Prefazione

  

Ci sono almeno due modi per cercare di arrivare alla conoscenza delle origini dell’universo e dell’uomo: farlo con la ragione o attraverso un atto di fede.
La ragione umana è tuttavia limitata, a meno che essa non sia illuminata dalla Luce di Dio.
La ragione ci consente infatti di scoprire qualche segreto, ma sono scoperte parziali, faticose, fatte nel corso di decenni, anzi di secoli, attraverso ipotesi, teorie, spesso smentite da controteorie o scoperte scientifiche successive.
Si rimane comunque lontani dal ‘nocciolo’ del problema: chi è Dio, chi siamo noi, perché siamo al mondo, quale è il fine che Dio si è proposto per noi nel momento in cui ha creato l’universo e poi l’uomo.
Ora, la Fede ci insegna che Dio si comunica agli uomini attraverso ‘rivelazioni’.
Poiché infatti l’uomo – da solo – non riesce a ‘conoscere’ Dio,  allora è Dio che prende l’iniziativa e rivela se stesso, nei limiti – ovviamente –  in cui la nostra ragione limitata possa comprenderlo.
Per chi ha fede, Dio si è fatto dunque conoscere parlando prima attraverso i ‘profeti’ e poi – per i cristiani – egli si è rivelato in maniera ancora più profonda attraverso il Profeta per eccellenza, il Verbo che – Parola di Dio – si è incarnato in un uomo per parlare per conto di Dio un linguaggio diretto che gli uomini potessero comprendere ancora più facilmente, utilizzando il ‘miracolo’ quale ‘segno’ della origine divina sua e della sua Dottrina.
La Genesi e i Vangeli contengono dunque la sostanza di due distinte Rivelazioni, la prima fatta attraverso i profeti, la seconda attraverso la persona del Verbo: la prima prepara la seconda e la seconda completa la prima.
I primi capitoli della Genesi – che appaiono scritti in una caratteristica forma poetica e narrativa  con lo stile del buon padre che racconta al figlioletto una bella storia che questi ascolta ad occhi aperti – ha insegnato agli uomini dell’antichità le verità primordiali che erano  loro necessarie per orientarsi nella vita.
Era bene che essi sapessero che vi era un Dio che aveva creato l’universo, aveva creato la Terra e quindi i suoi mari, i monti, i vegetali, gli animali e infine l’uomo.
La creazione materiale ci mostra una scala ascensionale: mondo minerale, vegetale, animale.
La scala della creazione materiale non si ferma però all’animale ma si conclude con l’uomo, un ‘animale’ dotato di spirito immortale destinato a vivere in eterno in quella sorta di altra ‘dimensione spirituale’ che noi siamo soliti chiamare ‘Aldilà’.
L’uomo – che viveva originariamente nell’Eden, e cioè in una terra che beneficiava di condizioni di vita ideali, e che possedeva doni soprannaturali e naturali, quali una Sapienza adeguata al suo stato ed una durata di vita praticamente illimitata – ad un certo punto sbagliò, e meritò per questo fatto la condanna, cioè la perdita dei doni e dei benefici dell’Eden, vedendosi per di più preclusa la strada di accesso al  Paradiso celeste.
Con la condanna ebbe tuttavia – misericordia di Dio – una promessa che gli desse forza e speranza: quella della salvezza spirituale grazie ad una Donna, che avrebbe ‘lavato’ la Colpa di Eva e avrebbe schiacciato con il suo ‘Calcagno’ la testa del Serpente tentatore e corruttore.
Era in sostanza la promessa di Gesù, Verbo generato da Dio e quindi Figlio di Dio, Verbo incarnato che per natura umana sarebbe nato da una Donna: Uomo-Dio che, offrendosi in olocausto, avrebbe riscattato l’Umanità di fronte al Padre, sconfiggendo così – grazie al proprio Amore – il Serpente dell’Odio.
Egli avrebbe così riaperto all’Umanità le porte sbarrate del Paradiso celeste, dopo aver indicato agli uomini – con i suoi insegnamenti di perfezione – la via migliore, perché più vera, più rapida e più sicura per accedere dopo la morte al Regno del Cielo.
Questo è l’insegnamento che si ricava dalla Genesi e dai Vangeli.
Genesi non è quindi un mito, ma una rivelazione in forma semplice ed immaginifica per gli uomini di allora – ma destinata anche agli uomini di ora – di una Verità di fondo che doveva indicare fin dall’inizio all’Umanità la sua origine ed il suo destino eterno nel Pensiero di Dio.

Inutile dire quanto il racconto della Genesi – per non parlare dei racconti dei Vangeli  con i miracoli di Gesù  e la sua Resurrezione ed Ascensione – siano stati oggetto di ironie e di veri e propri attacchi da parte degli ambienti ‘illuministici’, dal Settecento in poi.
Bisogna ammettere peraltro che il racconto della creazione dell’universo e della terra – oltre che quello dell’uomo tratto dal fango e di Eva tratta da una costola di Adamo – presenta delle oggettive incongruenze volendo esaminarlo da un punto di vista scientifico piuttosto che semplicemente narrativo.
Alcune analogie del racconto cosmogonico di Genesi con altri racconti pagani della prima antichità di origine sumera e babilonese, racconti sembrati più antichi, hanno fatto inoltre pensare  ad una sua riedizione ad uso degli ebrei monoteisti, in una chiave più spirituale.
Non un racconto ispirato da Dio, dunque, ma un mito.
Con questo libro ci proponiamo di convincere il lettore, non accecato da un pregiudizio di base, che se la Genesi – alla luce della scienza che si basa sulla ragione – appare a molti un mito, quando la si legga invece alla luce della Scienza che si basa sulla Fede, assume la dimensione di una reale e straordinaria Verità scientifica.
E per chi dovesse sorridere considerando temerario questo nostro obiettivo aggiungiamo che lo studio scientifico, fatto attraverso la Fede, ci consente di arrivare meglio e più rapidamente alla Verità e – in ultima analisi – che si può arrivare a credere anche senza il dono della fede ma utilizzando bene quello della ragione.

L’autore