CAP. 4

GLI ESPERIMENTI FATTI DAL PREMIO NOBEL STATUNITENSE MICHELSON.
UN ESEMPIO… ‘DA CANI’.

 

4.1 Ma come! É il sole che gira intorno alla Terra?

Segretario: Abbiamo dunque chiarito in precedenza che Laplace era un fautore del sistema eliocentrico e che inoltre – da buon ateo – l’ipotesi di un sistema geocentrico lo avrebbe preoccupato non poco per via delle implicazioni … metafisiche che avrebbero potuto e dovuto derivare da una posizione centrale della terra rispetto all’universo. Abbiamo ben capito che non era l’intelligenza a fargli difetto ma il pregiudizio che accecava la sua intelligenza.
Abbiamo inoltre chiarito che taluni filosofi e scienziati – quando si fissano su una idea – non ‘vedono’ anche le cose più elementari, come i polli… congelati della NASA.
Questa caratteristica comportamentale non è specifica del filosofo o dello scienziato o comunque di certi ‘pensatori’, ma – dal punto di vista antropologico – fa parte della comune ‘patologia’ della psicologia umana.
Possiamo constatarlo ogni giorno leggendo giornali o guardando la televisione.
Per la ‘Cultura Dominante’ quello che non è ‘politically correct’ rispetto al suo modo di vedere le cose, viene cancellato dagli onori della cronaca, cioè ignorato. Quando però ciò non è possibile perché la ‘notizia’ si impone da sé e quindi non è possibile ignorarla, allora viene bollata con ignominia, come se fosse una ‘bestemmia’ contro il ‘dogma imperante’ e chi la sostiene fosse una sorta di ‘malfattore’.
É la sorte toccata in un primo tempo a Galileo quando – insieme a Copernico – andò controcorrente sostenendo appunto contro la Cultura Dominante dell’epoca la teoria (ripeto: la teoria) della centralità del sole intorno al quale la terra avrebbe dovuto girare, incorrendo così nei rigori del Tribunale dell’Inquisizione.
Ora però quel Tribunale è stato sostituito da un altro, quello appunto della Cultura Dominante odierna.
Provate, a tre secoli di distanza da Galileo, ad alzare oggi un ditino per sostenere la verità, e cioè che (in barba ad uno dei postulati principali della ricerca scientifica per cui ogni teoria per essere considerata scientificamente valida, deve essere prima dimostrata sperimentalmente) la teoria di Galileo in realtà non è stata mai dimostrata, e che anzi una prova sperimentale ha invece dimostrato che essa è errata.
Vedrete subito lo sguardo arcigno dei Giudici della Cultura mandarvi al rogo per ‘eresia’ come un nuovo Tribunale dell’Inquisizione.
Vi giudicheranno un pazzo, o per lo meno un provocatore vetero-clericale e oscurantista, e solo se si sentiranno indulgenti vi considereranno un ‘eccentrico’ che vuole andare controcorrente come Bastian Contrario.
Per contro abbiamo visto che al pur anticlericale Nordmann questi dubbi sull’eliocentrismo erano venuti ben chiari quando aveva cominciato a chiedersi: ‘La Terra… gira realmente nel firmamento stellato? Non è lui che gira intorno a lei come voleva Tolomeo? Lo si credeva risolto senza contestazione dopo Galileo. Noi vedremo che non lo è, e che questo processo famoso ritorna oggi in auge richiamato dalla più incredibile svolta’.1
La teoria eliocentrica ha sempre avuto infatti per gli scienziati un grosso punto debole che veniva regolarmente ‘rimosso’ dalla loro coscienza: quello appunto di non essere mai stata dimostrata, fatto che la rendeva purtroppo solo una teoria suggestiva, anche per via del prestigio di Galileo che l’aveva ‘lanciata’.
Essi ritenevano evidentemente che un giorno, insomma prima o poi, qualcuno sarebbe riuscito in qualche modo a dimostrarla. É successo invece il contrario…
Tutti voi sapete infatti, se non altro per sentito dire, che molte grandi scoperte sono avvenute per caso. Si cerca cioè una determinata cosa e accidentalmente se ne scopre un’altra.
É quello che è successo a Michelson, il famoso premio Nobel americano.
Egli era un sostenitore della teoria dell’esistenza dell’etere nello spazio.
L’etere viene considerato a livello scientifico come una ‘sostanza’ invisibile e impalpabile ma che dovrebbe necessariamente esistere per giustificare come le onde luminose possano trasferirsi da una sorgente ad un altro punto.
Ovviamente siamo circondati da ‘cose’ invisibili e impalpabili, basti pensare alle onde radio, alle onde magnetiche, ai raggi infrarossi e ultravioletti.
Un sasso gettato in uno stagno provoca un’onda che si espande a forme concentriche a causa della ‘percussione’ provocata dal sasso.
L’onda d’urto può propagarsi perché dispone di un ‘mezzo’ nel quale farlo, e cioè l’acqua che funziona da mezzo di trasmissione.
Un suono, provocato da una percussione nell’aria, giunge a sua volta sino al timpano del nostro orecchio grazie alla presenza dell’aria, che è il ‘mezzo’ nel quale e grazie al quale quella percussione può propagarsi.
La luce di una sorgente luminosa come quella del sole o delle stelle, considerata un’onda, ha quindi bisogno per giungere sino a noi che anche nello spazio siderale – che apparentemente sembra vuoto – vi sia in realtà un ‘mezzo’, una sostanza invisibile, che faccia però da ‘supporto’ al trasferimento delle onde luminose: l’etere, appunto.
É dai tempi antichi che si ipotizza che nello spazio vi sia l’etere. La parola – già esistente nella letteratura greca – deve dunque risalire a tempi remoti, forse a quelli di quando i popoli avevano una lingua unica, prima dell’episodio della confusione delle lingue dovuto alla ‘Torre di Babele’.
Yves Nourissat2 precisa infatti al riguardo che la parola ha un equivalente persino nella lingua cinese dove essa sta ad indicare lo spazio del cielo e la volta celeste, lingua cinese che definisce l’universo come ‘il cielo e la terra’.
Non deve dunque meravigliare che l’esistenza dell’etere emerga anche dall’antico testo ‘mosaico’ tradotto da Crombette.
L’esistenza dell’etere è stata poi attestata anche da S. Tommaso d’Aquino e ne hanno parlato scienziati come Keplero, Newton, Faraday, Fresnel e tanti altri.
Ora sarebbe troppo complesso entrare nel merito tecnico dell’esperimento di Michelson,3.
Uno dei presupposti scientifici dell’esperimento era che la Terra, come da convinzione comune, si muovesse nello spazio intorno al sole alla velocità di ben 30 Km/sec.
 A noi è qui però sufficiente sapere che, il per lui imprevedibile risultato, fu che la terra non si spostava rispetto all’etere, o se spostamento c’era, questo era veramente minimo, al di sotto della taratura dello strumento. Vale a dire che – se la Terra anche si muoveva – lo faceva ad una velocità talmente bassa che lo strumento non la registrava neppure.
Non potete immaginare la meraviglia e lo sconcerto di Michelson preso fra due fuochi: o rinnegare l’esistenza dell’etere nel quale lui e tanti altri scienziati avevano sempre fermamente creduto, oppure constatare che la Terra non si muoveva affatto.
L’esperimento venne ovviamente ripetuto a varie riprese insieme ad altri scienziati, ma sempre con lo stesso risultato: la macchina diceva che la terra era ‘immobile’.
Einstein, fervente ‘galileiano’ che non poteva accettare il ‘credo’ del ‘Dio’ cristiano e nemmeno il geocentrismo biblico, concluse che se l’esperimento indicava una velocità della terra ‘nulla’ rispetto all’etere, ciò avrebbe dovuto allora dipendere dal fatto che nello spazio non esisteva alcun etere rispetto al quale constatare la velocità della Terra ma ci doveva essere invece il ‘vuoto’ invisibile.
L’ammissione dell’esistenza dell’etere e quindi l’accettazione del risultato dell’esperimento avrebbe infatti comportato anche per Einstein proprio quel che temeva Laplace, e cioè la conclusione di quella misteriosa centralità della Terra che per molti, anziché ragione di riflessione teologico-spirituale e anche di legittimo orgoglio, sarebbe divenuta elemento di preoccupazione.
I signori congressisti, comunque, troveranno disponibili presso gli archivi della Segreteria della Conferenza i particolari tecnici dei vari esperimenti di Michelson compiuti e ripetuti per più di quaranta anni insieme a vari altri scienziati.4
Ricordo – a proposito di questa velocità ‘nulla’ dell’esperimento – che Gustave Plaisant5 aveva scritto. Logicamente, bisognava concludere che  terra non gira; ma i maestri della scienza lasciarono questi esperimenti sotto il moggio. Perché non li hanno resi classici come tutti gli altri? Perché non li hanno divulgati? Perché sono stati nascosti ai professori ed agli istruttori di allora? Avevano paura di rallentare lo zelo e di raffreddare l’entusiasmo dei tribuni e dei divulgatori che facevano allora a gara per distruggere le antiche credenze delle masse popolari in nome dell’affare Galileo? E i miei lettori comprenderanno adesso tutta la gravità della questione…, intuiranno con che paziente risoluzione io ne ho scavato le profondità per dodici anni e come sono felice di annunciare… le irrefutabili dimostrazioni, basate su quattro esperimenti, di questa semplice verità: La terra non gira’.

Preciso io per la regola che l’affermare che la terra ‘non gira’ non significa dire che non gira su se stessa (cosa che invece fa in 24 ore), ma che non gira intorno al sole nel cosiddetto movimento di rivoluzione.
Ricordo ancora che, negli anni ’30, Plaisant (in polemica con i fautori della teoria einsteniana sulla ‘relatività’, i quali sostenevano peraltro anche la teoria del movimento della terra intorno al sole) contestava quanto scritto dall’autore di un articolo di una certa rivista che – prendendo lo spunto da quella ‘velocità nulla’ emersa dalle misurazioni di Michelson –deduceva l’inesistenza dell’etere nell’universo

Crombette: Ecco ciò che ne dice Plaisant qui di seguito:6

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Il numero del 1° ottobre 1932, nella rivista ‘La natura’, nella quale i relativisti hanno ogni libertà di azione senza dover temere la contraddizione
L’articolo è intitolato: ‘Il principio del vento di etere. La ripetizione a Iena dell’esperimento di Michelson’.
Cito:

‘Si sa che gli esperimenti classici di Michelson negli Stati Uniti non avevano rivelato nessuna variazione della velocità della luce, sia che fosse proiettata nella direzione del movimento di rivoluzione della terra che perpendicolarmente a questa direzione…’.

Rimarchiamo subito, per inciso, che questo fatto non ha niente di strano se il movimento di rivoluzione non esiste. Di più, l’aggettivo ‘classico’, applicato all’esperimento, si presta all’equivoco. Non si trova traccia dell’esperimento di Michelson in nessun libro classico di fisica, anche nei più voluminosi. Evidentemente esso è classico per i relativisti informati: il che prova chiaramente che la scienza classica inganna i suoi allievi non facendone parola.
Continuiamo:

‘Al contrario dell’aria atmosferica immobile a poca distanza da un treno espresso e che, ai viaggiatori di questo, sembra animata da un movimento violento, l’etere non si sposterebbe dunque affatto in rapporto alla terra’.

Ancora una volta, se il treno è immobile, il viaggiatore alla portiera non sentirà nessun vento.
Continuiamo:

‘La figura fa vedere i risultati di una di queste serie di esperimenti. Le strie bianche (le bande di interferenza) perfettamente rettilinee, provano, nei limiti degli errori sperimentali, l’assenza di ogni vento di etere. Se esiste un effetto di vento, esso è inferiore a 1 millesimo della larghezza della stria, il che significa che il vento di etere sarà esso stesso inferiore a 1500 m/sec’.

In chiaro, ciò significa che la velocità della terra intorno al sole, se esiste, non supera certamente i 1500 m/sec. Eccoci lontani dai 30.000 m/sec, scritti in tutti i libri scolastici di cosmografia…

Ed ecco la conclusione dell’articolo:

‘Si può dunque dire che il risultato annunciato per la prima volta 50 anni fa da Michelson, cioè l’assenza di vento dell’etere, è di nuovo pienamente confermato dagli esperimenti eseguiti a Iena’.

Rimarchiamo, en passant, che Michelson non ha mai parlato di vento di etere. Egli misurava la velocità della terra nello spazio. É dunque ora provato chiaramente che il suo apparecchio gli indicava velocità nulla e che dopo 50 anni la scienza moderna e con essa tutto l’insegnamento ufficiale insegna un errore.
La terra non si sposta!

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Crombette: La conclusione di Plaisant è forse un po’ troppo categorica; ma fin d’ora, chi giudicherà con il suo solo buon senso potrà constatare, secondo i molteplici esperimenti sopra menzionati, che la terra non gira intorno al sole alla velocità di 30 km/sec; che se essa è animata da un movimento di rivoluzione, questo è inferiore a 1500 m/sec. Siccome l’ipotesi della rotazione  della terra attorno al sole in un anno suppone necessariamente, in ragione della distanza della terra dal sole, una velocità di 30 km per secondo, poiché la terra è lungi dall’aver questa velocità, se essa si muove, non è attorno al sole ma a qualcos’altro!
E siccome per spiegare le stagioni, bisogna che sia la terra che gira attorno al sole o il sole che gira attorno alla terra, dovendo essere scartata la prima alternativa, è praticamente il sole che deve girare attorno alla terra.7

 

4.2 L’alluce del pitecantropo, la stampa e gli evoluzionisti.

Segretario: A prima vista mi sembra che la logica di Crombette, quella che lui chiama ‘semplice buonsenso’, sia inoppugnabile: se la Terra non si muove e dunque non gira intorno al sole allora vuol dire –per spiegare le stagioni – che l’alternativa è che il sole giri intorno alla Terra.
Rimane inoltre il fatto che sono oggi numerose le eccezioni sollevate da scienziati sul sistema eliocentrico di Copernico-Galileo, ma queste – almeno per ora – vengono soffocate dagli ambienti scientifici dominanti che impediscono vengano portate all’attenzione dei divulgatori e dei mass-media.
La marea delle contestazioni sta comunque montando sempre più, condivisa da centinaia di scienziati in tutto il mondo.
Che stia dunque arrivando il momento di porre il problema di una ‘questione copernico-galileiana’ così come questi due celebri scienziati avevano sollevato tre secoli fa la loro ‘questione tolemaica’?
Vendetta della Nemesi? La Chiesa potrebbe prendersi una bella rivincita, dopo tre secoli di umiliazioni!
Gli scienziati ‘creazionisti’ stanno già da qualche decennio incrociando in tutto il mondo le punte dei loro ‘fioretti’ in vista del duello finale con la sciabola degli scienziati ‘anticreazionisti’, che da qualche tempo sembrano sulla difensiva, abituati com’erano a non essere mai messi seriamente in discussione.
É infatti ad esempio agevole rilevare l’astio con il quale gli evoluzionisti – anticreazionisti – in articoli stampa e nelle loro bellissime riviste patinate in cui parlano sempre dei miracoli della ‘Dea Natura’ e della evoluzione dell’uomo dalla scimmia - reagiscano malamente alle crescenti smentite alle teorie evoluzioniste che emergono da scoperte scientifiche sempre più frequenti, anche nel campo della genetica, e che stanno facendo crollare il castello di carta da essi costruito in due secoli di divulgazione mass-mediatica.
Ad ogni scoperta di alluce di pitecantropo sotto i tre metri di profondità  (e quindi ad una profondità che i sostenitori dell’attualismo geologico considerano di data remota partendo dal presupposto, anche quello mai provato, che le stratificazioni sedimentarie siano sempre avvenute ad un ritmo lentissimo), corrisponde un grido di trionfo degli evoluzionisti che esultano dicendo che è stata raggiunta un’ennesima prova sulle origini lontane dell’uomo che – proprio da quelle origini scimmiesche – si sarebbe poi lentamente evoluto in centinaia di migliaia di anni in modo da diventare l’uomo attuale.
E a questo punto si sbilanciano proponendo alla fantasia del lettore i disegni del tutto immaginari del loro pitecantropo, ‘umanizzandolo’ e – chissà quante volte lo avrete visto anche voi su riviste e giornali – presentandolo con clave e asce di pietra in mano, con tratti somatici e posture che sembrano persino più intelligenti di quelli di tanti uomini attuali.
Altro che creazione dell’uomo da parte di Dio!

Guy Berthault:8 Ma in questo dominio delle scienze della natura, la scienza contemporanea pretende di spiegare tutto con delle cause prime naturali, in particolare la genesi del cosmo e della vita, rigettando qualsiasi possibilità di causa soprannaturale. Questo è un pregiudizio che la porta fatalmente ad aderire, anche senza prove, alla teoria dell’evoluzione che integra le scienze della natura (astronomia, chimica, biologia, geologia) perché non c'è altra spiegazione naturalista delle origini. In conseguenza di ciò la scienza, in questi domìni, perde la sua obiettività.
Essa non parte più dal fatto obiettivo per elaborare un’ipotesi spiegando la causa dei fatti, alla quale si può sostituirne un’altra, né da altri fatti che la giustificano.
Essa si fonda sul suo pregiudizio che diviene teoria. Con il pericolo che solo i fatti che verranno in suo appoggio saranno presi in considerazione…
È in questo clima pre-rivoluzionario che è nata la stratigrafia,  sull’esempio dei depositi orizzontali stratificati della piana del Vivarais annunciandola così: ‘Gli strati, essendosi depositati in orizzontale e gli uni sugli altri, ogni strato è più giovane di quello che ricopre’.
Primo principio, al quale si aggiunge il principio di continuità: ‘Ogni strato è della stessa età in ogni punto’.
Il fatto che in geologia si impieghi indifferentemente la parola ‘banco’ o la parola ‘strato’, prova che i geologi fondatori hanno preso, senza discussione, i banchi sovrapposti per degli strati sedimentari successivi…
Le correlazioni fra terreni stratificati sono dunque state stabilite secondo quei due principi ai quali si aggiungeranno più tardi il principio di identità paleontologica e il principio dell’attualismo.
Ne è risultata la scala dei tempi geologici in cui le specie, succedendosi, inducono l’evoluzione della specie. Ecco perché gli evoluzionisti parlano del fatto della evoluzione delle specie, che essi puntellano su delle esperienze di mutazioni e di selezione di specie che, in sé, non provano l’evoluzione.

Chrysogone: 9 Abitualmente il Diluvio non appartiene alla visione del mondo contemporaneo. Relegato nella categoria del mito, di cui l’Antico testamento sarebbe pieno, improntato anch’esso sulle tradizioni sumere anteriori, esso è ridotto eventualmente ad una inondazione locale di cui si trova talvolta l’eco nei popoli. Qui siamo, in effetti, nella concezione del mondo uscita dalla scienza moderna secondo la quale  l’uomo discende dalla scimmia dopo una graduale evoluzione, e dove la Terra non è che un pianeta tra gli altri. L’origine di questa visione del mondo risiede, in particolare, nella volontà deliberata di eliminare il Diluvio universale dalla storia della Terra, realizzata specialmente da Lyell (1797-1875) nei suoi ‘Principi di Geologia’ (1833). A tal fine egli riprese la tesi dello scozzese James Hutton (1726-1797) che dava una spiegazione della  Terra sul modello della meccanica di Newton, facendo intervenire due forze contraddittorie  e alternate: l’erosione e l’incremento. Nacque così l’uniformismo che Lyell perfezionò: le stesse cause agiscono da sempre con la stessa intensità; le forze che si esercitano attualmente bastano a spiegare  l’evoluzione della crosta terrestre
É così che il Diluvio  scomparve dai saperi positivi dell’istituzione scientifica. Da un lato ciò andava contro l’autorità sacra del libro della Genesi ridotto sempre più ad un genere letterario, perfino a ‘un racconto orientale’ allorché Nostro Signore stesso aveva dichiarato, parlando di Mosè: ‘Se non credete ai suoi scritti, come credereste alle mie parole?’ (Gv 5, 47).

Segretario: Detto da me in parole povere, esclusa la Catastrofe del Diluvio che spiegherebbe il perché dello spessore della sedimentazione sopra tanti reperti che sono stati ritrovati, sono di conseguenza ‘necessari’ centinaia di migliaia di anni per spiegarne la profondità di interramento oltre che per avere il tempo di fare evolvere la scimmia nei vari ordini di cosiddetti ‘homo’ (… erectus, habilis, sapiens, Neanderthal, sapiens-sapiens).
 Addirittura parecchie centinaia di milioni di anni sono poi necessari ai normali fenomeni naturali di erosione (acqua, caldo/gelo, vento…) per trasformare la faccia della terra, trasformazione ‘naturale’ che sarebbe quindi avvenuta con i tempi smisurati calcolati secondo le teorie attualiste di Hutton e di Lyell.
Alla base di tutto – lo ripetiamo – c’è il pregiudizio antireligioso ed ideologico che il racconto della Creazione (che invece fa risalire l’ apparizione dell’uomo a circa seimila anni fa) sia un mito, che l’Universo si sia autogenerato, che la vita sia sorta da sé dalla combinazione casuale di quattro elementi chimici di base. É la negazione di Dio, per lo meno del Dio cristiano e delle altre due religioni monoteiste.
Vedo però in sala…, un altro signore fra il pubblico che alza la mano…, ah…, è ancora lei

Bastian Contrario:  a proposito della stampa e degli evoluzionisti, lo sa cosa ho letto oggi sul giornale?

Segretario: No, ma ce lo dica pure.

B. C.: É una corrispondenza da Miami sugli ‘studi’ sul ‘linguaggio materno’ (il ‘motherese’, dall’inglese ‘mother’= mamma, e cioè il modo in cui le madri si rivolgono ai figli) dell’antropologo Dean Falk…
Il linguaggio materno è nato per salvare i bebè dalle belve. Il ‘motherese’, potrebbe essere stato per i nostri antenati un vero e proprio strumento di sopravvivenza. Non solo. Tale ‘lingua’ dimostrerebbe che il linguaggio umano avrebbe iniziato a svilupparsi in un’epoca remota, e cioè un milione e 600 mila anni fa. Lo sostiene l’antropologo Dean Falk (della Florida State University).
É noto da anni che, quando i genitori (e soprattutto le madri) si rivolgono ai figli in fasce, essi utilizzano un modo di parlare diverso da quello abituale. I genitori utilizzano tonalità più alte della media, vocali allungate e una cadenza cantilenante. Falk è partito dal fatto che gli esseri umani sono gli unici primati che hanno una andatura pienamente bipede e che fanno uso del motherese.
In sostanza, il motherese sarebbe nato in contemporanea con altre caratteristiche tipiche degli esseri umani: il bipedismo e lo sviluppo encefalico.
Circa un milione e 600 mila anni fa gli esseri umani sono stati costretti per ragioni evolutive a nascere con un cervello immaturo (in quanto quest’ultimo era divenuto troppo grosso per completare il suo sviluppo nell’utero) e quindi più ‘infantile’; non solo, ma a causa del bipedismo le madri umane non hanno più potuto utilizzare il sistema utilizzato dagli altri primati per tenere al riparo i figli (e cioè agganciarli al petto e camminare a quattro zampe). Il motherese si sarebbe allora sviluppato per tranquillizzare i figli immaturi e farli star zitti, in modo da impedire ai predatori di udirli’.

Segretario: Ah…, ma allora era una barzelletta!

B. C: Beh… non credo. Era scritto sulla stampa, sa…, insomma nella pagina della scienza!10

Segretario: Bene. Le mamme presenti in sala fra il pubblico ora sono avvisate: parlare pure ai bimbi in francese e in inglese ma astenersi dal parlare loro in ‘motherese’. Potrebbero sentirsi dire da un antropologo o da un evoluzionista che sono dei bipedi, che hanno uno sviluppo encefalico ancora ridotto, che hanno un cervello immaturo e troppo grosso e che soprattutto - se vogliono difendere i loro figli dalla società perversa - devono agganciarseli al petto e camminare a quattro zampe…, anche oggi, come un milione e seicentomila anni fa…

 

4.3 La Terra è piazzata quasi a contatto con il centro gravitazionale dell’Universo e gli gira intorno, come fa pure il sole. L’esempio della ‘Ruota a cane’.

Segretario: Per tornare però all’astrofisica, la battaglia scientifica dei ‘creazionisti’ contro gli ‘anticreazionisti’ sarà dura perché i primi devono combattere contro il conservatorismo di una cultura ‘ufficiale’ ormai consolidata.
Troppi cattedratici hanno elaborato proprie personali ‘prestigiose’ teorie in fatto di fisica e di astronomia basandosi sull’assunto galileiano dell’eliocentrismo, e queste cadrebbero miseramente.
Parimenti cadrebbe miseramente la campagna condotta per tre secoli dagli esponenti dell’Illuminismo contro l’oscurantismo medioevale e l’ignoranza credulona della Chiesa cristiana.
Penso quindi che occorrerà ancora una generazione di giovani scienziati, non compromessi con il passato né dallo stesso condizionati, prima che la  nuova visione del geocentrismo – nonostante le opinioni del fisico Laplace – possa aprire la mente agli uomini del futuro e fargli affrontare – partendo da presupposti scientifici diversi – lo studio dei problemi insoluti posti dall’universo e soprattutto dall’origine della vita sulla Terra.

Crombette:Perché dunque Dio non a­vrebbe potuto mettere la piccola terra al centro di un universo immenso? Forse che tutte le stelle che brillano sono suscettibili, malgrado il loro volu­me, di ricevere la vita?
La vita non è superiore alla materia inerte? 
Un pic­colo pianeta che porta la vita è dunque più importante dei miliardi di astri inabitabili. Viste dello spirito per viste dello spirito, noi preferiamo le no­stre, che sono di buon senso, a quelle di un illustre matematico che avrebbe voluto al centro del mondo un astro proporzionato alle dimensioni dell'universo.

Un'obiezione più seria, e che non ci sembra sia stata fatta, sarebbe questa: se la terra non si sposta, perché non cade sul sole per l'effetto della gravitazio­ne
Questa difficoltà, noi l'abbiamo risolta pienamente nell'ultima parte del I° volume di Galileo aveva torto o ragione?  Ne riassumeremo qui la so­luzione. I pianeti presentano, nel cammino sulle loro orbite, delle irregolari­tà dovute alle loro attrazioni reciproche e che si chiamano perturbazioni. Gli astronomi le calcolano, ma esse non sono del tutto spiegate.  Come ha riconosciuto un direttore di osservatorio specializzato nelle questioni plane­tarie, manca, per completarne la giustificazione, un pianeta molto grosso trans-plutoniano, difficile da localizzare con gli strumenti ordinari degli os­servatòri, a causa del debole irradiamento della sua luce riflessa da così lun­ga distanza: è l'astro nero; astro ancor più necessario del pianeta Nettuno previsto da Leverrier. Questo pianeta, come gli altri, è uscito dal sole; ha anzi dovuto uscirne per primo, come indica la sua oscurità, giacché, se fosse uscito quando l'astro centrale era alla sua temperatura massima e in piena espansione, sarebbe gassoso e senza dubbio luminoso.  Quando esso era ancora unito al sole, ne aumentava sensibilmente la massa.  Ora, quando una massa rotante si divide, le sue due parti, una volta separate, non conservano il posto occupato dal centro di gravità del blocco unico, ma sono cacciate dalla forza repulsiva a delle distanze inversamente proporzionali alle loro masse rispettive, in quanto l'elemento più leggero andrà più lontano mentre il più pesante si allontana di meno dall'antico centro di gravità comune at­torno al quale le due masse parziali si mettono a girare.
Ora, secondo la legge di Bode come noi l'abbiamo completata, l'astro nero si troverebbe lontano dal sole 58 volte la distanza sole-terra.  L'orbita dell'astro nero si troverebbe dunque alla distanza 57 dell'orbita della terra.


i
 

Ammettiamo ora che la massa dell'astro nero rappresenti la 57ma parte della massa del sole. Questa cifra è molto verosimile, cifra dello stesso ordine di grandezza di quella della massa di molti compagni oscuri di stelle doppie. In questa ipotesi perfettamente ammissibile, giacché la maggior parte delle stelle sono doppie e sarebbe strano che il sole fosse l'unico a non esserlo, in questa ipotesi dunque, in virtù della legge summenzionata, il sole si trove­rebbe alla distanza 1 dal centro di gravità comune, cioè a dire la distanza sole-terra, presa da Bode per unità; la terra passerà dunque nella sua rivoluzio­ne al centro stesso di gravità del sistema solare, e si avrà la figura seguente (dove le proporzioni non sono osservate per mancanza di spazio).


i
i

In queste condizioni, ecco cosa succede: se il sole fosse fermo, la terra, girandogli attorno, sarebbe, do­po un trimestre, in T'. Di conseguenza, dopo un me­se, essa sarebbe in T1.  Ma nello stesso tempo, se il sole ha girato attorno al suo centro di gravità C, sarà venuto in S1
La terra, che lo ha forzatamente segui­to in questo movimento, ha dunque retrogradato da T1 in T seguendo l'arco T1-T parallelo a S-S1 e il vettore S-T1 si è spostato parallelamente in S1-T.
Dunque la terra non si è mossa: essa è sempre in C, ed è nella situazione del cane posto in una ruota per farla girare: gira sempre senza mai avanzare. 
Forse si obietterà che l'arco T-T1 è di curvatura opposta a T1-T; in realtà, la progressione del sole e quella della terra non sono avvenute a sbalzi, ma in maniera continua e di conseguenza insensibile, infinitesimale. 
Facciamo dunque l'angolo T1-ST infinitamente piccolo; la figura è teoricamente analoga, ma non c'è più alcu­na distanza tra i due archi; la loro freccia è nulla: essi si confondono sulla loro corda comune infinitamente piccola e T1 si confonde con T; il tempo, anch'esso, essendo infinitamente piccolo, si richiama a questa istantaneità; l'arco T-T1 non si forma; il punto T resta un punto; l'arco è interamente vir­tuale e non reale. 
Ecco perché gli studiosi americani Michelson e Morley, e tutti gli studiosi sinceri, non hanno mai potuto svelare e misurare il movi­mento di rivoluzione della terra attorno al sole.  
Il problema davanti al quale gli astronomi si strappano i capelli e si perdono in ipotesi sragionevoli è vir­tualmente risolto. 
E quando Mosè scriveva che la terra, uscita dal sole, si mantiene al di sotto del sistema rotante (ora anche il sistema solare binario), era meglio istruito dei nostri più grandi astronomi. 
Infatti, come hanno sostenu­to i giudici di Galileo, è ben il sole che descrive la sua orbita nello spazio attorno a noi.

Bastian Contrario: Bisogna proprio che dica a Monsieur Crombette che in tutto questo discorso – io – non ci capisco più niente. Cosa è questa storia incomprensibile della terra che pare si sposti ma che poi in realtà non si sposta, perché avanza ma poi retrograda? Sarò mica io un 'troglodita retrogrado', come il pitecantropo degli evoluzionisti?

Segretario: Si consoli che qui – di ‘pitecantropo retrogrado’, insieme a lei – ci sarei anch’io. Ci ho studiato tre giorni, disegnando non le dico quanti ‘schizzi’ per figurarmi meglio la scena.
Ero persino giunto al punto di prendere a braccetto mia moglie girando come in una ‘tarantella’, lei rivolta in una direzione ed io in quella opposta, girando a passi di danza intorno ad un nostro ipotetico ‘centro gravitazionale’: io faccio un passo in avanti da una parte e lei ne fa un altro dall’altra, e così via…
Se ci fosse stata la musica saremmo stati a posto.
Niente, lei non capiva ed io nemmeno. Ero per di più quasi giunto all’esaurimento da stress, perché non mi ricordavo più le cose che mi avevano insegnato al Liceo sull’astronomia, le eclissi, le rivoluzioni, le ellissi, le masse, le gravitazioni e via dicendo: avevo dovuto farmi imprestare un testo universitario di Geografia… astronomica, per ripassarmi un po’ di nozioni.
Ho cercato allora di far leggere le spiegazioni di Crombette a mia moglie per poi farmele spiegare da lei.
Peggio che andar di notte…!
Lei leggeva, intuiva ma non capiva bene, io cercavo allora di rispiegargliele a modo mio, lei diceva che rispiegavo male, io allora mi arrabbiavo. Eravamo a letto, alle cinque del mattino perché non avevamo niente di meglio da fare, e allora sono volati per aria i fogli del libro di Crombette, finché – come toccato da una idea illuminante tipo ‘lampadina’ di Newton – le ho detto:
Vedi questo disegno?

i

La Terra T è posizionata nelle immediate adiacenze di un asse universale che è il centro di gravitazione C intorno al quale tutto l’universo di astri e pianeti gira.
Immagina ora che la Terra T sia legata al sole da una  sorta di ‘asta rigida’ S-T e che la Terra giri intorno al sole seguendo la traiettoria T-T’.
Il sole S non è immobile nello spazio perché esso gira a sua volta intorno al centro di gravità C descrivendo l’orbita S-S’ ad una velocità molto superiore a quella della Terra, a parità di tempo.
Poiché la Terra è legata al sole S in maniera rigida (cioè con l’asta S-T: equivalente alla forza di gravitazione), succede che il sole che si sposta da S in S’ se la trascina letteralmente dietro, legata a sé.
Immagina di aggiungere e disegnare sullo schizzo di Crombette una seconda ‘asta rigida’, dritta come una freccia, che da T va direttamente in T’ e quindi una terza che  da S va dritta in S’.
La freccia T-T’ viene annullata da quella in direzione opposta S-S’.
Quindi la terra, nello stesso tempo e momento in cui avanza in direzione T-T’ per girare intorno al sole allontanandosi così dal Centro di gravità, viene in realtà trascinata indietro (e cioè’ ‘retrograda’) a causa del movimento di rivoluzione in direzione opposta che il sole, tenuto legato a lei dall’asta rigida S-T, compie intorno al centro C di gravità.
Di fatto la Terra  non si è dunque spostata nello spazio ed è rimasta adiacente al Centro di gravità intorno al quale essa pure ruota tangenzialmente, o meglio: la Terra  girando intorno al sole si sarebbe allontanata dal centro di gravita C se il sole non si fosse però a sua volta spostato in avanti da S in S’…, riportando la Terra indietro da T’ in T.
Infatti la Terra e il sole non procedono a sbalzi, e cioè un salto in avanti della Terra in direzione T-T’, ed un balzo a sua volta in avanti del sole in direzione opposta S-S’.
I due movimenti indipendenti avvengono contemporaneamente, millesimo di secondo per millesimo di secondo, per cui i due differenti spostamenti che si controbilanciano diventano non percepibili, annullandosi a vicenda.
A proposito della Terra (situata accanto all’asse universale, centro di gravità dell’universo) che gira intorno al sole mentre il sole gira a sua volta contemporaneamente intorno alla Terra (il che rende quest’ultima praticamente immobile perché lo spostamento del sole trasporta con sé il suo satellite) ricordo l’esemplificazione della cosiddetta ‘Ruota a cane’ che Crombette aveva disegnato…

Crombette: 11 Non potremmo volgarizzare meglio questa idea che sotto la forma della ruota a cane… Fintantoché l’uso dell’elettricità e dei motori non arrivò nelle fattorie, gli agricoltori delle Fiandre avevano trovato un mezzo ingegnoso per battere il burro senza fatica: facevano girare il barile di burrificazione con l’aiuto di una grande ruota nella quale correva un cane; l’animale avanzava senza sosta nella ruota, ma per il suo movimento stesso, la ruota lo riportava verso il basso ed egli camminava senza avanzare. Così la terra attorno al sole, perché il sole gira attorno a lei’.

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 Segretario: La Terra, dunque, come tutti gli altri pianeti del sistema solare compie il suo movimento di rivoluzione intorno al sole ma, quasi per assurdo, rimane ferma, tangenzialmente al centro gravitazionale dell'Universo intorno al quale tuttavia essa pure ruota, insieme al sole.
L’esempio della ‘Ruota a cane’ ci mostra intuitivamente la possibilità della doppia azione controbilanciata della Terra e del sole: la Terra, cioè il cane, avanza camminando dentro alla ruota pur rimanendo però di fatto nello stesso punto di partenza perché contemporaneamente la ruota, e cioè il sole,  gira a sua volta.

Caro Bastian Contrario, io per arrivare a darmi questa spiegazione ci avevo studiato sopra tre giorni ma poi mia moglie – che con la matematica ci sa fare ed è anche una ‘intuitiva’ – l’ha capita in un attimo, come lei certamente ora, signor Bastian Contrario.
Quindi, per concludere, se lei, con la mia spiegazione ora ha capito…, vuol dire che non è vero – come temeva – che lei sia un troglodita, né un pitecantropo, né un evoluzionista. Chiaro?

Bastian Contrario: Guardi che fra i due esempi, quello ‘da cane’ che mi ha fatto lei e quello della ‘Ruota a cane’ che ha fatto Crombette, mi ha fatto capir di più quello della Ruota.
Non poteva far vedere subito quello lì a sua moglie? Avreste risparmiato di litigare senza obbligarmi ad ascoltare – con rispetto parlando – il supplemento delle ‘sue’ ulteriori spiegazioni… crombettiane!


1 Nordmann: ‘Le royaume des cieux’, p. 8, Hachette, Parigi, 1923

2 Yves Nourissat: ‘L’etere, agente universale delle forze della natura’- Pag. 37 e segg.  
http://crombette.altervista.org/
  47.03

3 Per i vari esperimenti di Michelson vedere l’Appendice a fondo libro, oppure sito CESHE

4 Vedi anche   http://crombette.altervista.org/ di Noel Derose: ‘Riflessioni su ‘Galileo aveva torto o ragione?’ - CESHE FRANCE: 45.03 pagg. 19/23

5 Gustave Plaisant (Politecnico di Parigi): ‘La Terra non gira’ - Douriez-Bataille, Lilla, riedizione del 1934

6 Vedi - per una più ampia dissertazione sul pensiero di Plaisant - F. Crombette in: ‘Galileo aveva torto o ragione?’ - Vol. I, pagg. 76/77

7 Per l’approfondimento scientifico degli studi astronomici di F. Crombette è fondamentale la lettura dei due volumi di ‘Galileo aveva torto o ragione?’ - Vedi sito CESHE:  http://crombette.altervista.org/

8 Guy Berthault: ‘La scienza in cammino’ – rivista Science & Foi -CESHE

9 Chrysogone: ‘Il ritorno del Diluvio’  - rivista Science & Foi - CESHE - FRANCE

10 Libero: edizione del 19.12.04 - Pagina della Scienza

11 F.Crombette: ‘Galileo aveva torto o ragione?’ - Vol. 1°, pag. 77 - vedi sito  http://crombette.altervista.org/