36. LE ‘ETERNITÀ’ SARANNO DUNQUE DUE: L’AMORE E L’ODIO 

 

Azaria continua i suoi insegnamenti1 e spiega alla mistica che se non è le lecito invocare vendetta da parte di Dio verso chi le è nemico è però legittimo levare gli occhi al Signore per confidargli le sue sofferenze.
Il Signore la sosterrà allora non solo in maniera soprannaturale ma anche evitando che lei – anima volontariamente vittima – sia provata oltre la sua capacità di sopportazione.
L’Angelo le dice che nei giorni precedenti lei aveva alzato una sorta di ‘canto’ al Signore quando gli aveva chiesto a costo del proprio sacrificio perdono e compassione verso chi la opprime.
Lei – aggiunge Azaria – senza rendersene conto ha in buona sostanza chiesto alla Giustizia di Dio di deviare il suo corso volto a punire i colpevoli, pregando Dio che ad essi andasse invece la Misericordia del Dio-Amore.
Costoro, colpendo lei, hanno per molteplici ragioni colpito il Dio-Carità ed avrebbero quindi meritato castigo, ma questa richiesta della mistica-anima-vittima è stata in realtà la stessa richiesta della Grande-Vittima-Gesù che aveva pregato il Padre dalla Croce affinché la Giustizia di Dio deviasse il suo corso.
Infatti le anime che si offrono quali Ostia di Immolazione chiedono Misericordia per i loro persecutori mentre esse vengono immolate, perché è proprio per questoe cioè per la salvezza dei peccatori che esse si sono offerte affinché l’Amore di Dio trionfi anche nei loro cuori.
Il frutto dell’Espiazione di Gesù – continua l’Angelo Azaria – resterà oltre la fine del Tempo, nell’Eternità, perché il ‘popolo dei santi’ frutto di tale Espiazione vivrà in eterno.
Così, come l’Amore dopo il Giudizio universale vivrà in eterno, sarà eterno anche l’Odio di Lucifero e dei suoi seguaci.
Le ‘Eternità’ saranno dunque due: l’Amore e l’Odio.
L’Amore con a capo Gesù, Re del Cielo, e l’Odio con a capo Lucifero, re dell’Inferno: ciascuno con il ‘suo’ popolo.
Un popolo che avrebbe dovuto essere unico, solo di ‘figli di Dio’, ma in cui una parte ha voluto liberamente essere figlia dell’Altro.

La Chiesa militante, e cioè l’insieme dei credenti, é costituita – continua Azaria - da una parte ‘docente’ (i sacerdoti) e da una parte ‘discente’ (cioè noi ‘apprendisti’). Insomma una parte che ‘educa’ ai principi cristiani e l’altra che cerca di impararli.
Ognuna di queste due parti ha però bisogno dell’altra. Quella docente chiede aiuto a quella discente per poter ‘partorire alla Vita i germi informi di anime che sono sulla Terra’.
Quale aiuto chiede?
Quello dei sacrifici fisici ed intellettuali dei fedeli disponibili ad affiancare ed aiutare i sacerdoti e, inoltre, quello costituito dagli oboli.
Se è vero – spiega sempre Azaria - che il denaro male guadagnato o male utilizzato è un’arma con la quale il Demonio cerca di rovinare gli uomini, è anche vero che Dio rende possibile – volgendo il Male in Bene – utilizzarlo per santi fini.
Così come la Colpa d’origine è stata redenta dal Sacrificio dell’Uomo-Dio, così la colpa della ricchezza male acquistata può essere redenta usandola per uno scopo santo, vale a dire a favore della Chiesa per opere di conversione e di misericordia.
Gesù – ricorda Azaria – aveva detto ‘Chi darà un solo calice d’acqua in favore di un mio discepolo non perderà la sua ricompensa’2 e ancora ‘Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste affinché quando moriate quelli vi ricevano nelle tende eterne’.3
I beneficiari ultimi di questi nostri sacrifici – continua Azaria – pregheranno dal Cielo per questi loro indiretti benefattori che avranno coadiuvato la Chiesa con il loro contributo di sacrificio fisico personale e con i loro mezzi economici.
Bisogna infatti finanziare la Chiesa per fare uscire dall’ignoranza su Dio quelli che non lo conoscono.
Tutte le nostre azioni – dice ancora l’Angelo - siano dunque ‘missionarie’ a favore dei ‘pagani’ che sotto diversi nomi (eretici, increduli, atei, scismatici, etc.) vivono anche vicino a noi e nelle nostre stesse famiglie.
Bisogna farli uscire dall’ignoranza ma anche dare sempre un buon esempio di comportamento, così da non dare loro ‘scandalo’.
Per quanto riguarda infine gli ‘strumenti’ ed i loro doni o carismi, ognuno sia pago di quanto ha ricevuto da Dio e non invidi i doni posseduti da altri strumenti oppure non rifiuti di riconoscerli solo per il fatto di non possederli essi stessi.
‘Che ognuno sia contento della propria sorte spirituale: chi ha, perché può dare, chi non ha, perché può ricevere’, termina Azaria.

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Come ho già avuto occasione di dire, Azaria – nelle sue lezioni che sono ben più ampie di quanto non traspaia da queste mie sintetiche note – tocca svariatissimi temi mentre io ne metto a fuoco solo alcuni, lasciando che gli interessati lettori vadano eventualmente ad attingere alla fonte diretta dell’Opera valtortiana che io richiamo sempre nelle note.
Ma fra gli insegnamenti sopra citati ve ne è uno che mi fa particolarmente riflettere.
Chi di noi – e chi è senza peccato scagli la prima pietra – non ha qualche volta pensato di lesinare un pochino sull’obolo che viene richiesto in chiesa, magari giustificandosi di fronte alla propria coscienza con la considerazione che ‘quel prete’ non lo meritava o che comunque sarebbero stati spesi male?
A me è successo. Talvolta il mio ‘obolo’ più o meno ‘generoso’ è stato anche in funzione della ‘qualità’ della predica o valutando ‘le spese’ delle luminarie o – se d’inverno – quelle del riscaldamento.

Vi confesso che più di una volta mi è capitato di leggere, sui muri delle chiese, ‘targhe’ di dedica riferite a munifiche donazioni fatte tanti anni prima da persone a me sconosciute ma alle quali evidentemente non doveva essere mancato il denaro.
‘Avranno pensato – quegli ingenui - di salvarsi così l’anima…’ mi ero detto fra di me con un mezzo sorriso ironico…
Mai più invece avrei pensato che – come spiega Azaria - quella loro munificenza, anche nel caso fosse stata fatta con un calcolo molto umano o per placare un senso freudiano di colpa, sarebbe stata ben vista da Dio o meglio ancora da tutti coloro che avrebbero beneficiato della stessa i quali, già dalla Terra ma ancor più dal Cielo, avrebbero pregato Dio per quei loro ignoti benefattori.

Vi è poi un altro concetto spiegato da Azaria che mi colpisce, quello dell’Amore e dell’Odio eterno.
Il Male, mi domando, era dunque eterno, cioè fin dal Principio, come Dio?
No. A ben meditare, si può infatti riflettere e arrivare a conclusioni diverse.
Il Verbo è l'Amore Eterno: esisteva fin dal Principio, esiste ed esisterà in un Eterno Presente.4
Il Male, cioè l'Odio, è pure 'eterno', ma non eterno in perfezione, perchè solo eterno dal momento in cui nacque da Lucifero ed i 'suoi'.
Cristo è dunque da sempre Amore ed Espiatore: i frutti della sua espiazione sono il popolo dei salvati, i 'santi'.
Satana è per sempre Odio: i frutti del suo 'fare' sono il popolo dei dannati, dannati per sempre.
Amore e Odio, Santi e Dannati - anche dopo la fine dell'uomo - si fronteggeranno per l'eternità.
Non rimane che meditare ancora su questo concetto.

Ripenso dunque alla Genesi, al fatto che questa divisione fra Male e Bene, Amore e Odio,  sembra proprio essere una costante della storia dell'Umanità.
Prima Caino e Abele, poi i loro discendenti e cioè i 'figli di Dio (o figli di Set) e i figli dell'uomo (o figli di Caino), tutti estinti - tranne Noè ed i suoi - con il Diluvio, e poi ancora - anche nei discendenti di Noè - riapparire le due 'vocazioni' dell'umanità: i due 'figli' dell'Eterno Abramo, cioè gli uomini tendenti al Bene e quelli tendenti al Male.
Infine - dopo Cristo e nonostante Cristo - ancora i due rami, entrambi tendenti  ad evolversi verso la 'spiritualità' ma - attenzione - solo la parte più esigua, verso la spiritualità di Dio, mentre la parte più numerosa verso la spiritualità di Satana.
Ecco, questo è il punto.
Io avevo invece una visione della Dottrina cristiana come di una dottrina  che - per essere di 'Dio' - avrebbe dovuto essere 'vincente', cioè portare gradualmente tutta l'Umanità alla conversione.
Questa mia personale opinione si scontrava  tuttavia con l'esame realistico della 'Realtà' che mostra - anche dal punto di vista storico - una 'escalation' continua del Male.
Il Male esisteva anche prima, è vero, ma ora - o meglio da almeno un secolo a questa parte - ho l'impressione che abbia cominciato ad esser fatto 'alla grande', sia in termini quantitativi che qualitativi.
Questo peggioramento mi aveva fatto dubitare della validità della dottrina cristiana, una dottrina che - anche di fronte alla proliferazione di 'sette' di tutti i generi, anche di fronte alla crisi della stessa Chiesa, evidente nella crisi perfino delle vocazioni sacerdotali - appariva, ai miei occhi almeno, sempre più 'perdente'.
Ora mi sembra di capire che non è la 'dottrina' in sè ad essere perdente ma che questo rientra, probabilmente, non tanto nel 'Progetto' originario di Dio, quanto nella  'logica' di questo progetto che vuole un popolo di 'figli' ma 'figli volontari di Dio'...
In fin dei conti lo stesso Cristo è stato messo in croce, e quel brano del Vangelo che non ricordo più bene diceva  più o meno che i 'candidati' al Regno del Cielo erano tanti ma gli 'eletti' sarebbero stati pochi...
Dunque, mi dico, dobbiamo guardare alla discesa dell'Umanità come ad un fatto ineluttabile, non perchè ciò sia  voluto da Dio, non perchè Dio sia 'morto' o sconfitto, ma perchè questa discesa è voluta liberamente dalla maggior parte degli uomini, la cui volontà Dio rispetta, e, quando la misura sarà giudicata 'colma', verrà chiusa l’avventura  di questa razza creata perfetta, decaduta, salvata, ma che - a parte ‘i figli di Dio’ - ha abiurato la propria paternità, quella del Padre e quella di Figli, preferendo la paternità 'bastarda' quale si conviene a figli 'bastardi'...
La storia dell'Umanità non sarebbe pertanto una storia a lieto fine da 'film rosa',  tutti convertiti, tutti contenti, dove tutto finisce in 'gloria',  ma sarebbe uno psico-dramma...
Già - mi dico - uno 'psico-dramma': un dramma della 'Psiche', cioè dell'Anima, dove la 'gloria' c'è, alla fine, ma solo per chi veramente la vuole.

Una volta leggendo una spiegazione di Azaria di cui finora non vi ho parlato, a proposito di Amore e Odio mi aveva colpito un sua affermazione:5

«L'odio, qual che ne sia la forma e la testimonianza, è il coltello che recide il legame col Signore, e l'anima, separata dal suo Dio, muore. Perciò soltanto la carità fa dei morti dei vivi. Perchè senza carità morti siete. E morti erano molti, i più, prima che la Carità fatta Carne venisse ad insegnare l' Amore come Salute' …».

Quale può essere dunque una nostra chiave di lettura di questa affermazione?

Dio è l'Amore. All’Amore si contrappone l'Odio.6
L'Odio può assumere tante sfumature, come calore cangiante, ma è sempre 'odio'.
Dove c' è odio - nelle sue sfumature - non vi può essere Dio, che è Amore.
Se si vuole essere perfetti e veri figli del Padre bisogna pertanto lavorare su se stessi non solo per eliminare i sentimenti di odio propriamente detti e chiaramenti individuati come tali ma anche quelli che non lo sembrano ma sempre all'odio riconducono: l'invidia, l'egoismo, tanto per fare un esempio, e lo stesso spirito di competizione che, al fondo, è voglia di far prevalere il proprio 'Io' a danno degli altri, e quindi riconducibile all'egoismo che è negazione, una delle peggiori, dell’Amore.
Per questo il cammino interiore è lungo, perchè la vera affiliazione a Dio vuole che non solo le scorie rudi, come quelle sopra dette, vengano eliminate ma anche le impurità e le imperfezioni, sottoprodotto più 'raffinato' delle scorie.
Ecco la Croce, la nostra Croce di tanti di noi: una continua battaglia contro il nostro 'Io' che ci impegnerà ogni giorno con vittorie e sconfitte.
Ma, se saremo perseveranti, l'ascesa - anche se lenta - sarà sicura.
La perfezione dell'Amore è nel Sacrificio, cioè nell'immolazione per gli altri. Ci sono però tanti modi e tante sfumature di immolazione e di sacrificio, ma sono tutte forme e gradazioni diverse dell'Amore.


1 M.V.: ‘Libro di Azaria’ – Cap. 27 – 18 agosto 1946 – Centro Editoriale Valtortiano

2 Mt 10, 40-42 / Mc 9, 41

3 Lc 16, 9

4 G.L. ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 98 – Edizioni Segno, 1997 – vedi anche sito internet dell’autore

5 M.V.: ‘Libro di Azaria’ – Cap. 19, pag. 183 – Centro Editoriale Valtortiano

6 G.L. ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 99 – Edizioni Segno, 1997 – vedi anche sito internet dell’autore