DISCORDANZE EVANGELICHE: CROCE E DELIZIA DEGLI ESEGETI

QUEI DUE DI EMMAUS: CLEOPA E … SIMONE…!

(Seconda parte)
di Guido Landolina

 

Gli apostoli non avevano affatto creduto alla notizia della Resurrezione data dalle donne che erano tornate dal Santo Sepolcro…

Nella prima parte di questa nostra ‘passeggiata’ fra le discordanze evangeliche avevamo fatto uno ‘zoom’ su quelle parole del Vangelo di Giovanni dove è scritto che il giovane discepolo, entrato con Pietro nel Sepolcro e trovatolo vuoto, ‘vide e credette’.1
Tuttavia – per le ragioni che avevamo spiegato – Giovanni non credette nella Resurrezione di Gesù, come comunemente si interpreta, bensì nel fatto che aveva avuto ragione la Maddalena che in precedenza era corsa da lui e Pietro gridando che il sepolcro era vuoto e che era stato trafugato il corpo di Gesù.
Avevamo poi portato, a sostegno di questa proposta di interpretazione, alcuni brani del Vangelo di Marco dai quali si evince che ancora alla sera di quella domenica gli apostoli continuavano a non credere alla Resurrezione nonostante varie donne, oltre alla Maddalena, gliela avessero confermata.
Le donne non godevano di grande credito fra gli uomini di Israele, e la loro testimonianza non era ritenuta tanto valida.
Oltretutto…, si sa…, le traveggole…, gli ‘isterismi’…, le donne…, insomma gli apostoli saranno stati dei santi ma erano anche degli incorreggibili maschilisti e non avevano creduto alle donne finché Gesù – la sera – non apparve anche ad essi.
Avevo chiuso la chiaccherata precedente dicendo che Marco, raccontando a seguire l’accaduto di quella prima domenica, aveva scritto subito dopo: 2 ‘Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto resuscitare’.
Il tema che stiamo svolgendo è quello delle discordanze evangeliche, esaminate anche alla luce delle rivelazioni della mistica Maria Valtorta.
Orbene, nel Vangelo di Marco – imediatamente prima di quella frase – si stava parlando della sera della prima domenica, ma in quella sera gli apostoli non erano undici, come vi si scrive, ma dieci.
Dobbiamo infatti togliere dal conto Giuda, che certo dopo il suo palese tradimento si doveva essere ben guardato dal riunirsi agli apostoli e anzi doveva essersi già suicidato, ma non c’era nemmeno Tommaso perché è l’Evangelista Giovanni che – narrando della apparizione di Gesù della prima domenica sera - ce lo dice3: ‘Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù’.
Quindi Marco si sbaglia, parlando di undici, a meno che…, a meno che…, quelle parole di Gesù circa il non credere degli undici apostoli non fossero state dette durante la prima domenica ma nella seconda, quando gli apostoli – con Tommaso – erano effettivamente in undici.
Se però così fosse – cioè se le parole del Vangelo di Marco fossero state dette la seconda domenica -  non avrebbe avuto senso che Gesù rimproverasse gli apostoli di non aver voluto credere alla Resurrezione, dato che Gesù era loro apparso già dalla prima domenica.
Riepilogando, possiamo dedurre che le parole citate da Marco su Gesù che rimprovera agli apostoli il loro non aver voluto credere, si riferiscono alla sera della prima domenica, quando gli apostoli erano ancora in dieci e non in undici.
Nella seconda domenica, invece, gli apostoli saranno effettivamente in undici perché nel frattempo anche Tommaso, l’ultima pecorella in fuga, era tornato all’ovile, come racconta sempre Giovanni quando dice:4 ‘Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso…’.
Il racconto che invece Luca fa della apparizione della prima domenica sera è molto circostanziato, in particolare quando narra dettagliatamente lo stupendo episodio dei due di Emmaus.5
Luca dice che uno dei due è un certo Cleopa che, insieme ‘ad un compagno’, camminava sulla strada che da Gerusalemme portava ad Emmaus, distante più o meno un quindicina di chilometri.
Due buoni camminatori – visto che le gambe a quell’epoca erano il mezzo di locomozione più usato ed allenato – avrebbero potuto percorrere a buon passo quella distanza in tre ore: ve lo assicuro io che – per tenermi relativamente in forma - quasi tutti i giorni mi faccio una camminata a passo spedito con mia moglie di 5 chilometri, impiegando un’ora.
I due erano evidentemente venuti a Gerusalemme per partecipare alla Pasqua ed erano discepoli di Gesù.
Il dramma della cattura nella notte del Giovedì santo - della quale avevano probabilmente avuto conoscenza solo al mattino del Venerdì al momento del processo fra grandi tumulti di folla - li aveva colti di sorpresa.
Solo pochi giorni prima c’era stata la Domenica delle Palme, con l’omaggio, gli osanna ed il trionfo tributati a Gesù dai suoi sostenitori.
Non riuscivano a comprendere – i due - di come le cose si fossero capovolte così all’improvviso, e soprattutto non riuscivano a capacitarsi di come il Messia, il Figlio di Dio, avesse potuto farsi prendere, malmenare, flagellare, crocifiggere ed uccidere.
Essi sono addolorati, il dubbio di essersi sbagliati sulla natura divina di Gesù li attanaglia, ed è mentre così discorrono che un viandante li raggiunge e si accompagna a loro.
Il Viandante è Gesù, ma Luca dice che gli occhi dei due ‘non potevano riconoscerlo’.
Anche alla Maddalena ricorderete che era successo qualcosa di analogo.
Nel racconto di Giovanni – dopo che lui e Pietro, erano tornati con lei al sepolcro per constatare che effettivamente il corpo di Gesù era sparito -  gli apostoli erano ritornati ‘a casa’ (che nelle visioni valtortiane altro non è che la casa del Cenacolo) ed è stato allora che Maddalena, che era rimasta in lacrime vicino al sepolcro, si era vista apparire vicino un tale che lei aveva scambiato per il conduttore del fondo agricolo dove stava il sepolcro, personaggio che poi le si era manifestato nella sua vera identità di Gesù, in tutto il suo splendore sfolgorante di risorto per poi scomparire nel nulla dopo averle parlato.
Evidentemente l’Uomo-Dio - che dopo la Resurrezione era più Dio che Uomo perché aveva ormai compiuto in maniera trionfale la sua missione di Redenzione dell'Umanità - si manifestava in tutta la sua gloria, riusciva ad apparire, scomparire, attraversare muri come un fantasma, aveva il controllo totale della materia e delle leggi fisiche, riusciva a trovarsi contemporaneamente in luoghi diversi anche distanti fra loro, ed infine poteva attenuare, modificare o far risaltare le sue sembianze in modo da rendersi più o meno riconoscibile, a seconda delle necessità del momento.

 

Non ci sentivamo ardere il cuore in petto mentre ci parlava per via e ci spiegava le Scritture?

I tre – cioè Cleopa, il suo ignoto compagno ed il Viandante Gesù, in incognito – proseguono intanto il loro cammino verso Emmaus.
Gesù fa finta di essere all’oscuro di quanto essi stanno commentando e domanda loro ragione di quelle loro facce afflitte.
Quelli, immaginando che lui dovesse essere un forestiero che non aveva vissuto gli avvenimenti di quei recenti giorni tragici a Gerusalemme, gli raccontano di questo Gesù Nazareno, ‘profeta potente’ in opere e parole, ma odiato, fatto condannare e crocifisso dai sacerdoti e dai Capi giudei.
Quel mattino – dicono loro – alcune donne erano andate al sepolcro ed erano tornate dicendo di averlo trovato vuoto e di aver visto lì degli angeli che avevano detto loro che Gesù era vivo.
Alcuni altri – e qui i due alludono evidentemente a Pietro e Giovanni che dopo il racconto della Maddalena sul sepolcro trovato deserto erano corsi a controllare – avevano dato conferma che il sepolcro era effettivamente vuoto senza tuttavia aver trovato traccia della presenza di Gesù.
Comincia allora qui – durante il cammino – una lunga catechesi del Viandante che, benché ‘forestiero’, mostra ai due di conoscere alla perfezione le Scritture ed in particolare le cose predette dai Profeti sul Messia, per cui, cominciando da Mosè e dagli altri profeti, l’uomo spiega ai due che quel Gesù  - che essi, in un momento di sfiducia, avevano ‘declassato’ al rango di semplice ‘profeta’- era in realtà non solo l’atteso Messia, ma addirittura il Figlio di Dio.
Il gruppo è intanto arrivato alle prime case del villaggio. I due si accingono ad entrarvi e Gesù mostra di voler continuare. Ma quelli lo fermano: ‘Ormai si è fatta sera, resta con noi’, gli dicono.
Erano molto ospitali gli ebrei, ed i due erano anche molto meravigliati e rapiti dalle spiegazioni sapienti che quel viandante aveva loro dato.
Lo invitano a cena per trattenerlo ancora di più e bere alla fonte della sua sapienza.
Ormai essi sono stati riconfermati nella loro fede ma Gesù li accontenta ed accetta l’invito. Vuole fare loro un ultimo dono che servirà anche agli altri increduli. Si siedono a tavola, all’Ospite viene dato l’onore di spezzare il pane per tutti. Il Viandante si alza maestoso, benedice il pane, lo spezza con solennità come aveva fatto con quello Eucaristico dell’Ultima Cena. Lo porge ai due e - mentre quelli lo guardano trasognati come se quel gesto ricordasse loro qualcosa di famigliare - a loro si aprono gli occhi, vedono Gesù trasfigurarsi per poi scomparire, con un sorriso, nel nulla, lasciandoli soli con quel prezioso Pane in mano.
E – come a confermarsi l’un l’altro di non aver avuto le traveggole – essi dicono infatti quelle parole restate famose, citate nel Vangelo di Luca: «Non ci sentivamo forse ardere il cuore in petto mentre ci parlava per via e ci spiegava le Scritture?».
Narra ancora Luca:
“…E subito si alzarono e tornarono a Gerusalemme e trovarono gli Undici riuniti con i loro compagni, i quali dissero: « il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». Essi pure raccontarono quanto era accaduto loro per via e come lo avevano riconosciuto quando egli spezzò il pane”.
Attenzione a come si presenta il percorso logico del discorso: i due ritornano a Gerusalemme ‘dagli Undici, i quali dissero… il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone. Essi pure (e cioè i due di Emmaus) raccontarono quanto era loro accaduto…’.
Luca – fate bene attenzione alle discordanze – dice che in quella prima domenica sera gli apostoli erano undici, e fa quindi lo stesso errore di Marco.
Forse, essendo entrambi ‘sinottici’, hanno sbagliato insieme…
Inoltre dal testo si evincerebbe che sono gli undici a dire ai due che il Signore è risorto ed è apparso a Simone. Solo dopo di ciò i due di Emmaus raccontano quanto era loro pure accaduto…
Questo testo farebbe pensare che gli apostoli si riferissero ad una precedente apparizione di Gesù a ‘Simone’.
Ma quale Simone?
Dagli altri Vangeli, come neppure da quello di Luca, non risulta affatto che in quella prima domenica Gesù fosse apparso a Simone di Giona, cioè a Pietro, né tantomeno all’altro apostolo, Simone detto lo Zelote.
Sappiamo tutti – poiché lo ha detto ben chiaro l’Evangelista Giovanni alla fine del suo Vangelo – che i sacri testi non narrano che una minima parte degli episodi della vita di Gesù.
Tuttavia qui i Vangeli sono chiari: Gesù era apparso alle donne e ai due di Emmaus ma non agli apostoli che infatti non credevano ancora alla sua resurrezione, come abbiamo constatato nella precedente puntata.
Perché non parlare di una apparizione a San Pietro che avrebbe dovuto essere il Capo della Chiesa nascente e che con la sua autorità avrebbe rassicurato anche gli altri apostoli che Gesù era veramente risorto?
Come la mettiamo dunque con questi due versetti di Luca su quella apparizione a quel Simone che chissà quanti teologi ed esegeti avranno forse interpretato per secoli come una qualche misteriosa apparizione di Gesù a Pietro, il Capo degli apostoli?
Io trovo una sola spiegazione: si tratta di un’altra delle solite discordanze!
Insomma un errore di traduzione dei testi originari, o un errore degli amanuensi dei secoli successivi, oppure una cosa capita male o riferita male a Luca che non era stato un testimone diretto degli avvenimenti.
Abbiamo dunque compreso che in questo ‘giallo’ vi è un ‘assassino’, ma non sappiamo ancora chi è finché… non lo scopriamo dalla visione della Valtorta: il Simone di cui scrive Luca va individuato in Simone di Emmaus, cioè il secondo non meglio identificato compagno di Cleopa, che nella visione valtortiana si rivela essere nient’altro che suo… suocero che con il giovane genero era partito quel giorno da Gerusalemme per Emmaus per poi ritornare con Cleopa all’imbrunire dello stesso giorno da Emmaus a Gerusalemme.6
Se io fossi l’evangelista Luca oppure se Egli dal Cielo mi desse l’autorizzazione per ‘correggere’ quel testo del suo Vangelo, ‘rovinato’ da qualche traduttore o amanuense dei secoli passati, testo che – ripetiamo - si legge così:

‘E subito si alzarono e tornarono a Gerusalemme e trovarono gli undici riuniti con i loro compagni, i quali dissero: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». Essi pure raccontarono quanto era accaduto loro per via e come lo avevano riconosciuto quando egli spezzò il pane.’

pensando che dei due di Emmaus il primo a parlare agli apostoli fosse stato il più giovane Cleofa, quel testo io lo riscriverei invece più o meno così:

‘E subito si alzarono e tornarono a Gerusalemme e trovarono i dieci riuniti con i loro compagni, ai quali dissero: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso anche a Simone». Essi raccontarono pure quanto era accaduto loro per via e come lo avevano riconosciuto quando egli spezzò il pane.’

Subito dopo la dichiarazione dei due, nel suo Vangelo (e ricordiamo ancora una volta che ci si riferisce sempre alla sera di quella prima domenica) Luca racconta che – mentre gli apostoli commentavano gli avvenimenti di quella tumultuosa giornata – Gesù apparve loro, rimproverandoli di non aver creduto alla sua Resurrezione.7
Ulteriore conferma, questa, della loro incredulità ancora a tarda ora, e che inoltre Gesù non era apparso fino a quel momento né a Simone di Giona né a Simone lo Zelote, e che infine, il mattino della prima domenica, quel ‘vide e credette’ di Giovanni non va interpretato come riferito alla Resurrezione ma – deduttivamente - al trafugamento del corpo di Gesù, perché – come ha scritto lo stesso Giovanni – essi … ‘non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti’.


1 Gv 20, 1-18

2 Mc 16, 14

3 Gv 20, 24

4 Gv 20, 26

5 Lc  24, 13-35

6 Maria Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. 10, Cap. 625 – Centro Ed. Valtortiano di Isola del Liri

Lc 24, 36-43