LA  CONVERSIONE DI ISRAELE AL CRISTIANESIMO.
   SPERANZA, UTOPIA O PROFEZIA?
          ‘UNO DOPO UN ALTRO UNO, E OLTRE…’ – LA ‘VENUTA  INTERMEDIA’ DEL SIGNORE
           
          «Ecco, la vostra Casa vi sarà  lasciata deserta! Perché Io vi dico: non mi vedrete più, finché non diciate: Benedetto  Colui che viene nel nome del Signore’». 
            (Mt 23, 38-39)
           
          - prima parte -
           
          La ‘fine dei tempi’ e la  battaglia di Armageddon
          I temi apocalittici ed  escatologici, cioè quelli di origine profetica che riguardano il futuro  dell’Umanità, esercitano sempre un certo fascino, velati e contornati come sono  da un alone di mistero.
            Recentemente, nel dicembre scorso, qualcuno dei  lettori avrà forse assistito ad un filmato televisivo sulla prima rete  nazionale che affrontava il tema di S. Giovanni autore della Apocalisse.
            Dubito però che il normale ignaro video-spettatore  abbia realmente potuto capire dal filmato suddetto – dove le immagini delle  visioni di San Giovanni si alternavano l’una all’altra - quale sia stato il  loro reale significato e che cosa sia veramente l’Apocalisse.
            Ora non pretendo di spiegarvela qui io, sia pure a  modo mio, perché ci ho già scritto sopra un libro e non vorrei ripetermi .
            Un concetto che è però emerso più volte dai dialoghi  del filmato era – nei cristiani di allora - la aspettativa di un evento che veniva chiamato ‘la fine dei tempi’, senza che peraltro ne venisse spiegato il  senso.
            Forse qualcuno è convinto che l’Apocalisse - con  quei suoi quattro immaginifici ‘cavalieri’ che tanto colpiscono la fantasia  popolare - parli soprattutto della fine  del mondo, dopo la guerra di Gog e  Magog. Non è così.
            Nell’Opera giovannea, vero testo profetico del Nuovo  Testamento, l’argomento specifico della fine del mondo è invece toccato per ultimo, quasi come fosse un normale  esito finale che si dà per scontato.
            Nella interpretazione letterale dell’Apocalisse si  possono individuare tre guerre fra  il Bene e il Male. 
  La prima è quella in Cielo fra  l’Arcangelo Michele ed i suoi angeli da un lato e l’angelo ribelle Lucifero con  i ‘suoi’ angeli dall’altro. Lucifero, che diverrà Satana, viene sconfitto e  cacciato sulla Terra. 
  La seconda è quella della cosiddetta fine dei tempi che porta alla battaglia  di Armageddon. La guerra si conclude  con la sconfitta della ‘Bestia che  proveniva dal mare’ (personaggio che   secondo i Padri della Chiesa è l’Anticristo armato di tutta la sua potenza politica)  e di una   seconda Bestia che veniva dalla terra, cioè il ‘falso profeta’, altro personaggio il quale aveva ‘due corna’ come  di agnello ma che parlava come un  ‘dragone’. E’ appunto dopo questa vittoria sul Male, dopo una grande  tribolazione, che Gesù (Ap 19) ‘ritorna’ trionfalmente su di un cavallo bianco  seguito dai cavalieri degli eserciti  celesti per instaurare il regno di Dio in terra e far ‘incatenare’ dagli angeli  Satana nell’Abisso per ‘mille anni’:  cioè il Regno di Pace, il Regno di Dio in terra.
  La terza  guerra,  quella della fine del mondo, si  scatena dopo che – trascorsi i ‘mille anni’ – Satana viene liberato e - agendo  questa volta direttamente, non più  per l’interposta persona delle due ‘Bestie’ precedenti (Anticristo e falso  profeta) - riesce a trovare nuovamente popoli disposti a seguirlo. Egli  chiamerà a raccolta gli uomini delle nazioni di Gog e Magog, cioè le nazioni pagane avversarie del cristianesimo ma verrà nuovamente sconfitto e  rinchiuso per sempre nell’inferno dove rimarrà in compagnia  della Bestia e dello Pseudo-profeta che lo stavano attendendo  dai mille anni precedenti.
           
          Renan, Loisy & C.
              Il termine di  ‘fine dei tempi’ – nel linguaggio carismatico-profetico-escatologico – non sta dunque a significare ‘fine del mondo’ ma ‘fine di un’era’ della  storia dell’Umanità dopo la quale se ne apre un’altra.
            In un articolo precedente che trattava il tema  dell’anima e delle false religioni, vi avevo già accennato alla caustica  opinione che il noto scrittore e giornalista cattolico Vittorio Messori ha del  famoso Ernest Renan (1823-1892).
            Quest’ultimo - francese, ex-seminarista, storico,  filosofo e scrittore oltre che ‘teologo’ anticristiano – a proposito di temi  apocalittici scriveva nella sua ‘Vita di Gesù’: ‘La prima Apocalisse del Vecchio Testamento, e cioè il Libro di  Daniele, è un risorgimento del profetismo che riformulava – ma umanamente e non  certo per ispirazione divina – la speranza di un Messia, un Figlio dell’Uomo  che verrà sulle nubi del cielo, cioè un essere soprannaturale vestito di  apparenze umane, incaricato di giudicare il mondo e presiedere all’età  dell’oro, cioè il Regno di Dio in terra…, nei giudei l’aspettativa era al  colmo,…l’attesa messianica era insomma una attesa frutto di frustazioni e di  sogni…’.
            Ovviamente Renan – e ormai avrete anche compreso  perché fu un ‘ex’-seminarista –  negava la divinità ed il messianismo di Gesù Cristo.
  Alfred Loisy (1857-1940), francese,  sacerdote e iniziatore del modernismo, condannato dal Sant’Uffizio per i suoi  scritti di esegesi biblica e poi scomunicato, non era di idee molto diverse  rispetto al suo antesignano e connazionale Renan.
            Nel suo libro ‘Le origini del cristianesimo’ scrive  : ‘Egli (e cioè Gesù, ndr) insegnava che il Regno di Dio doveva venire subito, e  predicava, se non la fine del mondo, per lo meno la fine dell’era presente, la fine del Regno di Satana e delle  potenze infernali, l’avvento del Regno  di Dio…, la resurrezione dei morti e il grande giudizio finale…’.
            V.Messori non   deve aver avuto una grande opinione neanche di Loisy se di lui ebbe a  scrivere ‘…dal suo sogno di un  cristianesimo rinnovato attraverso la lettura ‘scientifica’ della Bibbia,  finisce, in vecchiaia, per rinnegare ‘tout court’ il Vangelo e vagheggiare una  indistinta ‘religione dell’Umanità’ di stampo massonico, attribuendo un  carattere di ‘Chiesa’ nientemeno che all’impotente e un po’ grottesco  carrozzone della Società delle Nazioni…’.
            Si può discutere su tutto quello che questi due campioni del positivismo e del modernismo dicono, ma non si può mettere in dubbio che essi – pur non credendo nel  cristianesimo – non concordassero su quella che era la sostanza della predicazione cristiana dei primi  secoli, che prevedeva appunto una  sorta di ‘ritorno’ di Gesù per  ‘giudicare’ e punire i nemici dei  cristiani, sconfiggere il ‘figlio dell’iniquità’ (di cui parla San Paolo)  detto anche Anticristo, instaurare finalmente l’età dell’oro, cioè il Regno di Dio in terra, figura del successivo  Regno di Dio nei Cieli che sarebbe invece subentrato con la resurrezione dei  corpi dopo la venuta finale del Giudizio universale, alla fine della storia  dell’Umanità.
            Questa loro ‘scaletta’ di eventi che i ‘nostri due’  attribuiscono alla predicazione cristiana dei primi secoli è d’altronde  esattamente quella che emerge dalla interpretazione letterale del testo dell’Apocalisse di San Giovanni.
           
          Una venuta ‘intermedia’ occulta, nel segreto del  cuore?
          C’è però un ‘ma’. I santi Padri della Chiesa e la generalità  dei primi cristiani – e ne fa fede anche una lettera di San Paolo – erano  convinti che tale ‘ritorno’ di Gesù fosse imminente visto che – a causa delle feroci persecuzioni anticristiane – essi  pensavano di essere proprio nel pieno della grande tribolazione di cui parlavano Apocalisse e Vangeli. Si  sbagliavano. Non avevano infatti ancora visto le persecuzioni successive della Rivoluzione francese e soprattutto quelle del XX° secolo.
            Secondo un autorevole studio2 redatto anche con modelli matematici di calcolo è stato valutato che, su 36  miliardi di persone nate (e morte) in  duemila anni, circa 70 milioni sarebbero stati i cristiani uccisi per la  loro fede, dei quali ben 45 milioni nel solo XX secolo, uccisi in tutto il mondo a vario titolo, cioè in una commistione di ideologia politica di regimi totalitari e di guerre con persecuzioni  religiose,  in Europa, Asia, Africa,  Paesi arabi e America del Sud. 
            Nel IV secolo d.C., tuttavia,  Sant’Agostino - per togliersi dall’imbarazzo e dal sarcasmo dei pagani verso un ‘Dio’ che  tardava tanto – pensò che il testo apocalittico dovesse essere forse  interpretato non più nel senso letterale ma allegoricamente, assimilando questa venuta intermedia,  nella quale anche lui aveva fino ad allora creduto, alla venuta precedente della incarnazione.
            Non così però, nel dodicesimo secolo, San Bernardo di Chiaravalle.
            Uomo di miracoli, un vero gigante spirituale,  considerato il massimo genio del XII  secolo, ascoltato da Re e Papi per la sua sapienza ed autorità dottrinaria,  dottore della Chiesa, continuava a predicare una venuta ‘intermedia’ di Gesù,  precisando come si legge anche nell’attuale Breviario3:  ‘Il Verbo di Dio verrà in noi. Conosciamo  una triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti fra  le altre due che sono manifeste.
            Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si  intrattenne con gli uomini, quando, come egli stesso afferma, lo videro e lo  odiarono.
            Nell’ultima venuta ‘ogni uomo vedrà la salvezza di  Dio’ (Lc 3,6) e vedranno colui che trafissero (cfr. Gv 19,37).
  Occulta è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le  loro anime ne sono salvate.
            Nella prima venuta dunque egli  venne nella debolezza della carne, in  questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà  nella maestà della gloria.
            Quindi questa venuta intermedia è, per così dire,  una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu nostra  redenzione, nell’ultima si manifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione…’.
          
            
              1 G.L.: ‘Alla scoperta del  Paradiso perduto’ – vol. II – Ed. Segno, 2001
             
            
              2 Antonio Socci – I nuovi  perseguitati – pag. 32, Ed. Piemme, 2001. Nonché ‘World Christian  Encyclopedia’, seconda ed., 2 voll., di David B. Barret , George T. Kurian,  Todd M. Johnson , Oxford University Press, 2001
             
            
              3 Vedi Breviario (Liturgia  delle Ore, I° volume,Tempo di Avvento – Editrice poliglotta vaticana, 1975)  dove nel Mercoledì della 1^ settimana di Avvento vi è uno stralcio tratto dai  suoi ‘Discorsi’ (Disc. 5  sull’Avvento, 1-3; Opera omnia, Ed. Cisterc. 4, 1966, 188-190)