AMORI GAY: E’ CORRETTO, PEDAGOGICAMENTE PARLANDO,
INSEGNARE AI BIMBI CHE VI SONO AMORI GAY NATURALI?

 

Una lettrice, pedagoga, mi scrive per conoscere il mio parere sulla intenzione del ‘Consiglio’ dell’Istituto nel quale lei opera di insegnare ai bimbi (6/7 anni) che gli ‘amori gay’ sono una cosa ‘naturale’, e via dicendo.
Ovviamente la pedagoga in questione è scandalizzata da una simile iniziativa che reputa eticamente sconveniente e potenzialmente traumatica per il bimbo stesso e per il suo sviluppo psicologico.
Nel rispondere a questa domanda bisogna premettere che le ideologie hanno rappresentato nell’ottocento e nel novecento una delle più grandi cause di errori dell’Umanità.
Nell’ultimo secolo esse hanno prodotto una serie di guerre che hanno provocato circa cento milioni di morti in tutto il mondo ma – anche se non violente sul piano fisico – certe altre ‘ideologie’ possono produrre violenze e danni morali di portata anche superiore.
Sir Julian Sorell Huxley (1887-1975), il primo Direttore generale dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite fondata nel 1946 per occuparsi di istruzione e di cultura, non ebbe alcuna esitazione a dichiarare: ‘Non abbiamo alcun bisogno di ricorrere ad una rivelazione teologica o ad un assoluto metafisico. Freud e Darwin sono sufficienti a darci la nostra visione filosofica del Mondo’.1
Darwin fu l’inventore di una teoria - rimasta solo teoria e ormai riconosciuta sconfitta nella sua veste originaria dagli stessi post-darwinisti – che in nome di una visione di ‘progresso’ della specie umana, sosteneva la discendenza dell’uomo da una scimmia,  e quindi la sua assoluta animalità.
Freud fu invece il ‘cantore’ di questa animalità spiegando nelle sue teorie psicanalitiche che il centro motore dell’uomo era la libido, istinto primordiale che andava soddisfatto per evitare contraccolpi all’equilibrio psichico dell’uomo.2
Da questa visione - dell’uomo inteso come animale e della libido da non comprimere per impedire l’insorgere di ‘angoscia’ - si è diffusa nel novecento in tutto il mondo una ‘ideologia’ di tipo cultural-pedagogico mirante al libero sviluppo di alcune delle tendenze peggiori della natura umana.
I Gay pride ai quali abbiamo assistito tre anni fa sono figli di questa cultura.
La stessa cultura che, su altri versanti, porta alle battaglie d’avanguardia per la difesa dei castori e degli animali in genere ma poi non si preoccupa minimamente di insorgere contro l’aborto di un piccolo indifeso essere umano che gli ‘animalisti’ evidentemente non considerano neanche più un ‘animale’.
Le tendenze omosessuali non sono parte di una natura umana equilibrata, in quanto sono determinate da un casuale ma non corretto ‘mix’ dei caratteri genetici della specie che vengono trasmessi attraverso la riproduzione.
L’omosessualità va quindi vista come una malattia, come tale da non ‘criminalizzare’ ma nemmeno da favorire surretiziamente attraverso insegnamenti pedagogici che si propongono un fine buono ma che sono sbagliati nel metodo.
L’omosessuale va quindi inteso come un ‘malato’ che deve essere aiutato ad inserirsi in una società di ‘normali’ facendo in modo che – dal punto di vista psicologico – egli non soffra sentendosi trattato da ‘diverso’.
Ma questo approccio cultural-pedagogico-terapeutico di aiuto non deve far incorrere nell’errore opposto – anche se involontario - di esaltazione del fenomeno presentato, specie educando dei bimbi che non hanno ancora raggiunto la maturità intellettuale e la capacità critica, come una delle tante facce legittime dell’individuo sociale se non come un ‘simbolo’ del suo diritto alla piena ‘libertà’.
Insegnare ai bambini che l’omosessualità è ‘normale’, può contribuire – a causa della loro incapacità di discernere – a produrre il risultato inconscio di aiutarli a sviluppare eventuali tendenze represse e nascoste, se non ad allentare quegli stessi vincoli interiori che inducono - ad esempio - l’uomo naturalmente aggressivo a diventare, se non inibito, anche violento e assassino.
Il prodotto di un tale malinteso spirito didattico verso i bambini potrebbe essere la diffusione di una morale che porta gradualmente alla corruzione della società ed alla distruzione del valore e del senso genuino della famiglia, intesa come  naturale nucleo di persone normali – queste sì davvero ‘normali’ - che si uniscono non per libidine ma per amore reciproco e per avere dei figli da educare, far crescere ed avviare ad una vita migliore per un autentico ‘progresso’.
La famiglia è stata del resto da sempre il nucleo sul quale si è storicamente fondata la struttura di una società ordinata, così come l’unione matrimoniale degli omosessuali ne rappresenta l’antitesi.
È dunque sbagliato insegnare ai bimbi, che non sanno discernere, che ci sono ‘amori gay naturali’, inducendo in essi la sensazione che questi amori oltre che naturali siano anche ‘legitttimi’ e quindi passibili di imitazione.
E’ sbagliato perché questi amori ‘naturali’ sono in realtà ‘contro natura’, e poi perché sono corruttivi della struttura sociale sulla quale si fonda una società ordinata.

1 Y. Moncomble:  ‘L’irrèsistible expansion du mondialisme’, pag. 50.

2 Sigmund Freud: ‘Introduzione alla psicoanalisi’, Cap. 26: La teoria della libido e del narcisismo’.