PROCESSO AL LIMBO? ALLORA PARLIAMONE ANCORA!

di Guido Landolina

Limbo: ‘zona franca’ del Purgatorio?

Ho avuto l’occasione di apprezzare – nell’edizione de ‘Il Segno del soprannaturale’ del dicembre scorso, l’articolo di Patrizia Cattaneo concernente il …’Processo al Limbo’.
Articolo che denota preparazione teologica, lucidità di idee non disgiunta da una certa ‘verve’ ironica e che collima infine per vari aspetti con le tematiche sul Limbo che ho affrontato a più riprese nei miei libri di commento all’Opera della grande mistica moderna Maria Valtorta.1
L’autrice – nel commentare il recente affidamento ad una Commissione teologica vaticana del compito di prendere una posizione sull’esistenza o meno del Limbo, i cui documenti non farebbero in ogni caso parte del Magistero della Chiesa - esordisce con una osservazione leggermente pungente su certi teologi ‘moderni’ la cui specialità parrebbe talora essere quella di confondere le idee anziché rischiararle.
Condivido le preoccupazioni dell’autrice anche perché future conclusioni della Commissione sul ‘Limbo’ che contrastino con una Tradizione consolidata da secoli e con precedenti documenti pontifici importanti, anche se non aventi il supremo valore di definizioni dogmatiche, potrebbero avere ripercussioni di ben altra portata anche su altri aspetti.
Nell’articolo in questione, l’analisi parrebbe incentrata sul limbo dei bambini morti senza battesimo.
Quale è la loro sorte? Si salvano? Non si salvano? Svaniscono nel nulla?
Niente più della morte di un bimbo innocente grida alla nostra coscienza e ci è impossibile non immaginarlo ‘salvo’. Soprattutto – questa la tesi dell’autrice – salvo proprio nel Limbo, come da Tradizione.
Ritengo che concludere - come taluni vorrebbero, e come potrebbe fare forse la commissione - per una ‘non esistenza’ del Limbo pur affidando genericamente la sorte finale di tali bimbi ‘alla misericordia di Dio nell’ambito del suo disegno salvifico universale’, potrebbe – oltre che essere una affermazione temeraria in quanto fatta da un organismo con un documento non avente la qualifica di ‘verità di fede’ - lasciare una penosa incertezza e sofferenza nella vita  di tanti genitori e tradursi in una rinuncia ad approfondire con le armi della logica e della teologia un tema di grande importanza ed interesse.
Sono quindi d’accordo con le conclusioni di Patrizia Cattaneo sul fatto che il Limbo esista, che non sia possibile ‘cancellarlo’ con certezza e che inoltre – nell’Aldilà – esso non sia tanto un ‘quarto luogo’ (in aggiunta a Paradiso, Inferno e Purgatorio) quanto quello che l’autrice definisce una ‘zona franca’ del Purgatorio stesso. Io – da laico, non teologo e uomo della strada - me lo immagino dunque come una sorta di ‘dépendance’ all’interno del Purgatorio, una specie di ‘stazione di attesa’ dove le anime attendono fiduciose il momento del loro ingresso nel Paradiso.

Ma dove vanno a finire i giusti non battezzati ?

Ma il problema del Limbo dei bimbi non battezzati, pone un altro problema che in qualche modo vi è legato, e cioé quello della sorte – nel Limbo o meno - dei ‘giusti’ di popoli non cristiani che non hanno avuto il privilegio del battesimo.
Bisognerebbe infatti rispondere ad una domanda: se è possibile che si salvino, in quanto del tutto innocenti, i bimbi che non hanno ricevuto il Battesimo, e quindi pure i bimbi non nati, perché mai non dovrebbero salvarsi – visto che gli uomini sono tutti potenzialmente ‘figli di Dio’ – quei giusti di ogni popolo e religione che, pur non avendo avuto il privilegio di conoscere le norme perfette della Dottrina cristiana e di ricevere il Battesimo, sono riusciti a comportarsi da ‘giusti’ in un mondo che era intrinsecamente malvagio rispettando il ‘codice’ della ‘Legge naturale’ che Dio ha inciso nel cuore di tutti gli uomini affinché sappiano come condursi anche senza la conoscenza della Dottrina perfetta insegnata da Gesu Cristo?
Se è il Battesimo quello che ci consente l’accesso al Paradiso, e se i ‘giusti’ precristiani non ancora battezzati erano nel Limbo prima che le sue porte venissero aperte dal Gesù Redentore disceso agli Inferi, dove saranno - ora - i ‘giusti’ non battezzati successivi alla Redenzione? Che ne è stato del Limbo svuotato la prima volta? Avrà continuato ad esistere anche dopo?
Ho già avuto occasione di toccare questo argomento in un mio articolo pubblicato da questa Rivista nel 2003 che vorrei qui almeno in parte riprendere in taluni aspetti, anche se con taglio diverso.
 Nell’opera di Maria Valtorta 2viene descritto l’episodio di una visione evangelica della mistica in cui Gesù parlava agli apostoli sviluppando un duplice concetto.
Vi sono, da un lato, persone che - pur essendo state della religione giusta - non si salveranno perché non avranno voluto vivere da ‘giusti’. Vi sono invece, dall’altro lato, persone che – pur non essendo della religione giusta, ma comportatisi da giusti e convinti della giustezza della propria religione -  avranno in premio il Cielo.  Ma lo avranno alla fine del mondo quando – continua il Gesù delle visioni valtortiane - delle quattro dimore dei trapassati (Limbo, Purgatorio, Paradiso e Inferno) rimarranno per l’eternità solo le ultime due.
La Giustizia di Dio – spiega Gesù – non potrà che conservare e dare i due regni eterni a chi dall’albero del libero arbitrio ha scelto i frutti buoni o ha voluto quelli malvagi. Ma quanta attesa – conclude Gesù - per questi pagani virtuosi…
Ai giusti pagani una lunga attesa nel Limbo, ai cristiani - non meritevoli di condanna eterna ma nemmeno del Paradiso immediato - una vera e propria espiazione a tutto tondo nel Purgatorio, più o meno lunga, che potrebbe durare in qualche caso anche fino alla fine del mondo. Per i pagani non battezzati ma giusti vi sarà la stessa giustizia che verrà applicata a quei cristiani che - non avendo voluto vivere da giusti, pur essendo stati della religione santa.- non saranno subito ‘beati’.
Cerchiamo di chiarire ora meglio questi concetti con parole alla buona e ragionando, come suol dirsi, ‘a voce alta’.
Dio è innanzitutto, oltre che buono, giusto: Giustizia nel giudicare, nel premiare, nel punire. Il Signore, all'uomo che - egli sapeva - avrebbe sbagliato, aveva inciso nel 'cuore' la Legge naturale dei dieci comandamenti.
Già quella, seguendola, era sufficiente ad assicurare il ritorno a Dio, nel Paradiso celeste, in Cielo: il ritorno a Dio, ma il ritorno dei 'giusti', perché Dio  è 'buono ma non stolto’, e giustizia vuole che i 'non giusti' non vengano premiati, anzi vengano puniti.
Ora Dio aveva però anche fatto ad Adamo ed Eva - al momento della condanna nel Paradiso terrestre - la 'promessa' consolatoria per essi e per la loro discendenza: quella di mandare chi avrebbe schiacciato con il tallone il capo al Serpente, cioè Gesù Cristo, figlio della Vergine Santissima.
I giusti che erano morti nel frattempo (poiché i 'non giusti' neanche meritano considerazione perché in pratica hanno voluto autocondannarsi con le loro stesse mani, grazie allo stesso libero arbitrio che loro vollero fonte di perdizione e che i giusti vollero liberamente come fonte di salvezza), nel frattempo, e cioè da Adamo ed Eva fino alla resurrezione di Gesù che discese agli 'Inferi', i giusti erano nel Limbo.
Il 'Limbo' è una specie di 'sala di aspetto' dove si attende il 'treno' che porta in Paradiso. L'attesa può anche essere lunga, ma l’aspettativa di vedere e gioire nel Signore ricompensa largamente e fa sì che il Limbo, nella pregustazione della Felicità Eterna, sia alla fin fine più una 'gioia'.
Dunque, per i giusti - da Adamo ed Eva in poi - per tutti i giusti che sarebbero venuti, era previsto il Limbo fino al Giudizio Finale, quando sarebbero stati giudicati i vivi e i morti: vivi e morti nello spirito, ed i vivi sarebbero ascesi al Cielo.
Ma grazie alla Redenzione, grazie ai meriti di Gesù Cristo - crocifisso con una orribile Passione dove il dolore non fu la croce di legno ma la Croce dei Peccati del Mondo: tutti divinamente visti per poter meglio soffrire, meglio riscattare e meglio perdonare - grazie alla Redenzione, Dio concesse - mi spiego con dei termini che ci faranno sorridere ma che almeno ci sono famigliari e ci aiutano a capire - una sorta di 'amnistia' a tutti i Giusti del Limbo, che vennero così 'liberati' e felici poterono in anticipo ascendere al Cielo. Per gli altri giusti, cioè quelli che sarebbero venuti dopo questi, di nuovo la sosta nel Limbo fino alla Fine. Né questo fatto, questa eccezione, ci dovrebbe parere strana. La ‘amnistia' di Dio non fu come le nostre, imperfette e ripetute dove col 'Buono' escono i 'Cattivi', continuamente.
La sua fu 'unica' e concessa veramente per un fatto straordinario: la morte di un Dio - autocrocifisso poiché Lui accettò, anzi volle la crocifissione per riscattarci - e la Redenzione, ma soprattutto la conquista della 'Gloria' grazie al patimento subito ed all'Amore profuso, per cui avendo liberato il suo popolo in terra dalla schiavitù del Peccato Originale, Egli, il Figlio, aveva diritto al suo primo Popolo in Cielo, quello appunto dei Giusti rimasti fino a quel momento nel Limbo.
Cristo, dunque, venne per tutta l'Umanità, e riscattò tutta l'Umanità concedendole la possibilità - grazie alla Legge naturale  dei Dieci Comandamenti incisa nel Cuore e grazie al proprio Libero Arbitrio - di tornare al Padre per costituire, per essere, il Popolo di Dio in Cielo, dopo essere stati Figli di Dio in Terra.
Ma a quelli che, in più, vollero, vorranno essere 'Cristiani': un premio, un 'incentivo' migliore.
Perché? Non è giusto? Essere 'cristiani' non è un 'privilegio', umanamente parlando.
Non è un privilegio perché essere cristiani vuol dire essere di Cristo, e Cristo è Dio, e non si può essere di Cristo, umanamente parlando come facciamo spesso noi, cioè a parole.
Bisogna esserlo spiritualmente, con Amore e con Dolore... il dolore accettato ed offerto al Signore. E tutto questo, umanamente, è una 'condanna' anche se spiritualmente, poi, sarà un premio.
Ma in più, in più, per il cristiano che avendo avuto l’opportunità di nascere 'cristiano' - come pure per colui che non essendo cristiano sarà stato posto a contatto stretto con la Dottrina cristiana ma l'avrà volutamente respinta, respinta con il cuore, non condividendone l'Amore - ecco, per questi, l'opportunità sarà stata Mezzo di Prova, prova perduta e quindi occasione di giudizio ancora più severo, perché avranno sprecato il 'talento' che il Signore aveva loro dato.
L'esser cristiani di nome, non esserlo di fatto, non sarà stato un privilegio ma addirittura fattore di condanna perché avendo avuto la sorte di conoscere veramente Dio, il vero Dio, la Sua Dottrina, questi l'hanno respinto.
E condanna avranno, perché Dio è buono, giusto, ma – come già detto - non è stolto.
Alla sera del Tempo, cioè al momento del Giudizio Universale, i Giusti - che non avranno avuto la sorte di essere stati salvati in Cristo e per il Sangue di Cristo che circola santificante nella Chiesa dei Cristiani - saranno comunque riscattati dal Peccato in virtù del Sacrificio perfetto operato dal Cristo, Dio e Uomo.
Sacrificio perfetto come Dio e come Uomo.
Nell'attesa essi rimangono nel Limbo: non sofferenza e non gioia.
Ma non è ingiusta questa loro sorte come non fu ingiusta la sorte dei discendenti di Adamo menomati dal Peccato nello Spirito, nel Morale, nella Carne.
E' per questo che bisogna fare apostolato: per diffondere il cristianesimo e fare in modo che quanti più giusti non cristiani diventino 'giusti' cristiani così da poter godere da subito, al momento della loro morte, l'ingresso nella nuova Vita che è gioia eterna.
Parimenti saranno benevolmente giudicati i giusti cristiani che avranno dentro di sé rispettato - pur senza stretta osservanza delle norme - i principi del vivere cristiano: timor di Dio e amore di prossimo…                                   
Chiariamo ancora il concetto.
E' la Grazia quella che consente all'uomo il diritto alla Vita.
Ma la Grazia, per quelli dopo Cristo, è data solo in virtù del Battesimo. E questo è giusto perché altrimenti non vi sarebbe incentivo e premio al diventare cristiani, vale a dire Figli di Dio in Cristo.
Quindi tutti quelli non battezzati ma incolpevoli non andranno all'Inferno: che è sofferenza pura, non andranno in Purgatorio: che è pur sempre sofferenza d'amore, ma resteranno nel Limbo: dove non c’è sofferenza, in attesa che la Gioia venga, fatto che è già 'gioia' in quanto 'anticipazione', pregustazione di gioia futura.
Possiamo quindi ben concludere con Patrizia Cattaneo che il Limbo – se fosse corretto questo nostro ragionamento – non è tanto da intendere come un quarto stato o luogo a se stante ma, appunto,– per usare le parole da lei utilizzate con felice intuizione – semplicemente come una sorta di ‘zona franca’ del Purgatorio.

Nell’ultimo giorno, prima del Giudizio estremo…

L’autrice  dell’articolo auspicava anche che la riflessione teologica non trascurasse le ‘rivelazioni private’ di mistici affidabili. La posizione al riguardo della gerarchia ecclesiastica é dovuta a prudenza, anche se francamente la ritengo talvolta eccessiva.
 Il ‘mistico’ che ‘profetizza’ è uno ‘strumento’ che ascolta e ripete quello che il Signore gli ispira.
E’ lo Spirito Santo che parla ma è lo strumento colui che poi ‘traduce’, e questi – anche se è un buon ‘interprete’ – non è affatto infallibile. San Giovanni della Croce3, parlando del contenuto delle ‘locuzioni’ interiori’, rendeva l’idea di questi ‘due differenti autori’ (Spirito divino che parla e strumento umano che traduce) richiamando il noto episodio biblico in cui Giacobbe viene istigato dalla madre Rebecca a carpire i benefici della ‘primogenitura’ al fratello maggiore Esaù il quale peraltro glie la aveva ceduta in precedenza per un piatto di lenticchie.  Giacobbe indossa gli abiti del fratello e, coprendosi braccia e mani di pelo di capretto, parla al padre fingendosi Esaù. Isacco – ancorché cieco e molto vecchio ma ancora padrone della sua mente – avverte che la voce non gli sembra esattamente quella di Esaù. Sospettoso, egli gli tasta le braccia ma poi sentendole pelose come quelle di Esaù si convince di essersi sbagliato mormorando assorto fra sé: ‘La voce è quella di Giacobbe ma le mani sono quelle di Esaù…’, e così dicendo impartisce in realtà a Giacobbe l’investitura della primogenitura che egli avrebbe dovuto dare ad Esaù.
Ho citato aneddòticamente questo episodio per fare capire che anche quando è lo Spirito Santo che parla, in linea di massima la qualità della ricezione e ‘traduzione’ in parole da parte dello ‘strumento’ dipende dalla potenza della propria ‘antenna’, dalle condizioni psico-fisiche di ‘ricezione’ in cui egli si trova in quel particolare momento nonché dalla sua capacità e proprietà di linguaggio. La ‘parola’ del Signore è spesso un ‘sussurro’ che l’anima del mistico dovrebbe saper ‘cogliere’ con gran precisione ma che non sempre egli riesce a tradurre e spesso neanche a capire nella sua reale portata. Una virgola o un punto, omessi od aggiunti nella trascrizione, possono essere importanti, il cambiamento di una vocale o di un vocabolo al singolare anziché al plurale, pure. Se poi lo strumento non è un ‘letterato’ con la piena padronanza della lingua, si aggiungono altre possibilità di errore, anche da parte di chi ne trascrive il testo. Ecco dunque la possibilità di errori in buona fede e la prudenza che occorre avere nel valutare i ‘dettati’ o ‘locuzioni interiori’, prudenza dalla quale non debbono essere esentate nemmeno le visioni.
La Verità di Dio è ‘pienezza’ ed ha molte facce o lati, come un poliedro. Il Signore talvolta rivela una ‘faccia’ ad uno strumento ed un’altra ad un altro, e queste si integrano come due diverse tessere di un mosaico che concorrono a formare un quadro più completo.
Ad esempio l’autrice – nel precisare che la mistica Natuzza Evolo ‘è completamente analfabeta e non ha istruzione teologica’ - informa che, dalla trascrizione fatta dal Dott. Nicola Valente di Paravati di una ‘locuzione’ ricevuta nel 1950 dalla veggente, le anime del Paradiso le avrebbero rivelato che il Limbo esiste e che vi vanno solo le anime dei bimbi non battezzati. Chi abbia un poco di esperienza con il mondo della mistica e delle rivelazioni private, sa che se le rivelazioni sono veramente esatte esse non possono smentirsi, ma sa anche che quel che il Signore dice ad uno strumento può non dirlo ad un altro o viceversa. Nel caso nelle rivelazioni fatte a Maria Valtorta si parla ad esempio diffusamente anche di un ‘Limbo’ in cui vanno gli adulti non battezzati appartenenti ad altre religioni e popoli non cristiani.
E allora? Il Limbo dove vanno solo i bimbi, come direbbe la trascrizione di quanto detto da Natuzza, è un Limbo di un ‘reparto’ diverso da quello degli adulti, come si usa nei nostri Ospedali?
Nell’intento di dare un contributo alla riflessione  proposta da Patrizia Cattaneo sulle rivelazioni fatte ai mistici, segnalo qui almeno una delle rivelazioni private fatte sull’argomento del Limbo a Maria Valtorta. Nell’Opera Valtortiana, tradotta e conosciuta ormai in tutto il mondo, non è solo Gesù - che lo fa comunque in vari passi del ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ - a parlarle di Limbo dei non battezzati, ma è anche il Divino Autore, cioè lo Spirito Santo, che dà alla mistica meravigliosi dettati di spiegazione nelle ‘Lezioni sull’epistola di Paolo ai Romani’.
Dopo aver parlato dell’uomo peccatore e della tribolazione che lo attende nell’Aldilà, lo Spirito Santo – proiettando il suo sguardo nel futuro del Giudizio Universale e riferendosi ai non cristiani che saranno in attesa nel Limbo - aggiunge:4

« …Essi, che non avendo la Legge fanno naturalmente ciò che la Legge impone - e son legge a se stessi mostrando così come il loro spirito ami la virtù e tenda al Bene supremo - essi, quando Dio giudicherà per mezzo del Salvatore le azioni segrete degli uomini, saranno giustificati. Sono molti, costoro. Un numero grande. E sarà la folla immensa... di ogni nazione, tribù, popolo, linguaggio, sulla quale, nell'ultimo giorno, per i meriti infiniti del Cristo immolato sino all'estrema stilla di sangue e di umore, verrà impresso il sigillo del Dio vivo a salvezza e premio prima dell'estremo inappellabile giudizio. La loro virtù, la loro spontanea ubbidienza alla legge di virtù, li avrà battezzati senza altro battesimo, consacrati senza altro crisma che i meriti infiniti del Salvatore. Il Limbo non sarà più dimora dei giusti. Così come la sera del Venerdì Santo esso si svuotò dei suoi giusti, perché il Sangue versato dal Redentore li aveva detersi dalla macchia d'origine, così alla sera del Tempo i meriti del Cristo trionfante su ogni nemico li assolverà dal non essere stati del suo gregge per ferma fede di essere nella religione giusta, e li premierà della virtù esercitata in vita.
E se così non fosse, Dio farebbe frode a questi giusti che si dettero legge di giustizia e difesero la giustizia e la virtù. E Dio non defrauda mai. Lungo talora a compiersi, ma sempre certo il suo premio».


1
Sulle tematiche del Limbo, in particolare, vedi dell’autore ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Capp. 88/89/90, quindi “I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni”,Vol. III, Capp. 1 e 2 – inoltre  ‘Pensieri a voce alta-Articoli stampa’ – n° 21: ‘Il limbo, questo sconosciuto’ .

Le opere dell’autore - a commento dell’Opera della grande scrittrice mistica moderna Maria Valtorta - sono leggibili e liberamente scaricabili dal sito internet dell’autore ‘ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO’ cliccando www.ilcatecumeno.net.

2 Maria Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. VII – Cap. 444, paragrafi 5/6/7 – Centro Ed. Valtortiano – Isola del Liri

3 S. Giovanni della Croce, Salita del Monte Carmelo, Libro 2, Cap. 11 e seguenti e anche Capp. 28 e 29 – Postulazione generale dei Carmelitani scalzi.

Di Guido Landolina vedi, sul tema, il Vol. III, Cap. 15 della trilogia ‘La Genesi biblica fra scienza e Fede’ ( Ed. Segno, 2006): una interessante e sorprendente analisi razionale in tre volumi che -  alla luce di scienza e fede  - sostiene la scientificità del  racconto biblico sui sei giorni creativi che molti vorrebbero considerare un mito. Vedi catalogo Edizioni Segno. Vedi sito internet autore:https://www.ilcatecumeno.net

4 Maria Valtorta: ‘Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani’ ( Ai Romani, cap. II, v.12 – Dettato del 16.1.48) – Centro Editoriale Valtortiano – Isola del Liri