16. NEGA O RIFIUTA DIO CHI NE TEME IN CUOR SUO IL ... GIUDIZIO

 

E' una giornata dell'aprile 1946, il giorno 7 per la precisione, una domenica in cui veniva ricordata a Messa la Passione di Gesù.
La mistica dormiva di un sonno calmo e profondo e sognava, quando 'sente' un tocco sul capo, apre gli occhi e... si vede svegliare da Gesù che le dice che Egli la stava vegliando perché lei è una dolce vittima che si consuma per amore suo ed Egli quindi è vicino alle persone che soffrono per amore suo e per la salvezza delle anime.
Segue un bel discorso che Gesù fa alla mistica1.
Vi ho già spiegato come il fatto di offrirsi 'vittima', piccola 'ostia' di corredenzione - per partecipare con la sua sofferenza fisica, morale e spirituale alla 'Redenzione' che Gesù continua ad operare per una Umanità perché questa continua perversamente a peccare sempre di più - comportasse per Maria Valtorta l'essere più esposta agli attacchi di Satana, come ai dolori provocati da incomprensioni di persone malevole.
La mistica scriveva giornalmente descrivendo nei minimi particolari le visioni di vita evangelica che aveva, trascrivendo con grande precisione le parole di Gesù e dei personaggi che gli stavano intorno.
I suoi direttori spirituali prelevavano gli scritti e li battevano a macchina ma questi testi dattiloscritti, anziché rimanere 'segreti', finivano in qualche modo per 'girare' ed essere letti anche da altre persone.
Non tutte erano bene intenzionate verso la mistica. Vi era fra esse chi le riteneva frutto di ispirazione 'demoniaca' oppure di invenzione e fantasia.
Le gerarchie ecclesiastiche, poi, eccedevano in 'prudenza', come si vedrà qualche anno dopo quando l'Opera principale della mistica2 venne fatta pubblicare dai direttori spirituali senza l'autorizzazione dei loro superiori gerarchici.
Ecco dunque che, in mezzo a queste difficoltà, Azaria interviene parlando alla mistica e facendo un accostamento fra lei - piccola anima-ostia - e la Passione di Gesù.
Di fronte ai giudizi malevoli come sarebbe bello - dice Azaria - poter dire: 'Sii mio giudice, o Dio'.
Solo i retti di cuore possono però dire queste parole, perché sicuri della loro retta coscienza.
Coloro che sono toccati da uno stato di colpa, invece, non potrebbero mai lanciare quella invocazione, occupati come sono a fuggire dallo sguardo di Dio.
Di fronte alla consapevolezza delle loro colpe, essi non possono accettare l'esistenza di un Dio che un giorno li possa giudicare, e allora lo negano, anche se in cuor loro lo temono.
Infatti l'uomo, più è colpevole e più cerca di rifiutare il pensiero di Dio.
I grandi peccatori vogliono dirsi che Dio non esiste, che 'dio' sono loro, che ognuno può fare quello che vuole, che non vi è castigo. Per questo peccano sempre di più. Sogno satanico di onnipotenza: 'Loro, come Dio!'. Come Lucifero.
L'uomo che si sente più o meno consciamente colpevole fugge da Dio: cerca cioé di non porsi mai chiaramente il problema della sua esistenza, cerca insomma di rimuovere Dio dalla sua coscienza.
Quanto alla mistica - continua Azaria - sarà proprio la sua sofferenza, da lei voluta per amore di Gesù, a procurarle la corona di gloria, e lo stesso fatto di udire le parole di Gesù, di vederlo in visione, è una anticipazione della gloria eterna che lei avrà in Cielo.
Anche Gesù - continua Azaria - sofferse per le incomprensioni e l'odio del suo popolo.
Gli antichi israeliti, proprio nella loro 'maggioranza colta' costituita da sacerdoti, rabbini, scribi, farisei e capi politici, non compresero la natura e figura del Cristo, Pontefice eterno, né in cosa sarebbe consistito il suo Regno ed il suo Pontificato.
Snaturati ormai nella fede, ridotti alla materialità morale e spirituale, essi ritennero che Gesù volesse soppiantare il loro sacerdozio o - come Messia - il loro potere politico.
Essi non riuscivano, per la loro corrotta visione delle cose e volontà, ad accettare l'idea di un Dio che per amore si incarna - pur sapendo che sarebbe andato incontro al Sacrificio - per salvarli, chiedendo ed ottenendo dal Padre, proprio in virtù del Sacrificio dell'Uomo-Dio, che all'Umanità venissero riaperte le porte del Cielo e che venisse loro indicata la Via per la salvezza eterna.
Non più, a Dio Padre, sacrificio di messi o di animali, ma Sacrificio dell'Uomo-Dio e dello stesso spirito dell'uomo che si 'immola' e si 'offre' combattendo contro il proprio 'io'.
Gesù disse al Padre: «Se è possibile passi da me questo calice», frase che dimostra  come Egli fosse vero uomo a chi ne nega l'umanità.
Disse pure:«Ma non la mia, ma la tua volontà sia fatta», frase che prova come Egli fosse anche Vero Dio.
E Azaria continua...
A coloro che fanno soffrire la mistica  non riuscendo a credere che lei sia un 'portavoce' del Signore, la sua vita sofferente accettata dicendo «La Tua volontà sia fatta», sarà la riprova che lei è veramente il 'portavoce' che Dio, per i suoi imperscrutabili motivi, si è scelto per farla 'strumento' - grazie alle rivelazioni contenute nella sua opera letteraria - di grande misericordia a beneficio degli uomini.


1 M.V.: 'Libro di Azaria' , Cap. 7 - 7 aprile 1946 - Centro Editoriale Valtortiano

2 'Il Poema dell'Uomo-Dio', negli anni successivi reintitolata 'L'Evangelo come mi è stato rivelato'