14. UNA APPARIZIONE STRAORDINARIA ED UN TREMENDO SEGRETO.
INSEGNAMENTI PER I CRISTIANI ED IN PARTICOLARE PER LE 'VOCI'.
LA QUALITA' CHE FA GRANDI GLI ANGELI E GLI... UOMINI

 

La nostra mistica Valtorta è in 'attesa'1, sperando di poter ancora ascoltare l'angelica parola di istruzione del 'suo' Azaria.
Peraltro ella, da qualche ora, ha invece davanti agli occhi una figura angelica che non le pare quella di Azaria. Questi le si presenta infatti di solito sotto sembianze umane, ed io ve ne ho già parlato descrivendovele. Quella è invece una figura di 'luce' condensata che assume vagamente forme umane, mani incrociate sul petto, veste candidissima fatta di luce.
Una 'luce' che ha forma di volto, mani e vesti per rendersi in qualche modo percepibile ai sensi della mistica senza però che si possa parlare di vero volto, mani e vesti.
In ogni caso la figura risplende di una luce vividissima che viene tuttavia velata alla mistica affinchè la sua vista possa sopportarla senza esserne ferita.
E' a questo punto che appare invece Azaria, in forma umana, e ciò fa comprendere alla mistica che l'Angelo di luce non è Azaria. Chi è dunque?
E' Azaria che glielo spiega dicendole che Egli le si presenta con l'umiltà del fratello minore davanti a quello maggiore.
Quest'ultimo - aggiunge infatti Azaria - è l'Angelo delle 'Settanta Settimane' di cui parla il Profeta Daniele2 ed è pure l'Angelo che aveva confortato Gesù nel Getsemani3. Egli è anche l'Angelo, o meglio l'Arcangelo della gioia celeste che si è ora manifestato alla mistica per darle gioia e aumentare con la sua Luce la sua capacità di comprensione.
Stiamo insomma parlando dell'Arcangelo Gabriele, quello dell'Annunciazione!
L'Arcangelo Gabriele - spiega Azaria - appare alla mistica in quella luce splendidissima, anche se velata, per darle una idea sia pur lieve della sua 'Realtà' nei Cieli. Alla mistica, man mano che il suo spirito si purifica - anche grazie alle sofferenze volute, accettate ed offerte - viene data una maggiore capacità di comprensione che raggiungerà tuttavia il massimo in Paradiso.
E' l'ubbidienza la qualità che fa grandi gli Angeli.
Se essi non avessero una ubbidienza pronta ed assoluta - non frutto di soggezione ma di Amore - essi perderebbero la loro 'luce' e cadrebbero nella stessa condanna in cui nella notte dei tempi è incorso Lucifero.
Lo stesso Gesù - continua Azaria - raggiunse il vertice dell'ubbidienza, ubbidiente fino alla morte, per fare la volontà del Signore.
L'Arcangelo Gabriele la istruirà anche in futuro, ma ora è venuto a renderla compartecipe - in premio - di un terribile segreto che la mistica, per ubbidienza, non dovrà rivelare ad alcuno.
Azaria riprende a questo punto i suoi insegnamenti e, citando San Paolo, spiega come questi enunci il programma cristiano e quindi quello delle 'voci'.
Cristiani e 'voci' devono essere perfetti più degli altri, ma non per la speranza di una gloria futura ma per amore di devozione al Padre.
Il cristiano dovrà imitare nella perfezione il Padre.
I limiti della creatura rispetto al Dio Increato non glielo consentiranno, ma quello dovrà essere comunque il 'tentativo', sapendo che Dio - che è buono e giusto - si accontenterà che il cristiano lo faccia con tutte le 'sue' forze, la 'sua' anima, tutto 'se' stesso, vale a dire - aggiungo io - in misura relativa alla propria 'personale' capacità e non in senso assoluto.
Questo è ciò che significa amare Dio 'perfettamente', cioé in modo 'perfetto' rispetto alle proprie capacità.
Alla ricerca della perfezione le 'voci' dovranno controllare ed evitare le pesantezze spirituali: oscenità, discorsi sciocchi, buffonerie. Le loro labbra sono state  in qualche modo purificate dal Signore e devono quindi continuare a rimanere pure, e così la mente e il cuore.
Le 'voci' dovranno essere prudenti nel far conoscere la Parola di Dio ma dovranno pure saperla donare a chi ha 'sete' della Sua Parola.
Non preoccuparsi dei discorsi superficiali od ostili degli uomini e non lasciarsi intimorire né lasciarsi indurre a insuperbire.
Azaria per ora ha terminato. Egli si inginocchia per ascoltare l'Arcangelo Gabriele, che è rimasto presente in attesa, e che finalmente rivela alla mistica il segreto, un segreto che - le dice l'Arcangelo - è ben più tremendo del Segreto di Fatima4 e che gli uomini attuali - anche quelli per i quali pure è emesso - non meritano di conoscere.
La mistica commenta fra sè e sè, dicendo che ora sente il peso angoscioso di questa tremenda conoscenza.

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Ora sorge spontanea alla mia mente una domanda.
Pochi anni fa il Vaticano ha rivelato con enorme ritardo, nonostante tutte le precedenti pressioni perché fosse portato a conoscenza, il cosiddetto segreto della Madonna di Fatima del 1917, segreto che tuttavia a molti esperti - almeno nei termini in cui è stato spiegato dalle gerarchie vaticane - non è affatto sembrato un 'gran segreto' né un segreto tanto 'tremendo', fatto questo che ha indotto moltissimi 'specialisti' degli studi su Fatima a dubitare che quello rivelato dal Vaticano sia il vero segreto di Fatima.5
Qui l'Arcangelo dice alla mistica che il Segreto che sta per rivelarle è ben più tremendo del Segreto di Fatima! Cosa implica ciò? Che forse il segreto di Fatima 'ufficialmente' rivelato al grande pubblico non sarebbe quello vero? O forse è stato rivelato solo in maniera parziale od edulcorata perché era troppo 'tremendo'?
E se quest'ultimo Segreto detto alla mistica è ancora più tremendo di quello di Fatima, cosa sarà mai?
Nelle storie dei profeti e dei mistici non sono infrequenti i segreti che vengono rivelati con richiesta di non farli conoscere al mondo.
Ciò è accaduto anche nelle visioni di San Giovanni in merito al Libro dell'Apocalisse.
La comunicazione di un 'segreto' è un segno di predilezione particolare da parte  del Signore: il Suo modo di 'coinvolgerci' nelle Sue cose più segrete, rendercene partecipi in anticipo come si farebbe con un figlio che veramente meriti questa conoscenza e questa fiducia.
Ci possiamo dunque porre una domanda. Cosa sarà questo tremendo segreto che riguarda anche noi, uomini del XXI secolo?


1 M.V.: 'Libro di Azaria' - Cap. 5 - 24 marzo 1946 - Centro Editoriale Valtortiano

2 Vedi Dn 9, 22-27: Si tratta della famosa profezia con la quale l'Angelo conforta Daniele preannunciandogli la venuta del Messia dopo 'settanta settimane' (che si riveleranno in seguito essere non di giorni o di mesi ma di anni, cioè 490 anni), vale a dire per l'epoca in cui visse Gesù Cristo.

3 Lc 22, 39-46

4 Sul segreto di Fatima, vedi - dell'autore - l'ampia trattazione ne 'VIAGGIO NELL'APOCALISSE VERSO L'ANTICRISTO PROSSIMO VENTURO' - Ed.  Segno, 2007 - Scaricabile anche dal sito internet dell'autore: 'ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO', digitando www.ilcatecumeno.net

5 Vedi nota precedente