Meditando sul caso dei sacerdoti pedofili negli Stati Uniti

LA VIRILITA’ CASTA DI GESU’…

LA CASTITA’ E’ IL MASSIMO DELLA VIRILITA’ SPIRITUALE:

PER QUESTO ANCHE I SACERDOTI DEVONO ESSERE CASTI…

- prima parte -

 

SE I SACERDOTI POTESSERO SPOSARSI…

La stampa di tutto il mondo ha dato grande rilievo nello scorso aprile al problema della pedofilia esploso in seno alla Chiesa cattolica statunitense.

Il Papa ed il Vaticano hanno affrontato la questione con piglio decisamente energico proponendo la ‘tolleranza zero’, e cioè la riduzione allo stato laicale del sacerdote colpevole.
Legittima a mio avviso anche la protesta dei cattolici americani che oltre alla punizione dei diretti colpevoli hanno chiesto ‘giustizia’ immediata  contro quei loro vescovi che avevano ritenuto di dover ‘coprire’ le malefatte per evitare lo scandalo.
Un poco meno legittima però la soddisfazione che trapelava da certi articoli stampa dove, con la scusa dell’informazione, si enfatizzava ancor più a tinte forti la vicenda per affondare il coltello nella piaga ed accreditare l’immagine di una Chiesa cattolica sull’orlo del baratro e non più credibile.
Questo è tuttavia – al di fuori di ogni dubbio – un segno dei tempi.
Naturalmente si sono levate ancora una volta le voci ‘laiche’ di coloro che – pur accreditando questi fatti come una depravazione, aggravata dallo status sacerdotale del colpevole – li hanno additati come la conseguenza di una ‘morale’ cattolica disumana e disancorata dalla realtà in questo suo voler insistere nel celibato del sacerdozio.
La vera colpevole sarebbe dunque la ‘morale’ cattolica con questa sua ossessiva insistenza sulla castità, una morale che non ha ragioni logiche.
Se i sacerdoti potessero sposarsi – dice ancora questa corrente di pensiero – non vi sarebbero infatti queste degenerazioni.
In sostanza – semplifico io un sottinteso di questa loro tesi, che secondo me è però tutta da dimostrare  – se venisse tolta la ‘tentazione’, consentendo il matrimonio e la sessualità, sparirebbe conseguentemente anche il peccato.
Ma la tentazione è prova, e cosa sarebbe il percorso cristiano senza la prova (superata) che rende l’uomo ‘santo’?
Dio è purissimo Spirito, gli angeli sono puri spiriti e l’uomo è spirito rivestito di ‘carne’.
Il Peccato d’origine ha ribaltato i valori. Se prima era lo spirito a governare la ‘carne’, poi fu questa – e cioè l’io con i suoi fomiti – a sottomettere lo spirito.
Ma se l’uomo vuole tornare ad essere spirito deve imparare a dominare il proprio ‘io’.

 

L’UOMO AVREBBE DOVUTO RIPRODURSI SENZA LIBIDINE DI SENSO…
MA SATANA GLI VOLLE TOGLIERE LA VERGINITA’ INTELLETTUALE

Nell’Opera della grande mistica moderna Maria Valtorta il tema della purezza, della castità e della sessualità viene toccato moltissime volte.
Ad esempio, ne ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ (Vol. I, Cap. 17, Centro Ed.Valtortiano .) il Gesù delle sue visioni – che aveva già in altra occasione stigmatizzato con la mistica il fatto che gli uomini scambino i racconti della Genesi per ‘favole’, perché la loro anima, lontana da Dio, non sa coglierne le ‘ispirazioni’ – spiega che quando la Genesi dice che ‘Dio fece l’uomo dominatore su tutto quanto era sulla terra’ ossia su tutto meno che su Dio ed i suoi angelici ministri, quel termine ‘dominare su tutto’ stava a significare che l’uomo avrebbe dovuto dominare sui suoi tre stati: lo stato inferiore, animale; lo stato di mezzo, morale; lo stato superiore, spirituale.
Tutti e tre gli stati erano rivolti al fine di possedere Dio, possederlo meritandolo con un ferreo dominio che tenesse sottomesse tutte le forze dell’io.
L’albero del bene e del male aveva un valore metaforico, simbolico: Dio aveva dato all’uomo tutti i beni del Creato, solo che egli non doveva usurpare a Dio il diritto di essere il Creatore dell’uomo il quale avrebbe poi dovuto ‘propagarsi’ unicamente grazie all’amore di Dio che era in lui e senza ‘libidine di senso’.
Satana volle però togliere all’uomo la verginità intellettuale e tentò Eva ‘suscitandole riflessi e acutezze’ che prima non aveva. Eva ‘vide’, e volle ‘provare’.
La Carne era destata!
Eva allora ‘comprese’ perché ormai aveva la ‘malizia’.
‘Iniziò da sola il Peccato – dice ancora Gesù – lo portò a termine col compagno. Ecco perché sulla donna pesa condanna maggiore…’.

 

IL VALORE DELLA PUREZZA E QUELLO DELLA LIBIDO INSODDISFATTA DI FREUD

Certe femministe non saranno naturalmente soddisfatte per quanto attiene alla condanna ‘maggiore’, ma per ritornare al problema della castità sacerdotale, se il sacerdote è ministro di Dio e se egli deve essere il faro che illumina la notte di noi peccatori, è chiaro che egli deve cercare di essere un campione di spiritualità.
Egli, il pastore, deve imparare - prima ancora del suo gregge - a governare i suoi tre ‘stati’, cominciando da quello più basso - e cioè quello animale, del senso -  per arrivare più su a quello morale e quindi a quello spirituale.
Ecco la ragione del celibato del sacerdozio.
Ecco il valore della purezza: è il primo gradino per consentire di riguadagnare l’antica spiritualità che ci avvicina a Dio.
Sigmund Freud 1 sosteneva invece che ‘…il mancato soddisfacimento della fame e della sete, le due più elementari pulsioni di autoconservazione, non ha mai come conseguenza il loro mutarsi in angoscia mentre la conversione della libido insoddisfatta in angoscia fa parte dei fenomeni meglio conosciuti e più frequentemente osservati…’.
Portando alle estreme conseguenze questo pensiero freudiano potremmo dedurne che se l’uomo vuole liberarsi dalle angosce dovrebbe realizzarsi nella libido.
Personalmente ho sempre ritenuto perverse queste idee di Freud ma non vi dico quanta influenza e danni morali – diffuse ed amplificate dai suoi epigoni – esse abbiano avuto su tanta cultura moderna e sui costumi sociali contemporanei.

 

MATTEO E LA VIRILITA’ CASTA DI GESU’

Nella mia cultura di formazione laica e pagana – della quale conservo sempre un certo retaggio – avevo tuttavia sempre avuto una certa difficoltà preconcetta a coniugare virilità con castità.
Mi sembrava cioè che l’essere ‘casti’  fosse una ‘diminutio’ della propria virilità. Insomma una cosa dalla quale stare alla larga.
Che dire poi della ‘castità’ nel matrimonio?
A proposito di castità mi aveva fatto molto riflettere un altro passo delle visioni dell’Opera valtortiana.2
Era quello in cui Matteo, ben conosciuto a Cafarnao come un ‘pubblico peccatore’, raccontava ad un gruppo di discepoli – i quali chiedevano agli apostoli notizie sul ‘personaggio’ del Messia - che la cosa che più lo aveva colpito la prima volta che egli lo aveva visto era stata la ‘virilità casta’ di Gesù , virtù che  Matteo decise che avrebbe cominciato ad imitare - ancor prima di divenire discepolo - inibendosi i suoi bagordi…sessuali.
Matteo, peccatore ma non sposato, dichiarava di aver intuito che questa era una delle vie per raggiungere Gesù-Dio, e di essersi quindi interdetto per prima cosa il senso carnale, sgombrando così la via alla venuta di Dio ed alla resurrezione delle altre virtù che erano morte in lui: dalla continenza alla misericordia, da questa alla contrizione, dalla contrizione al superamento di tutto se stesso e all’unione con Dio.
Insomma, io avevo compreso dall’esempio di Matteo e dalla ‘virilità casta’ di Gesù che si può anche essere ‘casti’ pur continuando ad essere ‘virili’.

 

CASTITA’ NEL MATRIMONIO  E SESSUALITA’  

Quello della sessualità e della castità anche nel matrimonio è un argomento che ho già affrontato a più riprese in altri scritti3 che commentano brani dell’opera valtortiana.
E’ uno dei temi più complessi e – in un’ottica ‘laica’ – anche più controversi e difficili da accettare.
Eva, persa la Grazia - dopo il peccato di Disubbidienza e Superbia - peccò nel 'Sesso'.
Infatti l'uomo senza Grazia, cioè con lo spirito morto, non è più ‘uomo' ma ‘animale’. Solo che l'animale non fa 'sesso' ma si riproduce, mentre l'uomo - nella sua 'perversione' conseguente al Peccato originale (perversione carnale, morale e spirituale) non fa 'riproduzione' ma sesso. Ecco perché è ‘sesso’ per l'uomo ma non per l'animale: perché l'animale non ha il senso morale e spirituale dell'uomo.
Satana, cacciato dal Paradiso Celeste -  invidioso prima di Dio e poi degli uomini, figli di Dio - giurò vendetta, la giurò di fronte a Dio promettendogli che avrebbe impedito agli uomini di diventare Figli di Dio e di popolare quel Cielo per essi creato.
Dio rispose che nulla avrebbe potuto Satana se non con gli uomini di mala volontà, che comunque non avrebbero voluto essere figli di Dio ma figli suoi, perché per quelli di buona volontà Egli avrebbe mandato il suo Figlio, il Cristo, il Redentore, il Verbo di Dio che, fattosi Uomo, incarnatosi - per parlare da Uomo il Verbo di Dio - avrebbe insegnato la Dottrina vera per riportare il gregge perduto sulla strada del Paradiso.
L'offesa di Satana, la sofferenza conseguente alla perdita della Grazia e della perfezione umana di Adamo ed Eva, sarebbero diventate strumento per guadagnarsi il Cielo.
Le imperfezioni dell'io, quelle dello spirito sottomesso all'io a causa del Peccato, il loro combatterle, sarebbero diventate per l'uomo elemento di merito che l'avrebbe reso meritevole del Paradiso che - è bene non dimenticarlo mai - è Vita che dura in eterno.
La sessualità, dunque, il governo della sessualità - ma non solo di questa ma anche delle altre passioni che travolgono l'io e anche lo spirito imperfetto - diventa un elemento di prova e di vaglio.
Essa è un punto debole: il più debole dell'uomo decaduto. Satana punta su essa.
A  noi uomini fa credere che la sessualità è il massimo della virilità. E noi, superbi, ci costruiamo dentro un'immagine di superuomo che per essere tale, cioè 'virile', supervirile, deve essere soprattutto 'sessuale'.
La donna pure crede  che la femminilità, cioè la massima realizzazione di se stessa, sia la 'sessualità' ed a tal fine esercita il suo fascino sottile, come Eva fece con il Primo.
Ora, il 'guaio' - quello del Peccato Originale - è fatto.
Bisogna risalire la china, e la sessualità è uno degli ostacoli.
Dio non pretende, perché non è più possibile, che l'uomo dimentichi la sessualità, che ormai fa parte della sua natura pervertita dal peccato d'origine, ma chiede che l'uomo la governi.
Ho già detto che l'amor sessuale non è amore. Esso è puro godimento della carne, che è sempre di Satana, di quel Satana che avendo voluto trasformare l'uomo-spirituale in uomo-carnale, ha voluto orrendamente storpiare il concetto di amore spirituale.
E' sempre la Scimmia, l'eterna Scimmia, eterna perché dannata in Eterno, che vuole imitare Dio, ma nel Perverso .
L'uomo può però governare gli istinti sessuali della carne coniugandoli con l'amore spirituale, quello del coniugio benedetto da Dio.
L'amore sessuale nel Matrimonio, che oltre che coniugio è Sacramento, è benedetto da Dio ma esso deve essere rivolto ad una riproduzione santa, perché quando non è riproduzione è 'sesso' ma se è sesso vi deve essere almeno quell'amore spirituale fra le due anime che lo sublimi, e lo 'sublima' - si fa per dire - solo se non è sesso fine a se stesso ma se il sesso è quasi un prodotto indotto dell'unione spirituale.
Ecco cosa vuol dire 'castità nel matrimonio'.

 

PER QUESTO I SACERDOTI, MINISTRI DI DIO,  DEVONO ESSERE CASTI…

Dio - cosciente di tutto - non voleva, all'uomo decaduto, inibire il rapporto sessuale, perché il suo precetto fu quello che gli uomini - dico: uomini e donne - fossero uni nella carne, ma alla luce dello spirito, quello spirito che mai, mai, mai dobbiamo dimenticare.
La castità, o meglio la verginità del 'sacerdozio', sacerdotale o laico, rappresenta dunque una volontaria amputazione - sia da parte dell'uomo che della donna - di una delle pulsioni più forti.
L'uomo casto è un eroe: l'uomo casto sino in fondo, anche nei pensieri, perché si amputa volontariamente di uno dei bisogni più forti, se non il più forte.
Questo dal punto di vista della carne, mentre dal punto di vista morale e sociale rinuncia ad una delle prerogative che egli si è costruito, fra quelle primarie: l'essere 'virile' o 'femminile'.
La Castità è 'autocastrazione', è il massimo della 'virilità': la virilità morale e spirituale, non quella carnale, perchè 'Vir' significa 'Uomo' e il vero uomo, quello che Dio creò perfetto, è quello dello spirito, non della Carne.
Per questo i Sacerdoti, i ministri di Dio, devono essere casti.

Avremo ancora occasione di parlare di questi argomenti nella prossima puntata.


1 S.Freud: ‘Introduzione alla Psicoanalisi’ – Lez. 26: La teoria della libido e del narcisismo’

2 M.Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. V, Cap. 324.5 – Centro Ed. Valtortiano

3 G.Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Capp. 65 al 69 – Ed. Segno