7. 'AZARIA' VUOL DIRE: 'AIUTO DEL SIGNORE',  E 'ANANIA' VUOL DIRE:  'BONTÀ DEL SIGNORE',
PERCIÒ 'AZARIA, FIGLIO DI ANANIA' VUOL DIRE:
'AIUTO DEL SIGNORE, FIGLIO DELLA BONTÀ DEL SIGNORE'   

 

Abbiamo detto che Azaria - oltre che essere il nome del personaggio interpretato dall'Arcangelo Raffaele nel Libro di Tobia - é anche quello dell'Angelo Custode di Maria Valtorta.
Il nome Azaria significa in ebraico 'aiuto di Dio'.
Come Azaria era stato il 'nome di battaglia' dell'Arcangelo Raffaele posto a fianco di Tobia in quel suo lungo e pericoloso viaggio, così non è da escludere che il nome omonimo di Azaria, Angelo Custode di Maria Valtorta, avesse un significato simbolico atto a significare che anch'Egli le era stato posto accanto proprio come uno specifico 'aiuto di Dio' nel suo difficile percorso di scrittrice mistica che accettò di divenire 'anima-vittima' per la conversione dei peccatori, destinata ad una grande missione spirituale e per questo particolarmente insidiata da Satana.
Azaria, 'aiuto di Dio', è dunque un nome che ben simboleggia il 'prototipo' degli Angeli custodi, che - dalla nascita alla morte e talvolta anche dopo - ci stanno a fianco invisibili ma solerti per cercare di guidarci verso la salvezza eterna, solo che noi ci mostrassimo sensibili ed attenti, ma soprattutto volenterosi di assecondare le ispirazioni che essi ci dettano parlandoci nel nostro pensiero.
A proposito del suo Angelo Custode, la mistica avvertiva spesso dentro di sé, da anni, come una 'voce' spirituale che le parlava e le spiegava, o le faceva intuire certe situazioni, in particolare anche le scene di vita evangelica di Gesù e degli apostoli.
Lei chiamava questa 'voce' il ‘mio interno ammonitore'.
Avrebbe tanto voluto conoscere il suo nome e il 15 gennaio 19461 gli si rivolse dicendogli: 'Ma come ti chiami? Avrai pure un nome! Io ti chiamo 'interno ammonitore'. Ma vorrei chiamarti con un nome'.
Scrive a questo punto la mistica:

«Mi appare, di fianco al letto, a destra, verso il fondo, e dice pronto, tutto un sorriso: “Azaria”.
“Azaria? Proprio?”.
Sorride più ancora e dice: “Non ne sei sicura? Diciamo insieme il ‘Veni Sancte Spiritus’ e sette ‘Gloria’, come ti ho insegnato da anni per trovare risposta e guida dallo Spirito Santo in ogni bisogno, e poi apri a caso la Bibbia: il primo nome che vedi è il mio”.
Dico  con  lui  la  preghiera  e  poi  apro  la  Bibbia.  Mi  si  apre  a  pag.na  596 - II° Paralipomeni cap. l5°: “Azaria, figlio di Obed ecc. ecc.”.
L’angelo, sempre sorridendo, dice: “E il significato del nome lo trovi nel Libro di Tobia, nelle note in fondo alla pagina”.
Corro al Libro di Tobia. Trovo in calce al 5° cap.: “Azaria vuol dire ‘aiuto del Signore’, perciò Azaria figlio di Anania vuol dire: ‘Aiuto del Signore, figlio della bontà del Signore’ ”.
L’angelo dice: “Cosi è” e sorride guardandomi dolcemente.
Lo osservo: alto, bello, coi capelli castano scuri, viso rotondetto, perfetto nelle linee e nel colore, occhi castano scuri, grandi, dolci, bellissimi.
Lo osservo nella vesta sciolta: una tunica diritta, castissima, bellissima, senza cintura e mantello, a larghe  maniche  e  scollo  quadrato.  La  veste  è  bianca  e  argento. Il  fondo  è  color argento  appena  lievemente  brunito;  il  rilievo  di  questa  veste,  che  pare  broccato prezioso, è di un bianco luminoso, più bianco di ogni neve o petalo che siano mai stati formati. E il rilievo è tutto un correre di steli di giglio coi calici aperti. Vanno in direzione cosi: [grafico] di modo che l’angelo pare avvolto di un avviluppante fascio di gigli in fiore. Al collo, alle maniche e in fondo, righe d’argento.
Dico: “Lo stesso abito del 4 gennaio l932,2 e lo stesso aspetto!”.
“Si. Sono io. E se altre volte ti apparvi coi tre santi colori è per ricordarti che il Custode veglia soprattutto sulla vita delle tre teologali virtù nello spirito del suo custodito”.  .

L'Angelo scompare quindi allo sguardo spirituale della mistica che così conclude:   

«Me lo contemplo, contemplo, contemplo, dicendo e assaporando il suo nome per tutta la notte di acerbe sofferenze e senza ombra di sonno...
D’ora in poi “l’interno ammonitore” sarà perciò indicato col nome di Azaria, perché,  come  mi  ha  detto  lui  nel  salutarmi  prima  di  annullarsi  al  mio  sguardo spirituale, “ogni angelo custode è un Azaria: un aiuto del Signore che in speciali casi si fa più manifesto per ordine suo e per sua gloria”».


1 - M.V. : 'I Quaderni dal 1945 al 1950' - 15 gennaio 1946 - Centro Editoriale Valtortiano 

2 in Autobiografia, pag. 3l0 dell’edizione l98l