Introduzione al primo volume 

 

Ormai da vari decenni, sotto l’incalzare imponente del Modernismo1, molti teologi ‘scientisti’2 hanno smesso di credere alla Resurrezione di Gesù Cristo non solo perché il fatto appare contrario alle leggi naturali e della fisica attualmente conosciute, ritenute evidentemente impossibili da modificare persino dal Dio che le ha create, ma anche perché da molti di costoro Gesù non viene nemmeno più considerato l’incarnazione di un Dio che si fa uomo.
Essi - ritenendo Gesù semplicemente un uomo, sia pur un grande uomo ma che si è tuttavia illuso di essere un ‘Dio’ -  collocano il racconto evangelico della Resurrezione nel recinto dei miti.3
In questo clima culturale ed agnostico - che pervade oggi la generalità dello stesso mondo occidentale, una volta cristiano - si può capire il perché in una parte delle stesse gerarchie ecclesiastiche, che sono pur sempre ‘figlie dei tempi’, ci possano essere stati o ci siano tuttora dubbi - al di là della pur ragionevole e anche doverosa ‘prudenza‘ - sulle apparizioni e rivelazioni in genere.
E’ ormai di pubblico dominio il caso, nel 1917, delle varie apparizioni e rivelazioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima.
Nonostante il famoso miracolo del sole ruotante - preannunciato in anticipo dalla Madonna come segno che avrebbe attestato la verità delle apparizioni e rivelazioni, miracolo al quale avevano assistito circa settantamila persone - una parte importante della Gerarchia ecclesiastica le ha messe per decenni in discussione, salvo arrivare solo nel 2000, grazie ad una decisione di Papa Giovanni Paolo II, alla beatificazione dei piccoli Giacinta e Francisco, due dei pastorelli veggenti, morti in giovane età, essendo la terza, suor Lucia, all'epoca ancora in vita.
Analoga diffidenza non ha risparmiato le apparizioni e rivelazioni della Madonna a Medjugorie - che sembra siano la continuazione di quelle di Fatima e annunciano tempi tristissimi per l’Umanità - ed altre numerose sue apparizioni e rivelazioni che stanno avvenendo da alcuni decenni in tutto il mondo.
Di conseguenza si può parimenti comprendere come possano esserci dubbi anche sulle apparizioni e rivelazioni di Gesù ad una mistica come Maria Valtorta.
Vi domanderete a questo punto chi sia Maria Valtorta…4
Ne ho già parlato in altri miei scritti ma ve ne dirò qualcosa in sintesi anche ora5.
Costretta paralizzata su di un letto, nel 1943 aveva sentito un giorno la voce di Gesù che le chiedeva se lei avesse voluto accettare di soffrire un poco per Lui, offrendoGli le sue sofferenze per ‘aiutarLo’ e contribuire grazie ad esse alla salvezza dei peccatori.
Lei accettò e da quel momento le sue sofferenze si moltiplicarono in numero e intensità ma, oltre alla forza per sopravvivere e poterle sopportare, la mistica cominciò ad avere progressivamente visioni su visioni  della vita evangelica di Gesù.
Lei - appoggiata a dei cuscini contro lo schienale del proprio letto - trascriveva senza errori e in tempo reale ciò che vedeva e sentiva su dei quaderni, a lora volta posati su una sorta di leggìo sulle sue ginocchia.
I sacerdoti dell'Ordine dei Servi di Maria, suoi direttori spirituali, ritiravano giornalmente i manoscritti e li  battevano a macchina.
Questi scritti - pubblicati dal Centro Editoriale Valtortiano - sarebbero poi andati a costituire le sue varie opere e fra queste  l’Opera ‘principe’: ‘Il poema dell’Uomo-Dio’, successivamente reintitolata ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’.
In buona sostanza Maria Valtorta - per amore verso Gesù - aveva accettato di divenire quella che nel linguaggio mistico viene chiamata ‘anima-vittima’, come ad esempio accettò di essere anche Padre Pio.6
Il Cristianesimo non è masochismo, ma il suo insegnamento ci dice che, accettando di soffrire e offrire a Dio Padre le proprie sofferenze come fece l'Uomo-Dio-Gesù che non rifiutò la Croce per poter redimere l’Umanità, si diventa in sostanza dei piccoli collaboratori di Gesù, dei piccoli ‘corredentori’, e si partecipa pertanto in forma attiva al Piano di Salvezza che Dio ha previsto per l’uomo.
Quella di anima-vittima è dunque una 'chiamata' straordinaria che spetta a coloro che Gesù più ama.
La sofferenza accettata e offerta a Dio è un grande atto di amore e l’Amore salva perché - e questo è il ‘miracolo’ straordinario della cosiddetta ‘Comunione dei santi’ - Dio utilizza l’amore anche di pochi per salvarne molti.
Tuttavia, la prima reazione del modernista o dello scientista, di fronte ai fenomeni mistici, è che si tratti di fenomeni… psichiatrici.
La Psicanalisi atea considera in genere come psicopatologiche le visioni dei più grandi santi, a cominciare dall’ultimo, Padre Pio da Pietrelcina, che non solo aveva le visioni ma aveva avuto per di più il ‘torto’ di aver ricevuto le stigmate.
Padre Agostino Gemelli - ‘padre’, medico, psicologo e consulente del Sant’Uffizio - fu inviato negli anni venti del secolo scorso a visitare Padre Pio da Pietrelcina per un esame clinico delle sue stigmate.
Il Gemelli era però privo della necessaria autorizzazione scritta del Sant’Uffizio, e Padre Pio rifiutò sdegnosamente la visita, di cui egli certo aveva intuito pregiudizi e finalità.
Padre Gemelli7, anche senza la visita, e cioè ‘a lume di naso’, espresse comunque al Sant’Uffizio la sua lapidaria diagnosi: ‘psicopatico, autolesionista ed imbroglione’!
L’inchiesta si concluse con l’invito,  rivolto dalla Chiesa ai fedeli, a non considerare come sovrannaturali le manifestazioni    considerate ‘psichiatriche’ dal Gemelli.
A Padre Pio venne vietata la celebrazione della S.Messa in pubblico e l’esercizio della Confessione.
Le restrizioni vennero poi revocate anni dopo, ma Padre Pio fu poi ancora sottoposto ad ulteriori indagini da parte di Giovanni XXIII, senza però che si trovasse nulla.
Padre Pio morì nel 1968 e sotto Papa Giovanni Paolo II venne proclamato prima Beato e poi Santo nel 2002.
Questo è il triste destino dei mistici anche dei secoli passati, considerati a posteriori dalla Psicanalisi atea moderna come soggetti ‘isterici’, vittime di disturbi ‘istrionici’ della personalità associati a fenomeni ‘dissociativi’.
 Cosa si poteva allora dire di una piccola sconosciuta Valtorta - che il ‘suo’ Gesù chiamava dolcemente ‘la mia piccola violetta’ e che aveva scritto nel silenzio e nell’anonimato più assoluto oltre quindici opere di altissimo livello letterario e teologico e soprattutto aveva descritto minuziosamente le visioni con relativi dialoghi dei tre anni di vita pubblica di Gesù e degli apostoli?
Fu più fortunata di Padre Pio, perché nel mettere all’Indice con decreto del Santo Offizio8 la sua Opera - che evidentemente le gerarchie ecclesiastiche, come già fatto con Padre Pio, non potevano ammettere come un fenomeno soprannaturale - la motivazione (peraltro non contenuta nel suddetto decreto) fu riportata in una nota a parte, anonima, apparsa sull’Osservatore romano dal titolo: UNA VITA DI GESU’ MALAMENTE ROMANZATA! 
Ora, anche di Maria Valtorta - i ‘personaggi’ alla Gemelli - potrebbero dire, e lo hanno detto, che i suoi non sono fenomeni di ispirazione soprannaturale ma semmai ‘paranormale’, anzi problemi ‘isterici’ e ‘fenomeni  dissociativi della personalità’.
E’ del resto la stessa cosa che molti di costoro, non credendo alla divinità di Gesù e quindi nemmeno sua Resurrezione, direbbero a maggior ragione anche di Lui, visto che Egli aveva la ‘pretesa’ di vedere e parlare con Dio, anzi di credersi addirittura ‘Figlio di Dio’.
Il Gesù che parlava giornalmente alla Valtorta l’aveva anche affettuosamente soprannominata suo ‘piccolo Giovanni’, in quanto - come il grande evangelista - essa era fedele trascrittrice delle visioni di vita evangelica che Egli le donava.
Egli le aveva spiegato di averle mostrato il suo Vangelo di vita vissuta, un Vangelo spiegato dallo stesso Gesù in molti punti più oscuri, perché questo, come da lei riportato, avrebbe costituito un tentativo più forte di condurre gli uomini moderni a Lui nel momento in cui questi mostravano di allontanarsi sempre di più dalla fede nel Dio vero.
Egli non si limitava più alla parola. Questa li stancava e li staccava. Ricorreva allora alle visioni, quelle del Vangelo, ed in più Egli le spiegava per renderle più attraenti.9
Alla fine della sua Opera,10 il suo Gesù dettò infatti alla mistica con precisione la ragione e gli scopi di quelle eccezionali rivelazioni che, in estrema sintesi, possono qui riassumersi come un aiuto straordinario e misericordioso – in un momento di grande difficoltà per la Chiesa – atto a fornire argomenti per combattere proprio il Modernismo che avrebbe sempre più corrotto la Chiesa, per difendere la sovrannaturalità dei dogmi, la divinità di Cristo vero Dio e vero Uomo, la dottrina di Paolo e Giovanni, la sua scienza illimitata perché perfetta, la natura perfetta della sua Dottrina che non si è formata quale è attraverso successive trasformazioni ma tale è stata data fin dall’inizio.
Un aiuto, ancora, per risvegliare sacerdoti e laici, per dare ai maestri di spirito e direttori di anime i sostegni necessari, per restituire alla verità le figure di Gesù, di Maria e tante altre cose ancora.
L’Organo del Sant’Uffizio - per ragioni che non è mai stato possibile capire con chiarezza - pareva essere contrario alla richiesta di autorizzazione alla pubblicazione dell’Opera avanzata dai Padri Serviti che all’epoca avevano assistito la mistica inferma.
I suoi due direttori spirituali provarono allora ad ‘aggirare’ l’ostacolo cercando di arrivare direttamente al Santo Padre, Pio XII.
Ci riuscirono grazie ai buoni uffizi di Mons. Francesco Norese, archivista della Segreteria di Stato, che procurò anche un’udienza concessa il 26 febbraio 1948 a P. Romualdo M. Migliorini e P. Corrado M. Berti, accompagnati dal loro Priore, il P. Andrea M. Cecchin.
Nell’Opera ‘Pro e contro Maria Valtorta’11 in merito a tale udienza si legge fra l’altro:

«Il Papa mostra di aver preso conoscenza dell’Opera e dà un consiglio lapidario: ‘Pubblicatela così come è’. Gli viene sottoposto il testo di una Prefazione, dove si parla esplicitamente di fenomeno soprannaturale, ma egli lo disapprova e aggiunge: ‘Chi legge quest’Opera capirà”».

Vi si legge inoltre che il Sant’Uffizio, subito dopo questa udienza, nel 1949, frenò ogni iniziativa di Padre Berti volta alla pubblicazione dell’Opera, e quando - ciò nonostante - anni dopo l’opera venne stampata, la reazione del Sant’Uffizio – nel 1959 - fu conseguente: la messa all’Indice!
Il Card. Ottaviani, che presiedeva il Sant’Uffizio, era del resto conosciuto per carattere e fermezza tanto da meritarsi l’appellativo di ‘carabiniere della Chiesa’.
Ma colui che era pur suo amico, Gabriele Roschini, mariologo famoso, Professore alla Pontificia Facoltà Teologica ‘Marianum’, dopo aver letto nel 1972 l’Opera, pubblicò un volume dal titolo ‘La Madonna negli scritti di Maria Valtorta’, nella cui Presentazione (i grassetti sono i miei) egli stesso ebbe a scrivere  :

«E’ da mezzo secolo che mi occupo di Mariologia: studiando, insegnando, predicando e scrivendo.
Ho dovuto leggere perciò innumerevoli scritti mariani, d’ogni genere: una vera ‘Biblioteca mariana’.
Mi sento però in dovere di confessare candidamente che la Mariologia quale risulta dagli scritti, editi ed inediti, di Maria Valtorta, è stata per me una vera rivelazione. Nessun altro scritto mariano, e neppure la somma degli scritti mariani da me letti e studiati, era stato in grado di darmi, del Capolavoro di Dio, un’idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affascinante: semplice e insieme sublime’. Tra la Madonna presentata da me e dai miei colleghi (i Mariologi) e la Madonna presentata da Maria Valtorta, a me sembra di trovare la stessa differenza che corre fra una Madonna di cartapesta e una Madonna viva, tra una Madonna più o meno approssimativa e una Madonna completa in ogni sua parte, sotto tutti i suoi aspetti…».

Roschini prosegue poco dopo dicendo:

«É bene, inoltre, che si sappia che io non sono stato un facile ammiratore della Valtorta. Anch’io infatti sono stato, un tempo, tra coloro che, senza una adeguata conoscenza dei suoi scritti, hanno avuto un sorrisino di diffidenza nei riguardi dei medesimi.
Ma dopo averli letti e ponderati, ho dovuto – come tanti altri – concludere: ‘Chi vuol conoscere la Madonna (Una Madonna in perfetta sintonia col Magistero ecclesiastico, particolarmente col Concilio Vaticano II, con la Sacra Scrittura e la Tradizione ecclesiastica) legga la Mariologia della Valtorta!’
A chi poi volesse vedere, in questa mia asserzione, uno dei soliti iperbolici «slogan » pubblicitari, non ho da dare che una sola risposta: «Legga, e poi giudichi!...».

Del resto il 6 maggio 1992, con una sua lettera Prot. N. 324/92, l’allora Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Dionigi Tettamanzi, motivando in premessa la sua lettera a seguito delle frequenti richieste di parere che giungevano anche alla sua Segreteria circa l’atteggiamento dell’Autorità ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, scrive con fare gentile e direi anche cordiale all’Editore (i grassetti sono i miei):

Stimatissimo Editore,
in seguito a frequenti richieste, che giungono anche a questa Segreteria, di un parere circa l’atteggiamento dell’Autorità ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, attualmente pubblicati dal ‘Centro Editoriale Valtortiano’, rispondo rimandando al chiarimento offerto dalle ‘Note’ pubblicate da ‘L’Osservatore  Romano’ il 6 gennaio 1960 e il 15 giugno 1966.
Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un’eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le ‘visioni’ e i ‘dettati’ in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l’Autrice per narrare, a modo suo, la vita di Gesù.
Grato per questa collaborazione, Le esprimo la mia stima e Le porgo i miei rispettosi e cordiali saluti».

+Dionigi Tettamanzi
Segretario Generale

Anche senza essere raffinati esegeti sembra di capire che sarebbe bastato che l’Editore accettasse di scrivere in qualche modo e con poche parole in premessa che l’Opera non fosse da ritenere di ispirazione soprannaturale per risolvere ‘amichevolmente’ la ‘controversia’ e considerarne la lettura come ‘autorizzata’, lettura che mai avrebbe potuto essere autorizzata se invece l’Opera avesse avuto contenuti contro la morale e la Fede, casi nei quali mai la Chiesa approva scritti del genere, anche se questi non rivendicano una origine soprannaturale, perché la Chiesa ne valuta la sostanza.12
L’Editore non se la sentì di accettare anche se – penso io - l’accettazione di quella proposta avrebbe potuto rappresentare una enorme diffusione ed una fortuna editoriale di vendite.
L’Opera, nonostante quella antica messa all’Indice (Indice poi abolito alcuni decenni fa) si è però comunque diffusa silenziosamente in tutto il mondo – insieme ad altre opere dell’Autrice - tradotta nelle più svariate lingue, incluso il cinese e il giapponese.
Gabriele Maria Allegra, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, missionario in Cina e biblista, ha tradotto l’intera Bibbia in lingua cinese ed ha fondato lo Studio Biblico di Pechino, poi trasferito a Hong Kong.
Morto nel 1976 ad Hong Kong, dove dopo appena otto anni venne aperto il processo per la sua beatificazione, egli ebbe a scrivere la seguente lettera al sinologo P. Fortunato Margotti, suo confratello, che gli aveva fatto conoscere l’Opera di Maria Valtorta (i grassetti sono i miei):13

Ave Maria. Hong Kong, lì 30 luglio 1965

Carissimo Fortunato,
vorrei per un istante solo trovarmi a Roma per prendere le sue orecchie e tirargliele proprio forte forte come quando una volta si scioglievano le campane la mattina del Sabato Santo! Ma sa che il Poema di Gesù mi ha distaccato dagli studi della Sacra Scrittura? E mi fa piangere e ridere di gioia e di amore. Ma non continuo!
Non credo che un genio possa completare così la narrazione evangelica: digitus Dei est hic! Altro che Formgeschichtemethode!
Io sento in questo libro il Vangelo, o meglio il profumo inebriante del Vangelo. E sono superbo che tante – non tutte – tante ipotesi corrispondono a quelle che nella mia testa mi ero fatto per coordinare la vita del Salvatore. Ma solo a voce potrei parlare di ciò.
Questo libro è per me un atto di divina misericordia per la Chiesa, per le anime semplici, per i cuori che sono evangelicamente fanciulli. Spero che il solerte editore nell’ultimo volume vi aggiunga un bell’Indice, almeno per i nomi propri.
E ora, caro P. Margotti, giacché mi sta facendo fare questo peccato di negligenza per il mio dovere, e giacchè, quel ch’è peggio, io ho tutta la voglia di commetterlo per intero, stia all’erta e mi mandi gli altri volumi tutti, e se trovasse qualche schizzo biografico di Maria Valtorta me lo mandi pure, ché conoscere la testimone vuol dire tanto.
E Norberto pagherà, paga per tanti altri miei capricci, dovrà per prepotenza pagare per il Poema dell’Uomo-Dio!
Ora termino perché voglio tornare al quarto volume di esso… è irresistibile: Maestro benedetto, e che sarà quando lo vedremo?
Se non mi converto questa volta ho bell’e visto: sono peggiore di Giuda!
Mi ossequi il caro P. Alessio e gli altri confratelli di ‘Sinica Franciscana’. L’abbraccio fraternamente, suo dev.mo
              Fr. Gabriele M. Allegra 

 

Nell’accingermi a scrivere questa mia ‘Breve storia della Vita di Gesù’, perché non ispirarmi dunque all’Opera della mistica, e non solo ai Vangeli come hanno finora fatto coloro che in passato ma anche nei nostri tempi attuali hanno scritto opere sulla Vita di Gesù?
La Valtorta, qualunque sia il parere di chi non crede ai mistici e alla possibilità di apparizioni e visioni, ha avuto infatti delle visioni che le hanno fatto osservare e ‘vivere’ in tempo reale episodi e dialoghi, ambientazioni e personaggi che confermano in maniera straordinaria i brani evangelici, completandoli, rendendoli più comprensibili e fornendo per di più la soluzione a loro apparenti discordanze e ad innumerevoli quesiti che si sono posti, nei secoli, generazioni di esegeti.
I quattro Evangelisti, peraltro, nella loro esposizione non si erano proposti un 'ordine' dei brani di tipo ‘storico’, ma didattico.
L’Opera scritta dalla Valtorta presenta invece gli stessi episodi, e molti altri ancora non citati nei Vangeli canonici, in un ordine del tutto cronologico, dando al ‘personaggio Gesù’ una straordinaria dimensione ‘storica’ e reale: quella di un Uomo-Dio di straordinaria eloquenza, di alto livello culturale e spirituale, realmente vissuto, collocato in un contesto politico e sociale che più veritiero non potrebbe sembrare e che anzi ci illumina in maniera straordinaria sulla vita, mentalità, usi e costumi nella società ebraica di quei tempi.
Quello cronologico è anche un aspetto di straordinaria rilevanza che depone al di là di ogni ragionevole dubbio a favore di quel ‘Digitus Dei est hic’ di cui parlava poc’anzi Padre Gabriele Maria Allegra.
Solo chi avesse vissuto in prima persona quegli episodi, e cioè Gesù stesso, avrebbe infatti potuto inquadrarli, collocarli e anche commentarli in un quadro temporale ed ambientale con una chiarezza che può sciogliere qualsiasi dubbio interpretativo dei Vangeli canonici.
La collocazione cronologica degli episodi evangelici e la razionalità e coerenza del loro contesto equivalgono dunque all’impronta digitale lasciata… dal divino Autore che quegli stessi episodi ha vissuto.
Sono quindici anni della mia vita che studio praticamente quasi ‘a tempo pieno’ l’Opera della Valtorta dalla cui lettura e meditazione io, in origine agnostico e razionalista all’eccesso, ho finito per essere ‘convertito’.
Ho dedicato finora sedici opere di commento… ‘razionale’ ai suoi scritti, avendo in particolare anche redatto sette volumi di commento ai Vangeli canonici i cui episodi principali sono stati da me ‘sovrapposti’, analizzati e messi a confronto con quelli corrispondenti contenuti nei dieci volumi di visioni della mistica sulla vita evangelica di Gesù.
Non pensiate però che i miei sette volumi siano tanti e nemmeno sufficienti, perché - per analizzare e approfondire i risvolti e le ‘pieghe’ delle rivelazioni giunte a questa mistica - non basterebbe una biblioteca intera e non credo di esagerare affermando che sarebbe necessario un lavoro esegetico di un paio di generazioni di studiosi.
In questi tre lustri di miei studi e meditazioni credo tuttavia di aver talmente metabolizzato il contenuto delle sue rivelazioni e visioni, da potervene raccontare almeno una piccola parte in prima persona come se fossero mie, anche se in realtà sono sue.
Il ‘film’ al quale ho accennato nella Prefazione - coordinato con i quattro vangeli canonici - è dunque quello dell’Evangelo del ‘piccolo Giovanni’, anche se il Regista del ‘film’ è il Gesù valtortiano.
Per quanto mi riguarda, consideratemi appunto come uno spettatore che - dopo averlo visto - ve lo racconta ora con le proprie parole.
Non in dieci ponderosi volumi come quelli dell'Opera valtortiana, state tranquilli, ma solo in due...volumetti.


1 Modernismo: E’ un complesso di dottrine adottate a seguito di influenze filosofiche per interpretare il Cristianesimo e renderlo accettabile alla cultura contemporanea. Condannato da S. Pio X come demolitore di ogni religione positiva essendo infetto da agnosticismo, immanentismo, relativismo ed evoluzionismo (Enrico Zoffoli: Dizionario del Cristianesimo, Sinopsis Iniziative culturali).

2 Scientismo: Termine inventato in Francia due secoli fa ed usato con orgoglio da quanti presumono di avere nella ‘scienza’  la chiave per la soluzione di tutti i problemi del pensiero umano.

3  http://Storialibera.it, del 02.03.07, riporta un articolo dello scrittore e giornalista Antonio Socci tratto dal n° 20 della nota Rivista ‘Il Sabato’ del 16 maggio 1992, pagg. 50/53: Per maggiori ragguagli vedi - di Guido Landolina - il Cap. 13 de ‘VIAGGIO NELL’APOCALISSE VERSO L’ANTICRISTO PROSSIMO VENTURO’, Edizioni Segno, luglio 2007. L'opera è disponibile nel sito internet dell'autore https://www.ilcatecumeno.net 
In tale articolo Socci osserva fra l'altro che persino il vescovo Karl Lehmann, a suo tempo Presidente della Conferenza Episcopale tedesca e uno dei vice-presidenti del Sinodo sull’Europa, ebbe a dichiarare in una intervista all’Agenzia Kna: «Quanto alla 'fattualità storica' della resurrezione di Gesù Cristo, la cosa è complessa. Comunque è un evento reale. La resurrezione di Gesù Cristo da parte di Dio Padre è, strettamente intesa, un avvenimento nella sfera di Dio, che nel suo nucleo non appartiene alla nostra storia. Ma essa si ripercuote in quanto evento nello spazio e nel tempo».
La resurrezione sarebbe dunque un evento ‘reale’ nella ‘sfera di Dio’ ma che non appartiene alla realtà della Storia, vale a dire che non sarebbe mai avvenuta sulla faccia della terra.
Linguaggio da iniziati, più che da ‘Pastori’, che però starebbe ancora a ribadire che la Resurrezione fisica di Gesù fu una ‘realtà della sola fede così come vollero credere i primi cristiani, ma non un fatto oggettivo, storicamente accaduto.
La mentalità scientista di molti teologi modernisti – per cui nulla può avvenire se non nel rispetto delle leggi fisiche naturali - non ammette la deroga alle stesse e quindi non ammette il miracolo, giudicato pertanto ‘impossibile’ persino a Dio.

4 Vedi al riguardo le numerose opere, compresa la sua Autobiografia fatta scrivere dai suoi Direttori spirituali, pubblicate dal Centro Editoriale Valtortiano di Isola del Liri (FR)

5 Guido Landolina: vedi ad esempio l’ultima opera:‘Viaggio nell’Apocalisse verso l’Anticristo prossimo venturo’ - Cap. 13.2 – Ed. Segno, 2007. - Vedi inoltre nelle varie opere dell’autore liberamente scaricabili dal suo sito internet ‘ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO’ digitando  https://www.ilcatecumeno.net

6 Antonio Socci: ‘Il segreto di Padre Pio’, Rizzoli, 2007

7 Fonte Wikipedia, l’enciclopedia libera: Padre Pio da Pietralcina

8 A proposito di certi ‘uomini di Chiesa’ delle gerarchie ecclesiastiche e di taluni abusi da parte del ‘Santo Offizio’, Antonio Socci – in un articolo apparso sulla edizione del quotidiano ‘Libero’ del 23 settembre 2007 (APPELLO AL PAPA!!!!) - scrive fra l’altro: «…Pio XII una volta disse ad un personaggio, noto anticlericale, che se non erano riusciti i preti a distruggere la Chiesa, non ci sarebbero riusciti neanche loro. San Vincenzo de’ Paoli fu ancora più duro: “La Chiesa non ha nemici peggiori dei preti”. La storia in effetti fa riflettere. Basti ricordare cosa hanno dovuto subire molti santi. Pio XII, parlando una volta di Padre Pio, disse: “Non dimenticate quante persone sono state proclamate sante, nonostante che il Santo Offizio le avesse colpite e condannate”. Facile acclamare queste persone innocenti poi, quando la Chiesa le canonizza. Era dovere difenderle prima, quando gli uomini di Chiesa li perseguitavano…’».

9 Maria Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’, Vol. I, Cap. 45.6, Centro Ed. Valtortiano, 2001

10 Maria Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’, Vol. X, Cap. 652, Centro Ed. Valtortiano, 2001

11 Emilio Pisani: ‘Pro e contro Maria Valtorta’ , Pag. 11 e 12 - Centro Edit. Valtortiano, 2002

12 Vedi al riguardo, di Emilio Pisani: ‘CONDANNATA MA APPROVATA’ (L’Opera di Maria Valtorta e la Chiesa), pagg. 25/27, Centro Editoriale Valtortiano, 2006

13 Emilio Pisani: ‘Pro e contro Maria Valtorta’, pagg. 64/65, Centro Ed. Valtortiano, 2002