CAP. 13

L’ANTICRISTO PROSSIMO VENTURO
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13.1 ‘Ancora un poco e poi verrò’… 

Approfondendo la riflessione sullo stato della Fede, bisogna ammettere che le posizioni di quegli eminenti teologi - davvero ‘falsi profeti’ e cattivi maestri - citati da Socci in quell’articolo del 1992,  hanno finito per fare scuola come evidenziato dal quel sondaggio presso i giovani iscritti alla Università Gregoriana.
Oggi infatti la situazione è peggiorata. Molti dei sacerdoti usciti da quelle scuole non parlano più di Resurrezione di Gesù e di Resurrezione dei corpi alla fine del mondo se non in maniera del tutto astratta, quasi che il parlarne come di cosa effettiva, reale, fosse una ingenuità che non si può ammettere.
Il miracolo - contrario alle leggi fisiche di natura anche se fatto da Dio che ha creato tali leggi e che come le ha create può modificarle a suo piacimento - è stato bandito in quanto tale.
L’Arcangelo Gabriele, parlando alla Madonna dell’Annunciazione, aveva detto che nulla era impossibile a Dio, ma costoro non sono d’accordo.
Il Vangelo dice testualmente che Gesù compiva ‘miracoli, prodigi e segni’, ma quando costoro commentano i Vangeli sembra che la parola ‘miracolo’ sia scomparsa dal loro vocabolario sostituita da quella molto generica e riduttiva di ‘segni’.
Quando poi commentano delle parole dette da Gesù, non è infrequente sentir loro dire: ‘L’Evangelista ‘mette in bocca’ a Gesù queste parole…’.
Non è tutta colpa loro, perché è così che da qualche decennio a questa parte è stato loro insegnato, ed essi lo ripetono.
L’acqua benedetta è scomparsa dalle ‘acquasantiere’ di molte chiese, come se il suo presunto ‘potere’ fosse un frutto di ‘credenza popolare’, sì, insomma, dell’ignoranza del ‘popolo’.
Nelle chiese però si fanno concerti, e non solo di musica sacra!
Nelle catechesi per adulti non è infrequente sentire assimilare da questi sacerdoti la Genesi ad un racconto mitico ed il Peccato originale equiparato ad un simbolo, tanto più che una parte di teologi sono anche evoluzionisti e credono impossibile che Dio possa aver creato dal nulla i due capostipiti, non parliamo poi se fatti anche ‘a sua immagine e somiglianza’.
Caduto però il Peccato originale cade anche la Ragione Prima della Incarnazione del Verbo in una carne umana per redimere l’Umanità da tale Peccato e crolla il Cristianesimo.1
Nel momento in cui il Vangelo viene ridotto a simboli, nel momento in cui viene negata la realtà del fatto della Resurrezione parendo evidentemente – secondo lo scientismo – una cosa impossibile perché in contrasto con le leggi fisiche della natura, ne discendono tutta una serie di deduzioni che sono conseguenti.
Un teologo che non crede nella Resurrezione, non vedo come possa credere nella Incarnazione da parte di Dio. Non vedo nemmeno, per semplice deduzione coerente, come possa credere nella Ascensione al Cielo di Gesù Cristo, e neppure nel fatto che egli un giorno ritornerà come aveva promesso – non dico nella venuta intermedia – ma nemmeno in quella del Giudizio universale.
Non parliamo poi della Resurrezione dei corpi di cui parla il Credo, perché se non è resuscitato Gesù Cristo, che almeno in teoria per costoro dovrebbe essere Dio, non vedo come potrebbero resuscitare degli uomini, anzi delle anime di uomini, ammesso che costoro credano poi all’anima.
D’altra parte non crederanno nemmeno, nel Racconto della Genesi, a quel Dio che ‘insuffla’ l’anima nell’uomo per renderlo diverso dall’animale.
Costoro interpretano in sostanza la religione cattolico-cristiana come una filosofia, una teoria da seguire come si possono seguire tante altre ideologie e teologie, una filosofia che propone dei  modello di vita, insomma, magari migliore di altri o magari come tanti altri, visto che tutto diventa soggettivo e relativo.
Se tanto mi dà tanto e se è vero che molti teologi la penserebbero così pur non avendo il coraggio per ora di dichiararlo apertamente e ricorrendo a perifrasi per dire certe cose e non farsi accusare di averle propriamente dette, mi sembra davvero che si possa dire non che Dio è morto, ma che la Fede è davvero morta in costoro e che sopravvive semmai in pochi, asserragliati nel bunker a difendere ciò che ancora resta.
‘Troverò ancora la Fede sulla terra quando tornerò?’, aveva detto Gesù in una frase memorabile riportata in uno dei Vangeli.
La sua di allora era evidentemente una domanda profetica, e quanto abbiamo detto sopra non può che farci pensare che veramente il suo ritorno possa essere prossimo, anche se il suo ritorno sarà preceduto dalla manifestazione dell’Anticristo con il corollario di tribolazioni che colpiranno l’Umanità.
Chiediamo allora lumi alla nostra Maria Valtorta alla quale, in una delle varie Lezioni facenti parte di un ciclo sull’Apocalisse, ad un certo punto (eravamo nel 1943, in piena guerra mondiale) il suo Gesù le spiega:2

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20.8.43
Dice Gesù:
Se si osservasse per bene quanto da qualche tempo avviene, e specie dagli inizi di questo secolo che precede il secondo mille, si dovrebbe pensare che i sette sigilli sono stati aperti.
Mai come ora Io mi sono agitato per tornare fra voi con la mia Parola a radunare le schiere dei miei eletti per partire con essi e coi miei angeli a dare battaglia alle forze occulte che lavorano per scavare all’umanità le porte dell’abisso.
Guerra, fame, pestilenze, strumenti di omicidio bellico – che sono più che le bestie feroci menzionate dal Prediletto – terremoti, segni del cielo, eruzioni dalle viscere del suolo e chiamate miracolose a vie mistiche di piccole anime mosse dall’Amore, persecuzioni contro i miei seguaci, altezze d’anime e bassezze di corpi, nulla manca dei segni per cui può parervi prossimo il momento della mia Ira e della mia Giustizia.
Nell’orrore che provate, esclamate: ‘Il tempo è giunto; e più tremendo di così non può divenire!’. E chiamate a gran voce la fine che ve ne liberi.
La chiamano i colpevoli, irridendo e maledicendo come sempre; la chiamano i buoni che non possono più oltre vedere il Male trionfare sul Bene.
Pace miei eletti! Ancora un poco e poi verrò.
La somma di sacrificio necessaria a giustificare la creazione dell’uomo e il Sacrificio del Figlio di Dio non è ancora compiuta.
Ancora non è terminato lo schieramento delle mie coorti e gli Angeli del Segno non hanno ancora posto il sigillo glorioso su tutte le fronti di coloro che hanno meritato d’essere eletti alla gloria.
L’obbrobrio della terra è tale che il suo fumo, di poco dissimile da quello che scaturisce dalla dimora di Satana, sale sino ai piedi del trono di Dio con sacrilego impeto.
Prima della apparizione della mia Gloria occorre che oriente e occidente siano purificati per essere degni dell’apparire del mio Volto.
Incenso che purifica e olio che consacra il grande, sconfinato altare - dove l’ultima Messa sarà celebrata da Me, Pontefice eterno, servito all’altare da tutti i santi che cielo e terra avranno in quell’ora - sono le preghiere dei miei santi, dei diletti al mio Cuore, dei già segnati del mio Segno: della Croce benedetta, prima che gli angeli del Segno li abbiano contrassegnati.
E’ sulla terra che il segno si incide ed è la vostra volontà che lo incide.
Poi gli angeli lo empiono di un oro incandescente che non si cancella e che fa splendere come sole la vostra fronte nel mio Paradiso.
Grande è l’orrore di ora, diletti miei; ma quanto, quanto, quanto ha ancora da aumentare per essere l’Orrore dei Tempi ultimi!
E se veramente pare che  assenzio sia mescolato al pane, al vino, al sonno dell’uomo, molto, molto, molto altro assenzio deve ancora gocciare nelle vostre acque, sulle vostre tavole, sui vostri giacigli prima che abbiate raggiunto l’amarezza totale che sarà la compagnia degli ultimi giorni di questa razza creata dall’Amore, salvata dall’Amore e che si è venduta all’Odio.
Che se Caino andò ramigando sulla terra per avere ucciso un sangue, innocente, ma sempre sangue inquinato dalla colpa d’origine, e non trovò chi lo levasse dal tormento del ricordo perché il segno di Dio era su di lui per suo castigo – e generò nell’amarezza e nell’amarezza visse e vide vivere e nell’amarezza morì – che non deve soffrire la razza dell’uomo che uccise di fatto e uccide, col desiderio, il Sangue innocentissimo che lo ha salvato?
Dunque pensate pure che questi sono i prodromi, ma non è ancora l’ora.

Vi sono i precursori di colui che ho detto potersi chiamare: ‘Negazione’, ‘Male fatto carne’, ‘Orrore’, ‘Sacrilegio’, ‘Figlio di Satana’, ‘Vendetta’, ‘Distruzione’, e potrei continuare a dargli nomi di chiara e paurosa indicazione.
Ma egli non vi è ancora.

Sarà persona molto in alto, in alto come un astro umano che brilli in un cielo umano. Ma un astro di sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla lusinga del Nemico, conoscerà la superbia dopo l’umiltà, l’ateismo dopo la fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell’oro dopo l’evangelica povertà, la sete degli onori dopo il nascondimento.
Meno pauroso il vedere piombare una stella dal firmamento che non vedere precipitare nelle spire di Satana questa creatura già eletta, la quale del suo padre di elezione copierà il peccato.
Lucifero, per superbia, divenne il Maledetto e l’Oscuro.
L’Anticristo, per superbia di un‘ora, diverrà il maledetto e l’oscuro dopo essere stato un astro del mio esercito.
A premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare, otterrà l’aiuto completo di Satana, il quale darà ad esso le chiavi del pozzo dell’abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché ne escano gli strumenti d’orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per portare gli uomini alla totale disperazione, di modo che da loro stessi invochino Satana Re, e corrano al seguito dell’Anticristo, l’unico che potrà spalancare le porte d’abisso per farne uscire il Re dell’abisso, così come il Cristo ha aperto le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono, che fanno degli uomini dei simili a Dio e re di un Regno eterno in cui il Re dei re sono Io.
Come il Padre ha dato a Me ogni potere, così Satana ha dato ad esso ogni potere, e specie ogni potere di seduzione, per trascinare al suo seguito i deboli e i corrosi dalle febbri delle ambizioni come lo è esso, loro capo. Ma nella sua sfrenata ambizione troverà ancora troppo scarsi gli aiuti soprannaturali di Satana e cercherà altri aiuti nei nemici del Cristo, i quali, armati di armi sempre più micidiali, quali la loro libidine verso il Male li poteva indurre a creare per seminare disperazione nelle folle, lo aiuteranno sinchè Dio non dirà il suo ‘Basta’ e li incenerirà col fulgore del suo aspetto.
Molto, troppo – e non per sete buona e per onesto desiderio di porre riparo al male incalzante, ma sibbene soltanto per curiosità inutile – molto, troppo si è arzigogolato, nei secoli, su quanto Giovanni dice nel Cap. 10 dell’Apocalisse.3 Ma sappi, Maria, che Io permetto si sappia quanto può essere utile sapere e velo quanto trovo utile che voi non sappiate.
Troppo deboli siete, poveri figli miei, per conoscere il nome d’onore dei ‘sette tuoni’ apocalittici.
Il mio Angelo ha detto a Giovanni: “Sigilla quello che han detto i sette tuoni e non lo scrivere”.
Io dico che ciò che è sigillato non è ancora ora che sia aperto e se Giovanni non lo ha scritto Io non lo dirò.
Del resto non tocca a voi gustare quell’orrore e perciò…
Non vi resta che pregare per coloro che lo dovranno subire, perché la forza non naufraghi in essi e non passino a far parte della turba di coloro che sotto la sferza del flagello non conosceranno penitenza e bestemmieranno Iddio in luogo di chiamarlo in loro aiuto.
Molti di questi sono già sulla terra e il loro seme sette volte sette più demoniaco di essi.
Io, non il mio angelo, Io stesso giuro che quando sarà finito il tuono della settima tromba e compito l’orrore del settimo flagello, senza che la razza di Adamo riconosca il Cristo Re, Signore, Redentore e Dio, e invocata la sua Misericordia, il suo Nome nel quale è la salvezza, Io, per il mio Nome e per la mia Natura, giuro che fermerò l’attimo dell’eternità. Cesserà il tempo e comincerà il Giudizio. Il Giudizio che divide in eterno il Bene dal Male dopo millenni di convivenza sulla terra.
Il Bene tornerà alla sorgente da cui è venuto. Il Male precipiterà dove è già stato precipitato dal momento della ribellione di Lucifero e da dove è uscito per turbare la debolezza di Adamo nella seduzione del senso e dell’orgoglio.
Allora il Mistero di Dio si compirà. Allora conoscerete Iddio. Tutti, tutti gli uomini della terra, da Adamo all’ultimo nato, radunati come granelli di rena sulla duna del lido eterno, vedranno Iddio Signore, Creatore, Giudice, Re.
Sì, lo vedrete questo Dio che avete amato, bestemmiato, seguito, schernito, benedetto, vilipeso, servito, sfuggito. Lo vedrete.
Saprete allora quanto Egli meritava il vostro amore e quanto era meritevole il servirlo.
Oh! Gioia di coloro che avranno consumato se stessi nell’amarlo e nell’ubbidirlo! Oh! Terrore di coloro che sono stati i suoi Giuda, i suoi Caini, di coloro che hanno preferito seguire l’Antagonista e il Seduttore in luogo del Verbo umanato in cui è Redenzione; del Cristo: via al Padre; di Gesù: Verità santissima; del Verbo: Vita vera.

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13.2  L’Anticristo? Un astro del mio esercito! Quale è il grado di attendibilità di Maria Valtorta? 

Se ormai da vari decenni, sotto l’incalzare imponente del modernismo, molti teologi hanno smesso di credere alla Resurrezione – giudicata impossibile persino ad un Dio non solo perché contraria alle leggi fisiche della natura ma evidentemente perché Gesù non viene nemmeno più considerato l’incarnazione di un Dio che si fa uomo ma semplicemente un uomo, un grande uomo che ha creduto di essere un ‘Dio’– potete ora capire come mai possano esserci stati tanti dubbi sulle apparizioni della Madonna a Fatima, sulle sue rivelazioni, e come in ultima analisi su come ci possano essere dubbi sulle rivelazioni di una mistica come la Valtorta.
La prima reazione di fronte ai fenomeni mistici è che si tratti di fenomeni… psichiatrici.
La Psicanalisi – ed i teologi modernisti sono seguaci di Freud al punto che parlano dei fenomeni mistici in termini psicanalitici, anzi psichiatrici – considera come psicopatologiche le visioni dei più grandi santi, a cominciare dall’ultimo, Padre Pio da Pietralcina, che aveva le visioni e per di più le stigmate.
Padre Agostino Gemelli - ‘padre’, medico, psicologo e consulente del Sant’Uffizio - fu invitato negli anni venti a visitare Padre Pio per un esame clinico delle sue stigmate.
Egli era però privo della prevista autorizzazione scritta del Sant’Uffizio, e Padre Pio rifiutò sdegnosamente la visita, di cui egli certo aveva intuito pregiudizi e finalità.
Padre Gemelli4 anche senza la visita, cioè ad occhio, espresse comunque al Sant’Uffizio la sua diagnosi: ‘psicopatico, autolesionista ed imbroglione’!
L’inchiesta si concluse con l’invito della Chiesa ai fedeli a non considerare come sovrannaturali le manifestazioni ‘psichiatriche’ certificate dal Gemelli. A Padre Pio venne vietata la celebrazione della Messa in pubblico e l’esercizio della Confessione. Le restrizioni vennero poi revocate anni dopo ma Padre Pio fu poi sottoposto ad ulteriori indagini da parte di Giovanni XXIII, senza però che si trovasse nulla.
Padre Pio morì nel 1968 e sotto Papa Giovanni Paolo II venne proclamato prima Beato e poi Santo nel 2002.
Questo è il triste destino dei mistici, considerati dalla Psicanalisi atea come soggetti ‘isterici’, vittime di disturbi ‘istrionici’ della personalità associati a disturbi di trance ‘dissociative’.
Cosa si poteva allora dire di una piccola sconosciuta Valtorta che aveva scritto nel silenzio e nell’anonimato più assoluto oltre quindici opere di altissimo livello letterario e teologico e soprattutto aveva descritto minuziosamente le visioni con relativi dialoghi dei tre anni di vita pubblica di Gesù e degli apostoli?
Fu più fortunata di Padre Pio, perché nel mettere all’Indice con decreto la sua Opera, che evidentemente le gerarchie – come già fatto con Padre Pio - non potevano ammettere come un fenomeno soprannaturale, il giudizio (peraltro non contenuto nel decreto) fu riportato in una nota a parte, anonima, apparsa sull’Osservatore romano dal titolo: UNA VITA DI GESU’ MALAMENTE ROMANZATA! 
Ora, anche di Maria Valtorta - i ‘personaggi’ alla Gemelli - potrebbero dire, e lo hanno detto, che i suoi non sono fenomeni di ispirazione soprannaturale ma semmai ‘paranormale’, anzi problemi ‘isterici’ e ‘fenomeni  dissociativi della personalità’. E’ del resto la stessa cosa che costoro, non credendo alla Resurrezione e al resto che ne consegue, se potessero direbbero anche di Gesù, visto che Egli aveva la ‘pretesa’ di vedere Dio, parlare con Dio, anzi credersi addirittura figlio di Dio.
Cosa direbbero poi costoro, oggi, di una Valtorta alla quale il suo Gesù dice che l’Anticristo non sarà tanto un personaggio politico o una mera astrazione dello ‘spirito’ del Male inteso in senso molto generale quanto invece un uomo ‘in carne ed ossa’ per di più un ‘astro’ della sua Chiesa, un astro del suo ‘esercito’?
Il Gesù valtortiano, alla fine della sua Opera,5 dettò alla mistica con precisione la ragione e gli scopi di quelle eccezionali rivelazioni che in estrema sintesi possono qui riassumersi come un aiuto straordinario e misericordioso – in un momento di grande difficoltà per la Chiesa – atto a fornire argomenti per combattere il modernismo che avrebbe sempre più corrotto la Chiesa, per difendere la sovrannaturalità dei dogmi, la divinità di Cristo vero Dio e vero Uomo, la dottrina di Paolo e Giovanni, la sua scienza illimitata perché perfetta, la natura perfetta della sua Dottrina che non si è formata quale è attraverso successive trasformazioni ma tale è stata data fin dall’inizio. Un aiuto, ancora, per risvegliare sacerdoti e laici, per dare ai maestri di spirito e direttori di anime i sostegni necessari, per restituire alla verità le figure di Gesu, di Maria e tante altre cose ancora.
L’Organo del Sant’Uffizio, per ragioni che non è mai stato possibile capire con chiarezza, pareva essere contrario alla richiesta di autorizzazione alla pubblicazione dell’Opera avanzata dai Padri Serviti che all’epoca avevano assistito l’inferma.
Lei si era offerta a Gesù quale anima vittima d’amore, piccola ‘corredentrice’. Paralizzata da decenni, i Padri Serviti le portavano giornalmente l’Eucarestia e trascrivevano nel contempo a macchina i manoscritti con la descrizione di visioni e dialoghi di vita evangelica di Gesù.
I suoi due direttori spirituali provarono allora ad aggirare l’ostacolo cercando di arrivare direttamente al Santo Padre, Pio XII. Ci riuscirono grazie ai buoni uffizi di Mons. Francesco Norese, archivista della Segreteria di Stato, che procurò anche un’udienza concessa il 26 febbraio 1948 a P. Romualdo M. Migliorini e P. Corrado M. Berti, accompagnati dal loro Priore, il P. Andrea M. Cecchin.
Nell’Opera ‘Pro e contro Maria Valtorta’ (di Emilio Pisani, pagg.11 e 12, Centro Editoriale Valtortiano, 2002) in merito a tale udienza si legge fra l’altro:

«Il Papa mostra di aver preso conoscenza dell’Opera e dà un consiglio lapidario: ‘Pubblicatela così come è’. Gli viene sottoposto il testo di una Prefazione, dove si parla esplicitamente di fenomeno soprannaturale, ma egli lo disapprova e aggiunge: ‘Chi legge quest’Opera capirà”».

Vi si legge inoltre che il Sant’Uffizio, subito dopo questa udienza, nel 1949, frenò ogni iniziativa di Padre Berti volta alla pubblicazione dell’Opera, e quando - ciò nonostante - anni dopo l’opera venne stampata, la reazione del Sant’Uffizio – nel 1959 - fu conseguente: la messa all’Indice!
Il Card. Ottaviani, che presiedeva il Sant’Uffizio, era del resto conosciuto per carattere e fermezza tanto da meritarsi l’appellativo di ‘carabiniere della Chiesa’.
Ma colui che era pur suo amico, Gabriele Roschini, mariologo famoso, Professore alla Pontificia Facoltà Teologica ‘Marianum’, dopo aver letto nel 1972 l’Opera, pubblicò un volume dal titolo ‘La Madonna negli scritti di Maria Valtorta’, nella cui Presentazione egli stesso ebbe a scrivere (i grassetti sono i miei) :

«E’ da mezzo secolo che mi occupo di Mariologia: studiando, insegnando, predicando e scrivendo.
Ho dovuto leggere perciò innumerevoli scritti mariani, d’ogni genere: una vera ‘Biblioteca mariana’.
Mi sento però in dovere di confessare candidamente che la Mariologia quale risulta dagli scritti, editi ed inediti, di Maria Valtorta, è stata per me una vera rivelazione. Nessun altro scritto mariano, e neppure la somma degli scritti mariani da me letti e studiati, era stato in grado di darmi, del Capolavoro di Dio, un’idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affascinante: semplice e insieme sublime’. Tra la Madonna presentata da me e dai miei colleghi (i Mariologi) e la Madonna presentata da Maria Valtorta, a me sembra di trovare la stessa differenza che corre fra una Madonna di cartapesta e una Madonna viva, tra una Madonna più o meno approssimativa e una Madonna completa in ogni sua parte, sotto tutti i suoi aspetti…».
Roschini prosegue poco dopo dicendo: «É bene, inoltre, che si sappia che io non sono stato un facile ammiratore della Valtorta. Anch’io infatti sono stato, un tempo, tra coloro che, senza una adeguata conoscenza dei suoi scritti, hanno avuto un sorrisino di diffidenza nei riguardi dei medesimi.
Ma dopo averli letti e ponderati, ho dovuto – come tanti altri – concludere: ‘Chi vuol conoscere la Madonna (Una Madonna in perfetta sintonia col Magistero ecclesiastico, particolarmente col Concilio Vaticano II, con la Sacra Scrittura e la Tradizione ecclesiastica) legga la Mariologia della Valtorta!’
A chi poi volesse vedere, in questa mia asserzione, uno dei soliti iperbolici «slogan » pubblicitari, non ho da dare che una sola risposta: «Legga, e poi giudichi!...».

Del resto il 6 maggio 1992, con una sua lettera Prot. N. 324/92, l’allora Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Dionigi Tettamanzi, motivando in premessa la sua lettera a seguito delle frequenti richieste di parere che giungevano anche alla sua Segreteria circa l’atteggiamento dell’Autorità ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, scrive con fare gentile e direi anche cordiale all’Editore (i grassetti sono i miei):

Stimatissimo Editore,
in seguito a frequenti richieste, che giungono anche a questa Segreteria, di un parere circa l’atteggiamento dell’Autorità ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, attualmente pubblicati dal ‘Centro Editoriale Valtortiano’, rispondo rimandando al chiarimento offerto dalle ‘Note’ pubblicate da ‘L’Osservatore  Romano’ il 6 gennaio 1960 e il 15 giugno 1966.
Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un’eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le ‘visioni’ e i ‘dettati’ in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l’Autrice per narrare, a modo suo, la vita di Gesù.
Grato per questa collaborazione, Le esprimo la mia stima e Le porgo i miei rispettosi e cordiali saluti».
                                                                                                     +Dionigi Tettamanzi
                                                                                                      Segretario Generale

Anche senza essere raffinati esegeti sembra di capire che sarebbe bastato che l’Editore accettasse di scrivere chiaro con poche parole in premessa che l’Opera non potesse essere ritenuta di ispirazione soprannaturale per risolvere ‘amichevolmente’ la ‘controversia’ e considerarne la lettura come ‘autorizzata’, lettura che mai avrebbe dovuto essere autorizzata se invece l’Opera avesse avuto contenuti contro la morale e la Fede, casi nei quali mai la Chiesa approva scritti del genere, anche se questi non rivendicano una origine soprannaturale, perché la Chiesa ne valuta la sostanza.6
L’Editore non se la sentì di accettare anche se – penso io - l’accettazione di quella proposta avrebbe potuto rappresentare una fortuna editoriale di vendite in tutto il mondo.
L’Opera ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ (in dieci volumi, prima conosciuta come ‘Il Poema dell’Uomo Dio’) nonostante quella antica messa all’Indice si è però comunque diffusa silenziosamente in tutto il mondo – insieme ad altre opere dell’Autrice - tradotta nelle più svariate lingue, incluso il cinese e il giapponese.
Gabriele Maria Allegra, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, missionario in Cina e biblista, ha tradotto l’intera Bibbia in lingua cinese ed ha fondato lo Studio Biblico di Pechino, poi trasferito a Hong Kong. Morto nel 1976 ad Hong Kong, dove dopo appena otto anni venne aperto il processo per la sua beatificazione, ebbe a scrivere la seguente lettera al sinologo P. Fortunato Margotti, suo confratello, che gli aveva fatto conoscere l’Opera di Maria Valtorta (i grassetti sono i miei):7

Ave Maria. Hong Kong, lì 30 luglio 1965

Carissimo Fortunato,
vorrei per un istante solo trovarmi a Roma per prendere le sue orecchie e tirargliele proprio forte forte come quando una volta si scioglievano le campane la mattina del Sabato Santo! Ma sa che il Poema di Gesù mi ha distaccato dagli studi della Sacra Scrittura? E mi fa piangere e ridere di gioia e di amore. Ma non continuo! Non credo che un genio possa completare così la narrazione evangelica: digitus Dei est hic! Altro che Formgeschichtemethode! Io sento in questo libro il Vangelo, o meglio il profumo inebriante del Vangelo. E sono superbo che tante – non tutte – tante ipotesi corrispondono a quelle che nella mia testa mi ero fatto per coordinare la vita del Salvatore. Ma solo a voce potrei parlare di ciò. Questo libro è per me un atto di divina misericordia per la Chiesa, per le anime semplici, per i cuori che sono evangelicamente fanciulli. Spero che il solerte editore nell’ultimo volume vi aggiunga un bell’Indice, almeno per i nomi propri.
E ora, caro P. Margotti, giacché mi sta facendo fare questo peccato di negligenza per il mio dovere, e giacchè, quel ch’è peggio, io ho tutta la voglia di commetterlo per intero, stia all’erta e mi mandi gli altri volumi tutti, e se trovasse qualche schizzo biografico di Maria Valtorta me lo mandi pure, ché conoscere la testimone vuol dire tanto. E Norberto pagherà, paga per tanti altri miei capricci, dovrà per prepotenza pagare per il Poema dell’Uomo-Dio!
Ora termino perché voglio tornare al quarto volume di esso… è irresistibile: Maestro benedetto, e che sarà quando lo vedremo?
Se non mi converto questa volta ho bell’e visto: sono peggiore di Giuda!
Mi ossequi il caro P. Alessio e gli altri confratelli di ‘Sinica Franciscana’. L’abbraccio fraternamente, suo dev.mo
              Fr. Gabriele M. Allegra 


1 Sul Peccato originale e sulla Genesi vedi dell’autore: ‘LA GENESI BIBLICA FRA SCIENZA E FEDE’ ( I sei giorni della Creazione dal Big-Bang al Peccato originale’, Edizioni Segno 2006 – Opera in tre volumi gratuitamente scaricabili on-line dal sito internet dell’autore ‘ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO’ digitando: https://www.ilcatecumeno.net

2 M.V.: ‘Quaderni del 1943’ – Dettato 20.8.43 – pagg. 145/149 – Centro Ed. Valtortiano
Vedi anche dell’Autore: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ – Vol. II, Cap. 13.11 – Ed. Segno
Inoltre Edizione riveduta e corretta in sito internet www.ilcatecumeno.net

3 Nota dell’autore: Nel Cap. 10 Giovanni ha la visione di un Angelo che discende grandioso e terrificante dal cielo tenendo in mano un ‘piccolo libro aperto’. Al suo grido, che sembra un ruggito di leone, i ‘sette tuoni’ (che sono anche i sette squilli di tromba o i sette flagelli) si fanno sentire facendo capire di cosa si tratti. L’Angelo invita però Giovanni a sigillare il significato di quanto sentito e a non scriverlo e lo invita poi ad ingoiarlo sentendone nelle viscere tutta l’amarezza anche se in bocca gli sembrerà come miele. Visto che il Gesù valtortiano dice che su questo passo si è arzigogolato troppo nei secoli, cerchiamo di non farlo noi adesso.

4 Fonte Wikipedia, l’enciclopedia libera: Padre Pio da Pietralcina

5 Maria Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’, Vol. X, Cap. 652, Centro Ed. Valtortiano, 2001

6 Vedi al riguardo, di Emilio Pisani: ‘CONDANNATA MA APPROVATA’ (L’Opera di Maria Valtorta e la Chiesa), pagg. 25/27, Centro Editoriale Valtortiano, 2006

7 Emilio Pisani: ‘Pro e contro Maria Valtorta’, pagg. 64/65, Centro Ed. Valtortiano, 2002