(M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – Dettato del 22.8.32 – Centro Editoriale Valtortiano)
(La Sacra Bibbia: ‘Apocalisse di Giovanni’ – Ed. San Paolo, 1968)

5. Sarà allora il tempo del mio Regno sulla Terra…

5.1 L’Anticristo prossimo venturo e la ‘venuta intermedia’ di Gesù.

Avevo concluso il capitolo precedente con la promessa che vi avrei dato qualche spiegazione a proposito di quelle parole del Gesù valtortiano rivolte alle sue ‘voci’ future in merito ad un periodo di pace che sarebbe seguito alla seconda guerra mondiale, ad uno scatenamento successivo dell’Anticristo contro l’Umanità, alla sua sconfitta da parte del Re dei re.
Si tratta di riferimenti al testo dell’Apocalisse scritto da San Giovanni, opera al cui commento ho dedicato un libro intero1 nonché – con ‘tagli’ diversi – anche vari altri capitoli dei tre volumi2 della serie de “I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni” che precedono quello attuale
Si tratta di un tema molto complesso e mi permetto quindi di rinviare chi di voi sia interessato ad un suo approfondimento alla lettura di quanto da me già scritto.
E’ comunque doveroso qui almeno un cenno all’Apocalisse, scritta da San Giovanni verso la fine del primo secolo d.C..
Questa, è il testo profetico per eccellenza nel Nuovo Testamento e contiene tutta una serie di visioni nelle quali – anche per simboli che vanno spesso interpretati – si delinea il futuro dell’Umanità e della Chiesa, letto in chiave spirituale.
Il Gesù valtortiano fornisce alla mistica nell’Opera ‘I Quaderni…’ chiarimenti fondamentali per interpretarne più correttamente il significato.
Nell’opera di Giovanni viene rappresentato lo scenario di una ciclopica battaglia fra le forze del Bene e quelle del Male, battaglia fra angeli al servizio di Dio ed angeli decaduti al servizio di Satana, ma battaglia anche fra uomini dediti al bene e  altri dediti al male.
Satana, che ha subìto la sconfitta ad opera del Verbo che è sceso in terra per incarnarsi in Gesù Cristo ed ottenere dal Padre la Redenzione dell’Umanità grazie al suo Sacrificio d’amore, rivolge le sue ire e vendette contro i cristiani e contro la Chiesa cercando di distruggerla con scandali, divisioni ed eresie per impedirle di completare l’opera iniziata da Gesù per l’instaurazione progressiva del Regno di Dio in terra, nel cuore degli uomini.
Satana vuole la distruzione della Chiesa ma anche quella fisica e spirituale degli uomini, che vorrebbe tutti dannati ed ospiti in eterno del suo Regno.
Egli – grazie a due demoni che con lui costituiscono la triade infernale, la ‘Bestia del mare’ e la ‘Bestia della terra’ – alimenta negli uomini gli istinti peggiori.
La Bestia del mare rappresenta sostanzialmente la potenza politica.
Non il potere politico che discende da Dio, ma quelle manifestazioni di potenza che si ispirano al Peggio e che si traducono nel desiderio di sopraffazione e di conquista da parte dell’uomo che sottomette l’uomo.
Quelli che hanno adorato questa Bestia, nelle sue espressioni umane da essa stessa ispirate, periranno di spada come di spada hanno ucciso.
La Bestia della terra (detta anche ‘Falso Profeta’) ha il compito di fiancheggiare l’altra Bestia e possibilmente di spianarle la strada: è infatti il demone delle ideologie che vengono ispirate agli uomini, quegli stessi uomini che noi – a seconda dei punti di vista – crediamo talvolta ‘geni’ del pensiero filosofico, culturale, politico, per non dire anche ‘religioso’ nel caso delle deviazioni eretiche della Chiesa.
L’Anticristo può essere interpretato come lo ‘spirito’ per eccellenza di Satana che si diffonde e informa la società, ma che poi si concretizza anche nelle sue naturali personificazioni in uomini della sfera politica, culturale e religiosa, che se ne fanno strumenti più o meno consapevoli.
Nel corso della storia del cristianesimo sono apparsi di volta in volta personaggi che hanno racchiuso in se stessi e nel loro operato la caratteristica di ‘Anticristo’, cioè avversari di Cristo.
Si è trattato di un crescendo sempre maggiore, dai primi imperatori romani anticristiani fino alla rivoluzione francese con la messa a morte di migliaia di religiosi cattolici, lo sterminio dei cristiani della Vandea ed il trionfo del ‘laicismo’, e fino alla prima guerra mondiale, alla diffusione dell’ateismo e poi ancora alla seconda del secolo scorso, dopo la quale – come aveva spiegato il Gesù valtortiano alla mistica - vi sarebbe stato un periodo di pace.
Pace che non avrebbe dovuto trarre in inganno facendo pensare che l’Anticristo fosse stato sconfitto, ma che, anzi, sarebbe stata solo un intermezzo, una sorta di armistizio, che sarebbe tuttavia stato utilizzato dal Nemico per prendere fiato per un assalto ancora: lo scatenamento dell’ultimo degli Anticristo, l’Anticristo degli anticristi.
L’Apocalisse prevede la distruzione di Babilonia, nome dell’antica città pagana, nemica storica del vecchio Israele.
Nell’Apocalisse ‘Babilonia la grande’ viene rappresentata in visione come una gran meretrice assisa sopra una bestia e sulle acque dei mari.
Il Gesù valtortiano spiega che essa rappresenta però in figura la Terra, cioè l’intera Umanità, ormai corrotta e dedita al male e nemica del nuovo Israele, e cioè del popolo di Dio.
Tuttavia, proprio quando l’Anticristo, e cioè la Bestia del mare, crederà di aver vinto la sua battaglia in uno scenario tremendo di guerre materiali e spirituali, ecco apparire in cielo a cavallo sulle nubi di gloria un Condottiero, il ‘Figlio dell’Uomo’, il Verbo, il Fedele, il Verace, il Re dei re, che – invocato dai suoi santi che chiedono giustizia e seguito da un esercito di angeli pure a cavallo - con il soffio della sua bocca lo distruggerà e lo caccerà all’inferno insieme alla Bestia della terra, il Falso Profeta.
L’Umanità, tremendamente provata da questo immane disastro, comprenderà come tutto sia accaduto a causa del suo allontanamento da Dio. Si pentirà e si rivolgerà al Signore ritornato in trionfo.
Inizierà un lungo periodo di pace, materiale e spirituale, che nell’Apocalisse viene indicato - per ben sei volte consecutive nello spazio di pochi versetti - essere di mille anni.
Satana verrà allora ‘incatenato’ dagli Angeli di Dio nell’Inferno e messo nell’impossibilità di nuocere.
Ma dopo questo ‘millennio’, termine che sta forse ad indicare un lunghissimo periodo di tempo, gli uomini - dimentichi della lezione a suo tempo ricevuta - ricominceranno a peccare come e più di prima.
Satana sarà intanto di nuovo libero e – non più attraverso l’intermediazione dell’Anticristo ma questa volta personalmentescenderà in campo per muovere ancora una volta guerra ai cristiani.
E’ la guerra finale di Gog e Magog e verrà però sconfitto definitivamente.
Ecco quanto dice il Sacro Testo profetico:

Ap 19, 11-21:
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco.
Chi vi sta sopra è chiamato il Fedele, il Verace; Egli giudica e combatte con giustizia.
I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco; sul suo capo cinge molti diademi e porta scritto un nome che nessuno conosce se non lui solo;  è avvolto in un mantello di sangue e il suo nome è il Verbo di Dio.
Gli eserciti celesti lo accompagnano sopra cavalli bianchi, vestiti di bisso candido e puro.
Dalla bocca gli esce una spada acuta, per colpire le nazioni.
E’ lui che le governerà con verga di ferro; è lui che calca lo strettoio del vino della furibonda ira di Dio Onnipotente.
Egli porta sul mantello e sul fianco un nome scritto: Re dei re e Signore dei Signori.
Poi vidi un Angelo ritto sul sole, il quale gridò a gran voce a tutti gli uccelli che volano nel cielo: ‘Venite e radunatevi per il gran banchetto di Dio, per divorare le carni dei re, le carni dei generali, le carni dei valorosi, le carni dei cavalli e dei loro cavalieri, le carni di tutti, liberi e servi, piccoli e grandi!’
E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti, radunati per dar battaglia a colui che stava sul cavallo e al suo esercito.
Ma la bestia fu presa insieme col falso profeta – che a suo servizio aveva compiuto prodigi coi quali aveva sedotto coloro che portavano l’impronta della bestia e quelli che si prostravano davanti alla sua statua – e ancor vivi furono tutti e due gettati in uno stagno di fuoco e di zolfo ardente.
Gli altri furono uccisi dalla spada che usciva dalla bocca di colui che stava sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.

Ap 20, 1-6:
Poi vidi un Angelo che scendeva dal cielo, tenendo in mano la chiave dell’Abisso e una grande catena.
Egli afferrò il dragone, l’antico serpente, che è il diavolo, Satana, e lo incatenò per mille anni; e lo precipitò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non potesse più sedurre le nazioni, finché non fossero finiti i mille anni, dopo i quali deve essere sciolto per poco tempo.
Poi vidi dei troni, e le anime di coloro che furono martirizzati a cagione della testimonianza resa a Gesù e della parola di Dio, e tutti quelli che non avevano adorato la bestia, né la sua statua, né avevano ricevuto la sua impronta sulla loro fronte e sulle mani si sedettero sui troni e fu dato loro il potere di giudicare: e vissero e regnarono con Cristo per mille anni.
Ma gli altri morti non tornarono alla vita, finché non furono compiuti i mille anni.
Questa è la prima risurrezione.
Felice e santo chi è messo a parte della prima risurrezione!
Sopra questi la seconda morte non ha potere, ma essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo, e regneranno con lui per mille anni.

Ap 20, 7-10:
Passati i mille anni, Satana verrà sciolto dalla sua prigione, e uscirà per sedurre le nazioni poste ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per adunarle a battaglia: il loro numero è come l’arena del mare.
Essi salirono sull’ampiezza della terra e assalirono l’accampamento dei Santi e la città diletta.
Ma scese un fuoco dal cielo e li divorò.
E il diavolo, che li seduceva, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte nei secoli dei secoli.

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A questo brano segue, nell’Apocalisse, la visione della fine del mondo e della resurrezione dei morti con il Giudizio universale.
E’ il momento dell’ingresso dei ‘giusti’ di tutto il mondo con i loro corpi glorificati nella Gerusalemme celeste, e cioè il Regno dei Cieli, e della condanna dei malvagi – anch’essi con i loro corpi con i quali hanno pure peccato in vita - all’Inferno dove raggiungeranno Satana.

Come voi stessi avrete agevolmente la possibilità di rendervene conto, rileggendo i brani suddetti, secondo una interpretazione letterale del testo dell’Apocalisse, fra la prima venuta dell’Incarnazione e l’ultima per il Giudizio, ve ne sarebbe dunque una intermedia, quella del Verbo Vincente che si conclude con la sconfitta dell’Anticristo – e cioè dei due emissari di Satana, la Bestia del mare e la Bestia della terra, rappresentazioni dell’Anticristo nelle sue molteplici facce - e l’inizio del Regno ‘millenario’.
Come già detto, ma giova il ripeterlo per chiarire sempre meglio il concetto man mano che si avanza nei ragionamenti, il Gesù valtortiano – una sessantina di anni fa - collocava questa venuta intermedia alla fine di un lungo periodo di pace che sarebbe seguito alla seconda guerra mondiale, periodo che, dando uno sguardo retrospettivo agli ultimi decenni, sembra essere proprio quello che abbiamo lasciato alle nostre spalle.
E’ dopo questo periodo di pace effimera che si verificherà, a livello mondiale, la ‘grande tribolazione’ con la distruzione della ‘Babilonia’ di cui parla l’Apocalisse e la successiva instaurazione del Regno di Dio in terra.
A proposito dell’Umanità sempre più peccatrice e di ‘Babilonia’, ecco una delle tante spiegazioni che il Gesù di Maria Valtorta ha fornito a lei perché poi ne fossimo informati anche noi3:

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22.8.43
Dice Gesù:
Maria, ora ti prendo per mano per condurti nel punto più oscuro del libro di Giovanni.
I glossatori del medesimo hanno esaurito la loro capacità in molte deduzioni per spiegare a se stessi e alle folle chi sia la ‘Gran Babilonia’.
Con vista umana alla quale non erano estranee le scosse impresse da avvenimenti desiderati o da avvenimenti accaduti, hanno dato il nome di Babilonia a molte cose.
Ma come non hanno mai pensato che la ‘gran Babilonia’ sia tutta la terra?
Sarei un ben piccolo e limitato Iddio Creatore se non avessi creato che la Terra come mondo abitato!
Con un  palpito del mio volere ho suscitato mondi e mondi dal nulla e li ho proiettati, pulviscolo luminoso, nell’immensità del firmamento.
La Terra, di cui siete tanto orgogliosi e tanto feroci, non è che uno dei pulviscoli rotanti nell’infinito, e non il più grande.
Certo però è il più corrotto.
Vite e vite pullulano nei milioni di mondi che sono la gioia del vostro sguardo nelle notti serene, e la perfezione di Dio vi apparirà quando potrete vedere, con la vista intellettuale dello spirito ricongiunto a Dio, le meraviglie di quei mondi.
La Terra non è forse la gran meretrice che ha fornicato con tutte le potenze della terra e dell’inferno, e gli abitanti della Terra non hanno prostituito se stessi: corpi ed anime, pur di trionfare nel giorno della terra?
Sì che è così. I delitti della Terra hanno tutti i nomi di bestemmia, come li ha la Bestia con cui la terra e i suoi abitanti si sono alleati pur di trionfare. I sette peccati stanno come ornamento orrendo sul capo della Bestia che trasporta Terra e terrestri ai pascoli del Male, e i dieci corni, numero metaforico, stanno a dimostrare le infinite nefandezze compite pur di ottenere, a qualunque costo, quanto vuole la sua feroce cupidigia.
Non è forse la Terra inzuppata del sangue dei martiri, resa ebbra da questo liquore santo che bevuto dalla sua bocca sacrilega si è mutato in essa in filtro di ebbrietà maledetta?
La Bestia che la porta: compendio e sintesi di tutto il male compiuto da Adamo in poi pur di trionfare nel mondo e nella carne, trae dietro sé coloro che adorandola diverranno re di un’ora e di un regno maledetto.
Siete re come figli di Dio, ed è regno eterno.
Ma divenite re di un’ora e di un regno maledetto quando adorate Satana, il quale non può che darvi un effimero trionfo pagato a prezzo di un’eternità di orrore.
La Bestia – dice Giovanni – fu e non è.
Alla fine del mondo così sarà. Fu, perché realmente è stata; non è perché Io, il Cristo, l’avrò vinta e sepolta perché non sarà più necessaria, allora, ai trionfi del mondo.
Non è la Terra seduta sulle acque dei suoi mari e non s’è servita di questi per nuocere? Di che s’è servita? Popoli, nazioni, razze, confini, interessi, cibi, espansioni, tutto ha servito a lei per fornicare e compiere sterminati omicidi e iscariotici tradimenti.
Gli stessi suoi figli, nutriti da lei con sangue di peccato, compiranno la vendetta di Dio su lei, distruggendola, distruggendosi, portando la somma dei delitti contro Dio e contro l’uomo al numero perfetto che esige il tuonare del mio ‘Basta!’.
Ribollirà in quell’ora, fumando con odore grato al mio trono, il sangue dei martiri e dei profeti, e le zolle della terra, che hanno raccolto i gemiti degli uccisi in odio a Me,  e ne hanno ricevuto gli ultimi sussulti, getteranno un gran grido fatto di tutti quei gemiti santi e tremeranno di convulsione d’angoscia, scrollando le città e le case degli uomini dove si pecca e uccide e empiendo di voce che chiede Giustizia la volta dei Cieli.
E Giustizia sarà. Io verrò. Verrò perché sono Fedele e Verace. Verrò a dar pace ai fedeli e Giudizio santo ai vissuti.
Verrò col mio nome il cui senso è noto a Me solo e nelle cui lettere sono gli attributi principali di Dio di cui sono Parte e Tutto.
Scrivi: Gesù: Grandezza, Eternità, Santità, Unità.
Scrivi: Cristo: Carità, Redenzione, Immensità, Sapienza, Trinità, Onnipotenza (di Dio condensata nel nome del Verbo umanato).
E se ti pare che qualche attributo manchi, pensa che la Giustizia è compresa nella Santità perché chi è santo è giusto, la Regalità nella Grandezza, la Creazione nell’Onnipotenza.
Nel nome mio sono perciò proclamate le lodi di Dio.
Nome santo il cui suono atterra i demoni. Nome di Vita che dai Vita, Luce, Forza a chi ti ama e invoca.
Nome che è corona sul mio capo di vincitore della Bestia e del suo profeta che saranno presi, conficcati, sommersi, sepolti nel fuoco liquido ed eterno la cui mordente ferocia è inconcepibile a senso umano.
Sarà allora il tempo del mio Regno sulla Terra.
Vi sarà perciò una tregua nei delitti demoniaci per dar tempo all’uomo di riudire le voci del cielo.
Levata di mezzo la forza che scatena l’orrore, delle grandi correnti spirituali scenderanno come cascate di grazia, come fiumi di acque celesti, a dire parole di Luce.
Ma come non si raccolsero nei secoli le Voci isolate, cominciando da quella del Verbo, che parlano di Bene, così saranno sordi gli uomini, sordi sempre – meno i segnati del mio segno, gli amici miei dilettissimi tesi a seguire Me – sordi alle voci di molti spiriti, alle voci simili al rumore di molte acque che canteranno il cantico nuovo per guidare i popoli incontro alla Luce e soprattutto a Me: Parola eterna.
Quando l’ultimo tentativo sarà compiuto, Satana verrà per l’ultima  volta e troverà seguaci ai quattro angoli della terra, e saranno più numerosi della rena del mare.
Oh! Cristo! Oh! Gesù che sei morto per salvare gli uomini!
Solo la pazienza di un Dio può aver atteso tanto, aver fatto tanto, e aver ottenuto così poco senza ritirare agli uomini il suo dono e farli perire molto avanti l’ora segnata!
Solo la mia Pazienza che è Amore poteva attendervi, sapendo che come rena che filtra da un sottilissimo crivello qualche rara anima sarebbe venuta alla gloria rispetto alla massa che non sa, che non vuole filtrare attraverso il crivello della Legge, dell’Amore, del Sacrificio, per giungere a Me.
Ma nell’ora della venuta, quando, in veste di Dio, Re e Giudice, Io verrò per radunare gli eletti e maledire i reprobi, scagliandoli là dove l’Anticristo, la Bestia e Satana già saranno in eterno, dopo la suprema vittoria di Gesù Cristo, Figlio di Dio, Vincitore della Morte e del Male, a questi eletti che hanno saputo rimanere ‘vivi’ nella vita, ‘vivi’  nello spirito attendendo la nostra ora di trionfo, Io darò il possesso della celeste dimora, darò Me stesso senza soste e senza misura.
Tendi a quell’ora, Maria. Chiamala e chiamami con tutte le forze del tuo spirito.
Ecco, Io già vengo quando un’anima mi chiama. Insieme al Diletto che vide dalla Terra la gloria dell’Agnello, Figlio di Dio, la gloria del suo e tuo Gesù, dì, ad ogni palpito del tuo cuore: ‘Vieni, Signore Gesù’.

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5.2 La ‘fine dei tempi’ e la battaglia di Armageddon

Riepiloghiamo dunque e chiariamo meglio i concetti fin qui appresi.
I temi apocalittici ed escatologici, cioè quelli di origine profetica che riguardano il futuro dell’Umanità, esercitano sempre un certo fascino, velati e contornati come sono da un alone di mistero.
Forse qualcuno è convinto che l’Apocalisse - con quei suoi quattro immaginifici ‘cavalieri’ che tanto colpiscono la fantasia popolare - parli soprattutto della fine del mondo, dopo la guerra di Gog e Magog. Non è così.
Nell’Opera giovannea l’argomento specifico della fine del mondo è invece toccato per ultimo, quasi come fosse un normale esito finale che si dà per scontato.
Questa materia, a chi la legge per la prima volta, può sembrare complessa, e allora, riassumendo ancora una volta, possiamo schematizzare che nella interpretazione letterale dell’Apocalisse si possono individuare tre guerre fra il Bene e il Male.
La prima è quella in Cielo fra l’Arcangelo Michele ed i suoi Angeli da un lato e Lucifero con i ‘suoi’ angeli ribelli dall’altro. Lucifero, che diverrà Satana, viene sconfitto e cacciato sulla Terra.
La seconda è quella della cosiddetta ‘fine dei tempi’ che porta alla battaglia di Armageddon. La guerra si conclude – e ne abbiamo già accennato - con la sconfitta della ‘Bestia che proveniva dal mare’ (personaggio che  secondo i Padri della Chiesa è l’Anticristo armato di tutta la sua potenza politica)  e di una  seconda Bestia che veniva dalla terra, cioè il ‘falso profeta’, altro personaggio il quale aveva ‘due corna’ come di agnello ma che parlava come un ‘dragone’.
E’ appunto con questa vittoria sul Male, dopo una grande tribolazione, che Gesù-Verbo (Ap 19) ‘ritorna’ trionfalmente su di un cavallo bianco, seguito dai cavalieri degli eserciti celesti, per instaurare in maniera definitiva il ‘Regno di Dio’ in terra e far ‘incatenare’ dagli angeli Satana nell’Abisso per ‘mille anni’.
La terza guerra, quella della fine del mondo, si scatena dopo che – trascorsi i ‘mille anni’ – Satana viene liberato e - agendo questa volta direttamente, non più per l’interposta persona delle due ‘Bestie’ precedenti (Anticristo e falso profeta) - riesce a trovare nuovamente popoli disposti a seguirlo. Egli chiamerà a raccolta gli uomini delle nazioni di Gog e Magog, cioè le nazioni pagane avversarie del cristianesimo, ma verrà nuovamente sconfitto e rinchiuso per sempre nell’inferno dove rimarrà in compagnia della Bestia e dello Pseudo-profeta che lo stavano attendendo dai mille anni precedenti.

 

5.3 Renan, Loisy e… la ‘fine dei tempi’

Il termine di ‘fine dei tempi’ – nel linguaggio carismatico-profetico-escatologico – non sta dunque a significare ‘fine del mondo’ ma ‘fine di un’era’ della storia dell’Umanità dopo la quale se ne apre un’altra.
In un libro precedente vi avevo già accennato alla caustica opinione che il noto scrittore e giornalista cattolico Vittorio Messori ha del famoso Ernest Renan (1823-1892).
Quest’ultimo - francese, ex-seminarista, storico, filosofo e scrittore oltre che ‘teologo’ anticristiano – a proposito di temi apocalittici scriveva nella sua ‘Vita di Gesù’: ‘La prima Apocalisse del Vecchio Testamento, e cioè il Libro di Daniele, è un risorgimento del profetismo che riformulava – ma umanamente e non certo per ispirazione divina – la speranza di un Messia, un Figlio dell’Uomo che verrà sulle nubi del cielo, cioè un essere soprannaturale vestito di apparenze umane, incaricato di giudicare il mondo e presiedere all’età dell’oro, cioè il Regno di Dio in terra…, nei giudei l’aspettativa era al colmo,…l’attesa messianica era insomma una attesa frutto di frustrazioni e di sogni…’.
Ovviamente Renan – e ormai avrete anche compreso perché fu un ‘ex’-seminarista – negava la divinità ed il messianismo di Gesù Cristo.
Alfred Loisy (1857-1940), francese, sacerdote e iniziatore del modernismo, condannato dal Sant’Uffizio per i suoi scritti di esegesi biblica e poi scomunicato, non era di idee molto diverse rispetto al suo antesignano e connazionale Renan.
Nel suo libro ‘Le origini del cristianesimo’ scrive : ‘Egli (e cioè Gesù, ndr) insegnava che il Regno di Dio doveva venire subito, e predicava, se non la fine del mondo, per lo meno la fine dell’era presente, la fine del Regno di Satana e delle potenze infernali, l’avvento del Regno di Dio…, la resurrezione dei morti e il grande giudizio finale…’.
Vittorio Messori non  deve aver avuto una grande opinione neanche di Loisy se di lui ebbe a scrivere ‘…dal suo sogno di un cristianesimo rinnovato attraverso la lettura ‘scientifica’ della Bibbia, finisce, in vecchiaia, per rinnegare ‘tout court’ il Vangelo e vagheggiare una indistinta ‘religione dell’Umanità’ di stampo massonico, attribuendo un carattere di ‘Chiesa’ nientemeno che all’impotente e un po’ grottesco carrozzone della Società delle Nazioni…’.
Si può discutere su tutto quello che questi due campioni del positivismo e del modernismo dicono, ma non si può mettere in dubbio che essi – pur non credendo nel cristianesimo – non concordassero su quella che era la sostanza della predicazione cristiana dei primi secoli, che prevedeva appunto una sorta di ‘ritorno’ di Gesù per ‘giudicare’ e punire i nemici dei cristiani, sconfiggere il ‘figlio dell’iniquità’ (di cui parla San Paolo) detto anche Anticristo, instaurare finalmente l’età dell’oro, cioè il Regno di Dio in terra, figura del successivo Regno di Dio nei Cieli che sarebbe invece subentrato con la resurrezione dei corpi dopo la venuta finale del Giudizio universale, alla fine della storia dell’Umanità.
Questa loro ‘scaletta’ di eventi che i ‘nostri due’ attribuiscono alla predicazione cristiana dei primi secoli è d’altronde esattamente quella che emerge dalla interpretazione letterale del testo dell’Apocalisse di San Giovanni come abbiamo più sopra già spiegato.

 

5.4 Una venuta ‘intermedia’ occulta, nel segreto del cuore?

C’è però un ‘ma’. I santi Padri della Chiesa e la generalità dei primi cristiani – e ne fa fede anche una lettera di San Paolo – erano convinti che tale ‘ritorno’ di Gesù fosse imminente visto che – a causa delle feroci persecuzioni anticristiane – essi pensavano di essere proprio nel pieno della grande tribolazione di cui parlavano Apocalisse e Vangeli.
Si sbagliavano. Non avevano infatti ancora visto le persecuzioni successive della Rivoluzione francese e soprattutto quelle del XX° secolo. 4
Nel IV secolo d.C., tuttavia, Sant’Agostino - per togliersi dall’imbarazzo e dal sarcasmo dei pagani verso un ‘Dio’ che tardava tanto – pensò che il testo dell’Apocalisse dovesse essere forse interpretato non più nel senso letterale ma allegorico, assimilando e facendo coincidere questa venuta intermedia dell’Apocalisse, nella quale anche lui aveva fino ad allora creduto, con quella della Resurrezione.
Questo errore fu peraltro anche alla base delle credenze eretiche del ‘millenarismo’ perché ingenerò – nel corso del primo millennio – la convinzione che, decorsi i mille anni dalla data della Resurrezione, vi sarebbe stata intorno all’anno mille dopo Cristo la guerra di Gog e Magog con la venuta di Gesù per il Giudizio universale e quindi la fine del mondo di cui pure parlava l’Apocalisse.
Che la retrodatazione alla Resurrezione della venuta ‘intermedia’ dell’Apocalisse fatta da Agostino sia stato un errore di interpretazione, lo dimostrerebbe - a parte altre considerazioni teologiche – già il semplice fatto che non il primo millennio dopo la Resurrezione ma nemmeno il secondo millennio siano stati i ‘millenni’ di pace e di conversione del mondo al Verbo  Vincente. In questi due millenni il Satana dell’Apocalisse non solo non è stato ‘incatenato’ all’Inferno dagli Angeli del Signore insieme alla Bestia del Mare e della Terra, cioè l’Anticristo della potenza politica ed il Profeta delle false ideologie, ma sembra essersi addirittura ‘scatenato’ imperversando su tutta la terra.
Anzi, proprio nell’ultimo secolo del secondo millennio – oltre ai cento milioni di morti già accennati per il solo ventesimo secolo - si è realizzata la cosa spiritualmente più tremenda, la grande apostasia dei cristiani, e cioè la perdita della fede sia all’interno del clero, dimostrata anche dalla drammatica riduzione di vocazioni sacerdotali, sia fra i cristiani in genere, fra i quali quelli praticanti (poiché il cristiano vero si vede nella ‘pratica’ della vita vissuta) si sono ridotti al minimo storico con le chiese che appaiono ormai sempre più  vuote.
Nonostante la teoria di Sant’Agostino, San Bernardo di Chiaravalle - nel dodicesimo secolo - predicava tuttavia nelle chiese la venuta intermedia del Verbo, intermedia fra la prima venuta della Incarnazione e l’ultima del Giudizio universale.
Uomo di miracoli, un vero gigante spirituale, considerato il massimo genio del XII secolo, ascoltato da Re e Papi per la sua sapienza ed autorità dottrinaria, dottore della Chiesa, così egli predicava, come si legge anche nell’attuale Breviario5:

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Il Verbo di Dio verrà in noi. Conosciamo una triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti fra le altre due che sono manifeste.

Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini, quando, come egli stesso afferma, lo videro e lo odiarono.
Nell’ultima venuta ‘ogni uomo vedrà la salvezza di Dio’ (Lc 3,6) e vedranno colui che trafissero (cfr. Gv 19,37).
Occulta è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro anime ne sono salvate.
Nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà nella maestà della gloria.
Quindi questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima si manifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione…’.

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Ritengo interessante attirare l’attenzione sul fatto che San Bernardo interpreta la venuta intermedia come una venuta occulta, nel segreto del cuore, nella potenza dello Spirito Santo.
In sostanza come una grandiosa manifestazione pentecostale in cui il Verbo si rivela dentro di noi per realizzare dentro i nostri cuori il suo Regno in terra, a carattere universale.

Per ora basta così. Forse non ci mancherà l’occasione di approfondire ulteriormente questo importante argomento per renderlo ancora più chiaro.


1 G.L.: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ (Apocalisse e Nuovi Tempi) – Vol. II – Ed. Segno 2001

2 G.L: ‘I Vangeli di Matteo…’ – Vol. I, Capp. 10 e 11 – Ed. Segno, 2001
  G.L.: ‘I Vangeli di Matteo…’ – Vol. III, Capp. 7 e 8 – Ed. Segno, 2003

3 M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – Dettato del 22.8.43 – pagg. 156/160 – Centro Ed. Valtortiano

4 Nota: A quest’ultimo riguardo secondo un autorevole studio redatto anche con modelli matematici di calcolo è stato valutato che, su 36 miliardi di persone nate (e morte) in duemila anni, circa 70 milioni sarebbero stati i cristiani uccisi per la loro fede, dei quali ben 45 milioni nel solo XX secolo. Uccisi in tutto il mondo a vario titolo, cioè in una commistione di ideologia politica di regimi totalitari e di guerre con persecuzioni religiose, in Europa, Asia, Africa, Paesi arabi e America del Sud. Vedi di Antonio Socci: I nuovi perseguitati – pag. 32, Ed. Piemme, 2001. Nonché ‘World Christian Encyclopedia’, seconda Ed., 2 voll., di David B. Barret, GeorgeT. Kurian, Todd M. Johnson, Oxford University Press, 2001.

5 Vedi Breviario (Liturgia delle Ore, I° volume,Tempo di Avvento – Editrice Poliglotta Vaticana, 1975) dove nel Mercoledì della 1^ settimana di Avvento vi è uno stralcio tratto dai suoi ‘Discorsi’ (Disc. 5 sull’Avvento, 1-3; Opera omnia, Ed. Cisterc. 4, 1966, 188-190)