(M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Capp.17 –  Centro Ed. Valtortiano)
(G.L .: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Capp. 66-63 – Edizioni Segno)
(Voltaire: ‘Dizionario filosofico’ – Garzanti 1999)

3. Lucifero era angelo, il più bello degli angeli, inferiore a Dio soltanto…Eppure nel suo essere luminoso nacque un vapore di superbia che esso non disperse. Ma anzi condensò, covandolo. E da questa incubazione è nato il Male…

 

3.1 Ecco perché sulla donna pesa condanna maggiore….

Rivado col pensiero al brano di Vangelo di Luca del capitolo precedente.
Sembra quasi fiabesca l’immagine di quell’Angelo che appare alla Madonna.
Era anche un Angelo che non ‘scherzava’, Zaccaria ne sa qualcosa.
Praticamente Zaccaria e la Madonna – all’annunzio di una prossima nascita di un figlio – avevano risposto più o meno nella stessa maniera: ‘Ma come è possibile’?
Il primo probabilmente perché la moglie era vecchia, la seconda perché sapeva bene d’esser vergine.
Come mai al primo la punizione del rimaner muto e alla seconda invece tutte quelle parole…angeliche?
Credo che la ragione stia in quel più o meno di cui vi dicevo sopra: Zaccaria doveva averlo chiesto con un tono di incredulità, e forse anche con una punta di ironia, Maria invece doveva averlo chiesto con un senso di meraviglia.
Insomma, credo che sia stata tutta una questione di sfumature di voce, ma gli Angeli le sfumature le colgono benissimo…
Come avevamo detto all’inizio, Rousseau,Voltaire & Soci sostenevano che è l’organizzazione della società che rovina l’uomo, che al contrario nasce naturalmente buono, negavano di conseguenza il Peccato originale, ricavandone quindi che Gesù non fu Dio-Redentore perché non c’era niente da redimere.
Ad esempio Voltaire  nel suo Dizionario Filosofico, alla voce ‘Peccato Originale’, nel commentarne le conseguenze per l’Umanità, contestava – ritenendola favola - il fatto che Dio potesse aver condannato Adamo a morte per aver mangiato un frutto di un albero e diceva: ‘E’ oltraggiare Dio, è accusarlo della più assurda barbarie, osar dire che egli creò tutte le generazioni degli uomini per tormentarle con supplizi eterni, con il pretesto che il loro primo padre mangiò un frutto in un giardino…’.
Una volta il Gesù valtortiano aveva fatto una osservazione che mi aveva colpito: ‘Quelli che non mi amano è perché non mi conoscono…’.
Voltaire a mio avviso non dovrebbe pertanto essere condannato per la sua mancanza d’amore verso Gesù e i suoi insegnamenti perché – da questa sua frase che abbiamo citato ma più ancora da tutto il resto del suo Dizionario Filosofico – si capisce quanto fosse superficiale la sua conoscenza della dottrina cristiana e in genere delle tematiche ‘spirituali’.

Dovrebbe semmai esserlo per la sua presunzione nell’aver preteso di parlare con quella sua caratteristica capacità dialettica anche gradevole dal punto di vista letterario ma arrogante, di questioni che in realtà egli mostra di conoscere così male.

Ad esempio – parlando dell’anima, che egli ovviamente nega esistere nell’uomo – avanza tre supposizioni critiche (che egli con un escamotage dialettico attribuisce ad altri ma che in realtà si capisce è quel che egli stesso pensa) dicendo testualmente:

  1. O egli ha creato le anime fin dall’eternità e, in questo caso,  essendo infinitamente più antiche del peccato d’Adamo, non hanno alcun rapporto con lui;
  2. O le anime vengono create ogni volta che un uomo giace con una donna, e in questo caso Dio sta continuamente a spiare tutti gli incontri amorosi dell’universo, per creare spiriti che renderà eternamente infelici;
  3. O Dio è lui stesso l’anima di tutti gli uomini, e in questo caso si danna da sé;

 

 Poiché Voltaire ha ancora molti ammiratori ai nostri giorni, sarà allora bene continuare l’approfondimento di questa realtà dell’anima, del peccato originale, dell’albero, del frutto, delle pretesa condanna dell’uomo alla dannazione eterna, facendone meglio capire – anche attraverso il Gesù di Maria Valtorta - le varie implicazioni.

(M.Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Cap. 17 – Centro Edit. Valtortiano)

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17. La disubbidienza di Eva e l'ubbidienza di Maria.

5 marzo 1944.
Dice Gesù:
Non si legge nella Genesi che Dio fece l'uomo dominatore su tutto quanto era sulla terra, ossia su tutto meno che su Dio e i suoi angelici ministri?  Non si legge che fece la donna perché fosse compagna all'uomo nella gioia e nella dominazione su tutti i viventi?  Non si legge che di tutto potevano mangiare fuorché dell'albero della scienza del Bene e del Male? 
Perché?  Quale sottosenso è nella parola " perché domini "? Quale in quello dell'albero della scienza del Bene e del Male? 
Ve lo siete mai chiesto, voi che vi chiedete tante cose inutili e non sapete chiedere mai alla vostra anima le celesti verità?
La vostra anima, se fosse viva, ve le direbbe, essa che quando è in grazia è tenuta come un fiore fra le mani dell'angelo vostro, essa che quando è in grazia è come un fiore baciato dal sole e irrorato dalla rugiada per lo Spirito Santo che la scalda e illumina, che la irriga e la decora di celesti luci.  Quante verità vi direbbe la vostra anima se sapeste conversare con essa, se l'amaste come quella che mette in voi la somiglianza con Dio, che è Spirito come spirito è la vostra anima.  Quale grande amica avreste se amaste la vostra anima in luogo di odiarla sino ad ucciderla; quale grande, sublime amica con la quale parlare di cose di Cielo, voi che siete così avidi di parlare e vi rovinate l'un l'altro con amicizie che, se non sono indegne (qualche volta lo sono) sono però quasi sempre inutili e vi si mutano in frastuono vano o nocivo di parole, e parole tutte di terra.
Non ho lo detto: " Chi mi ama osserverà la mia parola, e il Padre mio l'amerà, e verremo presso di lui e faremo in lui dimora "?
L'anima in grazia possiede l'amore e, possedendo l'amore, possiede Dio, ossia il Padre che la conserva, il Figlio che l'ammaestra, lo Spirito che la illumina.  Possiede quindi la Conoscenza, la Scienza, la Sapienza.  Possiede la Luce.  Pensate perciò quali conversazioni sublimi potrebbe intrecciare con voi la vostra anima.  Sono quelle che hanno empito i silenzi delle carceri, i silenzi delle celle, i silenzi degli eremitaggi, i silenzi delle camere degli infermi santi.  Sono quelle che hanno confortato i carcerati in attesa di martirio, i claustrati alla ricerca della Verità, i romiti anelanti alla conoscenza anticipata di Dio, gli infermi alla sopportazione, ma che dico?, all'amore della loro croce.
Se sapeste interrogare la vostra anima, essa vi direbbe che il significato vero, esatto, vasto quanto il creato, di quella parola " domini " è questo: " Perché l'uomo domini su tutto. Su tutti i suoi tre strati. 
Lo strato inferiore, animale.  Lo strato di mezzo, morale.  Lo strato superiore, spirituale. 
E tutti e tre li volga ad un unico fine: possedere Dio ".
Possederlo meritandolo con questo ferreo dominio, che tiene soggette tutte le forze dell'io e le fa ancelle di questo unico scopo: meritare di possedere Dio.  Vi direbbe che Dio aveva proibito la conoscenza del Bene e del Male, perché il Bene lo aveva elargito alle sue creature gratuitamente, e il Male non voleva che lo conosceste, perché è frutto dolce al palato ma che, sceso col suo succo nel sangue, ne desta una febbre che uccide e produce arsione, per cui più si beve di quel suo succo mendace e più se ne ha sete.
Voi obbietterete: " E perché ce l'ha messo?  ". E perché! Perché il Male è una forza che è nata da sola, come certi mali mostruosi nel corpo più sano.
Lucifero era angelo, il più bello degli angeli.  Spirito perfetto, inferiore a Dio soltanto.  Eppure nel suo essere luminoso nacque un vapore di superbia che esso non disperse.  Ma anzi condensò covandolo.  E da questa incubazione è nato il Male. 
Esso era prima che l'uomo fosse.  Dio l'aveva precipitato fuor dal Paradiso, l'Incubatore maledetto del Male, questo insozzatore del Paradiso.  Ma esso è rimasto l'eterno Incubatore del Male e, non potendo più insozzare il Paradiso, ha insozzato la Terra.

Quella metaforica pianta sta a dimostrare questa verità. 
Dio aveva detto all'uomo e alla donna: " Conoscete tutte le leggi ed i misteri del creato.  Ma non vogliate usurparmi il diritto di essere il Creatore dell'uomo.  A propagare la stirpe umana basterà il mio amore che circolerà in voi, e senza libidine di senso ma per solo palpito di carità susciterà i nuovi Adami della stirpe.  Tutto vi dono.  Solo mi serbo questo mistero della formazione dell'uomo ".
Satana ha voluto levare questa verginità intellettuale all'uomo, e con la sua lingua serpentina ha blandito e accarezzato membra e occhi di Eva, suscitandone riflessi e acutezze che prima non avevano, perché la Malizia non li aveva intossicati.
Essa " vide ". E vedendo volle provare.  La carne era destata.
Oh! se avesse chiamato Dio!  Se fosse corsa a dirgli: " Padre!  Io son malata.  Il Serpente mi ha accarezzata e il turbamento è in me ". Il Padre l'avrebbe purificata e guarita col suo alito, che, come le aveva infuso la vita, poteva infonderle nuovamente innocenza, smemorandola del tossico serpentino ed anzi mettendo in lei la ripugnanza per il Serpente, come è in quelli che un male ha assalito e che, guariti di quel male, ne portano una istintiva ripugnanza. 

Ma Eva non va al Padre. Eva torna dal Serpente

Quella sensazione è dolce per lei.  " Vedendo che il frutto dell'albero era buono a mangiarsi e bello all'occhio e gradevole all'aspetto, lo colse e ne mangiò".
E " comprese ". Ormai la malizia era scesa a morderle le viscere.  Vide con occhi nuovi e udì con orecchi nuovi gli usi e le voci dei bruti.  E li bramò con folle bramosia.
Iniziò sola il peccato.  Lo portò a termine col compagno
Ecco perché sulla donna pesa condanna maggiore. 
E' per lei che l'uomo è divenuto ribelle a Dio e che ha conosciuto lussuria e morte. 
E' per lei che non ha più saputo dominare i suoi tre regni: dello spirito, perché ha permesso che lo spirito disubbidisse a Dio; del morale, perché ha permesso che le passioni lo signoreggiassero; della carne, perché l'avvilì alle leggi istintive dei bruti.  " Il Serpente mi ha sedotta " dice Eva.  " La donna m'ha offerto il frutto ed io ne ho mangiato " dice Adamo.  E la cupidigia triplice abbranca da allora i tre regni dell'uomo.
Non c'è che la Grazia che riesca ad allentare la stretta di questo mostro spietato.  E, se è viva, vivissima, mantenuta sempre più viva dalla volontà del figlio fedele, giunge a strozzare il mostro ed a non aver più a temere di nulla.  Non dei tiranni interni, ossia della carne e delle passioni; non dei tiranni esterni, ossia del mondo e dei potenti del mondo.  Non delle persecuzioni.  Non della morte.  E'come dice l'apostolo Paolo: " Nessuna di queste cose io temo, né tengo alla mia vita più di me, purché io compia la mia missione ed il ministero ricevuto dal Signore Gesù per rendere testimonianza al Vangelo della Grazia di Dio

3.2 Ed io all’uomo malato ho dato la medicina: ho fatto innanzitutto sentire la voce dei profeti…poi ho inviato il Figlio, lui stesso Medicina…ma l’uomo attuale deve tornare ad esser dominatore dei suoi tre stati.

Stavo proprio meditando il ‘dettato’ del Gesù della Valtorta che avete appena letto quando – scrivendo il mio libro - la mia ‘Luce’ ad un certo punto intervenne e disse…

(G.Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 66 – Ed. Segno)

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66. Dio fece l’uomo dominatore su tutto quanto era sulla terra...

Gesù, in questo Capitolo del 'Poema', spiega alla Valtorta e rimprovera il fatto che gli uomini scambino i racconti dela Genesi per 'favole', perchè la loro anima, lontana da Dio, non sa coglierne le 'ispirazioni'. Quando la Genesi dice - continua Gesù - che 'Dio fece l' uomo dominatore su tutto quanto era sulla terra', ossia su tutto meno che su Dio ed i suoi angelici ministri, quel termine: 'dominare su tutto', significava che l' uomo avrebbe dovuto dominare sui suoi tre stati: lo stato inferiore, animale; lo stato di mezzo, morale; lo stato superiore, spirituale.  Tutti e tre gli stati - continua Gesù - erano volti al fine di possedere Dio, possederlo meritandolo con un ferreo dominio che tenesse sottomesse tutte le forze dell' Io. La pianta del bene e del male aveva anche un valore metaforico, simbolico: Dio aveva dato agli uomini tutti i beni del Creato, solo non doveva 'usurpare' a Dio il diritto di essere il Creatore dell' uomo il quale avrebbe dovuto 'propagarsi' unicamente grazie all' amore di Dio che era in lui e 'senza libidine di senso'. Satana però volle togliere all' uomo la verginità intellettuale e tentò Eva 'suscitandole riflessi e acutezze' che prima non aveva. Eva 'vide', e volle 'provare'. La Carne era destata! Eva allora 'comprese' perchè ormai aveva la 'malizia'. "Iniziò  sola il peccato - dice ancora Gesù -  lo portò a termine col compagno. Ecco perchè sulla donna pesa condanna maggiore..."

Me ne rimango un poco a meditarci sopra. Cerco di immaginarmi la scena del Paradiso terrestre e di Eva che disobbedisce, decide di usurpare a Dio - seguendo la lusinga di Satana - il ruolo di 'creare' altri uomini, in sostanza di voler essere come Dio, e si ritrova - persa la Grazia, cioè lo stato di amicicia con Dio - fatta di 'carne', piena di 'malizia' - a 'procreare' in maniera 'animalesca'. Con la differenza che l' animale lo fa solo nei momenti della riproduzione e finalizzato alla riproduzione mentre l' uomo-animale lo fa per sesso...Già, per sesso! Beh, mi dico, non deve essere facile 'dominare' i tre stati. Ripenso un momento alla frase su Eva: '...iniziò sola il peccato... lo portò a termine col compagno. Ecco perchè sulla donna pesa condanna maggiore...'.  e fra me e me immagino sorridendo a quello che direbbero le 'femministe' convinte di essere 'vittima' unicamente dei sorprusi dell' uomo maschilista...

Luce:
Dio fece l' uomo dominatore su tutto  quanto era sulla terra,   l'uomo, questo smemorato : smemorato dalla malattia provocata dal Peccato Originale.

Già ti dissi che l' uomo è una unità psico-somatica, per usare un termine che vi piace e che voi utilizzate per indicare in realtà che l' uomo è carne fatta anche di psiche e che Io intendo per dire invece che l' uomo è Psiche, psiche, cioè anima, non fatta ma rivestita di carne.
L'uomo, dicevamo, è una unità psicosomatica. E quando il corpo viene danneggiato ne può essere danneggiata, a seconda dei casi, la psiche. Ma per la stessa legge, inversa, quando viene danneggiata la psiche  ne viene danneggiato anche il corpo.
Ed il peccato di origine - ti dissi - quale virus terribile danneggiò la psiche, cioè l'anima, privandola della Grazia e,  subito dopo, il corpo - dopo la psiche - ne venne compromesso.
Seguimi nel ragionamento, vieni con Me.
E' un pò quello che succede nelle vostre malattie, in certi vostri incidenti umani. Danneggiate ad esempio il cervello ( che è uno 'strumento' della Psiche, dell'Anima - ricordalo sempre -  e non un 'produttore' di psiche ), danneggiate dunque lo strumento e perdete la memoria di voi stessi, di chi siete, dell' identità vostra, da dove venite, dove andate.
Tu, nei tuoi affetti, hai toccato con mano questa tragica esperienza.
Ma poi il medico vi aiuta, vi rieduca, vi insegna a riacquistare la memoria di voi stessi, vi 'riabilita' il corpo e con esso la mente.
Dunque - dicevo - il medico vi riabilita...
Ma quale è il Medico perfetto se non il Padre vostro ?
Ed Io all' uomo malato - contagiato nella Psiche dal virus estesosi, sempre per contagio, al corpo in forza dell' unità psicosomatica, poichè ti ho già spiegato che la Psiche, ripeto: l' Anima, permea ogni atomo del corpo - ho dato la 'medicina'.
Ho fatto innanzitutto sentire la voce dei Profeti miei per fare nuovamente sapere all' uomo, caduto e imbarbarito, la sua figliolanza.
L' evoluzione, ti dissi, fu 'discendente'. Ciò rientra nel mio 'ordine' che non ama 'rotture' istantanee. La Creazione non fu 'istantanea', anche perchè per me il 'tempo' non esiste. L' evoluzione 'ascendente' dell' universo fu 'ordinata', cioè 'progressiva', 'graduale'. E così l' involuzione dell' uomo, che è anch' essa una forma negativa di evoluzione.
Adamo ed Eva (ed i loro discendenti) persero subito la Grazia, per la disobbedienza, e con la Grazia le sue virtù, ma - a parte Caino - non erano ancora capaci di fare veramente il Male, non si erano ancora perfezionati nel Male. La loro Psiche, cioè la loro Anima, era stata 'danneggiata' ma il virus, come spesso  succede in tante vostre malattie, prima 'incubò', poi si estese gradatamente, sempre di più, compromettendo sempre di più l' anima ed il corpo. Per questo i primi uomini, come leggi nella Bibbia, vissero così a lungo. E' verità, non favola.  E la ragione è quella che ti ho spiegato. Le funzioni corporee decaddero progressivamente, col tempo. La Morte arrivò, ma ritardata nel tempo rispetto ad ora.  Ma man a mano che il male contagioso si estendeva, mano a mano che il primo uomo ed i successivi si specializzavano nel Male, si specializzavano spiritualmente, cioè psichicamente, intellettualm- mente, anche il corpo decadeva e la vita si accorciava, il corpo si indeboliva e le malattie di conseguenza aumentavano. Non selezione della specie, la robustezza dei primi uomini: chè voi tutto interpretate in termini di 'specie', cioè di animalità, ed in termini di 'selezione', cioè di evoluzione naturale, considerandovi voi per primi degli animali mentre vi dite padroni dell' universo.
Poi ho inviato il Figlio, lui stesso 'Medicina', che si è dato a voi in carne, sangue e Spirito per riscattare non la salute del vostro corpo ma quella dell' Anima affinchè in Grazia ( quella che deriva dalla applicazione pratica, dico pratica, della sua dottrina) essa potesse - con la ferita 'cicatrizzata': cioè con i 'fomiti' rimasti e fonte di pulsioni - sperare, grazie alla buona volontà, di tornare al Cielo, da Me.
Ma per tornare a me, l' uomo attuale, come il Primo, deve tornare ad essere dominatore dei suoi tre stati: quello spirituale, quello morale, quello animale, cioè della carne.
Come l' uomo malato e poi 'riabilitato' non sempre recupera la piena efficienza originaria se danneggiato gravemente (come voi foste dal Peccato d' Origine), così voi ora non potete ottenere, neanche con la Grazia, il pieno recupero. E allora dovete 'dominare', nel senso che allora dovete 'conquistare' quel dominio che una volta vi fu dato gratuito, dovete conquistarlo con la vostra fatica: con la buona volontà, che è fatica.
E sempre conquista imperfetta sarà ma -  perchè frutto di sforzo, di buona volontà - sarà più gradita a Me di quella di Adamo che nessuna fatica fece, che anzi rinunciò alla buona volontà, per cui mentre lui ebbe il privilegio, calpestato, di essere figlio di Dio, voi avrete il privilegio, conquistato, di essere figli miei, ma nella Gloria, quella che non avrebbe avuto Adamo avendo ricevuto in dono gratuito, quella che invece meritano i veri figli miei che si conquistano il Padre ed il suo Regno con il martirio di sè stessi, con il martirio del proprio 'io'.
Ma non ti preoccupare. Non ti preoccupi il 'martirio'. Non ti chiedo di fare l' eroe, chè troppo sarebbe. Ti chiedo solo di 'martirizzarti', questo lo chiedo a tutti, quel tanto che basta nei limiti molto limitati della vostra buona volontà. Voi, malati siete, e Io -  buon Padre - mi accontento di questo in attesa di guarirvi del tutto quando -  stanchi di una vita ma con la retta coscienza di aver fatto tutto il possibile, il 'vostro' possibile -  vi presenterete a Me per il Giudizio: non giudizio di Giudice per voi ma abbraccio del Padre che vi è padre, del Figlio che vi è fratello, dell' Amore che vi ama.              
                               
                       
Me ne resto un poco pensieroso a ragionare sulla 'storia' dell'evoluzione 'discendente' dell' uomo. Non mi 'quadra' tanto...

 Luce:                     
Ti chiarisco:

1.    Adamo

2.    Primi discendenti (uomo tornato primitivo)

3.    L'uomo viene da Me 'illuminato' perché impari a vivere in un ambiente ostile, aguzzando l'ingegno ma con la mia ispirazione

4.    L'uomo faticosamente inizia l'evoluzione ascendente:  ma ascendente dal  punto di vista della 'civiltà' e del progresso materiali, utili ad un vivere meno duro

5.    L'uomo continua la sua evoluzione naturale verso la civiltà e verso un livello intellettuale (ripeto: intellettuale) superiore, che era quello che avrebbe dovuto consentire, quando Io venni 2000 anni fa, di intendere almeno intellettualmente i principi della dottrina cristiana
       
Rifletto, ancora assorto e - non so bene perché - ancora non del tutto convinto...

Luce:
Ti chiarisco ora meglio un concetto che altrimenti ti rode nell' interno perchè, nel tuo razionalismo sospettoso, ti nutri di dubbi e ti pare che quello che Io ti ho detto sulla evoluzione dell' uomo dopo Adamo non combaci con le vostre tesi scientifiche (tesi che vengono spesso smentite da voi stessi)  sull' uomo, sull'uomo delle caverne.
Già ti dissi degli uomini-bruti, di cui si trova un accenno nella Genesi: i discendenti di Caino - tornato animale, dei peggiori - frutti di un incesto con altri animali. I 'bruti', superbamente bruti nella loro belluinità, quelli che ancora oggi piacciono a molti di voi.
Tralasciamo però questa discendenza che venne sterminata dal Diluvio e della quale rimangono ancora i resti fossili che voi chiamate i 'progenitori' dell' uomo, in quanto simili alla scimmia dalla quale in realtà in parte discendono perché, dopo aver fatto con la Grande Scimmia - con i Primi due - un incrocio spirituale, faceste - attraverso Caino - un secondo incrocio con la scimmia animale, per cui si può dire che incesto fu (non ti deve parer strana la parola, come strana ti è sembrata ) perchè Caino, figlio della Scimmia, si incrociò con una scimmia (chè a tanto era giunta la sua depravazione), non scimmia di adesso: scimmia di allora, qualità, come tante altre, distrutta dal Diluvio.
Dunque, considera invece i discendenti di Adamo, quelli 'buoni'.
Adamo viveva in una civiltà naturale, in un ambiente dove non bisognava 'procurarsi' e guadagnarsi niente, perchè tutto era gratuito. Poi dovette cominciare a 'vivere', cioè a faticare e guadagnare. Dal punto di vista tecnologico dell' uomo moderno, questo stato era certo 'primitivo', e così doveva essere perché altrimenti Castigo non sarebbe stato. L' uomo dovette cercare un riparo, e lo trovò nelle caverne, poi se ne fece dei migliori.  L' uomo scoperse il fuoco e lo utilizzò. L' uomo aiutato da Me, aiutato dallo Spirito, con la sua povera intelligenza decaduta, piano-piano scopriva e conquistava, conquistava e scopriva, e quindi ascendeva, dal punto di vista del sapere e della cosiddetta civiltà. Poi gradatamente venne l' uomo che ora chiami 'moderno'.

E' occorso troppo tempo ? Ma cosa è il tempo per Me ? E quanto ne è occorso allora per formare l' universo e la terra ?
Il 'vostro' tempo non è. Esso rientra nel vostro 'ordine', non nel mio che è un Eterno Presente.

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Vedete dunque che ora – fra il Gesù della Valtorta e la ‘Luce’ del mio Subconscio creativo - sul Peccato originale vi è materia abbondantissima di riflessione.

 

3.3 Tu credi che qui sia del Male? No. Dio te l’ha detto, poiché vi vuol tener schiavi del suo potere. Credete d’esser re? Non siete neppur liberi come lo è la fiera. Ad essa è concesso di amarsi d’amor vero…

Riassumendo…
L’uomo è una unità psicosomatica, psiche, cioè anima, più corpo.
La Psiche si ‘ammala’ e ‘contagia’ il corpo, che va a rotoli, come l’anima.
Di qui egoismo, odio e tutto il resto, non escluso il decadimento fisico e la morte: insomma il dolore.
Ma Dio è Buono, e allora si serve dello stesso dolore – non voluto da Lui ma provocato da Satana e da noi stessi – per ‘purificarci’ e per salvarci, sempre che ci mettiamo un po’ di buona volontà.
Ma l’uomo decaduto, con lo spirito morto, ascoltava malvolentieri la voce dei profeti. Ci voleva allora molto di più: un Dio che si incarnasse e che ‘soffrisse’, ma di una sofferenza da Dio, capace di espiare per noi le tremende offese che l’Umanità aveva fatto a Dio.
Mentre nell’antichità ebraica l’uomo per farsi perdonare i propri peccati offriva in espiazione a Dio una ‘vittima’, animale o frutto della terra che fosse, ora con l’avvento di Cristo avviene la sublimazione del Sacrificio.
La vittima non è più un animale innocente che paga lui per  le colpe dell’uomo peccatore.
La vittima ora è l’uomo.
L’Uomo-Dio innanzitutto perché - accollatisi i peccati complessivi dell’Umanità - la riscatta con il proprio Sacrificio, l’uomo normale in secondo luogo perchè – accettando la conversione ed un vivere ‘cristiano’ - immola se stesso, combattendo contro il proprio ‘Io’, per riacquistare parte della spiritualità perduta.
Ecco la necessità di tornare a dominare  – anche in maniera imperfetta – i famosi tre stati: spirituale, morale, animale.
Sarà questo ‘immolarsi’ giornaliero, raggiunto attraverso la mortificazione del nostro ‘Io’   quello che ci farà meritare la ‘gloria’.

Non siete ancora del tutto convinti? Ed allora ve lo faccio dire anche da Maria Valtorta, o meglio da Maria SS.:

(M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Cap. 17, Centro Ed. Valtortiano)

8 marzo 1944.
Dice Maria:
Nella gioia, poiché quando ho compreso la missione a cui Dio mi chiamava fui ripiena di gioia, il mio cuore si aprì come un giglio serrato e se ne effuse quel sangue che fu zolla al Germe del Signore.
Gioia di esser madre.
M'ero consacrata a Dio dalla prima età, perché la luce dell'Altissimo m'aveva illuminato la causa del male del mondo ed avevo voluto, per quanto era in mio potere, cancellare da me la traccia di Satana.
Io non sapevo di esser senza macchia.  Non potevo pensare d'esserlo.  Il solo pensarlo sarebbe stata presunzione e superbia, perché, nata da umani genitori, non m'era lecito pensare che proprio io ero l'Eletta ad esser la Senza Macchia.
Lo Spirito di Dio mi aveva istruita sul dolore del Padre davanti alla corruzione di Eva, che aveva voluto avvilire sé, creatura di grazia,  ad un livello di creatura inferiore.
Era in me l'intenzione di addolcire quel dolore riportando la mia carne alla purezza angelica col serbarmi inviolata da pensieri, desideri e contatti umani.  Solo per Lui il mio palpito d'amore, solo a Lui il mio essere.  Ma, se non era in me arsione di carne, era però ancora il sacrificio di non esser madre.
La maternità, priva di quanto ora la avvilisce, era stata concessa dal Padre creatore anche ad Eva. 
Dolce e pura maternità senza pesantezza di senso!  Io l'ho provata!  Di quanto s'è spogliata Eva rinunciando a questa ricchezza!  Più che dell'immortalità.  E non vi paia esagerazione. Il mio Gesù, e con Lui io, sua Madre, abbiamo conosciuto il languore della morte. Io il dolce languore di chi stanco si addormenta, Egli l'atroce languore di chi muore per la sua condanna.  Dunque anche a noi è venuta la morte.  Ma la maternità, senza violazioni di sorta, è venuta a me sola, Eva nuova, perché io potessi dire al mondo di qual dolcezza fosse la sorte della donna chiamata ad esser madre senza dolore di carne.  E il desiderio di questa pura maternità poteva essere ed era anche nella vergine tutta di Dio, poiché essa è la gloria della donna
Se voi pensate, poi, in quale onore era tenuta la donna madre presso gli israeliti, ancor più potete pensare quale sacrificio avevo compiuto consacrandomi a questa privazione.
Ora alla sua serva l'eterno Buono dava questo dono senza levarmi il candore di cui m'ero vestita per esser fiore sul suo trono.  Ed io ne giubilavo con la duplice gioia d'esser madre di un uomo e d'esser Madre di Dio. 
Gioia d'esser Quella per cui la pace si rinsaldava fra Cielo e Terra.
Oh! aver desiderato questa pace per amore di Dio e di prossimo, e sapere che per mezzo di me, povera ancella del Potente, essa veniva al mondo!  Dire: " Oh! uomini, non piangete più.  Io porto in me il segreto che vi farà felici.  Non ve lo posso dire, perché è sigillato in me, nel mio cuore, come è chiuso il Figlio nel seno inviolato.  Ma già ve lo porto fra voi, ma ogni ora che passa è più prossimo il momento in cui lo vedrete e ne conoscerete il Nome santo ".
Gioia d'aver fatto felice Iddio: gioia di credente per il suo Dio fatto felice.
Oh! l'aver levato dal cuore di Dio l'amarezza della disubbidienza d'Eva!  Della superbia d'Eva!  Della sua incredulità!
Il mio Gesù ha spiegato di qual colpa si macchiò la Coppia prima. 
Io ho annullato quella colpa rifacendo a ritroso, per ascendere, le tappe della sua discesa.
Il principio della colpa fu nella disubbidienza.  " Non mangiate e non toccate di quell'albero " aveva detto Iddio.  E l'uomo e la donna, i re del creato, che potevano di tutto toccare e mangiare fuor che di quello, perché Dio voleva non renderli che inferiori agli angeli, non tennero conto di quel divieto.
La pianta: il mezzo per provare l'ubbidienza dei figli.
Che è l'ubbidienza al comando di Dio?  E' bene, perché Dio non comanda che il bene. 
Che è la disubbidienza?  E' male, perché mette l'animo nelle disposizioni di ribellione su cui Satana può operare.
Eva va alla pianta da cui sarebbe venuto il suo bene con lo sfuggirla o il suo male coll'avvicinarla.  Vi va trascinata dalla curiosità bambina di vedere che avesse in sé di speciale, dall'imprudenza che le fa parere inutile il comando di Dio, dato che lei è forte e pura, regina dell'Eden, in cui tutto le ubbidisce e in cui nulla potrà farle del male. 
La sua presunzione la rovina.  La presunzione è già lievito di superbia.
Alla pianta trova il Seduttore il quale, alla sua inesperienza, alla sua vergine tanto bella inesperienza, alla sua maltutelata da lei inesperienza, canta la canzone della menzogna.  " Tu credi che qui sia del male?  No. Dio te l'ha detto, perché vi vuol tenere schiavi del suo potere.  Credete d'esser re?  Non siete neppur liberi come lo è la fiera.  Ad essa è concesso di amarsi di amor vero.  Non a voi.  Ad essa è concesso d'esser creatrice come Dio.  Essa genererà figli e vedrà crescere a suo piacere la famiglia.  Non voi.  A voi negata è questa gioia.  A che pro dunque farvi uomo e donna se dovete vivere in tal maniera? Siate dèi.  Non sapete quale gioia è l'esser due in una carne sola, che ne crea una terza e molte più terze?  Non credete alle promesse di Dio di avere gioia di posterità vedendo i figli crearsi nuove famiglie, lasciando per esse e padre e madre.  Vi ha dato una larva di vita: la vita vera è di conoscere le leggi della vita.  Allora sarete simili a dèi e potrete dire a Dio: 'Sia-mo tuoi uguali' ".
E la seduzione è continuata, perché non vi fu volontà di spezzarla, ma anzi volontà di continuarla e di conoscere ciò che non era dell'uomo. 
Ecco che l'albero proibito diviene, alla razza, realmente mortale, perché dalle sue rame pende il frutto dell'amaro sapere che viene da Satana.  E la donna diviene femmina e, col lievito della conoscenza satanica in cuore, va a corrompere Adamo. 
Avvilita così la carne, corrotto il morale, degradato lo spirito, conobbero il dolore e la morte dello spirito privato della Grazia, e della carne privata dell'immortalità.  E la ferita di Eva generò la sofferenza, che non si placherà finché non sarà estinta l'ultima coppia sulla terra.
lo ho percorso a ritroso la via dei due peccatori.  Ho ubbidito.  In tutti i modi ho ubbidito.  Dio m'aveva chiesto d'esser vergine.  Ho ubbidito.  Amata la verginità, che mi faceva pura come la prima delle donne prima di conoscere Satana, Dio mi chiese d'esser sposa. Ho ubbidito. riportando il matrimonio a quel grado di purezza che era nel pensiero di Dio quando aveva creato i due Primi.  Convinta d'esser destinata alla solitudine nel matrimonio e allo sprezzo del prossimo per la mia sterilità santa, ora Dio mi chiedeva d'esser Madre.  Ho ubbidito.  Ho creduto che ciò fosse possibile e che quella parola venisse da Dio, perché la pace si diffondeva in me nell'udirla.  Non ho pensato: " Me lo sono meritato ". Non mi son detta: " Ora il mondo mi ammirerà, perché sono simile a Dio creando la carne di Dio ". No. Mi sono annichilita nella umiltà.
La gioia m'è sgorgata dal cuore come uno stelo di rosa fiorita.  Ma si ornò subito di acute spine e fu stretta nel viluppo del dolore, come quei rami che sono avvolti dai vilucchi dei convolvoli.  Il dolore del dolore dello sposo: ecco la strettoia nel mio gioire. Il dolore del dolore del mio Figlio: ecco le spine del mio gioire.
Eva volle il godimento, il trionfo, la libertà. lo accettai il dolore, l'annichilimento, la schiavitù.  Rinunciai alla mia vita tranquilla, alla stima dello sposo, alla libertà mia propria.  Non mi serbai nulla.  Divenni l'Ancella di Dio nella carne, nel morale, nello spirito, affidandomi a Lui non solo per il verginale concepimento, ma per la difesa del mio onore, per la consolazione dello sposo, per il mezzo con cui portare egli pure alla sublimazione del coniugio, di modo da fare di noi coloro che rendono all'uomo e alla donna la dignità perduta.
Abbracciai la volontà del Signore per me, per lo sposo, per la mia Creatura.  Dissi: " Sì " per tutti e tre, certa che Dio non avrebbe mentito alla sua promessa di soccorrermi nel mio dolore di sposa che si vede giudicata colpevole, di madre che si vede generare per dare il Figlio al dolore.
" Sì " ho detto. Sì. E basta. Quel “si” ha annullato il "no” di Eva al comando di Dio.  "Sì, Signore, come Tu vuoi.  Conoscerò quel che Tu vuoi.  Vivrò come Tu vuoi.  Gioirò se Tu vuoi.  Soffrirò per quel che Tu vuoi.  Sì, sempre sì, mio Signore, dal momento in cui il tuo raggio mi fe' Madre al momento in cui mi chiamasti a Te.  Sì, sempre sì.  Tutte le voci della carne, tutte le passioni del morale sotto il peso di questo mio perpetuo sì.  E sopra, come su un piedestallo di diamante, il mio spirito a cui mancan l'ali per volare a Te, ma che è signore di tutto l'io domato e servo tuo.  Servo nella gioia, servo nel dolore.  Ma sorridi, o Dio.  E sii felice.  La colpa è vinta.  E' levata, è distrutta.  Essa giace sotto al mio tallone, essa è lavata nel mio pianto, distrutta dalla mia ubbidienza.  Dal mio seno nascerà l'Albero nuovo che porterà il Frutto che conoscerà tutto il Male, per averlo patito in Sé, e darà tutto il Bene.  A questo potranno venire gli uomini, ed io sarò felice se ne coglieranno, anche senza pensare che esso nasce da me.  Purché l'uomo si salvi e Dio sia amato, si faccia della sua ancella quel che si fa della zolla su cui un albero sorge: gradino per salire ".
Maria, bisogna sempre saper essere gradino perché gli altri salgano a Dio.  Se ci calpestano, non fa niente.  Purché riescano ad andare alla Croce.  E' il nuovo albero che ha il frutto della conoscenza del Bene e del Male, perché dice all'uomo ciò che è male e ciò che è bene perché sappia scegliere e vivere, e sa nel contempo fare di sé liquore per guarire gli intossicati dal male voluto gustare.  Il nostro cuore sotto ai piedi degli uomini, purché il numero dei redenti cresca e il Sangue del mio Gesù non sia effuso senza frutto.  Ecco la sorte delle ancelle di Dio.  Ma poi meritiamo di ricevere nel grembo l'Ostia santa e ai piedi della Croce, intrisa del suo Sangue e del nostro pianto, dire: "Ecco, o Padre, l'Ostia immacolata che ti offriamo per la salute del mondo.  Guardaci, o Padre, fuse con Essa, e per i suoi meriti infiniti dàcci la tua benedizione ".
Ed io ti do la mia carezza.  Riposa, figlia.  Il Signore è con te».

Dice Gesù:
« La parola della Madre mia dovrebbe sperdere ogni titubanza di pensiero anche nei più inceppati nelle formule.
(…)
Ho detto: " metaforica pianta ". Dirò ora: " simbolica pianta ". Forse capirete meglio.  Il suo simbolo è chiaro: dal come i due figli di Dio avrebbero agito rispetto ad essa, si sarebbe compreso come era in loro tendenza al Bene o al Male.  Come acqua regia che prova l'oro e bilancia d'orafo che ne pesa i carati, quella pianta, divenuta una " missione " per il comando di Dio rispetto ad essa, ha dato la misura della purezza del metallo d'Adamo e di Eva.
Sento già la vostra obbiezione: " Non è stata soverchia la condanna e puerile il mezzo usato per giungere a condannarli? “.
Non è stato.  Una disubbidienza attualmente in voi, che siete gli eredi loro, è meno grave che non fosse in essi. 
Voi siete redenti da Me.  Ma il veleno di Satana rimane sempre pronto a risorgere, come certi morbi che non si annullano mai totalmente nel sangue.  Essi, i due progenitori, erano possessori della Grazia senza aver mai avuto scoramento con la Disgrazia.  Perciò più forti, più sorretti dalla Grazia, che generava innocenza e amore.  Infinito era il dono che Dio aveva loro dato.  Ben più grave perciò la loro caduta nonostante quel dono.
Simbolico anche il frutto offerto e mangiato. 
Era il frutto di una esperienza voluta compiere per istigazione satanica contro il comando di Dio.  Io non avevo interdetto agli uomini l'amore.
Volevo unicamente che si amassero senza malizia; come lo li amavo con la mia santità, essi dovevano amarsi in santità d'affetti, che nessuna libidine insozza.
Non si deve dimenticare che la Grazia è lume, e chi la possiede conosce ciò che è utile e buono conoscere.  La Piena di Grazia conobbe tutto, perché la Sapienza la istruiva, la Sapienza che è Grazia, e si seppe guidare santamente.  Eva conosceva perciò ciò che le era buono conoscere.  Non oltre, perché è inutile conoscere ciò che non è buono.  Non ebbe fede nelle parole di Dio e non fu fedele nella sua promessa di ubbidienza
Credette a Satana, infranse la promessa, volle sapere il non buono, lo amò senza rimorso, rese l'amore, che lo avevo dato così santo, una corrotta cosa, una avvilita cosa. 
Angelo decaduto, si rotolò nel fango e sullo strame, mentre poteva correre felice fra i fiori del Paradiso terrestre e vedersi fiorire intorno la prole, così come una pianta si copre di fiori senza curvare la chioma nel pantano.
Non siate come i fanciulli stolti che lo indico nel Vangelo, i quali hanno udito cantare e si sono turati gli orecchi, hanno udito suonare e non hanno ballato, hanno udito piangere e hanno voluto ridere.  Non siate gretti e non siate negatori.  Accettate, accettate senza malizia e cocciutaggine, senza ironia e incredulità, la Luce.  E basta su ciò.
Per farvi capire di quanto dovete esser grati a Colui che è morto per rialzarvi al Cielo e per vincere la concupiscenza di Satana, ho voluto parlarvi, in questo tempo di preparazione alla Pasqua, di questo che è stato il primo anello della catena con cui il Verbo del Padre fu tratto alla morte, l'Agnello divino al macello.  Ve ne ho voluto parlare perché ora il novanta per cento fra voi è simile ad Eva intossicata dal fiato e dalla parola di Lucifero, e non vivete per amarvi ma per saziarvi di senso, non vivete per il Cielo ma per il fango, non siete più creature dotate d'anima e ragione ma cani senz'anima e senza ragione.  L'anima l'avete uccisa e la ragione depravata.  In verità vi dico che i bruti vi superano nella onestà dei loro amori ».

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3.4 Ma, sempre a proposito di Colpa, è come se avessi avuto un’ipoteca col Signore…

Bene, penso che possiamo concludere dicendo che il ‘contenzioso’ con Rousseau, Voltaire & Soci, almeno per oggi e per quanto concerne il Peccato originale e la Redenzione, è chiuso.
Ma – sempre a proposito di Colpa, volete sapere ancora una cosa?
Avete fatto caso che nel penultimo commento, quello di Maria Ss., si diceva che Lei aveva vinto la Colpa: levata, distrutta, lavata dal suo pianto, sotto il suo tallone…?
Bene, ora vi faccio conoscere una spiegazione curiosa che – sempre scrivendo il mio libro e mentre stavo meditando su questi ‘misteri’ – la mia ‘Luce’ proprio a questo proposito mi aveva dato:

(G.Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 63 – Ed. Segno)

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63. Maria lavò le colpe di Eva? Gesù riscattò il frutto


della Colpa, cioè il Peccato ?
    Il primo volume del 'Poema'  è quello che parla dell' infanzia di Gesù e vi giganteggia, anche se appare come  discretamente sfumata sullo sfondo, la figura di Maria S.S., prodiga di apparizioni e di 'dettati' all' altra  'piccola' Maria, la Valtorta. Quando avevo cominciato a leggere la prima volta quest' opera in dieci volumi, avevo preferito cominciare dal secondo, cioè dall' inizio dei tre anni di 'vita attiva'  di Gesù, densi di azione,  di discorsi di grande levatura spirituale ed intellettuale, e infine di miracoli descritti dalla Valtorta - che li vedeva in 'visione' -  con mirabile efficacia. Poi mi sono però accorto che il primo volume, con quel suo ritmo dolce e lento, era uno splendido 'gioiello' che era ben degno di dare il via al Poema non solo perchè descrive la prima parte della vita di Gesù, e anzi addirittura la nascita  ed i primi anni di infanzia della stessa Maria, ma perchè pone le basi per una migliore comprensione di tutto quello che avverrà dopo, della reale portata del Progetto Creativo di Dio e infine di come andasse inquadrato il Peccato Originale (vissuto da noi come una 'favola' ma che ha rappresentato invece il punto di inizio della 'tragedia' dell' Umanità e degli orrori che continuano a verificarsi in tutto il mondo), 'Peccato' sulla cui 'dottrina' verrà fatta una splendida trattazione di 28 pagine - 125/152 - nelle 'Lezioni sull' Epistola di Paolo ai romani' dove a parlare e ad ammaestrare la mistica è lo 'Spirito Santo'.
Nel primo volume dunque 'l'interprete' principale è Maria, e nel Cap. 25 lei 'parla' alla Valtorta e le spiega che con il suo 'sì' - sì alla accettazione di un matrimonio casto con Giuseppe (casto come 'puro', puro come Dio avrebbe voluto il matrimonio fra i Primi due), sì alla solitudine di un matrimonio casto ma senza figli, ma senza maternità, sì alla richiesta del Signore di essere, di divenire Madre, sì a tutto nonostante sapesse che avrebbe provocato dolore a Giuseppe (il quale non avrebbe creduto ad una sua maternità 'spirituale'), sì alla maternità del Figlio di Dio pur sapendo, per 'prescienza', che sarebbe stato Figlio del Dolore - con il suo 'sì' a tutto, con la sua Ubbidienza a tutto, Maria spiega che lei annullò la disubbidienza di 'Eva prima', disubbidienza che fu 'Colpa' e dalla quale nacque il Peccato...

Leggo e rifletto. Mi sembra di capire che - e mi pare un pò strano - la Colpa non fu 'lavata' dal Sangue del Cristo, come credevo, ma annullata dalla Ubbidienza di Maria, vera 'Eva', in quanto - così leggo - il 'principio' della Colpa era stato nella disubbidienza al comando di Dio di 'non mangiare e toccare di quell' albero...'. Ecco, credo di aver capito, ma non sono sicuro di aver capito bene. Ma allora  Cristo? Non fu Lui a 'lavare' la Colpa? Non ci capisco più niente!

Luce:
Il frutto della Colpa! Si dice, comunemente, che la mia Redenzione levò la Colpa, levò il frutto della Colpa, cioè il peccato, il Peccato.
Ma, come la Colpa nacque a seguito della Disobbedienza di Eva - e con la Colpa il Peccato primo, e quelli successivi - con l' Ubbidienza di Maria fu lavata e cancellata la Colpa prima, venendo - con la Redenzione  da me operata - riscattati i peccati dei primi due e di tutti i successivi affinchè - con la buona volontà - potessero sperare di tornare al Padre senza rimanere, i migliori, nel Limbo.
Quindi la Colpa cancellata fu dalla Madre mia. Il frutto della Colpa: il Peccato, riscattato fu da Me.
Questo devi capire. Questo devi capire per comprendere quanto sia stato grande il ruolo della vera Eva, la seconda, l' Ancella di Dio, quella che, non regina del Paradiso terrestre, non 'dominatrice' sulla Terra, aveva saputo, aveva voluto essere serva e dominata dall' Amore del suo Signore.
Mai abbastanza sarà compreso il ruolo della Madre mia, seconda - senza saperlo - dopo Dio.

Rileggo ma non riesco a far quadrare i 'conti'. Come si dice in gergo, mi 'incarto'.
Dunque, se Maria levò o lavò Lei la Colpa, e non Gesù, che invece  'riscattò' il frutto della Colpa, cioè il Peccato, con il suo incarnarsi per sacrificarsi, come è mai possibile che Lei avesse tolto la Colpa prima ancora che Lui si sacrificasse sulla Croce, 33 anni dopo?
I conti non tornano perchè sembra che Lei abbia lavato la Colpa prima ancora che Lui avesse 'riscattato' il Peccato. Mi sembra un controsenso...Non riesco a mettere a fuoco con lucidità questo concetto.

Luce:
E' come se tu avessi avuto  un' ipoteca con il Signore...
Quando hai un' ipoteca devi:
. pagare, cioè riscattarla
. cancellarla dagli 'Atti'
Maria e Gesù 'operarono' insieme'. Maria cancellò 'in anticipo' quel che Gesù avrebbe 'riscattato', pagando di persona, 'dopo'.
Ma in realtà, nello stesso momento in cui Maria disse il grande 'Sì', il Figlio si incarnò. E cancellazione e riscatto furono contestuali  anche se il ... 'pagamento' fu 'cambializzato' nel tempo... 33 anni dopo.

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Beh, che ve ne pare? L’avreste detto che la mia ‘Luce’ avesse anche il senso dello humour?