(Il Vangelo secondo Giovanni – La Sacra Bibbia – Cap. 20, 3-18 – Ed. Paoline)
(M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Capp. 619 e 620 – Centro Ed. Valtoriano)

12. Nessun mistero…nella Risurrezione. Nessuna allucinazione…delle donne, ma solo che (per gli uomini, si sa…) le donne son difficili da capire, no?

 

 Gv 20, 1-18:

Uscì dunque Pietro con l’altro discepolo e andarono al sepolcro.
Correvano tutte e due insieme, ma l’altro discepolo corse più svelto di Pietro e arrivò primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Arrivò anche Simon Pietro, che lo seguiva, entrò nella tomba e vide le bende per terra e il sudario, che era sul capo di Gesù, non  per terra con le bende, ma ripiegato in un angolo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto prima al sepolcro, vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti. Poi i discepoli ritornarono a casa.
Maria invece stava fuori, in lacrime, vicino al sepolcro.
Piangendo s’affacciò al sepolcro e vide due angeli vestiti di bianco, seduti l’uno al capo e l’altro ai piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
Essi le domandarono: «Donna, perché piangi?».
Rispose loro:«Perché hanno portato via il mio Signore e non so dove l’abbiano messo».
Detto questo si voltò e vide Gesù in piedi, ma non sapeva che era lui.
Gesù le domandò: «Donna, perché piangi? E chi cerchi?».
Ella, credendo che fosse l’ortolano, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai messo e io lo prenderò!».
Gesù le disse: «Maria!».
Ella, voltandosi, esclamò in ebraico: «Rabboni!», che significa: Maestro!
Gesù le disse, non trattenermi, perché non sono ancora asceso al Padre. Ma va’ dai miei discepoli e dì loro: ‘Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro’».
Maria Maddalena corse ad annunziare ai discepoli che aveva visto il Signore e le aveva detto tali cose.


12.1 Un vero e proprio ‘puzzle’

Bello questo racconto della Risurrezione.
Maria – da sola e, come dettto nel brano evangelico precedente, quando ancora era buio – arriva al sepolcro, non trova Gesù, torna di corsa indietro, grida a Pietro e all’altro discepolo (l’altro discepolo era il solito Giovanni che non si autonomina mai, per modestia) che ne hanno rapito il corpo, certo per farne sfregio e sottrarlo al culto dei discepoli e seguaci. Pietro e Giovanni rimangono esterrefatti, anzi impietriti. Roba da non credere. E di corsa si precipitano anche loro per strada fino al sepolcro, prima Giovanni che è il più giovane e corre di più, poi Pietro che anche se non fuma gli manca il fiato, e infine – un po’ indietro – di nuovo la Maddalena che è una donna ed è pertanto perdonata.
Giovanni muore dalla voglia di entrare ma, per rispetto, aspetta Pietro e gli cede il passo. Pietro entra, spalanca gli occhi nella penombra, mette a fuoco, nessuno, vuoto, la pietra tombale vuota, proprio come aveva detto la Maddalena. E le credettero, cioè credettero al trafugamento del cadavere perché – come annota subito dopo Giovanni – essi non avevano ancora ben compreso i passi della Scrittura che avevano predetto la sua risurrezione dai morti.
I due allora se ne tornano alla casa del Cenacolo perché qualcuno avrebbe pur dovuto avere il coraggio di dirlo a Maria SS…., ora.
Pioveva sul bagnato, insomma!
E Maria Maddalena, che era arrivata al sepolcro in ritardo e col fiatone,  ma tanto lei aveva visto tutto per prima, si ferma lì in quella specie di giardino, e piange desolata fuori dal sepolcro. Poi anche lei si affaccia alla soglia, guarda nella penombra, vede un chiarore, guarda meglio e…vede due angeli luminosi, uno da un lato e il secondo dall’altro lato della pietra tombale. Giovanni e Pietro non avevano guardato bene? No, è più facile che gli angeli – per volontà del Signore – non si fossero loro manifestati.
Quelli le chiedono perché pianga tanto. Lei risponde che le hanno rapito il Signore.
Detto questo, lei – che sente magari come uno sguardo su di sé – alza la testa e vede uno. E’ Gesù, ma lei lo scambia per l’ortolano. Quindi quello era un orto, non un giardino. E nell’orto c’era la tomba di Giuseppe d’Arimatea. Bel posto che avevan scelto per fare un orto, anzi per metterci una tomba.
L’uomo le chiede perché piange e chi cerca, e lei – singhiozzando e con gli occhi accecati dalle lacrime – risponde all’ortolano (che lei probabilmente ha ritenuto un complice dei rapitori) che per carità glielo restituisse, o gli dicesse dov’era, perché lei sarebbe andata a prenderselo, il corpo del suo Signore.
Al che Gesù – che non si era fatto riconoscere apposta, per farle una bella sorpresa, come avrebbe poi fatto anche con quegli altri due discepoli che quel giorno sarebbero andati ad Emmaus -  sfavilla di gioia e di luce, si trasfigura e le fa ‘Maria!’. E lei, spalancando finalmente gli occhi: ‘Rabboni!’.
Che scena! Da far venire i brividi anche a noi.
‘Non mi trattenere! Devo ancora ascendere al Padre. Vallo a dire ai discepoli!’.
E scompare come con l’effetto di una dissolvenza cinematografica.
Maria si ritrova da sola a guardare piante e fiori del giardino, anzi piante e frutti dell’orto.
Non c’è più nessuno, neanche gli angeli, silenzio assoluto, tranne il sole che nel frattempo è già sorto in un cielo rosa azzurro ed il canto felice degli uccelli perché – se ve ne foste dimenticati – è Pasqua.
E allora giù, nuovamente di corsa al cenacolo, a dire a quegli increduli che Gesù era risorto.
Bello. Veramente bello, se vi aiutate un po’ con la fantasia. Guai se non ci fosse la fantasia. Tutto il mondo lo vedremmo grigio.
Decido di dare un’occhiata agli altri tre vangeli per vedere se danno qualche notizia in più.
Prendo Matteo, leggo. Poi Marco, leggo. Infine Luca.
Rimango perplesso, come se qualcosa non quadrasse bene, non capisco bene cosa.
Vediamo un po’, ricapitolando, cosa raccontano:

Matteo (28,1-10):
Maria Maddalena e Maria d’Alfeo (che era la madre dei due apostoli Giacomo e Giuda, cugini di Gesù) vanno al sepolcro, all’alba.
Terremoto. Trovano le guardie tramortite. Vedono un solo angelo che aveva ribaltato la pietra d’ingresso e ci si era seduto sopra.
L’angelo dice loro che Gesù è risorto, gli fa vedere il sepolcro vuoto. Gli dice anche di avvisare i discepoli che Gesù li precederà in Galilea.
Le due corrono per andare a dare la notizia ai discepoli.

Ma ecco che Gesù appare loro andandogli incontro (cioè a Maria Maddalena e Maria d’Alfeo), le saluta e dice anche lui di avvisare i discepoli e di andare in Galilea dove essi lo vedranno.

OK?

Ora vediamo Marco (16, 1-10):
Maria Maddalena, Maria d’Alfeo e Salome (che è la moglie di Zebedeo e la madre degli altri due apostoli: Giacomo e Giovanni, cioè l’evangelista stesso) vanno al sepolcro con unguenti per imbalsamare Gesù, di buon mattino, quando il sole è già sorto.
Le tre donne vedono la pietra di ingresso ribaltata, non trovano le guardie tramortite e dentro, seduto a destra sulla pietra tombale, vedono anche loro un solo angelo.
Quello dice loro che Gesù è risorto, e gli fa vedere che non c’è più. Dice anche di avvisare i discepoli che Gesù li avrebbe preceduti in Galilea, dove sarebbe loro apparso.
Le tre rimangono però terrorizzate dalla apparizione dell’angelo e – fuori di sé dallo spavento – non capiscono più niente e anzi decidono di non dir niente a nessuno. Bella logica, le donne!

E ora Luca (14, 1-12):
Egli narra che ‘le donne che erano venute dalla Galilea e che avevano deposto Gesù al sepolcro’ il venerdì precedente (per chi non lo sapesse, qui andrebbero individuate almeno nelle due già menzionate Maria d’Alfeo e Salome) vanno al sepolcro di buon mattino.
Vedono la pietra di ingresso ribaltata, non vedono le guardie tramortite a terra. e nella tomba non trovano Gesù. Mentre, nella tomba, son lì che non sanno cosa pensare, gli appaiono non uno ma due angeli risplendenti che anche a loro dicono che Gesù è risorto, al terzo giorno, dopo esser stato dato in mano ai peccatori e crocifisso come egli stesso aveva a suo tempo già profetizzato quando parlava loro in Galilea.
Queste ritornano dagli apostoli e – più ‘furbe’ delle due precedenti del racconto di Marco -  raccontano tutto agli apostoli e agli altri.
Ma nessuno presta loro fede. Dice anzi Luca che le scambiarono per delle allucinate. Chissà i commenti! Anzi, adesso che ci penso, son state più furbe le due che avevan deciso di tener la bocca chiusa. Avevan capito tutto in anticipo!
Poi Luca continua dicendo che  tuttavia Pietro, alzatosi, corse al sepolcro, lo trovò vuoto e se ne tornò indietro meravigliato.Luca precisa però dopo che le varie donne che avevano riferito questi fatti agli apostoli erano state Maria di Magdala, Giovanna, Maria d’Alfeo e anche altre che erano con loro.

Lo capite adesso perché i conti non mi quadravano più?
Era buio? O l’alba? O il sole era già sorto? O invece  era di buon mattino? C’era un angelo oppure erano due? C’erano o non c’erano le guardie tramortite a terra? Chi erano e quante erano in realtà queste donne? Parlano o non parlano delle apparizioni?
Infatti Marco dice che Maria Maddalena, Maria d’Alfeo e Salome decidono di non dir niente a nessuno, mentre Giovanni dice invece che Maria Maddalena parla, eccome, mentre il fatto che Maria d’Alfeo e Salome parlino lo afferma anche Luca, tanto che aggiunge che gli apostoli non credettero loro e le scambiarono per allucinate? E Gesù?
Giovanni dice che Egli era apparso a Maria di Magdala.
Matteo dice che  a vederlo - insieme a Maria di Magdala - c’era anche Maria d’Alfeo.
Marco dice invece che Maria di Magdala e Maria d’Alfeo – e secondo Marco con loro due c’era anche Salome -  non avevano visto Gesù ma solo un angelo.
E quella ‘Giovanna’ di cui parla alla fine Luca, da dove salta fuori? E le ‘altre’ donne che egli dice che c’erano state?
Chi erano, quante erano queste donne? Tutte donne? Solo donne?       
Ecco perché non credettero, gli apostoli.
Ma qui non è questione di credere o non credere alle donne, perché neanche fra gli evangelisti-uomini  le versioni quadrano.

12.2 Ma meno male che le idee chiare -  pardon…, le visioni chiare - le ha la Valtorta

Non sarà per caso il caso - di fronte a tanta ‘inattendibilità’, il Signore mi perdoni – di andare a vedere cosa dice la Valtorta?

 

619. Le pie donne al Sepolcro.

2 aprile 1945.
Le donne, intanto, uscite dalla casa camminano rasente al muro, ombre nell'ombra.  Per qualche tempo tacciono, tutte imbacuccate e paurose di tanto silenzio e solitudine.  Poi, rassicurandosi alla vista della calma assoluta che è in città, si riuniscono in gruppo e osano parlare.
«Saranno già aperte le porte?» chiede Susanna.
«Certo.  Guarda là il primo ortolano che entra con le verdure. Va al mercato» risponde Salome.
«Ci diranno nulla?» chiede ancora Susanna.
«Chi?» domanda la Maddalena.
«I soldati, alla porta Giudiziaria.  Di li... entrano pochi ed escono meno ancora... Daremo sospetti ... ».
«E con ciò?  Ci guarderanno.  Vedranno cinque donne che vanno verso la campagna.  Potremmo essere anche persone che, fatta la Pasqua, andiamo ai nostri paesi».
«Però... Per non dare nell'occhio a qualche malintenzionato, perché non usciamo da un'altra porta e poi giriamo rasente alle mura? ... ».
«Allungheremo la strada».
«Ma saremo più sicure.  Prendiamo la porta dell'Acqua ... ».
«Oh!  Salome!  Se fossi in te, sceglierei la porta Orientale!  Più lungo il giro dovresti fare!  Occorre fare presto e tornare presto».  E’ la Maddalena questa così recisa.
«Allora un'altra, ma non quella Giudiziaria.  Sii buona ... », pregano tutte.
«E va bene. Allora, posto che volete così, passiamo da Giovanna.  Si è raccomandata di farglielo sapere.  Se fossimo andate dirette, si poteva fare senza.  Ma poiché volete fare un giro più lungo, passiamo da lei ... ».
«Oh! si.  Anche per le guardie messe là... Lei è nota e temuta ... ».
«Io direi di passare anche da Giuseppe d'Arimatea. E’ il padrone del luogo».
«Ma sì!  Facciamo un corteo, adesso, per non dare nell'occhio!  Oh! che pavida sorella che ho!  Piuttosto, sai Marta?  Facciamo così.  Io vado avanti e guardo.  Voi venite dietro con Giovanna.  Mi metterò in mezzo alla via, se c'è del pericolo, e mi vedrete.  E torneremo indietro.  Ma vi assicuro che le guardie, davanti a questo - io ci ho pensato (e mostra una borsa piena di monete) - ci lasceranno fare tutto».
«Lo diremo anche a Giovanna.  Hai ragione».
«Allora andate, che io vado».
«Vai sola, Maria?  Io vengo con te» dice Marta, timorosa per la sorella.
«No.  Tu va' con Maria d'Alfeo da Giovanna.  Salome e Susanna ti aspetteranno presso la porta, dalla parte di fuori delle mura.  E poi verrete per la via maestra tutte insieme.  Addio». 
E Maria Maddalena tronca altri possibili commenti andandosene veloce con la sua borsa di balsami e le sue monete in seno.
Vola, tanto va lesta nella strada che si fa più lieta nel primo rosare dell'aurora.  Passa la porta Giudiziaria per fare più presto.  Né nessuno la ferma...
Le altre la guardano andare, poi volgono le spalle alla biforcazione di vie dove erano e ne prendono un'altra, stretta e oscura, che poi si apre, in prossimità del Sisto, in una più vasta e aperta in cui sono belle case.  Si dividono ancora, Salome e Susanna procedendo per la via, mentre Marta e Maria d'Alfeo bussano al portone ferrato e si mostrano al finestrino (spioncino) che il portinaio socchiude.
Entrano e vanno da Giovanna che, già alzata e tutta vestita di un viola scurissimo che la fa ancora più pallida, manipola anche essa degli oli insieme alla nutrice ed a una servente.
«Siete venute?  Dio ve ne compensi.  Ma, non foste venute, sarei andata da me... Per trovare conforto... Perché molte cose sono rimaste turbate dopo quel tremendo giorno.  E per non sentirmi sola devo andare contro quella pietra e bussare e dire: 'Maestro, sono la povera Giovanna... Non mi lasciare sola anche Tu..."».
Giovanna piange piano ma con molta desolazione, mentre Ester, la nutrice, fa dei grandi segni indecifrabili dietro le spalle della padrona, intanto che le mette il mantello.
«Io vado, Ester».
«Dio ti conforti!».

Escono dal palazzo per raggiungere le compagne. E’ in questo momento che avviene il breve e forte terremoto, che getta di nuovo nel panico i gerosolimitani, ancora terrorizzati dagli avvenimenti del Venerdi.  Le tre donne tornano sui loro passi, precipitosamente, e nell'ampio vestibolo, fra le serve e i servi urlanti e invocanti il Signore, stanno paurose di nuove scosse...

...    La Maddalena, invece, è proprio al limitare del viottolo che porta all'orto dell'Arimatea quando la coglie il boato potente, e pure armonico, di questo segno celeste, mentre, nella luce appena rosata dell'aurora che si avanza nel cielo, dove ancora a occidente resiste una tenace stella, e che fa bionda l'aria fino allora verdolina, si accende una grande luce, che scende come fosse un globo incandescente, splendidissimo, tagliando a zigzag l'aria quieta.
Maria di Magdala ne è quasi sfiorata e rovesciata al suolo.
Si curva un momento mormorando: «Mio Signore!», e poi si raddrizza come uno stelo dopo il passar del vento e, ancora più ratta, corre verso l'ortaglia.
Vi entra veloce, andando, come un uccello inseguito e cercante il nido, verso il sepolcro di roccia.  Ma, per quanto vada veloce, non può essere là quando la celeste meteora fa da leva e da fíamma sul sigillo di calcina messo a rinforzo del pesante pietrone, né quando con fragore fínale la porta di pietra cade, dando uno scuotìo che si unisce a quello del terremoto che, se è breve, è di una violenza tale che atterra le guardie come morte.
Maria, sopraggiungendo, vede questi inutili carcerieri del Trionfatore gettati al suolo come un fascio di spighe falciate.  Maria Maddalena non riconnette il terremoto con la Risurrezìone.  Ma, vedendo quello spettacolo, crede che sia il castigo di Dio sui profanatori del Sepolcro di Gesù, e cade a ginocchio dicendo: «Ahimé!  Lo hanno rapito!». E’ veramente desolata e piange come una bambina che sia venuta sicura di trovare il padre cercato e trovi invece vuota la dimora.
Poi si alza e corre via per andare da Pietro e Giovanni.  E, dato che più non pensa che ad avvisare i due, non ricorda di andare incontro alle compagne, di arrestarsi sulla via, ma veloce come una gazzella ripassa per la strada già fatta, supera la porta Giudiziaria e vola per le strade che sono un poco più animate, si abbatte contro il portone della casa ospitale e lo batte e lo scuote furiosamente.
Le apre la padrona. «Dove sono Giovanni e Pietro?», chiede affannosa Maria Maddalena.
«Là», e la donna indica il Cenacolo.
Maria di Magdala entra e, appena è dentro, davanti ai due stupiti dice, e nella voce tenuta bassa per pietà della Madre è più affanno che se avesse urlato, dice: «Hanno portato via il Signore dal Sepolcro!  Chissà dove lo hanno messo!», e per la prima volta traballa e vacilla e, per non cadere, si afferra dove può.
«Ma come?  Che dici?», chiedono i due.
E lei, con affanno: «Sono andata avanti... per comperare le guardie... perché ci lasciassero fare.  Loro sono là come morte... Il Sepolcro è aperto, la pietra per terra... Chi?  Chi sarà stato?  Oh! venite!  Corriamo ... ».
Pietro e Giovanni si avviano subito.  Maria li segue per qualche passoPoi torna indietro.  Afferra la padrona di casa, la scrolla, violenta nel suo previdente amore, e le fischia in volto:«Guardati bene da far passare nessuno da Lei (e accenna la porta della stanza di Maria).  Ricòrdati che io sono la tua padrona. Ubbidisci e taci».  E poi la lascia esterrefatta e raggiunge gli apostoli, che a gran passi vanno verso il Sepolcro...

...    Susanna e Salome, intanto, lasciate le compagne e raggiunte le mura, vengono colte dal terremoto.  Impaurite, si rifugiano sotto una pianta e stanno là, combattute fra la smania di andare verso il Sepolcro e quella di scappare presso Giovanna.  Ma l'amore vince la paura e vanno verso il Sepolcro. . Entrano ancora sbigottite nell'ortaglia e vedono le guardie tramortite... vedono una grande luce uscire dal Sepolcro aperto. Si aumenta il loro sbigottimento e finisce di farsi completo quando, tenendosi per mano per farsi coraggio a vicenda, si affacciano sulla soglia e, nel buio della grotta sepolcrale, vedono una creatura luminosa e bellissima, dolcemente sorridente, salutarle dal posto dove sta: appoggiata a destra della pietra dell'unzione, che si annulla col suo grigio dietro a tanto incandescente splendore.  Cadono a ginocchi, sbalordite di stupore.
Ma l'angelo dolcemente parla loro: «Non abbiate timore di me. Sono l'angelo del divino Dolore.  Sono venuto per bearmi della fíne di esso.  Più non è il dolore del Cristo, il suo avvilimento nella morte.  Gesù di Nazaret, il Crocifisso che voi cercate, è risorto.  Non è più qui!  Vuoto è il posto dove era deposto.  Giubilate con me.  Andate.  Dite a Pietro e ai discepoli che Egli è risorto e vi precede in Galilea.  Là lo vedrete ancora per poco, secondo che ha detto».
Le donne cadono col volto a terra e quando lo alzano fuggono come fossero inseguite da un castigo.  Sono terrorizzate e mormorano: «Ora morremo!  Abbiamo visto l'angelo del Signore!».
Si calmano un poco in aperta campagna e si consigliano
Che fare?  Se dicono ciò che hanno visto, non saranno credute.  Se dicono anche di venire di là, possono essere accusate dai giudei di aver ucciso le guardie.  No. Non possono dire nulla, né agli amici, né ai nemici...
Pavide, ammutolite, tornano da altra via verso casa.  Entrano e si rifugiano nel Cenacolo.  Neppure chiedono di vedere Maria... E là pensano che quanto hanno visto non sia che un inganno del Demonio.  Umili come sono, giudicano che «non può essere che a loro sia stato concesso di vedere il messo di Dio.  E’ Satana che le ha volute impaurire per allontanarle di là».
Piangono e pregano come due bambine impaurite da un incubo...

... Il terzo gruppo, quello di Giovanna, Maria d'Alfeo e Marta, visto che nulla succede di nuovo, si decide ad andare là dove certo le compagne attendono.  Escono nelle strade, dove ormai vi è gente impaurita, che commenta il nuovo terremoto e lo ricollega ai fatti del Venerdi e vede anche quello che non c'è.
«Meglio se sono tutti spauriti!  Forse lo saranno anche le guardie e non faranno eccezioni» dice Maria d'Alfeo.  E vanno svelte verso le mura.

Ma, mentre loro vanno là, all'ortaglia sono già giunti Pietro e Giovanni, seguiti dalla Maddalena.  E Giovanni, più svelto, giunge per primo al Sepolcro.  Le guardie non ci sono più.  E più non c'è l'angelo.
Giovanni si inginocchia, timoroso e dolente, sulla soglia spalancata, e per venerare e per cogliere qualche indizio dalle cose che vede.  Ma non vede che ammucchiati per terra i pannilini messi sopra la sindone. «Non c'è proprio, Simone!  Maria ha visto bene.  Vieni, entra, guarda».
Pietro, col fiato grosso per il gran correre fatto, entra nel Sepolcro.  Aveva detto per via: «Io non oserò accostarmi a quel posto».  Ma ora non pensa altro che a scoprire dove può essere il Maestro.  E lo chiama anche, come Egli potesse essere nascosto in qualche angolo buio.
L'oscurità, in questa ora mattutina, è ancora forte nel profondo del Sepolcro, a cui dà luce solo la piccola apertura della porta su cui ora fanno ombra Giovanni e la Maddalena... E Pietro stenta a vedere, e deve aiutarsi con le mani a vedere... Tocca, e trema, il tavolo dell'unzione e lo sente vuoto...
«Non c'è, Giovanni!  Non c'è!... Oh! vieni anche tu!  Io ho tanto pianto che non ci vedo quasi in questa poca luce».
Giovanni si alza in piedi ed entra.  E, mentre lo fa, Pietro scopre il sudario posto in un angolo, ben piegato e con dentro la sindone arrotolata con cura.
«Lo hanno proprio rapito.  Le guardie erano non per noi, ma per fare questo... E noi l'abbiamo lasciato fare.  Coll'andarcene lo abbiamo permesso!...».
«Oh! dove lo avranno messo?».
«Pietro!  Pietro!  Ora... è proprio finita!».
I due discepoli escono annientati.
«Andiamo, donna.  Tu lo dirai alla Madre ... ».
«Io non vengo via.  Sto qui... Qualcuno verrà... Oh! io non vengo... Qui c'è ancora qualcosa di Lui.  Aveva ragione la Madre... Respirare l'aria dove Egli fu è l'unico sollievo che ci resta».
«L'unico sollievo... Ora lo vedi tu pure che era fola sperare ... » dice Pietro.
Maria neppure risponde.  Si accascia al suolo, proprio presso la porta, e piange, mentre gli altri vanno via lentamente.
Poi alza il capo e guarda dentro, e fra le lacrime vede due angeli seduti a capo e a piedi della pietra dell'unzione. E’ tanto intontita la povera Maria, nella sua più fiera battaglia fra la speranza che muore e la fede che non vuole morire, che li guarda inebetita, senza neppure stupirsene.  Non ha più altro che lacrime la forte che a tutto ha resistito da eroina.
«Perché piangi, donna?» chiede uno dei due luminosi fanciulli, perché di adolescenti bellissimi hanno l'aspetto.
«Perché hanno portato via il mio Signore e non so dove me lo hanno messo».
Maria non ha paura a parlare con loro, non chiede: «Chi siete?».  Nulla.  Nulla più le fa stupore.  Tutto quanto può stupire una creatura ella lo ha già subito.  Ora non è che una cosa spezzata che piange senza vigore e ritegno.
Il giovinetto angelico guarda il compagno e sorride.  E l'altro pure.  E in un balenare di letizia angelica ambedue guardano fuori, verso l'ortaglia tutta in fiore per i milioni di corolle che si sono aperte al primo sole sui meli fitti del pometo.
Maria si volta per vedere chi guardano.  E vede un Uomo, bellissimo, che non so come non possa riconoscere subito.  Un Uomo che la guarda con pietà e le chiede: «Donna, perché piangi'?  Chi cerchi?». E’ vero che è un Gesù offuscato dalla sua pietà verso la creatura, che le troppe emozioni hanno sfinita e che potrebbe morire per improvvisa gioia, ma proprio mi chiedo come possa non riconoscerlo.
E Maria fra i singhiozzi: «Mi hanno preso il Signore Gesù!  Ero venuta per imbalsamarlo in attesa che sorgesse... Ho tenuto raccolto tutto il mio coraggio e la mia speranza e la mia fede intorno al mio amore... e ora non lo trovo più... Anzi ho messo il mio amore intorno alla fede, alla speranza e al coraggio, per difendere questi dagli uomini... Ma è tutto inutile!  Gli uomini hanno rubato il mio Amore e con esso tutto mi hanno levato... O mio signore, se sei tu che lo hai portato via, dimmi dove lo hai messo.  Ed io lo prenderò... Non lo dirò a nessuno... Sarà un segreto fra me e te.  Guarda: sono la figlia di Teofílo, la sorella di Lazzaro, ma ti sto in ginocchio davanti a supplicarti, come una schiava.  Vuoi che ti compri il suo Corpo?  Lo farò.  Quanto vuoi?  Sono ricca.  Posso darti tant'oro e gemme per quanto esso pesa.  Ma rendimelo.  Non ti denuncerò.  Vuoi percuotermi?  Fallo. A sangue, se vuoi.  Se hai un odio per Lui, fallo scontare a me. Ma rendimelo.  Oh! non mi fare povera di questa miseria, o mio signore!  Pietà di una povera donna!... Per me non vuoi?  Per sua Madre, allora.  Dimmi!  Dimmi dove è il mio Signore Gesù. Sono forte.  Lo prenderò fra le braccia e lo porterò come un bambino in salvo.  Signore... signore... tu lo vedi... da tre giorni siamo percossi dall'ira di Dio per quello che fu fatto al Figlio di Dio... Non aggiungere Profanazione a Delitto ... ».
«Maria!».  Gesù sfavilla nel chiamarla.  Si svela nel suo fulgore trionfante.
«Rabboni!». 
Il grido di Maria è veramente "il grande grido" che chiude il cielo della morte.    
Col primo le tenebre dell'odio fasciarono la Vittima di bende funebri, col secondo le luci dell'amore aumentarono il suo splendore.  E Maria si alza nel grido che empie l'ortaglia, corre ai piedi di Gesù, li vorrebbe baciare.
Gesù la scosta toccandola appena col sommo delle dita presso la fronte: «Non mi toccare!  Non sono ancora salito al Padre mio con questa veste.  Va' dai miei fratelli e amici, e di' loro che Io salgo al Padre mio e vostro, al Dio mio e vostro.  E poi verrò da loro».  E Gesù scompare, assorbito da una luce insostenibile.
Maria bacia il suolo dove Egli era e corre verso casa.  Entra come un razzo, perché il portone è socchiuso per dare passaggio al padrone che esce per andare alla fonte; apre la porta della stanza di Maria e le si abbandona sul cuore gridando: «E’ risorto! E’ risorto!», e piange beata.
E mentre accorrono Pietro e Giovanni, e dal Cenacolo avanzano le spaurite Salome e Susanna e ascoltano il suo racconto, ecco entrare anche, dalla via, Maria d'Alfeo con Marta e Giovanna, che a fiato mozzo dicono di «essere anche loro state là e di avere visto due angeli che si dicevano il Custode dell'Uomo Dio e l'angelo del suo Dolore, e che hanno dato loro l'ordine di dire ai discepoli che Egli era risorto».  E poiché Pietro scrolla il capo, insistono dicendo: «Sì.  Hanno detto: "Perché cercate il Vivente fra i morti?  Egli non è qui. E’ risorto, come disse quando ancora era in Galilea.  Non ricordate?  Disse: 'Il Figlio dell'uomo deve essere dato nelle mani dei peccatori ed essere crocifisso.  Ma il terzo giorno risusciterà"'».
Pietro scrolla il capo dicendo: «Troppe cose in questi giorni!  Ne siete rimaste turbate».
La Maddalena alza il capo dal petto di Maria e dice: «L'ho visto!  Gli ho parlato.  Mi ha detto che sale al Padre e poi vieneCome era bello!», e piange come non ha mai pianto, ora che non ha più da torturare se stessa per fare forza contro il dubbio sorgente da ogni lato.
Ma Pietro, e anche Giovanni, restano molto dubbiosi.  Si guardano, ma il loro occhio dice: «Immaginazione di donne!».
Anche Susanna e Salome osano allora parlare.  Ma la stessa inevitabile diversità nei particolari delle guardie che prima ci sono come morte e poi non ci sono, degli angeli che ora sono uno e ora due e che agli apostoli non si sono mostrati, delle due versioni sul venire qui di Gesù o sul precedere i suoi in Galilea, fa sì che il dubbio e, anzi, la persuasione degli apostoli cresca sempre più.
Maria, la Madre beata, tace sorreggendo la Maddalena... Non comprendo il mistero di questo silenzio materno.
Maria d'Alfeo dice a Salome: «Torniamo là noi due.  Vediamo se siamo tutte ebbre ... ». E corrono fuori.
Le altre restano, pacatamente derise dai due apostoli, presso Maria che tace, assorta in un pensiero che tutti interpretano a modo loro, e nessuno comprende che è estasi.
Tornano le due attempate donne: «E’ vero! E’ vero!  Noi lo abbiamo visto.  Ci ha detto, presso l'orto di Barnaba: "La pace a voi.  Non temete.  Andate a dire ai miei fratelli che sono risorto e che vadano fra qualche giorno in Galilea.  Là staremo ancora insieme".  Così ha detto.  Maria ha ragione.  Bisogna dirlo a quelli di Betania, a Giuseppe, a Nicodemo, ai discepoli più fidi, ai pastori, andare, fare, fare... Oh! è risorto! ... », piangono tutte beate.
«Folli siete, donne.  Il dolore vi ha turbate.  La luce vi è parsa angelo.  Il vento voce.  Il sole il Cristo.  Io non vi critico.  Vi capisco, ma non posso che credere che a ciò che io ho visto: il Sepolcro aperto e vuoto, e le guardie fuggite col Cadavere involato».
«Ma se lo dicono le guardie stesse che è risorto!  Se la città è in subbuglio e i principi dei Sacerdoti sono folli d'ira, perché le guardie hanno parlato fuggendo esterrefatte!  Ora vogliono che dicano diverso e le pagano perciò.  Ma già si sa.  E se i giudei non credono alla Risurrezione, non vogliono credere, molti altri credono ... ».
«Uhm!  Le donne! ... ». Pietro alza le spalle e fa per andarsene.
Allora la Madre, che ha sempre sul cuore la Maddalena che piange come un salice sotto un'acquata per la sua troppo grande gioia e che la bacia sui capelli biondi, alza il viso trasfígurato e dice una breve frase: «E’ realmente risorto.  Io l'ho avuto fra le braccia e ne ho baciato le Piaghe».  
E poi si curva sui capelli dell'appassionata e dice: «Sì, la gioia è ancora più forte del dolore.  Ma non è che una briciola di rena di quello che sarà il tuo oceano di gioia eterna.  Te beata che sopra la ragione hai fatto parlare lo spirito».
Pietro non osa più negare... e con uno di quei trapassi del Pietro antico, che ora ritorna ad affiorare, dice, e urla, come se dagli altri e non da lui dipendesse il ritardo: «Ma allora, se è così, bisogna farlo sapere agli altri.  A quelli dispersi per le campagne... cercare... fare... Sù, muoveteviSe dovesse proprio venire... che ci trovi almeno», e non si accorge che ancora confessa di non credere ciecamente alla sua Risurrezione.

 

12.3. Ora però – per non far confusione anch’io – mi faccio  una sintesi…, a modo mio.

Ah…! Ora sì che mi pare d’aver capito...
Anzi per esser sicuro che abbiate capito anche voi – il Signore mi perdoni! – vi faccio un riepilogo a modo mio.
Le ‘pie’ donne escono dal cenacolo. Chi sono? Quante sono?
In un primo momento sono cinque: Maria Maddalena, sua sorella Marta, Maria d’Alfeo, Salome e Susanna.
Susanna era galilea come Maria d’Alfeo e Salome.
Lei era la famosa sposa delle nozze di Cana che poi (Vol. I°di questa nostra trilogia sul ‘Vangelo del grande e del ‘piccolo’ Giovanni’) si sarebbe ammalata riducendosi in fin di vita.
Gesù capitò in casa sua – dove era sempre ben accolto - e dove il marito gli chiese la grazia di una sua guarigione.
Gesù sapeva che la Susanna aveva la segreta aspirazione di diventare una sua discepola…itinerante, ma da sposa qual era non aveva potuto seguirlo né tantomeno avrebbe potuto – antesignana delle suore moderne – far sacrificio della sua sessualità matrimoniale per offrirlo sull’altare del Signore, per la redenzione degli uomini.
Gesù allora – miracolo per miracolo – chiede al marito se egli sarebbe stato disposto a lasciarla diventare una discepola rinunciando lui alla sua sessualità, e quello – miracolo per miracolo – dice che egli è disposto a farlo perché egli la moglie l’ama veramente ed è disposto a fare anche questo sacrificio pur di continuare ad averla vicina, viva.
Poi – al gruppo delle donne – si aggiunge Giovanna, che era la moglie di Cusa, alto funzionario della corte del Tetrarca Erode Antipa, che – discepolo di Gesù – aveva combinato un guaio invitandolo a quel convito segreto dove avevano cercato di convincerlo (primo volume di questa nostra trilogia) a farsi incoronare re.
Giovanna non esce dal Cenacolo ma dal suo palazzo, quando le altre donne sono passate a prenderla dopo aver deciso di dividersi in tre gruppi: prima Maria Maddalena che fa gruppo a sé, poi Marta/Maria d’Alfeo/Giovanna, infine Salome/Susanna.

Ecco perché gli evangelisti fan confusione!
Erano uscite in cinque, diventano sei, e poi si dividono in tre gruppi.

La Maddalena vorrebbe passare dalla strada più diretta, dalla Porta Giudiziaria, ma lì passa poca gente, le guardie romane le noterebbero subito, e le altre donne hanno paura, con tutto quel pandemonio e turbativa dell’ordine pubblico che era successo il venerdì precedente.
Le altre vorrebbero passare – anche se avrebbero allungato di un bel po’ il percorso - da altre porte più sguarnite.
Si decide per il percorso più lungo, approfittandone per prelevare – visto che sarebbero passate proprio davanti al suo palazzo – anche la moglie di Cusa, Giovanna,  e magari lo stesso padrone del sepolcro, Giuseppe d’Arimatea che era pur sempre un uomo e con le guardie ci avrebbe saputo fare.
Maddalena (quella di cui non per niente Marco (Mc 16,9) aveva detto che Gesù le aveva cacciato via sette demoni) è un tipo deciso e caustico, dice allora alle altre di non esagerare perché a quel punto, con Giuseppe, il loro gruppetto iniziale che non avrebbe dovuto dar nell’occhio alle guardie sarebbe sembrato un ‘corteo’, conclude che lei delle guardie romane non ha paura e infine – con il piglio di una che gli uomini sa come giocarseli, indica un argomento efficace: le monete d’oro che con molto senso pratico si è portata dietro in un borsetto…, nascosto nel seno.
Insomma a mali estremi estremi rimedi, anche la corruzione, concludo io.
Speriamo che il Signore sia comprensivo, perché quello era uno ‘stato di necessità’.
Finalmente, tutte d’accordo, si dividono.
Maria Maddalena si dirige a passo spedito verso la Porta Giudiziaria, cioè per la strada più breve.
Marta e Maria d’Alfeo vanno verso la casa di Giovanna seguite da Salome e Susanna  le quali poi le lasciano davanti al portone di Giovanna e proseguono la loro strada,  salvo fermarsi fuori delle mura ad aspettare le altre tre: tutte insieme dovranno raggiungere al sepolcro Maria Maddalena che intanto vi sarà arrivata già da un bel pezzo.
Passa un po’ di tempo…
La Maddalena è già passata …, senza neanche tirar fuori una moneta, anzi è praticamente arrivata all’orto.
Salome e Susanna, sono per via, sulla strada più lunga.
Marta e Maria d’Alfeo hanno prelevato Giovanna, e sono appena uscite dal portone quando scoppia una scossa di terremoto.          
Le tre si fanno prendere dal panico e – logica delle donne, il Signore mi perdoni sempre! – anzichè buttarsi all’aperto si rintanano indietro nell’atrio del palazzo.
In quel momento Maria Maddalena era già arrivata non lontano dal sepolcro, al viottolo che vi conduceva. Sente il boato, armonico e potente, vede quella ‘meteora’ (che aveva visto anche la Valtorta nella sua precedente visione) che - come un fulmine globulare - saetta giù dal cielo verso l’orto, sente la scossa tellurica, non capisce cosa stia succedendo, arriva di corsa al sepolcro, lo vede con la pietra d’ingresso scardinata, non entra, vede le guardie a terra, intuisce - con intuito tutto femminile - che il corpo di Gesù è stato rubato, deduce – con logica altrettanto femminile - che le guardie a terra sono state fulminate da Dio per la profanazione, corre indietro da Pietro e Giovanni per raccontare quel che Giovanni poi racconta a sua volta nel suo vangelo.
Susanna e Salome, che - non potendo ritornare indietro a rifugiarsi nell’atrio della Porta romana – alla scossa di terremoto si erano precipitate sotto l’albero più vicino, si sono nel frattempo fatte coraggio e – scombussolate dall’accaduto e dimenticatesi nell’ansia che avrebbero dovuto aspettare le altre tre - hanno ripreso la strada per il sepolcro.
Non vedono Maria Maddalena, che nel frattempo per l’altra strada più breve è già scappata via rapida al Cenacolo a riferire a Pietro e Giovanni del trafugamento, vedono in compenso le guardie ancora a terra come morte e, pavide come sono, gli prende un accidente specialmente quando – affacciatesi alla soglia davanti al buio del sepolcro - si vedono comparire all’improvviso la figura luminosa di un solo angelo. E’ l’Angelo del Dolore, quello che era apparso a Gesù nel Getsemani per consolarlo e che ora – a loro lo dice lui stesso, l’angelo - è venuto a prendersi la sua bella soddisfazione perché il Cristo – vittorioso – è risorto. Che lo vadano a dire agli apostoli, insieme alla storia della Galilea, etc.
Le due – anziché rinfrancarsi e felicitarsi con l’angelo, ma con la stessa reazione logica delle altre tre che si erano rifugiate nell’atrio del palazzo di Giovanna – scappano via terrorizzate temendo di morire per aver osato guardare l’angelo del Signore, o piuttosto temono di essere accusate della uccisione delle guardie, che esse credono infatti morte.
E allora decidono di rifugiarsi al Cenacolo e – logica nella logica -  di tener la bocca chiusa, persino con Pietro e Giovanni perché – logica finale -  concludono che quello che han visto altro non deve essere stata che una visione provocata dal… demonio.
Chiaro fin qui?
Dunque – ricapitolando - quelle che erano scappate decidendo poi di non dire niente a nessuno di quel che avevano visto non erano state Maria Maddalena, Maria d’Alfeo e Salome – come racconta l’evangelista Marcoma invece Susanna e Salome, che erano arrivate dopo la Maddalena, e avevano trovato lì le guardie ancora stese per terra come morte.
Le altre tre donne (Marta, Maria d’Alfeo e Giovanna) escono nuovamente in strada, dove si erano riversati tutti gli abitanti di Gerusalemme, e nella confusione generale – sia pur per una strada più lunga – si avviano verso le porte delle mura per raggiungere, anche se con molto ritardo, le altre due che avrebbero dovuto aspettarle al di fuori.
Ma attenzione al concatenarsi delle varie azioni:

  • mentre loro camminano, Maddalena era già tornata indietro di corsa e per la via più breve della Porta Giudiziaria
  • Salome e Susanna erano arrivate a loro volta ed erano scappate
  • Maddalena era arrivata al cenacolo e aveva avvisato i due apostoli che – insieme a lei - si erano precipitati correndo al sepolcro, trovandolo vuoto senza nessuna guardia.

Le guardie infatti – dopo che Susanna e Salome sono scappate – rinvengono, si ricordano di aver visto quella meteora che piombava su di loro scoppiando sulla porta del sepolcro, quel boato armonico e solenne che veniva dal Creato, la pietra del sepolcro scardinata, mentre loro rimanevano tramortite dalla violenza della scossa tellurica e dallo shock, danno allora un’occhiata al sepolcro, lo vedono vuoto e capiscono al volo che quella è proprio la famosa risurrezione per la quale i sacerdoti le avevano messe lì a guardia, non perché i sacerdoti ci credessero ma perché volevano evitare – come avevano detto a Pilato – che i discepoli trafugassero il cadavere facendo credere che era risorto.
E le guardie corrono tutte al Tempio, a dar la notizia della risurrezione ai sacerdoti.
Solo dopo che loro son partite arrivano Giovanni e Pietro trafelati, seguiti con distacco da Maria Maddalena.
Quindi Pietro e Giovanni tornano al Cenacolo per dirlo a Maria SS. mentre la Maddalena li lascia andare, non si sa staccare dal sepolcro dove era il suo Gesù e se ne rimane lì singhiozzando accasciata e disperata.
E’ a quel punto che Maddalena alza il capo verso la porta del sepolcro, guarda dentro perché vede una luminosità sempre più intensa, cioè i due angeli. Questi fan finta di non sapere perché piange e glielo chiedono, lei glielo dice: le hanno rapito Gesù, loro si guardano l’un l’altro, ammiccano fra di loro in uno sfavillìo più luminoso, sorridono e alzano lo sguardo oltre la Maddalena. Lei – che li stava guardando – si volta d’istinto seguendone lo sguardo e vede l’ortolano, bellissimo.
Gesù – non si fa riconoscere subito - ma fa finta anche lui di non sapere perchè lei piange, lei  glie lo dice, Lui le si manifesta e lei - radiosa –corre un’altra volta al Cenacolo a dirlo a Pietro e Giovanni.
Insomma mi sembra che il vangelo di Giovanni quadri con quello della Valtorta.
Giovanni lo ha scritto molti decenni dopo e – deduco -  si è ben guardato dal contraddire gli altri tre, perché Giovanni ormai lo conosciamo bene.
Ma – lui che – come evangelista - era stato l’unico testimone diretto di quegli avvenimenti, ha voluto senza averne l’aria rimettere a posto alcune cose, raccontando meglio la storia della prima apparizione di Gesù, alla Maddalena.
Il piccolo Giovanni ha fatto poi il resto, duemila anni dopo!
Vi sembra impossibile che Gesù abbia aspettato 2000 anni per farcelo sapere?
Ma non lo sapete che per il Signore 1000 anni sono come un giorno e un giorno è come mille anni?
‘Presto verrò’…, ‘presto verrò’, e noi dopo duemila anni lo stiamo ancora aspettando: perché Egli vuole che rimaniamo ‘vigili’, se no va a finire che quando arriva davvero ci trova…’addormentati’.
Mattino movimentato dunque, quello della Risurrezione. E voi – magari - vi eravate magari già chiesti, dopo tutte quelle apparizioni alle donne,  come mai Gesù non fosse apparso a sua Mamma.
Non è vero che fu la Maddalena a vederlo risorto per prima, ma sua Mamma, nella pace segreta della sua stanza, nella quale Gesù era entrato materializzandosi nel suo corpo glorificato sull’onda di quel primo raggio di sole che entrava dalla finestra.
D’altra parte, ragionandoci sopra un momento col senno di poi, vi pare logico che Gesù - prima di apparire alla Maddalena - non fosse apparso a sua mamma?
Ma ora attenzione, ancora.
Le ultime tre donne: Marta, Maria d’Alfeo e Giovanna – con molto ritardo per via di quella scossa di terremoto – arrivano nel frattempo al sepolcro convinte che le loro compagne fossero là ad attenderle. Non le trovano, non vedono nemmeno  le guardie, che infatti erano già andate dai sacerdoti, e non vedono neanche  Pietro e Giovanni che erano già venuti e se ne erano subito ritornati indietro shoccati, mentre la stessa Maria Maddalena che era rimasta lì da sola e aveva visto Gesù risorto era nuovamente corsa al Cenacolo per dar la notizia ai due apostoli.
Le tre non vedono Gesù ma vedono invece i due bellissimi angeli che ricordano loro il fatto della risurrezione del terzo giorno, come Gesù aveva già preannunziato a loro in Galilea.
Questa è infatti la versione degli avvenimenti raccontata da Luca, esatta, tranne nel punto dove ha scritto che le donne che avevano assistito all’episodio da lui raccontato eran quelle venute dalla Galilea (vale a dire Maria d’Alfeo e Salome di cui parla invece Marco) mentre in realtà capiamo dalla Valtorta che insieme a Maria D’Alfeo c’erano Marta e Giovanna.
Errore perdonato, perché – con tutti questi nomi in testa – un po’ di confusione, nonostante i chiarimenti della Valtorta, ora la facciamo anche noi.
D’altra parte che le donne fossero tante, Luca poco dopo lo dice (Lc 24, 10-12): ‘Le donne che riferirono agli apostoli questi fatti erano: Maria di Magdala, Giovanna, Maria madre di Giacomo (ndr: e cioè Maria d’Alfeo), ed anche le altre che erano con loro. Ma ad essi (ndr.: e cioè agli apostoli) questi discorsi parvero delle allucinazioni e non prestarono fede alle donne…’.


12.4 Ma ora, dopo tante ‘testimonianze’ e ‘allucinazioni’, perché non ci sentiamo un Supertestimone?

Beh…, riflettendoci a posteriori – dopo aver visto le visioni della Valtorta – i vari elementi del ‘puzzle’ vanno a posto e tutto trova una sua logica spiegazione.
Certo che tutte quelle donne insieme devono aver fatto un bel po’ di confusione…
Di una donna, però, ci possiamo fidare…: la Maddalena!
L’abbiamo visto che tipino, eh…?
Sapeva bene come doveva fare per passare dalla Porta Giudiziaria!
E poi le altre donne avran fatto confusione perché dovevano aver  passato tutta la notte in bianco a preparare – come racconta anche Luca - unguenti per l’imbalsamazione, segno questo che alla risurrezione – oltre agli apostoli - non ci credevano neanche loro.
E poi, con l’emotività, la stanchezza, il terremoto, la apparizione degli angeli, la sparizione dei soldati, Gesù, le corse, l’eccitazione, la confusione,  raccontare agli altri quelle cose tutte insieme…suvvia anche se han fatto un po’ di confusione sono perdonate, no?
Oppure – dubbio! – la confusione l’avran fatta gli uomini, cioè gli apostoli, nell’ ascoltare le donne?

Concludendo…, nessun mistero… nella risurrezione. Nessuna allucinazione… delle donne, ma solo che le donne (per gli uomini, si sa…) son difficili da ‘capire’, no?
Valtorta a parte!
Ma ora, dopo tante ‘testimonianze’ e ‘allucinazioni’, perché non sentiamo – sempre attraverso la Valtorta - un Supertestimone?

 

620. Considerazioni sulla Risurrezione.

21 febbraio 1944
Dice Gesù:
«Le preghiere ardenti di Maria hanno anticipato di qualche tempo la mia Risurrezione.
Io avevo detto: "Il Figlio dell'uomo sta per essere ucciso, ma il terzo giorno risorgerà'.  Ero morto alle tre del pomeriggio di venerdì.  Sia che calcoliate i giorni come nome, sia li calcoliate come ore, non era l'alba domenicale quella che doveva vedermi sorgere.  Come ore, erano unicamente trentotto ore invece di settantadue quelle che il mio Corpo era rimasto senza vita.  Come giorni, doveva almeno giungere la sera di questo terzo giorno per dire che ero stato tre giorni nella tomba.
Ma Maria ha anticipato il miracolo.  Come quando col suo orare ha schiuso i Cieli con anticipo di qualche anno sull'epoca prefissa, per dare al mondo la sua Salvezza, così ora Ella ottiene l'anticipo di qualche ora per dar conforto al suo cuore morente.
Ed Io, alla prima alba del terzo giorno, sono sceso come sole che scende e del mio fulgore ho sciolto i sigilli umani cosi inutili davanti alla potenza di un Dio, della mia forza ho fatto leva per ribaltare l'inutilmente vegliata pietra, del mio apparire ho fatto folgore che ha atterrato le tre volte inutili guardie messe a custodia di una Morte che era Vita, che nessuna forza umana poteva impedire d'esser tale.
Ben più potente della vostra corrente elettrica, il mio Spirito è entrato come spada di Fuoco divino a riscaldare le fredde spoglie del mio Cadavere, e al nuovo Adamo lo Spirito di Dio ha alitato la vita, dicendo a Se stesso: "Vivi.  Lo voglio".
Io che avevo risuscitato i morti quando non ero che il Figlio dell'uomo, la Vittima designata a portare le colpe del mondo, non dovevo potere risuscitare Me stesso ora che ero il Figlio di Dio, il Primo e l'Ultimo, il Vivente eterno, Colui che ha nelle sue mani le chiavi della Vita e della Morte?  Ed il mio Cadavere ha sentito la Vita tornare in Lui.
Guarda:     come uomo che si sveglia dopo il sonno dato da una enorme fatica, Io ho un profondo respiro.  Né ancora apro gli occhi.  Il sangue torna a circolare nelle vene poco rapido ancora, riporta il pensiero alla mente.  Ma vengo da tanto lontano!  Guarda: come uomo ferito che una potenza miracolosa risana, il sangue torna nelle vene vuote, empie il Cuore, scalda le membra, le ferite si rimarginano, spariscono lividi e piaghe, la forza torna.  Ma ero tanto ferito!  Ecco, la Forza opera.  Io sono guarito.  Io sono svegliato.  Io sono ritornato alla Vita.  Fui morto. Ora vivo!  Ora sorgo!
Scuoto i lini di morte, getto l'involucro degli unguenti.  Non ho bisogno di essi per apparire Bellezza eterna, eterna Integrità.  Io mi rivesto di veste che non è di questa Terra, ma tessuta da Colui che mi è Padre e che tesse la seta dei gigli verginali.  Sono vestito di splendore.  Mi orno delle mie Piaghe che non gemono più sangue ma sprigionano luce.  Quella luce che sarà la gioia di mia Madre e dei beati e il terrore, la vista insostenibile dei maledetti e dei demoni sulla Terra e nell'ultimo giorno.
L'angelo della mia vita d'uomo e l'angelo del mio dolore sono prostrati davanti a Me e adorano la mia Gloria.  Ci sono tutti e due i miei angeli.  L'uno per bearsi della vista del suo Custodito, che ora non ha più bisogno d'angelica difesa.  L'altro, che ha visto le mie lacrime, per vedere il mio sorriso; che ha visto la mia battaglia, per vedere la mia vittoria; che ha visto il mio dolore, per vedere la mia gioia.
Ed esco nell'ortaglia piena di bocci di fiori e di rugiada.  E i meli aprono le corolle per fare arco fiorito sul mio capo di Re, e le erbe fanno tappeto di gemme e di corolle al mio piede che torna a calpestare la Terra redenta dopo esser stato innalzato su essa per redimerla.  E mi saluta il primo sole, e il vento dolce d'aprile, e la lieve nuvola che passa, rosea come guancia di bambino, e gli uccelli fra le fronde.  Sono il loro Dio.  Mi adorano.
Passo fra le guardie tramortite, simbolo delle anime in colpa mortale che non sentono il passaggio di Dio.
E’ Pasqua, Maria!  Questo è bene il "Passaggio dell'Angelo di Dio"!  Il suo Passaggio da morte a vita.  Il suo Passaggio per dare Vita ai credenti nel suo Nome.  E’ Pasqua! E’ la Pace che passa nel mondo.  La Pace non più velata dalla condizione di uomo.  Ma libera, completa nella sua tornata efficienza di Dio.
E vado dalla Madre.  E’ ben giusto che ci vada.  Lo è stato per i miei angeli.  Ben di più lo è per quella che, oltre che mia custode e conforto, mi è stata datrice di vita. 
Prima ancora di tornare al Padre nella mia veste d'Uomo glorificata, vado dalla Madre.  Vado nel fulgore della mia veste paradisiaca e delle mie Gemme vive.  Ella mi può toccare, Ella le può baciare, perché Ella è la Pura, la Bella, l'Amata, la Benedetta, la Santa di Dio.
Il nuovo Adamo va all'Eva nuova.  Il male è entrato nel mondo per la donna, e dalla Donna fu vinto.  Il Frutto della Donna ha disintossicato gli uomini dalla bava di Lucifero.  Ora, se essi vogliono, possono esser salvi.  Ha salvato la donna rimasta così fragile dopo la ferita mortale.
E dopo che alla Pura, alla quale per diritto di santità e di maternità è giusto vada il Figlio-Dio, mi presento alla donna redenta, alla capostipite, alla rappresentante di tutte le creature femminee che sono venuto a liberare dal morso della lussuria.  Perché dica ad esse che si accostino a Me per guarire, che abbiano fede in Me, che credano nella mia Misericordia che comprende e perdona, che per vincere Satana, che fruga loro le carni, guardino la mia Carne ornata dalle cinque ferite.
Non mi faccio toccare da lei.  Ella non è la Pura che può toccare, senza contaminarlo, il Figlio che torna al Padre.  Molto ha ancora da purificare con la penitenza.  Ma il suo amore merita questo premio.  Ella ha saputo risorgere per sua volontà dal sepolcro del suo vizio, strozzare Satana che la teneva, sfidare il mondo per amore del suo Salvatore, ha saputo spogliarsi di tutto che non fosse amore, ha saputo non essere più che amore che si consuma per il suo Dio.  E Dio la chiama: 'Maria".  Odila rispondere: "Rabboni!".  Vi è il suo cuore in quel grido.
A lei, che l'ha meritato, do l'incarico di esser messaggera della Risurrezione. 
E ancora una volta sarà un poco schernita come avesse vaneggiato.  Ma non le importa nulla, a Maria di Magdala, a Maria di Gesù, del giudizio degli uomini.  Mi ha visto risorto, e ciò le dà una gioia che attutisce ogni altro sentimento.
Vedi come amo anche chi fu colpevole, ma volle uscire dalla colpa
Neppure a Giovanni Io mi mostro per primo.  Ma alla Maddalena. 
Giovanni aveva già avuto il grado di figlio da Me.  Lo poteva avere perché era puro e poteva essere figlio non solo spirituale, ma anche dante e ricevente, alla e dalla Pura di Dio, quei bisogni e quelle cure che sono connesse alla carne.
Maddalena, la risorta alla Grazia, ha la prima visione della Grazia Risorta.
Quando mi amate sino a vincere tutto per Me, Io vi prendo il capo ed il cuore malato fra le mie mani trafitte e vi alito in volto il mio Potere.  E vi salvo, vi salvo, figli che amo.  Voi tornate belli, sani, liberi, felici.  Voi tornate i figli cari del Signore.  Faccio di voi i portatori della mia Bontà fra i poveri uomini, coloro che testimoniate della mia Bontà ad essi per farli persuasi di essa e di Me.
Abbiate, abbiate, abbiate fede in Me.  Abbiate amore.  Non temete.  Vi faccia sicuri del Cuore del vostro Dio tutto quanto ho patito per salvarvi.
E tu, piccolo Giovanni, sorridi dopo aver pianto.  Il tuo Gesù non soffre più.  Non ci sono più né sangue né ferite.  Ma luce, luce, luce e gioia e gloria.  La mia luce e la mia gioia siano in te sinché verrà l'ora del Cielo».