Antefatto

  

Ti ricordi di me?
No…
Non sai chi sono?
No…
Stavi leggendo ‘Il libro di Azaria’…, e ti eri messo a meditare su una mia frase: ‘Il possesso del Regno eterno non è dono gratuito ma è conquista individuale mediante lotta continua. Dio aiuta… ma è l’uomo che deve volere il Cielo… Il libero arbitrio non è stato lasciato per la rovina dell’uomo. Se lo fosse, solo per questo Dio avrebbe fatto un dono non buono all’uomo, e Dio non fa cose non buone. Ma è stato lasciato anche e soprattutto per volere la salvezza, ossia il Cielo, ossia Dio…’.
Sì…, ricordo vagamente…, sono passati degli anni…, credo. Questo non mi fa però capire chi sei.
Hai ragione. Sono passati degli anni. Praticamente nove. Era una sera di gennaio, eri giunto al termine della lettura e meditazione del libro, ed io ti avevo detto, parlandoti nel pensiero: ‘Hai finalmente capito quale è la sostanza del vivere cristiano: quella di combattere ogni giorno nello stadio del proprio ‘io’ contro se stesso, quella di combattere come S. Giorgio il Drago dalle sette teste per salvare il proprio spirito. Sii eroe, sii atleta e guadagnerai il Regno dei Cieli. Grazie per avere ascoltato con pazienza e diligenza le mie lezioni. Questo è il mio commiato con te. A risentirci…’.
Ah…, sei tu, dunque. Tu sei Azaria! Ma non era la ‘Luce’ del mio ‘Subconscio Creativo’ a parlarmi?
Non ero la ‘Luce’ ma venivo comunque inviato dalla Luce, come se fossi ‘Luce’. Sono passati – per te che vivi nel tempo – nove anni che per me sono solo un attimo nel Pensiero di Dio. Nove anni…, e hai poi scritto dodici opere. Hai fatto il tuo combattimento. Ma non è ancora finito. Il Male avanza sempre e sempre bisogna continuare a combattere. Ricordi cosa ti avevo detto?
???
Avevo detto ‘A risentirci…!’.
Eccomi, dunque. Sono qui. Ti chiedo ancora un lavoro.
Il Padre è stanco e vorrebbe far perire la razza umana come quasi già fece col Diluvio. Ma il Figlio non vorrebbe perché se l’è guadagnata con il suo Sacrificio, e ancor più non vuole la Madre, che non solo è Madre del Figlio, Figlia del Padre e Sposa dello Spirito Santo, ma è Madre anche dell’Umanità.
Ella trattiene il braccio del Padre, e il Padre vuole dare ancora una possibilità, ma solo a chi vuole, come già io ti dissi.
Egli è preoccupato per l’apostasia, per questo generale abbandono della fede nel Dio buono da parte dei cristiani.
Essi non credono più in niente, nemmeno nella creazione dell’universo e dell’uomo da parte di Dio.
Egli vuole ascoltare di persona le ragioni degli uomini e fare ancora un tentativo.
Mi vuoi aiutare?
Sì…, ma…, vorrei…, ma cosa posso fare io?
Ascolta. Alla moda di voi uomini ho pensato di organizzare una ‘Conferenza’ internazionale. Invita i ‘cervelli’ migliori, di tutte le tendenze, e parliamone tutti insieme. Dio, nella sua Trinità, si riserva di intervenire dall’Alto, cioè di farsi ‘sentire’.
Tu…, tu dovresti fare il ‘Segretario’.
Io? Organizzare io? Una Conferenza, poi? Ma non sono capace, non saprei neanche a chi rivolgermi…
Non sei capace? Ma come?! Non hai fatto altro nella vita che organizzare ‘conferenze’. Non hai fatto altro che fare ‘Il Segretario’. E dicevano tutti che eri anche molto bravo. Scrivevano anche che sapevi come muoverti nei ‘salotti buoni’… Ricordi? Anche questi, umanamente parlando, sono ora ‘salotti buoni’. Non è necessario scomodare nessuno. La nostra sarà una Conferenza… virtuale. Tu hai già tutto in testa, senza saperlo. Sono dieci anni che studi il loro pensiero, sono dieci anni che li leggi. Puoi citare le loro parole come se fossero le tue. Coraggio! Tu sei un uomo, è vero. Ma io ti sarò vicino. Ti ricordi come fu aiutato il giovane Tobia nel suo cammino? Ora farò lo stesso con te. Stai tranquillo. Tu farai il ‘Segretario’, ma alla tua destra – poiché in realtà tu starai alla mia sinistra  – avrai sempre me: il tuo … ’Presidente’.

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Non tutti mi conoscete – e addirittura pochissimi mi conoscono sotto il nome di ‘Catecumeno’1 – ma tutti conoscete almeno un poco la Bibbia, anche se taluni la considerano un mito.
Visto il ‘ruolo’ affidatomi dal ‘Presidente’ Azaria, da questo momento potrete chiamarmi ‘Segretario’.
Desidero tuttavia attirare la vostra attenzione sul racconto biblico del libro di ‘Tobia’, uomo pio ma divenuto cieco e povero, il cui figlio – anch’egli di nome Tobia – viene da lui inviato in terre lontane al fine di recuperare una somma di denaro che egli aveva anni prima imprestato ad un amico.
Il viaggio era pericoloso, la strada era lunga e a malapena conosciuta, briganti ed altre insidie non sarebbero mancati.
Il giovane Tobia trova comunque casualmente un altro giovane, che gli dice di chiamarsi Azaria e che si offre di fargli da guida.
Non vi racconterò qui la storia di Tobia, se non per dirvi che egli ritornerà trionfalmente dal proprio padre con i denari recuperati e soprattutto con il ‘recupero’ – cammin facendo – di Sara, una ricchissima moglie, casta e piena di virtù.
A dire il vero era rimasta ‘casta’ non tanto per eccessiva virtù quanto per forza di cose.
Lei – figlia unica – era infatti anche bellissima ed aveva molti pretendenti alla sua mano, ma – ogni volta che ne sposava uno – un demone che la possedeva, e che era geloso di lei, uccideva il pretendente nella camera nuziale, prima della consumazione del matrimonio.
Tobia sarebbe stato dunque l’ottavo marito e non aveva alcuna intenzione di fare la stessa fine dei precedenti.
Azaria lo rassicura, gli dice che quella donna gli è stata destinata da Dio da sempre, che egli non dovrà temere nulla: sarà sufficiente fare una sorta di esorcismo e – prima dell’unione – pregare ardentemente il Signore consacrandogli quel matrimonio e ricordandogli che Egli, Dio, aveva creato Adamo, che gli aveva messo accanto la moglie Eva perché dessero inizio al genere umano, e che soprattutto lui – Tobia – non si sposava per lussuria ma per retta intenzione.
Sorvolo i particolari, bastando il fatto che tutto andò a gonfie vele e Tobia, Sara e Azaria – con grande seguito di servitù, buoi, pecore, asini, cammelli, denaro e masserizie – tornarono a Ninive presso la casa paterna.
Tobia, giunto a casa, grazie ad uno speciale unguento suggeritogli da Azaria guarisce suo padre dalla cecità.
I due, padre e figlio, decidono allora di donare la metà delle loro nuove ricchezze ad Azaria, guida e fedele compagno di viaggio, che tanto merito aveva avuto nel buon esito della missione di recupero dei soldi prestati, nel felice e fortunato matrimonio con la bella Sara e infine nella guarigione di Tobia-padre.
Azaria ringrazierà per la generosa offerta, ma declinerà spiegando ai due che egli era in realtà un angelo in sembianze umane che era stato mandato in loro soccorso  come premio per l’amore verso il prossimo e verso Dio che essi avevano manifestato durante la loro vita.
Azaria conclude: Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore’. 2
I due si prostrano terrorizzati, faccia a terra, ma l’Arcangelo Raffaele li invita a non temere.
Egli riconferma di essere stato posto accanto a loro per iniziativa di Dio.
Essi credevano di vederlo mangiare ma egli non mangiava nulla, ciò che essi vedevano era solo apparenza.
Egli li invita a scrivere su di un libro la loro esperienza ed infine li lascia, salendo lentamente verso il cielo…, mentre essi benedicono il Signore e lo ringraziano per aver fatto loro apparire ed avergli dato l’aiuto del suo Angelo.


1Catecumeno: vedi la ‘Presentazione’ a pag. III dell’opera ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ di Guido Landolina  - Ed. Segno, 1997.
Opera integralmente leggibile e ‘scaricabile’, con altre, dal sito internet dell’autore https://www.ilcatecumeno.net  

2 La Bibbia: Il libro di Tobia 12,15  e Apocalisse (Gli angeli delle sette trombe) 8,2