CAP. 18

APPROFONDIAMO LA CREAZIONE DI ADAMO
(3)

L'ANIMA-SPIRITUALE

 

18.1 L'anima é come un computer...

Segretario: L'argomento che stiamo trattando é complesso ma - considerando la sua fondamentale importanza - spero che mi vogliate perdonare se, per cercare di chiarirlo meglio, dovrò ora ripetere alcuni concetti cercando di 'arricchirli' un poco di più.
Dovendo tentare una sintesi su quanto ascoltato fino ad ora sull'anima, mi sembra di potere arrivare a queste conclusioni.
L'essere vivente chiamato 'uomo' è composto da tre entità fuse in una: il corpo, l'anima-animale' e lo spirito.
Se corpo ed anima-animale - che Dio ha conferito a tutti gli animali al momento della loro creazione - si perpetuano attraverso la riproduzione, lo spirito viene invece donato in maniera privilegiata da Dio solo all'uomo, con un atto specifico della Sua volontà ogni volta che i due genitori concepiscono un figlio.
I genitori sono infatti coloro che - sul piano carnale ed umano - 'collaborano' con Dio con la generazione di esseri che, dotati da Dio di anima-spirituale, saranno - se lo vorranno - i futuri 'figli di Dio', in Cielo.
La Genesi - nel parlare dell'alito di Vita che Dio ha dato al primo uomo - non si riferisce dunque, come potrebbe forse sembrare a prima vista, al principio vitale (anima-animale) di Adamo ed Eva ma piuttosto allo spirito - che è quello che ha la capacità di 'comunicare' con Dio e che è dotato di Vita immortale, l'unica Vita che veramente conti.
 Mentre tuttavia nell'animale la sua 'anima-animale' si dissolve con la morte, nell'uomo l'anima-animale e lo spirito, fusi insieme, sopravvivono alla morte del corpo.
Credo personalmente che se dovessimo ipotizzare un uomo senza lo spirito donato da Dio, vedremmo un uomo fisicamente uguale in tutto e per tutto all'uomo attuale - e quindi un animale-pensante dotato di  capacità intellettiva maggiore di quella di tanti altri animali - ma senza alcuna prospettiva dopo la morte se non quella dell'annientamento del proprio corpo e del dissolvimento nel nulla della propria anima-animale.
La parola ‘anima' è un termine inteso nei sensi più disparati, secondo le diverse concezioni filosofiche relative al mondo e all’uomo.
Anima - lo abbiamo già sentito prima - é detto ad esempio ogni principio vitale, comune alle piante ed agli animali.
Tale principio viene anche definito 'anima vegetativa' e 'anima sensitiva'.
Il termine di anima viene però riferito soprattutto all’uomo ed essa, stando alla grande tradizione cattolica e tomistica, è ritenuta ‘forma sostanziale del corpo, essenzialmente immateriale ed incorruttibile, creata da Dio, ricca di una personalità che, maturando attraverso le esperienze della vita temporale, è destinata a realizzare la sua definitiva perfezione nel possesso intellettuale di Dio'.1
L’anima dell’uomo non va quindi confusa con quella dell’animale.
Anche l’uomo – come abbiamo già a lungo prima spiegato -  ha un anima ‘animale’, e cioè un principio vitale  intelligente che gli consente di condursi in quanto ‘essere animale’ né più né meno di come si conducono altri animali ognuno secondo le caratteristiche e finalità della propria specie.
Anche l’uomo, come tutti gli altri animali, trasmette questa sorta di anima, o meglio di principio vitale intelligente, per via naturale, e cioè con la riproduzione della specie, insieme ai propri 'geni'.
Ma l'embrione dell’uomo, per la missione specifica che Dio ha previsto per lui, riceve da Dio - al momento del suo concepimento  - un ‘quid’ in più, un ulteriore  ‘principio vitale intelligente’, che è tuttavia un principio ‘vitale’ a carattere squisitamente spirituale che dà una vita che non cessa con la morte del corpo, come invece avviene per il principio vitale dell’anima del mondo animale.
Questo secondo ‘principio vitale’ a carattere spirituale viene come ‘inserito’ nell’anima-animale  e finisce per costituirne la parte più sosfisticata, una sorta di anima nell’anima, la parte più profonda, intelligentissima, destinata a vivere in eterno e, soprattutto, a comunicare con Dio.
Dio è purissimo spirito, gli angeli sono puri spiriti, gli uomini sono invece semplici spiriti che sono stati in qualche modo ‘incarnati’ in un embrione umano.
Mi sarebbe piaciuto vivere ai tempi di San Paolo non solo per conoscere Gesù ma anche per chiedere a quel suo ‘apostolo’ ispirato qualche maggior chiarimento proprio sull’anima.
Egli infatti – parlando ripetutamente nelle sue lettere dell’uomo, inteso nella sua interezza - ha indicato in lui tre distinte realtà  parlando specificatamente di corpo, anima e … spirito.
Ma lo spirito dell’uomo, che  San Paolo differenzia dall'anima, altro non è che quel ‘soffio di Dio’ di cui parla la Genesi e che viene ‘insufflato’ nell’uomo per renderlo diverso dagli altri animali dandogli cioè quel ‘quid’ in più che - come già detto prima - gli consentirà dopo la morte del corpo una vita spirituale, eterna.
Ma allora, vi domanderete, come può succedere che questa ‘anima spirituale’, questa quintessenza così perfetta data direttamente da Dio all'embrione umano, finisca per contrarre il Peccato Originale?
La risposta é già stata data prima quando la 'Voce' aveva ripetuto quel dialogo fra il Gesù valtortiano e la greca Sintica, dove parlando dell'anima-spirituale Gesù diceva:

«... Essa esce perfetta dal Pensiero divino e nell'attimo della sua creazione essa è uguale, per un millesimo di attimo, a quella del primo uomo: una perfezione che comprende la Verità per dono gratis dato. Un millesimo di attimo. Poi, formata che sia, è lesionata dalla colpa d'origine. Per farti capire meglio dirò che è come se Dio fosse gravido dell'anima che crea e che il creato, nel nascere, venisse ferito da un segno incancellabile. Mi comprendi?».

Difficile? Mi spiegherò allora meglio con un paragone concreto.2
E' opportuno chiarire in premessa che il Peccato di Adamo ed Eva, detto comunemente 'Peccato originale', si chiama invece teologicamente Peccato 'originante', mentre per Peccato 'originale' si intendono in realtà le conseguenze sulla discendenza dei primi due progenitori provocate da quello 'originante'.
Oggi viviamo in una società tecnologica, anzi informatica, dove anche i bambini imparano ormai all’asilo a familiarizzarsi nell’uso del computer.
In casa avrete certamente un membro della famiglia, che conosce l’uso di queste macchine, al quale potrete magari poi chiedere qualche chiarimento.
Il computer lo potete immaginare come un corpo umano inanimato, come una macchina insensibile, un macchinario che di per sé non risponderebbe a nessun comando.
Ma se nel computer il Fabbricante introduce il suo software di base  (e cioè, per analogia, l’anima animale) ecco che il computer come per incanto si ‘anima’, si accende, si mette a girare ed al primo comando di Avvio comincia ad aprire uno dopo l’altro tutti i suoi programmi di base che servono al suo funzionamento operativo.
Ma il costruttore (e cioè Dio) non è ancora soddisfatto di un programma software di quel genere, perché quel programma ce l’hanno – più o meno – anche tutti gli altri animali, e persino i vegetali, a modo loro.
Dio vuole che quel particolare ‘computer’, cioè l’uomo, possa collegarsi attraverso un’Internet spirituale a Sé, perché Egli vuole donarsi all’uomo e vorrebbe che l’uomo si donasse a lui, amarlo ed essere amato, per l’eternità, come un figlio.
Ed ecco che allora, dopo che i due genitori concepiscono nell’amore quell’embrione d’uomo, ecco che Dio – premuroso e tempestivo – lo munisce di un ulteriore 'software' ancora più sofisticato di quello 'normale' dell’anima ‘animale’ del quale l’uomo, in quanto ‘animale’, é dotato al pari degli altri esseri viventi.
Un software intelligentissimo, il secondo, di natura sofisticatamente spirituale, destinato a non morire mai, neanche distruggendo il computer, come non si distruggono neanche le ben note 'scatole nere' degli aerei che precipitano.
Ma questo software aggiuntivo, cioè lo spirito dell'anima, per funzionare ha bisogno del software di base del computer, e cioè dell’anima animale.
Se quest’ultimo 'software' gira bene, anche l’altro software aggiuntivo funzionerà al meglio.
Questa era la situazione di Adamo ed Eva prima del Peccato originale: i due 'software' giravano entrambi bene!
Ma dopo..., dopo cioé che il Peccato spirituale (dovuto non ad un difetto costruttivo del Fabbricante ma ad una imprudenza degli operatori, Adamo ed Eva) ebbe danneggiato quel software sofisticatissimo del loro spirito perfetto trasmesso direttamente da Dio, ecco che andò in 'cortocircuito' anche l’altro software di base di Adamo ed Eva, e cioè quello dell'anima-animale che si sarebbe trasmesso ai discendenti per via naturale, cioè con la riproduzione fisica, di padre in figlio.
Ora – dopo quel Peccato - i programmi ‘cortocircuitati’ del software di base del nostro computer umano, ereditati dai due Progenitori, non sono più perfetti come quando erano stati inizialmente progettati, anzi sono tarati e vengono trasmessi geneticamente tarati di padre in figlio.
E’ come se essi fossero stati attaccati da un virus informatico al quale incautamente o involontariamente – magari entrando o scaricandoci qualcosa da Internet - abbiamo aperto la porta, e adesso non girano più tanto bene, con conseguenze ora lievi, ora più gravi, ora irreparabili.
Concludendo, quel software aggiuntivo, lo spirito dell’anima, anche se introdotto perfetto da Dio in ogni nuovo embrione umano che viene concepito, una volta dentro, subisce le conseguenze del ‘virus’ telematico che aveva già contagiato gli altri programmi di base del computer.
Lo spirito subisce cioè le conseguenze del Peccato originante che non gli consentono più di 'girare' secondo le aspettative di chi lo aveva creato perfetto.
Nell’uomo la fecondazione e il concepimento dell'embrione sono l’effetto costituito dalla fusione dei due gameti, maschile e femminile, dalla quale risulta la ‘cellula germinale’ o zigote, dotato del codice genetico del nascituro.
Secondo il dogma del 'Peccato originale', quest’ultimo (consistente nella privazione della Grazia, seguita alla ribellione a Dio dei capostipiti della famiglia umana) si trasmette con la natura’ venendosi così a contrarre dal primo momento in cui ogni individuo viene concepito.
Comportarsi bene e salvarsi contrastando la propria natura compromessa richiederà a questo punto da parte dell'uomo un sforzo che necessita di grande volontà e di aiuto da parte di Dio.
L’uomo si ritrova dunque a fare i conti  con una situazione preesistente, diciamo ereditaria.
Non so se sono riuscito a spiegarmi bene...

Luce:
Se il Peccato 'originante' ha scombussolato l'equilibrio psicosomatico dell'uomo provocando lo 'scombussolamento' dell'anima-animale...
Se l'anima-animale si trasmette con la riproduzione attraverso la generazione da parte dei due  genitori...
Ecco che il 'programma di base' del computer si trasmette avariato in quanto infettato dal 'virus' che ha colpito il programma di base (e cioé l'anima-animale) dei primi due progenitori.
Quando Dio dona all'embrione del nascituro l'anima-spirituale, succede che - non funzionando più bene il 'programma di base' (anima-animale) - non funziona più bene neanche l'anima-spirituale che anzi risulta prevaricata da quella 'animale'.
Prevalgono gli istinti, le pulsioni meno nobili e sono queste le pulsioni che bisogna combattere.
Non sarà mai più possibile all'uomo attuale recuperare il controllo dell'anima-animale che ha irrimediabilmente subito le conseguenze  del Peccato 'originante', ma é la battaglia che l'uomo conduce contro l'io dell'anima-animale deteriorata quella che lo rende meritevole della Misericordia di Dio.

 

 18.2 Anima, poliedri e... solidi!

Segretario: L'uomo avrebbe dunque sostanzialmente due 'principi pensanti', due 'complessi psichici'.
Il primo, quello dell'anima-animale, é quello che lo caratterizza come essere 'animale' dotato di normale intelletto, anche se superiore a quello degli altri animali.
Il secondo, quello dell'anima-spirituale capace di comunicare con Dio e destinata alla vita eterna, lo qualifica non come essere animale ma come 'uomo' vero e proprio: entità spirituale che abita una carne!
Sono due principi pensanti che coesistono ed interagiscono, anche se il nostro 'io' sembra non rendersene conto.
Ora, a proposito di interazioni e rapporti fra spirito e intelletto, ricordo vagamente un qualcosa che avevo appreso qualche anno fa - e a dire il vero non ricordo nemmeno da chi - per cui...

Azaria:3
...Ti ho spiegato come anche quello che la tua mente non comprende, perché non é nutrita da nozioni teologiche, opera in te spirituali trasformazioni perché l'anima, ad insaputa del tuo stesso intelletto che non la può seguire essendo ignorante di nozioni teologiche, assorbe il succo delle lezioni che ricevi e se ne nutre.
Lascia pure che, come tu dici, il tuo cervello non senta che il suono esteriore e incomprensibile di tante profonde lezioni.
C'é una parte di te, la migliore, che se ne nutre ugualmente, veracemente. E ciò ha più valore che se tu, col tuo intelletto, potessi analizzare e capire ogni parola, ma questa analisi rimanesse freddo studio della mente e non pane e fuoco dello spirito.

Bastian Contrario: Ah..., questo mi conforta. Non so se dipenda dall'intelletto del Segretario che - non avendo a suo tempo capito bene quelle lezioni che anni fa gli aveva dato il  Presidente Azaria - ora non sia stato capace di spiegarci bene certe cose, oppure dipenda dal mio intelletto che non è riuscito a capirle.
Mi consola però il fatto che lo abbia capito almeno il mio 'spirito'..., cioé la 'parte migliore di me'.

Segretario: Per farmi allora intendere meglio da Bastian Contrario, dirò che è come se noi avessimo una doppia personalità...
La prima è quella 'cosciente', che parla, ragiona, interagisce con il mondo esterno e con le varie persone.
Essa emerge dal mondo sommerso dell'inconscio come la punta di un ice-berg piramidale emerge dal livello del mare.
La seconda - la parte sommersa dell'ice-berg a cui ha accennato il Presidente Azaria - è invece quella che capisce alla perfezione, anche se la sua parte emergente (e cioé il suo cosiddetto 'io-conscio', che noi siamo soliti identificare impropriamente con il termine di Intelletto) non ha capito niente, come é successo a Bastian Contrario!
Questa parte é 'inconscia', o meglio fa parte del Subconscio, nel senso che noi non ne abbiamo consapevolezza anche se in realtà essa agisce, comprende, ha una propria vita interiore e spesso si fa sentire - come si rileva nei soggettti indotti a parlare od agire in stato ipnotico o anche nei sogni - o magari parla dal nostro interno come 'voce della coscienza', anche se noi non la sappiamo riconoscere né tantomeno la vogliamo ascoltare.

 Azaria:4
Ricapitoliamo...
L'Anima è un insieme complesso: un poliedro dalle molte sfaccettature, per confermarti una immagine che ti renda più famigliare il concetto.
Le varie sfaccettature - parlo di quelle che è sufficiente tu ora conosca - sono costituite dall'Io (inteso come "ego" affermatore della propria personalità), dalla capacità volitiva, da quella intellettiva, dagli "istinti" (chiamiamoli così ...) buoni e cattivi (fra i quali l'Io sceglierà quali seguire con il suo libero arbitrio che è un'altra sfaccettatura).
L'anima, per questi aspetti, è quella che abbiamo chiamato "anima vitale", perché è quella che alimenta la vita dell'uomo-animale e degli animali in genere con diversa gradazione a seconda del loro diverso livello intellettivo: intellettivo e non spirituale.
Ma l'uomo, in più, ha l'anima nell'anima, l'anima nell'anima vitale, cioè lo spirito dell'anima, una quintessenza dell'anima, un germe meraviglioso che è tutto di Dio, che fa differente l'uomo da tutti gli altri esseri viventi: lo spirito dell'anima che è quello capace di congiungervi con Dio. Capisci?
Ecco, la vostra vita serve a valorizzare questo spirito, a riportarlo - dopo che è stato coperto e soffocato dall'umanità - al suo splendore originario, perché solo con lo spirito splendente della luce della Grazia potete intrecciare con Dio colloqui divini in una sinfonia d'amore che è anticipazione del concerto eterno nel quale un giorno, ‘il giorno’, vi perderete beati in un'estasi che non avrà fine.
Ecco perché ti viene data tanta forza nel leggere: sono tanti doni di grazia per aiutarti a fare crescere nuovamente la tua anima resa rachitica, anchilosata - più ancora: paralitica, quasi morta - dalla troppa umanità.
Non ti preoccupi l'essere perfetto né santo: non sarai né l'uno né l'altro se proprio non lo vuoi.
Accontentati di salire ogni giorno il tuo piccolo gradino, senza pensare al domani e alla cima della scala (ché ciò ti darebbe solo vertigine) e ti ritroverai in cima senza essertene neanche accorto - in cima alla scala celeste che è croce senza esserlo - senza essertene neanche accorto!
E allora mi ringrazierai, perché finalmente ‘capirai’.

Bastian Contrario: Detto fra noi..., sentito cosa ha detto - con tono di rimprovero - il Presidente Azaria al Segretario?
Gli ha detto: 'Non ti preoccupi l'essere perfetto né santo: non sarai né l'uno né l'altro se proprio non lo vuoi!'.
Beh..., neppure io - come il Segretario - mi preoccupo di essere perfetto e santo!
Ma poi ancora: '...La tua anima resa rachitica, anchilosata - più ancora: paralitica, quasi morta - dalla troppa umanità'... Meno male che il Presidente non parlava a me...


1 p. Enrico Zoffoli: ‘Dizionario del Cristianesimo’ – Ed. Sinopsis, Iniziative culturali

2 A questo riguardo vedi, dell'autore, "I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del 'piccolo' Giovanni" - Vol. II, Cap. 5.7 - Ed. Segno, 2002 - vedi anche sito internet autore già citato

3 Maria Valtorta: 'Il Libro di Azaria' - Dettato del 9.6.46, pag. 156 - Centro Editoriale Valtortiano

4 G.L.: 'Alla ricerca del Paradiso perduto' - Cap. 50 - Edizioni Segno, 1998 - oppure: www.ilcatecumeno.net
Vedi anche Maria Valtorta: 'I Quaderni dal 1945 al 1950' - 'Dettato' 1.5.1948, pag. 379 - Centro Editoriale Valtortiano