CAP. 5

SECONDO GIORNO
(3)

LA SEPARAZIONE DELLE ACQUE E LA FORMAZIONE DELL'ASCIUTTO.
IL RUOLO DELL'ANELLO ACQUEO PER LA TRITURAZIONE DELLA TERRA E PER PREPARARLA ALLA VITA.

 

5.1 Kant credeva di fare solo opera di immaginazione ma, senza saperlo, aveva intuito - da genio qual era - una grandiosa realtà.

Segretario: In tutto il discorso precedente ci sono tuttavia due aspetti che mi hanno lasciato perplesso.
Crombette - sempre traducendo - ha detto che le acque dell'anello sarebbero anche servite a 'triturare' il pianeta,  e fare la 'gleba' che avrebbe riempito gli 'scavi'.
Cosa si deve intendere per 'triturare', cosa per 'gleba' (che credo significhi 'terra') e cosa infine per 'scavi'?
Gradirei anche sapere cosa pensa Crombette dell'ipotesi di Kant che ha attribuito all'anello acqueo la 'responsabilità' del Diluvio universale, anticipandoci brevemente questo argomento.

Fernand Crombette: Quando al Diluvio le acque dell'anello si abbatterono sulla terra per 40 giorni e 40 notti, le montagne ne furono profondamente erose; si formò allora il grande diluvium, il grande loess che si è voluto ridicolmente mettere sul conto del vento per non dover credere alla grande catastrofe (gli studiosi increduli hanno la vita dura: non sono uccisi dal ridicolo!). 
Lo spessore di questo deposito, molto variabile con le regioni, a seconda che si trovassero più o meno direttamente sotto la cintura acquosa, che fossero più o meno sensibili all'erosione o più o meno formate in vasche, supera a tratti i 150 metri. 
Ora, la scorza terrestre presenta degli accidenti orografici perché delle forze tangenziali si sono esercitate su di essa per corrugarla; questo, oggi, lo sanno tutti i geologi. 
Ma ciò che queste forze hanno plissettato, sono gli strati sedimentari precedentemente deposti sulle pianure o nei sinclinali.  I sedimenti hanno talvolta degli spessori considerevoli e valutabili anche in chilometri. 
Sulla base della velocità di deposito delle alluvioni o dei fondi marini moderni, dei geologi hanno valutato il tempo necessario alla formazione dei depositi stratigrafici e delle montagne delle diverse epoche in milioni e anche in miliardi di anni. 
In fatto di matematica, è quanto c'è di più facile: la regola del 3 semplice si insegna alla scuola elementare; ma i fenomeni naturali sono di un'altra complessità. 
La sola esistenza dei plissettamenti, con gli accidenti tettonici bruschi che manifestano, avrebbe dovuto mostrare a degli spiriti non prevenuti che l'orogenìa era passata successivamente per dei periodi di attività e di riposo, e che poteva, pertanto, essere stato lo stesso per le formazioni sedimentarie. 
Ora, nei sedimenti, si scoprono frequentemente in cumuli dei fossili contemporanei che sembrano essere stati deposti come da una brusca catastrofe. 
Inoltre, ad ogni epoca geologica, corrispondono degli animali che non si ritrovano più alle epoche seguenti, il che differenzia nettamente la maggior parte dei terreni e dà un'idea dell'estensione del cataclisma che li ha annientati. 
Siccome questi animali si sono depositati nei sedimenti, bisogna pur che questi sedimenti siano passati anch'essi per alternative di deposito lento e rapido, di tempo normale e di sconvolgimenti. 
In ogni modo resta che, per fare dei plissettamenti, così come li vediamo sovrapposti nelle montagne, bisognava avere dei sedimenti da plissettare.
Ora, Colui che ha messo in opera, ad epoche determinate, le forze di plissettamento, è lo stesso che, in certi momenti, ha dovuto erodere le terre per formare da una materia compatta i sedimenti. 
A questo scopo, Egli non aveva che da precipitare periodicamente le acque superiori salvo farle poi risalire attivando la rotazione della terra; le acque cadevano in diluvio e, in un sol colpo, potevano formarsi 150 metri di deposito.
Emile Belot1 ha presentito, anche se non sbrogliato, questo processo quando ha scritto: "L'acqua degli oceani si è dunque evaporata almeno trenta volte.  É un'altezza media di 90Km d'acqua che, precipitando in questo primo diluvio, ha scolpito il nucleo della terra".
Nella parte geografica del nostro lavoro2, noi mostriamo "l'asciutto" ricostruito in un solo blocco sotto forma di una calotta sferica regolare; i continenti, le isole e i banchi si raccordano esattamente, ma queste concordanze non sono state possibili che effettuandole sulla costa sottomarina a -2000m.
Così, noi comprendiamo come, a partire dalla seconda generazione e nel corso dei tempi geologici, Dio si servì delle acque superiori "per triturare la terra e fare la gleba che ha riempito le cavità". 
Una tale massa liquida, cadendo in poche settimane, doveva fabbricare sedimenti in gran quantità. 
L'importanza dei lavori che furono affidati all'anello acqueo, giustifica Mosè di aver fatto della sua formazione l'oggetto della seconda generazione.

5.2 Una breve anticipazione sul futuro argomento del Diluvio universale

Segretario: Dalla parte iniziale del discorso di F. Crombette mi è sembrato di capire che egli condivida quell'idea di Kant sul Diluvio universale. Sarebbe interessante saperne qualcosa di più, già che ci siamo...

Fernand Crombette: ... E arriviamo adesso ai versetti 7 e 8 del primo capitolo della Genesi3:

1,7: Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque
che sono sopra il firmamento. E così avvenne.

1,8: Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

 in ebraico:

i

 Bastian Contrario: Non so se io - che sono 'uno del pubblico' - possa avanzare sommessamente delle proposte ma, visto che anche 'noi del pubblico' abbiamo il diritto di capire, suggerirei a F. Crombette di ‘saltare a piè pari’ d’ora in avanti tutti quei 'passaggi' dalle antiche parole ebraiche  ai monosillabi radicali copti che le componevano.
Noi non siamo esperti di lingue antiche e di monosillabi copti, anzi capiamo a malapena le radici monosillabiche della nostra lingua. Proporrei di andare al 'sodo' e di passare direttamente alla traduzione delle parole in italiano collegando poi le radici fra di loro in un testo ‘coordinato’ come gli abbiamo già visto fare in precedenza. Gli 'ebraisti' potranno andarsi a studiare con calma i testi integrali di Crombette in internet...

Segretario: Mi sembra una richiesta ragionevole e, se nessuno ha niente in contrario, potremmo fare nostro il suggerimento di Bastian Contrario.
Coloro che volessero approfondire in maniera più scientifica potranno farlo attingendo ai testi integrali, anche di altre opere di Fernand Crombette disponibili in internet4, chiedendo quelle non ancora tradotte direttamente al CESHE-FRANCE.

F. Crombette: questo testo, coordinato, diviene: Lavorando convenientemente a questo scopo al circolo [delle acque], Ehèlohidjm fece girare il sistema che costituì in alto un anello; saggiamente, Egli fece sollevare questo fluido in gocce, il che mise a parte la parte delle acque che erano accumulate nello spazio intermedio sotto il cerchio universale, stendendosi come un velo sulla sua faccia e ruotante in alto, e mise a parte di fronte la parte delle acque che erano riunite nel luogo posto al di sotto della faccia del velo che girava in alto; ciò fu fatto molto convenientemente.  Saggiamente, Ehèlohidjm chiamò quest'altro spazio avente la figura di un velo girante in alto: "Il movimento circolare intorno ai cieli".  Ciò che, prima della Parola, era nascosto all'inizio, fu, dopo la Parola, ciò che fu visto alla fine.  La generazione così emessa fu la seconda.

Dopo ciò che abbiamo spiegato precedentemente, questi due versetti si comprendono senza difficoltà. Segnaliamo solamente che, per dire "due", gli Ebrei dicevano "i gemelli".
Così il testo biblico, studiato rigorosamente alla lettera, apporta all'ipotesi kantiana una forza che il suo autore non ha mai sospettato, giacché egli non ha mai conosciuto il senso vero, preciso e profondo, dei versetti 6, 7 e 8 del primo capitolo della Genesi; credeva solo di far opera di immaginazione. 
Ma quando noi vediamo dei professori di università cattolica disprezzare tutto il racconto della Genesi e concludere disinvoltamente che "le verità religiose e storiche, raccontate simbolicamente nella Bibbia e imposte alla fede del credente toccanti l'origine dell'universo, si riducono a questo: "Dio ha creato tutto", noi ci chiediamo, attoniti, perché e per chi Mosè si è dato la pena di dare questi "dettagli". Perché non ha aspettato i nostri teologi moderni... e modernisti per ridurre la Scrittura Sacra alla sua espressione più semplice?...
Chi dunque ha recepito, controllato, messo a punto l'ingegnosa supposizione dell'illustre filosofo tedesco? 
Nessuno, che noi sappiamo. 
Chi ha bisogno dell'anello di Kant nella cosmogonia dell'empio marchese di Laplace ancora insegnata nelle nostre scuole
La nostra astronomia, che noi chiameremo "statica" giacché si regge, per deliberato proposito, sull'invariabilità del mondo attuale, è, per principio, ostile alle catastrofi bibliche
L'ipotesi di Kant non era che un'intuizione di genio, e, come il suo autore l'ha presentata, non è che un'idea avente il merito della verosimiglianza oltre a quello di un'interpretazione giudiziosa del testo sacro. 
Quando egli vuole entrare un po' nei dettagli, si sente che non ha approfondito la questione. 

Wolf: Le concezioni di Kant sono troppo spesso in contraddizione formale con i princìpi della meccanica5

F.Crombette: Kant ha attribuito la caduta dell'anello sia a una cometa, sia all'azione del freddo dello spazio. 
Non ha visto che ciò che teneva l'anello sospeso era, come per quello di Saturno, la sua velocità di traslazione attorno al pianeta. 
L'attrazione di una cometa poteva sì deformare momentaneamente l'anello, come potrebbe perturbare leggermente l'orbita di un pianeta, ma senza farlo cadere completamente sul pianeta.  L'urto stesso di una cometa avrebbe potuto rompere una parte dell'anello senza impedire al resto del cerchio acquoso di proseguire la sua rotazione, così come lo scoppio di un pianeta che ha formato uno sciame di asteroidi lascia questi frammenti seguire il cammino dell'astro rotto perchè la velocità di traslazione non è stata annullata dal fenomeno.  L'incontro con una meteora non poteva, d'altronde, che elevare la temperatura ed accrescere una vaporizzazione che già si reggeva sulla tenuità della materia.  Per contro, un raffreddamento eccezionale (e di cui non si intravede la causa) di uno spazio già freddo, non poteva cambiare nulla a questa tenuità; esso non poteva avere per effetto la formazione di grosse gocce e le gocce non potevano cadere, se si fossero formate, perché, ancora una volta, erano spinte a girare in tondo da una forza di traslazione.
No, ci è voluto ben altro che dei fatti inerenti alle "leggi ordinarie della natura", come crede Kant. 
Dio ha dovuto, al contrario, sospendere l'azione di certe forze ordinarie, e liberarle per provocare il diluvio. 
E questa liberazione non è stata brutale, come sotto l'azione di un'impatto, di una rottura, ma è stata condotta intelligentemente e progressivamente dal saggio Autore di tutte le cose. L'acqua non è caduta di colpo, ma in 40 giorni e 40 notti. 
Essendo la superficie terrestre allagata dall'anello di circa
400.000.000Km2 e la quantità d'acqua caduta di 750.000.000Km3, è facile vedere che sono caduti su questa superficie circa 1900m d'acqua, ossia circa 2m l'ora, un po' più di un mezzo millimetro al secondo: questa non è una caduta brutale. 
La velocità dell'anello è dunque stata gradualmente ridotta ed esso si è pertanto avvicinato alla terra; quando la velocità delle parti inferiori della zona fu resa nulla, queste sono cadute sul suolo.  Le velocità hanno dovuto essere differenziali attraverso la massa vaporosa, essendo quelle della periferia mantenute più veloci di quelle dell'interno per tutta la durata della caduta.


1- L'origine cosmogonique des formes de la terre, p. 328, Revue scientifique, 1916.

2- Essai de Géographie... divine - Cahiers du Ceshe, rif. 2.28. - vedi anche: http://digilander.libero.it/crombette: Saggio di Geografia ...divina' - Vol. II

3 F.C.: 'La rivelazione della Rivelazione ( Genesi) - pagg. 159 e seguenti - Vedi anche 'Saggio di geografia divina' Vol. II - http:digilander.libero.it/crombette

4 Vedi l'opera sopra citata e le altre numerose presenti nello stesso sito.

5 - Les hypothèses cosmogoniques, pag. 159, Gauthier- Villars, Parigi, 1886.