese il nome da un avo di Abramo, Hèber) una volta giunto e stabilitosi nella terra di Canaan finì col tempo per assimilarne la lingua come farebbe una minoranza etnica che andasse a stabilirsi presso la popolazione di un altro paese.
Cananei ed egiziani - a parte alcune varianti - parlavano lingue sorelle, e quindi anche l'ebraico - sempre varianti a parte - era una lingua analoga.
L'egiziano - dice Crombette - si è conservato nel copto.1
Crombette non ricerca le etimologie delle parole nelle radici ebraiche, e ciò sia per la stessa ragione per cui si cercherebbe l'etimologia delle parole italiane non nell'italiano ma nel latino o nel greco, sia per il fatto - spiega Crombette - che 'la attuale forma dell'ebraico ha annegato le radici in parole polisillabiche che hanno preso al contempo un significato composito dove non appaiono più i sensi elementari primitivi, il che non è avvenuto, in generale, per il copto'.
Anche accettando questa spiegazione di Crombette, non sarebbe stato però più semplice, per Dio, vegliare sul testo originario ed evitare che questo venisse non sempre bene interpretato dagli scribi e dai traduttori successivi al punto da essere oggi considerato dai positivisti e razionalisti moderni come un qualcosa di mitologico e risibile, proprio perchè 'antiscientifico'?
Da parte mia, ragionando a voce alta, mi dò alcune risposte.
La prima é che molti esponenti delle comunità scientifiche moderne del mondo 'cristiano' occidentale non credono più nella Genesi non a causa delle incongruenze scientifiche  ma per il semplice fatto che essi non credono più in  Dio.
L'apostasia ormai è un fatto assodato e dominante, dalla stessa Chiesa riconosciuto, e facilmente riscontrabile anche dal calo delle vocazioni sacerdotali e dal comportamento secolarizzato dei cosiddetti cristiani.
Per altro verso bisogna ammettere che siamo di fronte ad un Dio che se da un lato - con la Creazione visibile - produce prove poderose della sua esistenza, dall'altro (a meno che qualcuno non abbia il privilegio delle visioni) non ci si manifesta in altra maniera lasciandoci in balìa del dubbio che la Creazione sia attribuibile ad 'altro' che non sia Dio.
Credo che la ragione vada ricercata nel fatto che Dio voglia lasciarci liberi di credere o di non credere perché vorrebbe che noi gli volessimo bene non per quell'evidenza abbagliante che ci toglierebbe la libertà ma perché il nostro 'cuore' ci spinge a 'volergli' credere.
Ritengo comunque che sia inutile, per la nostra limitata capacità mentale umana, interrogarsi sui profondi 'perchè' di Dio: stiamo solo sfiorando la comprensione delle leggi del nostro sistema solare e della natura che ci circonda da vicino, ci sono addirittura in massima parte sconosciuti i meccanismi profondi che regolano il nostro stesso corpo umano e la nostra psiche, figuriamoci se riusciamo a comprendere le vere ragioni di Dio.
La seconda risposta è che non riusciamo mai ad apprezzare abbastanza il fatto che Dio conceda agli uomini la massima libertà, a cominciare da quella di sbagliare, salvo riservarsi il diritto di intervenire al momento da lui considerato giusto, magari per ricondurci all'umiltà facendoci capire - servendosi anche di altri uomini - quanto le nostre congetture razionali e scientifiche siano misere.
La terza è che la Genesi, pur nel testo magari non del tutto perfetto che gli uomini conoscono da oltre tremila anni, è egregiamente servita ad indicare la giusta rotta prima al mondo ebraico e poi a quello cristiano, senza voler escludere quello islamico.
É stato calcolato che in duemila anni sono nate e morte decine di miliardi di persone, di cui parte considerevole appartenente a queste tre religioni.
 Le Verità di fede, espresse nei termini in cui erano state allora espresse, sono state più che sufficienti a guidare questi  uomini nel loro cammino.
Vale a dire: è Dio che ha creato l'universo, è Dio che ha creato la Terra e poi l'ha 'formata', è Dio che ha creato la vegetazione, il mondo animale e l'uomo, insomma la vita.
Un uomo dotato peraltro di anima immortale destinata a salvarsi o dannarsi a seconda di come si sarebbe comportato in vita.
Solo negli ultimi duecento anni, in onore della Dea Ragione ed in odio alla Religione, la Cultura Illuminista ha voluto rifiutare i contenuti spirituali della Genesi, che sono quelli veramente importanti, preferendo rinnegarli attaccandosi a quelli che apparivano come errori scientifici tali da consentire di metterne in discussione la natura di Opera rivelata.
 Al fondo, non si è trattato tanto di un rifiuto della verità poco 'scientifica' che emerge dalla Genesi quanto piuttosto di quella spirituale.
Se 'grattate'..., se grattate bene, in fondo al barile scoprirete che spesso una parte cospicua di coloro che non credono nei contenuti rivelati in Genesi - pur essendo di formazione culturale cristiana, ebraica o musulmana - sono sostanzialmente persone che non credono in Dio, o che comunque non credono al 'Dio personale' delle tre religioni monoteiste.
Siamo quindi di fronte ad un 'pregiudizio' che non può non influenzare le loro valutazioni critiche.

 

6.2  Il pianeta Terra era un immenso acquitrino, ma poi emerse la terraferma con l'oceano universale e... la luna.

Ciò premesso veniamo ora all'analisi dei versetti del 'terzo giorno', cominciando dai primi due:

1,9 Dio disse:«Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne.

1,10 Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona.

Abbiamo visto che, grazie alla separazione delle acque della Pantalassa, in terra ne era rimasta solo una metà.
É a questo punto che inizia la fase operativa del terzo giorno ed è a questo punto che Dio compie un'altra operazione: radunare le acque rimaste - che suppongo fossero sparse qui e là sulla terra in una specie di immenso acquitrino - in unico posto che avrebbe ricevuto il nome di 'mare' e nel contempo lasciare così libera la terra restante, dando origine all'asciutto, cioè alla terraferma vera e propria.
Il concetto mi sembra abbastanza intuitivo e chiaro, anche se non ci sono note le modalità...

F. Crombette:2 Il versetto 9 del primo capitolo della Genesi si scrive...:

i

Ossia, in testo coordinato: Oltre alle parole proferite anteriormente, Ehélohidjm concepì nuovamente di dire che le acque rimaste a riposo sotto le acque parziali estese nello spazio intermedio del cerchio universale poste sospese in movimento circolare intorno ai cieli, si riuniscano in un grande luogo, calate nella regione inferiore scavata per degli ammonticchiamenti fatti per gradi alla superficie per farla uscire serrandola sistematicamente, il che scoprirà la superficie lasciando libera una pianura chiusa su tutti i lati da delle montagne; ciò fu fatto molto convenientemente.

L'ultima parte di questo testo ebraico è anche suscettibile della traduzione seguente in testo coordinato:
'... regione inferiore formata da degli ammonticchiamenti graduati della superficie attorno alla cavità scavata dall'emissione della luna all'inizio; ciò fu fatto molto convenientemente'.
Sarebbe stato strano che Mosè non ci dicesse niente dell'origine della luna; noi sappiamo adesso che essa è uscita dalla terra, lasciando al suo posto un embrione di oceano.
Ritorniamo alla prima traduzione; essa aggiunge a quella della Volgata delle informazioni del massimo interesse. 
Essa ci mostra che il letto del mare fu formato dal restringimento graduale della superficie del globo, il che ebbe per effetto di ispessirne la scorza, di accumularla, di formarvi delle montagne periferiche, mentre il magma interno, scoperto dal restringimento, ricostruiva al mare un nuovo fondo

Segretario: Mi sembra straordinariamente interessante l’ipotesi che la luna, in quella fase primordiale della trasformazione del globo terraqueo, all'inizio del terzo giorno sia fuoriuscita dalla Terra. É un’ipotesi d’altronde che avevo letto essere stata avanzata da alcuni geologi.
In questa fase del terzo giorno, successiva alla formazione dell’anello acqueo, la prima ‘mossa’ di Dio sarebbe dunque stata quella di prendere due piccioni con una fava.
Da un lato espellere dalla Terra una certa massa, cioè la Luna, che avrebbe illuminato splendidamente le nostre notti regolando le maree, e pertanto il ricambio delle acque, e le future semine, fornendo per di più ai futuri popoli dei calendari per misurare il tempo.
Dall'altro lasciare al suo posto in terra una cavità che avrebbe costituito il primo alveo dell'oceano primordiale.
In sostanza - in questo caso della formazione della Luna - Dio dovrebbe aver proceduto in maniera in qualche modo analoga a quella descritta ieri da Crombette per l'espulsione della Terra dal Sole.
Un aumento della rotazione su se stessa della Terra, superamento della velocità critica e... conseguente messa in orbita del nostro satellite naturale.
Dal punto di vista della scienza sono state valutate alcune teorie sull'origine della Luna, fra le quali: formazione provocata appunto da una ‘scissione’ della Terra secondo la quale il nostro satellite si staccò dalla Terra quando questa si era appena formata, oppure formazione indipendente in orbita terrestre per condensazione a partire dalla nebulosa solare primordiale, inoltre formazione lontano dal nostro pianeta con conseguente ‘cattura’ da parte della Terra, infine una nuova ipotesi secondo cui la luna si sarebbe formata per accumulo di planetoidi.
Con le esplorazioni spaziali si è scoperto che la luna ha una età e formazioni rocciose  analoghe a quelle della Terra e, presumibilmente, analoghe a quelle del sistema solare. Le rocce sono di tipo vulcanico molto simili a quelle diffuse sulla Terra e le misure indicherebbero una temperatura interna di 1600 °C, temperatura che supera il punto di fusione della maggior parte delle rocce lunari.
Mi sembra dunque che la spiegazione di Mosé nella sua Genesi, che attribuisce la formazione della Luna alla sua fuoriuscita dalla terra, abbia preceduto di varie migliaia di anni le scoperte delle nostre esplorazioni spaziali. Ma non solo, si colloca questo avvenimento nel corso della fase creativa iniziale del terzo giorno, e non all'inizio della creazione.
Ieri avevamo attirato l'attenzione sulla incongruenza di Genesi che prima aveva detto che Dio aveva creato la luce (e cioé giorno e notte) nel primo giorno, salvo poi dire successivamente - appunto contraddicendosi - che il sole venne fatto nel quarto giorno.
Il mistero del vero significato di quel 'Fiat Lux' del primo giorno è però già stato chiarito nella sessione di ieri quando si è compreso - anche attraverso l'intervento della 'Voce' - non essersi trattato di 'luce solare'.3
Nel caso specifico della Luna, Crombette con le sue decrittazioni ne colloca la formazione all'inizio del terzo giorno mentre la Genesi la colloca addirittura al quarto giorno, insieme al sole e alle stelle.
Mi auguro che questo possa essere chiarito, magari quando affronteremo la discussione sul quarto giorno.

 

6.3  Il Demiurgo

Segretario: Se comunque ho ben capito, Dio – mettendo in movimento con il suo Potente Pensiero delle forze naturali – si è comportato come un Demiurgo, un Artigiano, ed ha cominciato a plasmare la Terra come un Vasaio.
Immaginiamoci la Terra di quel tempo primordiale come una sorta di massa tondeggiante, e partiamo pure dal presupposto, ovviamente impossibile da provare,  delle teorie 'evoluzioniste' che farebbero risalire - con il Big-bang - la formazione dell'Universo a quindici miliardi di anni fa e della Terra a circa 4/5 miliardi.
La Terra doveva essere magmatica, come lo è ancora adesso al proprio interno, ma la scorza verso la superficie si doveva essere raffreddata pur mantenendo a causa del persistente calore una certa 'pastosità'.
La superficie si doveva invece essere già solidificata, con una scorza esterna relativamente fragile.
Se anche noi - 'demiurghi' in piccolo - prendessimo a manipolare questa massa relativamente malleabile agguantandola con due mani e poi con entrambe cominciassimo a serrarla in maniera concentrica, una parte di questa superficie 'emergerebbe' e la parte più propriamente soggetta a pressione si 'affosserebbe' mentre la superiore crosta rigida, increspandosi per la pressione laterale, si frantumerebbe.
La parte emersa rimarrebbe all'asciutto perchè le acque marine che prima la ricoprivano defluirebbero fuori, nella cavità formata dalla parte affossata. Oltre all'emersione della Terraferma, come oggi la conosciamo, ecco dunque - in superficie, e per effetto del restringimento per spinte tangenziali laterali - anche l’origine delle imponenti catene montuose di enorme lunghezza e grande altezza (che sono così ben rilevabili su quei mappamondi fatti in rilievo) come le Alpi, i massicci della catena himalayana, la cordigliera delle Ande, ecc.
Corrugamenti dovuti, insieme a quelli delle colline, proprio a queste ‘forze’ laterali dirette da Dio, con creazione contestuale di vallate negli spazi che rimangono fra un monte e l'altro durante questa pressione tangenziale.
La Geologia avrebbe intuito una formazione delle montagne dovute a spinte laterali ma – non ammettendo l’ipotesi ‘Dio’, vale a dire una Causa Intelligente, e ostinandosi a cercare inutilmente altre cause fisiche - non é riuscita a trovare in natura una ragione veramente plausibile non trovando, al di là della teoria della tettonica delle placche, alcuna forza che – da sé – potesse aver prodotto un risultato di così inimmaginabile e grandiosa potenza.

Suess4: La forza plissettante ha un tempo agito su tutta l'estensione del globo... Gettiamo gli occhi su una carta dell'Asia.  Vi sono visibili degli archi... manifestamente armonici, cioè disposti secondo un piano d'insieme…  Nell'edificio asiatico... i grandi archi successivi sono venuti ad aggiungersi gli uni agli altri con una grande regolarità, dai tempi precambriani, e il piano primitivo si è così completato fino a un'epoca recente; forse l'Australia e le Oceànidi ci presentano una ripetizione dello stesso disegno".5

Segretario: Dunque Suess - di cui è nota la fama scientifica - riconosce una forza plissettante che un tempo ha agito su tutta l'estensione del globo. Mi sorge però naturale una domanda: se Dio ha fatto agire delle forze tangenziali ‘plissettanti’ su tutta la superficie della terra, come mai - e basta osservare un mappamondo - vaste pianure ne sono rimaste indenni?

F. Crombette: I geologi hanno ugualmente costatato che tra le montagne esistevano delle zone terrestri rimaste piatte alle quali essi hanno dato il nome di scudi e che hanno resistito ai corrugamenti; è il caso appunto del nord America, dell'Europa e dell'Asia.  La descrizione di Mosè, limitata a dei tratti generali, è dunque perfettamente esatta...
La geologia, che ha cercato a lungo l'origine delle montagne, ha definitivamente riconosciuto che esse si sono generalmente formate a causa di spinte tangenziali esercitate sulla scorza che vi hanno formato quei plissettamenti che si possono constatare nelle scissure sia naturali che praticate dalla mano dell'uomo; il lago dei Quattro Cantoni, in Svizzera, ne offre un esempio del tutto notevole. 
Ed è appunto il procedimento che Mosè ci dice abbia impiegato Dio per far emergere l'asciutto dalle acque
La geologia, dopo lunghe e laboriose ricerche, finisce dunque per ritrovare ciò che già sapeva Mosè.  Ma i geologi si interrogano ancora per conoscere l'origine di queste spinte tangenziali, ed emettono in merito ogni sorta di teorie fisiche di cui nessuna è stata riconosciuta soddisfacente; non percepiscono infine nessuna forza naturale capace di aver prodotto le masse considerevoli delle montagne per corrugamento o per carreggiamento. Mosè, che conosceva ben prima di loro il fenomeno, ne ha tuttavia dato l'unica ragione possibile: l'azione diretta di Dio
Dio non vi mise evidentemente le mani; si servì di forze naturali per ottenere il risultato, ma queste forze le diresse intelligentemente e intenzionalmente, allorché gli odierni sapienti vorrebbero che esse abbiano agito fortuitamente e spontaneamente, il che è impossibile, giacché c'è stato visibilmente ordine, piano operativo e scopo.

F. Crombette: Il versetto 10 del capitolo 1 della Genesi:

Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. (Gn 1,10)

si scrive in ebraico:

i

le cui radici copte tradotte da destra a sinistra in italiano e in testo coordinato: Per questo, saggiamente, Ehèlohidjm chiamò questi diversi spazi, il sistema dell’asciutto (secco) scoperto da dei restringimenti lascianti libera alla superficie una pianura racchiusa su tutti i lati da montagne: Parata della bellezza del fiore sbocciato; e la regione del sistema delle acque parziali messe unite silenziose nella parte inferiore spaziosa: il grande mare Placido (l'Oceano Pacifico). Ehèlohidjm osservò saggiamente che queste cose erano pure.

Riportandoci al disegno, si vedrà che la terra aveva all'origine la forma di un bel fiore sbocciato.

i

Quanto al mare iniziale, è Dio stesso che gli ha dato il nome che gli è rimasto, quello di Oceano Pacifico, e i geografi sono d'accordo nel riconoscere che in esso sussistono dei caratteri di permanenza e di antichità non riscontrabili in altri mari e che non permettono di dubitare che sia il recipiente primitivo delle acque oceaniche.

i


1 - Vedi F.C. La rivelazione della Rivelazione - Vol. I, pagg. 26 e segg.
http://crombette.altervista.org/

2 - F. Crombette. La rivelazione della Rivelazione – Vol. I (Gn 1,9): http://crombette.altervista.org/

3 - Dell'autore vedi il primo volume di La Genesi biblica..., Capp. 9/10/11 - Ed. Segno, 2005 - oppure in versione elettronica nel sito internet dell'autore www.ilcatecumeno.net

4 - La face de la terre, t. III, p. 7, 10, 11, 16, 22 Armand Colin, Parigi, 1900.

5 - F. Crombette: La rivelazione…, I vol. vedi sito internet già citato