CAP.  3

SECONDO GIORNO
 (1)

LA SEPARAZIONE DELLE ACQUE E LA FORMAZIONE DELL'ASCIUTTO.
UNA GROSSA CONTRADDIZIONE SCIENTIFICA IN GENESI

 

3.1 Le acque di sotto e quelle di sopra: pura mitologia?

Segretario: Procediamo finalmente all’analisi del testo della Genesi e vediamo ora cosa si legge nel ‘secondo’ giorno del suo primo capitolo.

Secondo giorno1

1,6 Dio disse: “ Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque ”.

1,7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle
acque, che sono sopra il firmamento. E così avvenne,

1,8 Dio chiamò il firmamento cielo.
E fu sera e fu mattina: secondo gior­no.

Fin dall’inizio della sessione di ieri, avevo spiegato come moltissimi passi originali della Bibbia fossero rimasti oscuri anche ai famosi ‘settanta dottori’ che, intorno al III secolo avanti Cristo, erano stati chiamati a tradurre l’antichissimo testo ebraico, molti passi del quale apparivano di difficile interpretazione se non addirittura intraducibili.
Abbiamo in effetti già visto anche ieri, nel corso dell’esame del testo relativo alla prima azione creativa, alcune palesi illogicità e contraddizioni persino nel testo biblico attuale, contraddizioni riguardanti la natura della ‘luce’ e la creazione del ‘cielo’2.
Altre contraddizioni non mancano tuttavia nemmeno nel testo relativo al secondo giorno che abbiamo appena letto.
Analizziamo dunque insieme il versetto 1,6 con la logica del buonsenso:

1,6 Dio disse: “ Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque ”.

Poiché vi si dice che le acque furono separate dal 'firmamento' che vi venne posto in mezzo, questo presuppone che prima le acque formassero un tutto unico, e questo coincide con quanto si dice in Genesi-primo giorno quando si prospetta una Terra inizialmente informe e deserta coperta dalle acque.
Tuttavia, in questo nostro secondo giorno, Dio avrebbe diviso queste acque mettendone una parte sopra il firmamento (composto da stelle e pianeti) ed un'altra sotto il firmamento, cioè presubilmente sulla Terra.
Prima obiezione: il testo fa supporre che al momento della separazione delle acque esistessero già le stelle che costituiscono il firmamento, ma é la Genesi stessa che dirà poi che stelle, insieme al sole e alla luna, vennero creati solo il quarto giorno.
Seconda obiezione: tutti, fin dalle scuole primarie, sappiamo senza alcun dubbio che se sotto il firmamento, cioè sotto il cielo che ci sovrasta, vi sono le acque dei mari e degli oceani, sopra il firmamento non vediamo invece neanche l'ombra dell'acqua a meno che non si voglia sostenere che si tratti del vapore acqueo delle nuvole che tuttavia sono anch'esse sotto il firmamento e non sopra.
Se vi è allora chi definisce del tutto mitica questa visione cosmogonica vi è anche chi - fra i teologi - giustifica questi 'errori scientifici', che non sarebbero ammissibili se si parte dal presupposto che la Genesi sia una 'Verità rivelata', facendo ricorso alla nozione di 'genere letterario'.
Fedeli a quanto ci siamo proposti fin dall'inizio, e cioè evitare un linguaggio specialistico comprensibile solo agli 'iniziati', vorrei che qualcuno, magari un teologo, spiegasse in che cosa consiste questo 'genere letterario'.

Alfredo Terino3: Molti studiosi lo classificherebbero come un mito simile a tutti quelli del Medio Oriente senza per questo sentirsi colpevoli di profanazione. Molti etnologi, infatti, hanno riabilitato sia la leggenda che il mito come 'forme letterarie' adatte a certi tipi di cultura; non vedrebbero però il mito che trasmette una verità in contrapposizione con la storia che, come ci si aspetta, trasmette la verità, ossia racconta cose realmente avvenute. Altri direbbero che nella Genesi non si tratta di mito vero e proprio, ma di linguaggio mitico.
Secondo M. Cimosa4, per esempio, il linguaggio mitico 'consiste nel rappresentare alcuni aspetti della realtà divina  e dell'esperienza umana con simboli o con immagini tra loro collegate sotto forma di racconto'.

Bastian Contrario: Come mai però questi racconti giudaici di Genesi sono presenti anche in altre tradizioni antiche medio-orientali?

A. Terino: Gli antropomorfismi della Genesi e gli elementi di teologia comuni sarebbero potuti esistere da quando l'uomo è uomo, appunto perché sono stati divinamente rivelati all'inizio della sua storia.

Segretario: Non vorrei che qualcuno volesse spiegare la apparente falsità scientifica di questa concezione cosmogonica delle acque dell'alto e del basso attribuendola all'ignoranza  dei popoli antichi o ai generi letterari. Quei popoli di tremila anni fa erano tutt'altro che ignoranti.
Le civiltà sumere, babilonesi ed egizie (e gli stessi ebrei avevano vissuto ben 400 anni in Egitto mentre l'autore della Genesi, Mosè, era ben addentro alle conoscenze iniziatiche per la sua posizione alla corte dei faraoni) certamente conoscevano astronomia, matematica e geometria. Conoscevano le stelle e i loro moti perfettamente, e su queste stelle e moti basavano con grande precisione i loro calendari astronomici.
Le loro osservazioni su astri e costellazioni e le previsioni  sul loro moto avevano raggiunto una perfezione che - dopo la scomparsa di quelle civiltà e la perdita del bagaglio delle loro cognizioni - solo tremila anni dopo sarebbe stata superata dall'Umanità grazie alla invenzione di cannocchiali e telescopi ed all'ausilio in genere della tecnologia.
Siamo dunque di fronte ad uno scoglio che sembra insuperabile: se la Bibbia dice degli errori, e per giunta errori così grossolani, come si potrà dar credito ad altri racconti come quelli della Creazione dell'uomo, del Peccato originale e via dicendo? E se il Peccato originale è una 'favola', che senso avrebbe avuto l'Incarnazione del Verbo-Dio in un Uomo per redimere dal Peccato originale l'intera Umanità?

 

3.2 Razionalismo e teologia a confronto: le religioni sono un mito?

Bastian Contrario: Un teologo concordista che non crede alla creazione dell'uomo da parte di Dio potrebbe allora sostenere che anche quelli erano solo modi per esprimere una realtà secondo la 'cultura' di quell'epoca e che quello che in realtà conta è che - scimmia o non scimmia, cellula iniziale o non cellula - é sempre Dio che ha dato inizio al tutto e che bisogna invece cogliere la sostanza spirituale del concetto.
Ma se tale sostanza la posso capire per la creazione di Eva da una costola di Adamo, intendendo ciò come una allegoria forse per significare che quei due sarebbero stati una sola 'carne', fatti cioè l'uno per l'altra, dove sta invece -  in questo secondo giorno - la 'sostanza spirituale' della divisione delle acque di sopra con la loro separazione da quelle di sotto, per di più con in mezzo il firmamento?
E ancora, come mai Dio avrebbe destinato un intero 'giorno' della sua Creazione ad un fatto del quale non se ne capisce nemmeno l'importanza e che anzi si presenta assurdo sotto ogni aspetto?
E qui continuando - ma non vorrei fare il solito 'bastian contrario', come può una religione sostenere che questa sia 'Parola di Dio' senza apparire 'dogmatica' e soprattutto irragionevole? Mi sembra che sia qui quasi il caso di dare ragione ai famosi razionalisti, positivisti e modernisti Alfred Loisy, Ernest Renan e al 'demitizzatore' della Bibbia Rudolph Bultmann che, già da tempo nell'Aldilà, si staranno ora stappando una bottiglia di champagne!

Ernest Renan5: Quando l’uomo si distinse dall’animale, l’uomo divenne ‘religioso’
Le antiche religioni, frutto di questo sentimento di religiosità insito nell’animo dell’uomo, sono un fenomeno storico che si è evoluto nel tempo da forme più rozze ad altre sempre più evolute, non senza aberrazioni e deviazioni tremende…
Le religioni in realtà non provengono da Dio ma sono delle grandi religioni morali e dogmatiche…
Le civiltà che si sono susseguite le hanno però fatte progredire ed il cristianesimo ne costituisce in un certo senso l’apice.Le religioni sono dunque il risultato di una elaborazione ‘umana’ più o meno evoluta a seconda del progresso della civiltà dei singoli popoli.
E la religione cristiana non fa eccezione a questa regola.

Segretario: Beh…, se questa non fosse una ‘Conferenza’ ci potrebbe essere qualcuno tentato di lavare queste 'ingiurie' col sangue, magari con un appuntamento notturno e due ‘padrini’ dietro alle mura della città, come si faceva una volta…

Vittorio Messori:6 Renan? … Prete mancato e scomunicato, idolo della borghesia positivista dell’ottocento che gli era grata e che infatti lo ricolmò di onori…
Loisy? …Dal suo sogno di un cristianesimo rinnovato attraverso la lettura ‘scientifica’ della Bibbia, finisce, in vecchiaia, per rinnegare ‘tout court’ il Vangelo e vagheggiare un’indistinta ‘religione dell’Umanità’ di stampo massonico, attribuendo un carattere di ‘Chiesa’ nientemeno che all’impotente e un po’ grottesco carrozzone della Società delle Nazioni…
Bultmann? Come certi studiosi ‘da tavolino’…, il quale pretese di sezionare il testo del Nuovo Testamento (mettendone nel ghetto del ‘mito’ quasi tutti i versetti e proclamando che i vangeli non avevano nulla a che fare con la storia) senza mai, alla lettera, uscire dalla biblioteca dell’Università di Marburgo dove aveva la cattedra. E rifiutando sempre, sino all’ultimo, di recarsi in Israele: nel suo schema libresco, da professore teutonico, Bultmann aveva deciso una volta per tutte che nel Nuovo Testamento non c’era nulla che avesse a che fare con la storia, che tutto era leggenda inaccettabile da un professore ‘moderno’ come lui.
Perché dunque sprecare tempo andando a dare almeno un’occhiata ai luoghi dove gli oscuri redattori evangelici avevano ambientato il loro ‘mito’ di Gesù? Meglio stare fra i libri della sua biblioteca: chissà, oltretutto, che gli scavi di Palestina non potessero mettere in pericolo lo schema della ‘mitizzazione’ – con conseguente necessità di ‘demitizzare’ - grazie al quale era non solo preso sul serio ma ossequiatissimo dai colleghi di tutto il mondo? Cattolici compresi, s’intende, sempre in soggezione davanti ad un professore protestante e tedesco...’.

Segretario: Break! Prima io parlavo di lavare le offese col ‘sangue’, è vero, ma lo dicevo solo per scherzare…

Voce:7
La Parola di Dio è seme di vita eterna. Ma la parola è molto insidiata e da molte cose. Lascio queste molte e parlo unicamente di una cosa, direi micidiale quanto, forse più, del peccato stesso. E non si scandalizzi nessuno spirito pusillo se dico che forse è più micidiale del peccato. E' verità.
Il peccatore la cui mente non è corrosa dall'acido del razionalismo, ha novanta possibilità di saper accogliere la Parola e ritrovare la Vita.
Il razionalista ha solo dieci probabilità, e anche meno, di conservarsi capace di salvezza attraverso la Parola.
Peggio della gramigna è il razionalismo.
Quando si vedrà la sua opera, nel momento in cui tutto della Terra e degli uomini sarà cognito, si vedrà che questa eresia è stata la più perniciosa perché la più sottile e la più penetrante. E' come un gas. Lo assorbite e vi uccide, ma non lo vedete, talora neppure ne sentite l'odore, oppure, esso odore essendo gradevole, viene da voi aspirato con piacere. Ugualmente è il razionalismo.
Le grandi eresie hanno avuto in sé due cose buone: prima di tutto furono originate da una fede. Errata quanto vi pare, degna di condanna quanto vi pare. Ma sempre una fede. Hanno perciò avuto i loro martiri, le loro lacrime, le loro lotte per affermarsi, e degli animi retti le hanno nei secoli abbellite di luci di santità che non hanno a loro svantaggio che di essere fiorite su un albero malvagio non innestato a Cristo.
La seconda cosa buona delle eresia è il grande rumore prodotto da esse, per cui chi non vi voleva appartenere sapeva come fare per non appartenervi. Le stesse lotte con la Chiesa e con gli Stati erano una segnalazione per i cattolici, costituivano un confine oltre il quale uno non andava che scientemente.
Nel razionalismo ciò manca ed esso penetra inavvertito anche là dove si crede non possa entrare. Entra per mille forami, come un serpe. Si veste di vesti lecite, anzi ammirevoli, ed agisce sotto di esse ma contro di esse. E' un virus. Quando uno se ne accorge lo ha già diffuso nel sangue e difficilmente se ne libera.
La reazione del peccato è violenta sotto il raggio della mia Misericordia. Ma quella del razionalisno è nulla. Come uno specchio ustorio, esso rende la via impraticabile alla grazia e la respinge. Anzi se ne fa un ardore nocivo per finire di darsi la propria condanna.
Il razionalista fa servire le cose di Dio al suo fine. Non se stesso al fine di Dio.
Piega, spiega, usa la Parola al lume, povero lume, della sua mente turbata e, come un pazzo che non conosce più il valore delle cose e delle parole, dà ad esse significati quali solo possono uscire da uno che l'opera astutissima di Satana ha sterilito...



1 Nella presente opera il testo di Genesi è tratto da ‘La Sacra Bibbia’ – Edizione ufficiale della Conferenza Episcopale italiana, 1974, Edizioni San Paolo, settima ristampa, 1996

2 Dell'autore: 'La Genesi biblica fra scienza e fede' Vol. I, 'Primo giorno, La creazione dell'universo e del pianeta Terra' - Cap. 2, Ed. Segno

3 A. Terino: 'Le Origini - Bibbia e mitologia - Confronto fra genesi e mitologia mesopotamica', pag. 23 - Ed. Gribaudi.

4 M. Cimosa: 'Genesi 1-11: alle origini dell'uomo', pag. 16  - Queriniana, Bresia 1995

5 Ernest Renan: dalla sua opera ‘La vita di Gesù’

6 Da ‘Pensare la storia’ (Ed. San Paolo, 1999) di Vittorio Messori: noto storico, scrittore e giornalista contemporaneo al quale non ha fatto mai difetto la ‘chiarezza’ di idee.

7 Maria Valtorta, da 'I Quaderni del 1943' dettato 10.11.43, pag. 418 e segg. - Centro Editoriale Valtortiano di Isola del Liri (FR) - Italia