CAP. 3

É LA TERRA CHE GIRA INTORNO AL SOLE FISSO O É IL SOLE CHE GIRA INTORNO ALLA TERRA STABILE AL CENTRO DI TUTTO IL SISTEMA DELL’UNIVERSO?

  

3.1 Anche Laplace - fra tante cose indovinate - ha preso le sue belle… cantonate: l’ateismo lo accecava!

Segretario: Secondo quanto emerso fino ad ora dalle traduzioni e spiegazioni di Fernand Crombette, Mosè avrebbe detto chiaro e tondo che la ‘galassia’, è un ‘sistema girante’…
Non sono sicuro di aver inteso del tutto bene, ma mi parrebbe forse di capire che per Mosè il termine ‘galassia’ non significhi tanto o solo quella che noi chiamiamo Via Lattea ma l’intero ‘firmamento’ che ci vediamo intorno in certe belle notti stellate.
Galileo aveva detto che la terra gira intorno al sole che è fisso, ma se per Mosè tutta la galassia è un sistema girante, e se il sole e la terra ne sono parte, allora intorno a cosa - galassia, sole e terra - girano mai?
Mentre Mosè e Crombette – e devo dire ora anche molti scienziati – sostengono inoltre che la terra è uscita dal sole, al contrario ho letto su dei testi scientifici la teoria che la terra possa invece essere uscita direttamente da una sorta di primitiva nebulosa.
Ecco alcune domande alle quali mi piacerebbe avere in seguito una risposta…

Crombette: Mentre Laplace (che non aveva bisogno dell'ipotesi Dio) faceva uscire il mondo da una nebulosa generale primitiva (venuta non si sa da dove) che sarebbe andata condensandosi sempre più (non si sà perché) abbandonando successivamente (si ignora come) degli anelli di materia che si sarebbero in seguito (per quale pro­cesso?) riuniti in bolle costituenti i pianeti, il cui residuo finale della conden­sazione sarebbe il sole, Mosè ci dice esattamente il contrario: la terra è usci­ta dal sole.
Ora, gli astronomi, dopo avere per lungo tempo (e talvolta anche fino ad og­gi quando non hanno trovato di meglio) insegnato l'ipotesi di Laplace, sono generalmente del parere che essa è insostenibile. Wolf scrive: L'ipotesi cosmogonica nebulare che le opere di volgarizzazione scientifica hanno il torto di presentare troppo sovente come un dato acquisito e fondamentale dell'astronomia, si riduce in definitiva a delle congetture alle quali noi non possiamo dare oggi nessuna base assolutamente seria’.  Riassumendo uno studio di un altro astronomo, Wolf prosegue: ‘Pertanto, aggiunge M. Faye, l'ipotesi cosmogonica di Laplace, fondata su un errore di teoria, messo in piena evidenza dai fatti, è inaccettabile’.  Ma, rimarca Wolf: ‘bisogna rico­noscere che le supposizioni con le quali si è cercato di rimpiazzare gli anelli di Laplace non sono molto felici’. 
Benché se ne cerchi ancora il come, la tendenza attuale in astronomia è del tutto opposta e mira a far uscire i piane­ti, e di conseguenza la terra, dal sole.  Questo, Mosè, non aveva atteso noi moderni per dirlo!
Nel tomo 11 del nostro libro Galileo aveva torto o ragione? Noi abbiamo mostrato in dettaglio come Dio ha dovuto procedere per far uscire i pianeti dal sole; dunque qui non faremo che riassumere quelle spiegazioni.  Dio ha portato l'astro centrale alla sua velocità critica, cioè a quella in cui la forza centrifuga, nata dalla rotazione dell'astro su se stesso, fa equilibrio alla forza centripeta emanante dalla sua massa e da dove, per conseguenza, un punto esterno del sole, non essendovi più trattenuto, è suscettibile di distaccarsene. Questa velocità è di circa 437,5 km/sec; siccome attualmente è di 1,996 km/sec, si vede che il sole ha dovuto girare su se stesso circa 220 volte più veloce di oggi
Arrivato a questo punto, Dio ha bruscamente inclinato di un piccolo angolo l'asse del sole; una parte della superficie, trovandosi così scentrata, ha girato più veloce, e una particella si è staccata dall'astro per formare un pianeta.
Segretario: Mi scusi l’interruzione, ma ho letto a suo tempo che questo fenomeno di una particella che distaccandosi da un astro che ruota su se stesso leggermente inclinato finisce per formare un pianeta o comunque un ‘satellite’, è stato riprodotto in laboratorio dall’ingegnere minerario Lenicque2 con un esperimento che non era stato tuttavia ben compreso e del quale non erano state quindi valutate tutte le possibili implicazioni.
Egli aveva ripreso gli esperimenti del fisico belga Plateau per vedere quali fenomeni di deformazione si sarebbero prodotti su una sfera ruotante su se stessa ad una certa velocità intorno ad un’asta posta in una certa posizione obliqua.
Continui pure…

Crombette: Questo pianeta, animato alla partenza in rotazione della velocità critica del sole, ossia 437,5 km/sec circa, si è messo in seguito a ruotare attorno all'astro centrale con un movimento elicoidale fino a raggiungere l'orbita che la sua forza ascensionale particolare gli assicurava; ma più si allontanava, più la sua velocità di traslazione/rivoluzione diminuiva.  Noi abbiamo determinato la legge di decrescita di questa velocità; essa è data dalla formula  K=Vi, dove K è la velocità critica del sole, V la velocità di traslazione/rivoluzione del pianeta sulla sua orbita attuale, D la sua distanza dal sole determinata prendendo il raggio del sole come unità di misura.  Le velocità dei pianeti hanno un valo­re tale che se noi le supponessimo riportate alla superficie del sole, essi pia­neti vi girerebbero tutti alla sua velocità critica: 437,5 km/sec; è dunque evi­dente che i pianeti sono usciti dal sole girante a questa velocità, e siccome l'astro del giorno non ha potuto da se stesso (è un principio di meccanica) portarsi a questa velocità e poi renderla 220 volte meno forte, bisogna pur che sia stato Dio, autore di ogni movimento, a intervenire in queste circo­stanze.
Ma Mosè precisa che la terra si mantiene al disotto del sistema galattico. Questa espressione sembra indicare che la terra era stabile nella posizione che andò ad occupare fin dalla sua uscita dal sole.  Di colpo eccoci, fin dalle prime parole della Bibbia, al nodo della questione capitale dell'astronomia: la terra, gira attorno al sole fisso, come sosteneva Galileo, o è stabile al cen­tro di tutto il sistema del mondo?  

Laplace: Galileo... pubblicando le sue scoperte... fece ve­dere che esse dimostravano il movimento della terra; ma il pensiero di que­sto movimento fu dichiarato contrario ai dogmi religiosi da una congrega­zione di cardinali; e Galileo, suo più celebre difensore in Italia, fu citato al tribunale dell'Inquisizione e costretto a ritrattare per sfuggire a una prigio­ne rigorosa...  Si trattava di una verità che, per noi, è del massimo interesse, per il rango che essa assegna al globo che abitiamo.  Se esso è, in effetti, immobile al centro dell'universo, l'uomo ha il diritto di ritenersi come il principale oggetto delle cure della natura; tutte le opinioni fondate su que­sta prerogativa meritano il suo esame: egli può ragionevolmente cercare di scoprire i rapporti che gli astri hanno col suo destino.  Ma se la terra non è che uno dei pianeti che circolano attorno al sole, questa terra, già tanto piccola nel sistema solare, sparisce interamente nell'immensità dei cieli, di cui questo sistema, per quanto vasto ci sembri, non è che una parte insensi­bile.

Crombette: L'ateo Laplace ha ben marcato l'importanza di questa questione.
Oh!.. che i cardinali di allora avevano visto chiaro! Nondimeno l'argomentazione di Laplace può fare impressione: deve sem­brare anormale che un piccolo pianeta come la terra sia al centro dell'universo.  Ma il ragionamento non poggia sulla constatazione del fatto che la terra non è al centro del mondo; esso inizia con la parola "Se"
É un altro anticle­ricale che scrive3: ‘La terra... gira realmente nel firmamento stellato? Non è lui che gira attorno a lei, come voleva Tolomeo?  Questo problema domina tutto.  Lo si credeva risolto senza contestazione dopo Galileo.  Noi vedremo che non lo è, e che questo processo famoso ritorna oggi in auge richiamato dalla più incredibile svolta’. 
Così il sistema di Galileo non è una "verità" come pretendeva Laplace, ma una semplice ipotesi, una manie­ra particolare di salvare le apparenze, e questa ipotesi è meno che mai giu­stificata oggi.

 

3.2 Gli scienzati e i polli della N.A.S.A

Segretario: Riepiloghiamo. Il sistema di Tolomeo poneva la terra stabile al centro e gli faceva girare intorno il sole e tutto il resto dell’universo.
Copernico – e subito dopo di lui e più autorevolmente Galileo che riprese le sue teorie – sostennero la tesi che invece non era la terra ad occupare il posto centrale, ma che al centro vi era il sole intorno al quale la terra girava.
La teoria galileo/copernicana è stata oggetto, negli ultimi tre secoli, di discussioni infinite con attacchi – da parte dei suoi sostenitori – contro il ‘dogmatismo’ della Chiesa ‘oscurantista’ che si ostinava a tener per buona la versione biblica e tolemaica nonostante le ‘evidenze’ della scienza…
Non vi dico poi le ironie sul quel ‘Fermati, o sole!’, del racconto biblico di Giosué.
Quest’ultimo è un episodio al quale Crombette dedica una interessantissima analisi scientifica per dimostrare che il fatto fu tutt’altro che ‘mitico’.
Ai tempi di Giosuè (dove peraltro la gente credeva al fatto che il sole ruotasse intorno alla Terra) l’impressione visiva che – all’invocazione del condottiero ebreo – il sole si fosse ‘fermato’ per prolungare la giornata fu in realtà dovuta non ‘all’arresto’ del sole bensì all’arresto della rotazione della Terra su se stessa.
Questo fatto singolare è stato peraltro confermato anche da recenti scoperte emerse da dei calcoli fatti dagli elaboratori della Nasa.
L’elaboratore di questa importante Agenzia spaziale statunitense era andato a ritroso nel calcolo astronomico del tempo, e se ben ricordo sarebbe risultato mancante proprio un giorno come se il sole – miracolo incredibile – si fosse effettivamente fermato ad un qualche ordine misterioso.
Il giorno ‘mancante’ è stato considerato inesplicabile. I calcoli degli scienziati della Nasa – verificati e riverificati – sono ancora lì a dimostrare questo fatto ma si ritiene comunemente impossibile che le leggi dell’universo, ritenute immutabili, abbiano potuto far… ‘cilecca’ per un giorno.
É il solito discorso: non si pensa all’ipotesi ‘Dio’ e – anche pensandoci – non si ammette che Egli – almeno per un giorno – abbia voluto fare una eccezione alla sua ‘regola’ per accondiscendere alla preghiera del condottiero del suo ‘popolo eletto’ impegnato a sconfiggere i ‘nemici’ che non volevano saperne che egli ‘conquistasse’ a loro danno la famosa ‘Terra promessa’ in Palestina.
Vedo però fra voi scienziati intorno a questo tavolo qualche espressione perplessa…, credo di capire. Qualcuno sarebbe anche forse disposto a credere che Dio abbia creato l’universo, che abbia creato sole e terra, non però che il sole giri intorno alla terra e neppure al miracolo che Dio abbia fermato la rotazione della Terra per un giorno, come vi ho sopra accennato…
Vedo però che anche fra il pubblico c’è qualche perplessità… Dica pure…, anche lei è perplesso sul giorno in meno di cui parlavo?

Bastian Contrario: Guardi che io non dubito sulle capacità di Dio e nemmeno su quelle della NASA, ma semmai su quelle degli ‘scienziati’. Le racconto una storia vera…
Gli scienziati della NASA hanno costruito una specie di cannoncino per lanciare dei polli morti alla velocità massima possibile contro i parabrezza degli aerei di linea, degli aviogetti militari e della navetta Space Shuttle.
Lo scopo è di simulare i frequenti scontri con i volatili vaganti nell’aria per verificare la resistenza dei parabrezza.
Alcuni scienziati britannici, avendo sentito parlare di questa ‘arma’, erano desiderosi di provarla sui parabrezza dei loro nuovi treni ad alta velocità.
Sono stati presi accordi con la NASA ed il cannone è stato spedito ai tecnici britannici.
Quando l’arma è stata attivata la prima volta, gli scienziati britannici sono rimasti impietriti, mentre il pollo sparato dal cannoncino si schiantava contro il loro parabrezza infrangibile e lo fracassava, rimbalzava contro la consolle dei comandi, spezzava in due lo schienale della poltroncina di un ingegnere e si andava ad incastrare nella parete posteriore della baracca come se fosse stata la freccia di un arco.
Gli sconvolti scienziati britannici hanno trasmesso alla NASA i risultati disastrosi dell’esperimento e i progetti del loro parabrezza supplicando gli scienziati americani perché dessero loro dei suggerimenti.
La NASA ha risposto con un appunto della lunghezza di una riga:

SCONGELATE I POLLI!

Segretario: La storia vera di Bastian Contrario mi fa venire il dubbio che voi possiate ritenere ‘vera’ come la sua anche quella che vi avevo raccontato io sul giorno solare mancante.
Questo mi obbliga a fornirvi maggiori informazioni che sono ricavate da testi editoriali noti e anche facilmente controllabili con la NASA in quest’era telematica quando in pochi secondi si comunica via e-mail con l’altra parte del mondo.
La notizia sulla mancanza di un giorno dal calcolo astronomico era riportata sul libro di una nota scrittrice4 dove era scritto:

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Ecco che cosa riferisce l'ingegner Harold Hill(2) a questo proposito: "...molto prima degli anni 60... la N.A.S.A. incominciò ad eseguire le direttive del presidente riguardanti lo sbarco dell'uomo sulla luna.  
Il programma prese il via al centro spaziale di Goddard, a Greenbelt nel Maryland, non lontano da casa mia.  Fin dall'inizio vi fui coinvolto per delle disposizioni contrattuali che riguardavano la mia azienda...  
Gli scienziati stavano controllando la posizione del sole, della luna e dei pianeti, calcolando dove si sarebbero trovati fra cento o mille anni. 
Stavano inoltre esaminando le traiettorie di asteroidi e meteoriti noti, in modo da non mandare in orbita astronauti solo per farli scontrare con qualcosa.  
Le orbite dei satelliti devono essere definite in funzione degli altri corpi celesti, in modo che l'intera impresa non diventi una collisione frontale nel traffico spaziale. 
Bene, mentre facevano svolgere le misurazioni nel corso dei secoli, agli elaboratori elettronici, si giunse ad un arresto.
  L'elaboratore si fermò e si accese la spia rossa, il che significava che c'era qualcosa di errato nelle informazioni date all'elaboratore o nei risultati.  
Chiamarono il dipartimento di servizio per controllarlo.  
"Nessun guasto all'elaboratore", dissero i tecnici.  
"Funziona perfettamente.  Perché pensate che vi sia qualcosa che non va?"  
"Bé, l'elaboratore indica che da qualche parte, nei secoli passati, c'è un giorno mancante" dissero gli operatori.  Ricontrollarono i dati... ma non vi fu risposta, né spiegazione logica. 
Erano sorpresi...  
Fra quegli scienziati ve n'era uno che conosceva la Bibbia.  Egli si ricordò di quanto si narra nel libro di Giosuè e come egli ottenne da Dio che il sole non tramontasse per quasi un giorno, per poter proseguire la battaglia contro dei formidabili nemici.  
Prese una Bibbia e fece leggere quel passo ai suoi colleghi.  
"Ecco qui, disse lo scienziato cristiano, questo è il vostro giorno mancante.  Controllate".  
... Controllarono gli elaboratori, retrocedettero fino al tempo in cui Giosuè sconfisse i re e scoprirono che la spiegazione era vicina alla verità, ma non abbastanza.  
Nella storia di Giosuè il sole si era fermato solo per ventitre ore e venti minuti, non una giornata intera.  
Vi era ancora da chiarire una discrepanza di quaranta minuti.  Consultarono nuovamente la Bibbia e scoprirono che essa non diceva che il sole era rimasto fermo per un giorno intero, ma solo per "quasi un giorno intero".  
Così erano ancora nei pasticci.  
Quaranta minuti diventano estremamente importanti se moltiplicati più volte nelle varie orbite.  
Quindi lo scienziato religioso ricordò qualcos'altro nella Bibbia e cioè che il sole era tornato indietro.  Naturalmente gli altri scienziati gli dissero che era uscito di senno, ma di nuovo non avevano altra soluzione al dilemma: così ripresero la Bibbia e lessero 2 Re al capitolo 20..."  
Riassumo quanto scrive l'ingegnere Hill.  
Ezechia era un re al tempo del profeta Isaia e gli fu detto che la sua fine era prossima.  Egli pregò il Signore e si disperò tanto che il Signore volle esaudirlo.  
Il profeta Isaia andò a trovarlo e gli disse che il Signore gli concedeva ancora quindici anni di vita.  
Ezechia non riusciva a credergli e pretese un segno straordinario e quel segno fu che l'ombra della meridiana dell'orologio a muro indietreggiasse di dieci gradi.  E così avvenne.  “Dieci gradi sono esattamente quaranta minuti!  
Ventitré ore e venti minuti nella storia di Giosuè: quaranta minuti nella storia di Ezechia: ecco le ventiquattro ore, il giorno mancante del quale gli scienziati dovevano tenere conto nei loro calcoli”.  
Questa è la narrazione di Hill.  Poiché egli ebbe più volte occasione di raccontare il fatto a degli studenti, vi fu chi registrò il suo discorso e lo dette alla stampa
La cosa ebbe una risonanza enorme.  
Harold Hill ricevette migliaia di lettere da tutto il mondo e migliaia di lettere giunsero anche alla NASA per informazioni più precise sull'argomento.  
Chiunque, se vuole, lo può fare riferendosi a quanto narra Harold Hill nel libro citato (che è datato Agosto 1970).
Quel "fantastico genio matematico" che è il Prof. Totten, si accinse a quell'immane lavoro di cui si è parlato, perché non dubitò minimamente della verità della Bibbia.  
Se egli fosse stato solo un credente, avrebbero sorriso di lui come di un semplicione, di un ingenuo, di una mentalità arretrata.  Avrebbero detto: poverino, crede davvero che ci sia stato un giorno così lungo a quel tempo.  
Ma egli non era solo un semplice credente: era un uomo di scienza e di eccezionale intelligenza.  
Ebbene, vale la pena di conoscere questa sua frase che molto opportunamente Harold Hill trascrive nel suo libro, citando la recensione di V.L. Westberg al libro di Totten:  
“Dato che lo studio della profezia era fortemente raccomandato dal Salvatore, dobbiamo studiarla e farlo, fino a che non la comprendiamo; ma in nessun modo dobbiamo modificarla nel complesso o nei particolari”.  
E con questo lasciamo a coloro che ne siano interessati, di approfondire le loro indagini scientifiche e storiche che davvero – e possiamo dirlo con sempre maggior ragione – la Bibbia non teme.

i

[1] C.A.L. Totten: "Joshuàs long day" disponibile presso Destiny Publisher, Mer Titi rimac, Mass 01860.
[2] Harold Hill e Irene Hazzel: Figli di Re, Marchirolo (Varese) III 1989.  Titolo originale: How to live a King's Kid, Logos International Plainfield N.1.07060 U.S.A. (1978).

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1 vedi http://crombette.altervista.org/e: F. Crombette: ‘Galileo aveva torto o ragione? Vol. I, 42.33 e II, 42.34

2 Geologia nuova, pag. 202 e seg., Hermann e Figli, Parigi, 1910

3 Nordmann: Le royaume des cieux, p. 8, Hachette, Parigi, 1923

4 Anna Maria Cenci: ‘Le vie del Signore nella Bibbia’ - Vol. II - pag. 40/43 - Edizioni Carroccio