(La Sacra Bibbia – Il Vangelo secondo Matteo – Ed. Paoline, 1968)
(M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X, Cap. 634 – Centro Ed. Valtortiano)

18. Nella seconda venuta il Cristo sarà simile al lampo…
Or questa seconda venuta si è iniziata nel momento della mia Risurrezione.
Essa culminerà nella apparizione di Cristo Giudice a tutti i risorti.
Ma prima, quante volte apparirò per convertire, per guarire, per consolare, insegnare, dare ordini.

 

Mt 28, 16-17:
Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono davanti a lui, benché alcuni avessero dubitato.

18.1 Una curiosa apparizione di Gesù…

Avevamo detto nel capitolo precedente che dai Vangeli risulta che Gesù – nella Domenica di Resurrezione - era apparso prima alle donne, poi ai due di Emmaus, quindi agli apostoli.
Abbiamo già visto che nell’Opera valtortiana – anche se i Vangeli non ne fanno cenno, e la cosa appare ben strana – Gesù all’alba del giorno della Resurrezione non era apparso per primo alla Maddalena bensì, come logico, a sua Mamma - Mamma ma anche ‘Corredentrice’ con Lui - nel segreto della stanzetta del Cenacolo dove lei era raccolta in preghiera aggrappata alla speranza, contro l’evidenza della morte di Gesù, nella sua preannunciata Resurrezione.
Gesù apparve però in seguito – in privato – a molti altri discepoli che gli erano stati molto vicini nei suoi tre anni di predicazione, per confortarli nella Fede o premiarli.
Non deve però stupire che i quattro vangeli non ne parlino, perché è lo stesso Giovanni (Gv 21,25) che nel suo Vangelo dice nella fase conclusiva: ‘Ci sono poi altre cose che ha fatto Gesù, le quali, se fossero scritte ad una ad una , credo che il mondo non potrebbe contenere i libri che dovrebbero scriversi’.
Ma se Giovanni dice di non aver raccontato questi episodi nel suo libro, a colmare la lacuna ci ha pensato il ‘piccolo Giovanni’ che - di libri sul ‘Vangelo’ - ne ha scritti dieci.
Le apparizioni di Gesù risorto sono state dunque molto numerose e gli episodi veramente toccanti.
Ne ho però già parlato a lungo nel mio terzo volume del “Vangelo del grande e del ‘piccolo’ Giovanni”, e quindi non potrò qui ripetermi.
Sono apparizioni e materializzazioni suggestive, che si manifestano in forme diverse a seconda delle circostanze.
A volte Gesù appare con sembianze non riconoscibili, come all’inizio con la Maddalena  o come lungo la strada ai due di Emmaus, salvo svelarsi in sembianze maestose e solenni, altre volte appare in quelle del Cristo risorto con quel suo Corpo glorificato, come a sua Mamma il mattino della Resurrezione, o come al momento della Trasfigurazione sul Tabor o della Ascensione al Cielo di cui parleremo in seguito.
Ecco come lo vede ora apparire Maria Valtorta nella domenica successiva a quella della prima apparizione nel Cenacolo. 1
Gli apostoli sono sempre nella stanza dell’Ultima Cena e si accingono a consumare un pasto frugale. Essi sono seduti intorno al tavolo dove il posto che era stato di Gesù viene lasciato vuoto e dove essi si sono ora disposti in un ordine diverso.

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Le finestre sono sprangate e le porte pure. Il lume, acceso con due soli becchi, sparge una luce tenue sulla sola tavola. Il resto del vasto stanzone è nella penombra.
Giovanni, che ha alle spalle una credenza, ha l'incarico di porgere ai compagni ciò che desiderano del loro parco cibo, composto di pesce, che è sulla tavola, pane, miele e formaggini freschi. E’ nel girarsi di nuovo verso il tavolo, per dare al fratello il formaggio che egli ha richiesto, che Giovanni vede il Signore.
Gesù è apparso in maniera molto curiosa.
La parete dietro le spalle dei commensali, tutta di un pezzo meno che nell'angolo della porticina, si è illuminata al centro, ad un'altezza di un metro circa dal suolo, di una luce tenue e fosforica come è quella che emanano certi quadretti che sono luminosi solo nel buio della notte. La luce, alta quasi due metri, ha forma ovale, come fosse una nicchia. Nella luminosità, come avanzasse da dietro veli di nebbia luminosa, emerge sempre più netto Gesù.
Non so se riesco a spiegarmi bene. Pare che il suo Corpo fluisca attraverso lo spessore della parete. Questa non si apre. Resta compatta, ma il Corpo passa ugualmente. La luce pare la prima emanazione del suo Corpo, l'annuncio del suo avvicinarsi. Il Corpo dapprima è a lievi linee di luce, cosi come io vedo in Cielo il Padre e gli angeli santi: immateriale. Poi si materializza sempre più, prendendo in tutto l'aspetto di un corpo reale. Del suo divino Corpo glorificato.
lo ho messo molto a descrivere, ma la cosa è avvenuta in pochi secondi.
Gesù è vestito di bianco, come quando risorse e apparve alla Madre. Bellissimo, amoroso e sorridente. Sta con le braccia lungo i lati del Corpo, un poco staccate da esso, con le Mani    verso terra e dalla palma volta verso gli apostoli. Le due Piaghe delle Mani paiono due stelle di diamanti, da cui escono due raggi vivissimi. Non vedo i Piedi, coperti dalla veste, né il Costato. Ma dalla stoffa del suo abito non terreno trapela luce, là dove essa cela le divine Ferite. In principio sembra che Gesù non sia che Corpo di candore lunare, poi, quando si è concretizzato, apparendo fuori dell'alone di luce, ha i colori naturali dei suoi capelli, occhi, pelle. E’ Gesù, insomma, Gesù-Uomo-Dio, ma fatto più solenne ora che è risorto…

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Non deve sembrarvi frutto di fantasia, questa descrizione.
Qui stiamo parlando del mondo del soprannaturale. E’ noto che in numerose apparizioni riconosciute dalla Chiesa, come ad esempio quelle della Madonna a Lourdes o a Fatima, le modalità sono state simili: un corpo glorificato, una bellezza indescrivibile in termini umani, vesti di tessuto immateriale ma straordinario nella sua bellezza, immagini che emergono e poi scompaiono in aloni di luce.
I Vangeli raccontano comunque – dopo queste apparizioni di cui abbiamo parlato – anche di altre apparizioni, anzi di una presenza pressoché continua di Gesù fra i discepoli per una quarantina di giorni, fino all’Ascensione.
Gesù si manifesta per esempio sul Lago di Tiberiade, dove - dalla riva e come al solito non riconoscibile a prima vista – suggerisce, agli apostoli che pescavano, dove gettare le reti per avere pesca abbondante.
Quelli pescano a piene reti, si sbalordiscono, capiscono e… vogano verso terra scendendo rapidi per far festa a Gesù che intanto aveva acceso un fuoco, improvvisando una sorta di ‘barbecue’ a base di pesce.
E’ il noto episodio raccontato nel Vangelo di Giovanni in cui Gesù conferirà a Pietro il mandato di ‘pascere’ i suoi ‘agnelli’ e le sue ‘pecorelle’, cioè di assumere la veste di Pontefice ed occuparsi del ‘gregge’ di Dio, ma dove pure gli profetizza in forma velata il suo martirio di quando sarà più vecchio.

 

18.2 Torniamo un’ultima volta sul tema della ‘seconda venuta’ di Gesù…

Matteo (28,16-17) – riferendosi a una di queste apparizioni di Gesù successive alla Resurrezione – narra poi che ‘gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono davanti a lui, benché alcuni avessero dubitato’.

Curiosa quest’ultima espressione. Cosa significa che alcuni avevano dubitato? Che ad alcuni apostoli fosse venuto qualche dubbio di fede?
Ecco qui un altro piccolo particolare – un’inezia, se volete – ma che lascia aperto un interrogativo che nei vangeli non trova risposta.
La risposta la troviamo invece nell’Opera della nostra mistica dalla quale comprendiamo innanzitutto che il monte era ancora una volta il Tabor in Galilea che, come vi ho detto quando parlammo della Trasfigurazione, era a metà strada fra Nazaret e il lago di Tiberiade.
Gesù aveva dato in precedenza disposizione agli apostoli di convocare tutti i discepoli sulle pendici di quel monte per impartire le ultime catechesi.
Nel frattempo però – come già detto - Egli era apparso a parecchie persone per confermarle nella fede o premiarle.
Dai differenti racconti dei testimoni – che erano corsi lì per raccontarlo agli apostoli - era però emerso che Gesù era stato visto contemporaneamente in molte località diverse anche distanti fra loro.
Molti discepoli - che nulla sapevano del dono dell’ubiquità dell’Uomo-Dio - contravvenendo all’ubbidienza, nonostante l’invito degli apostoli a mantenersi fedeli alla consegna, dubitarono, come si dice nel Vangelo di Matteo, non di Gesù ma del fatto che essi lo avrebbero realmente potuto vedere sul Tabor.
Essi, nel timore di non poterlo incontrare lì, si precipitarono dunque chi verso una località chi verso l’altra dove era stata segnalata dai testimoni la precedente presenza di Gesù.
Quando Gesù – come promesso agli apostoli - si manifesta sulle pendici del monte e - vedendo che ci sono poco meno di cinquecento persone - chiede dove sono finiti tutti gli altri, è Pietro che gli spiega afflitto la disubbidienza di quelli che mancano.
Gesù dirà allora che la loro ‘disubbedienza’ rimarrà ‘punita’ dalla perdita del privilegio di stare con lui ed ascoltare i suoi ultimi insegnamenti di perfezione.
E’ in questa circostanza, tuttavia, che Gesù  - che abbiamo visto come nei ‘Quaderni’ dell’opera valtortiana parli a più riprese, negli anni quaranta del secolo appena trascorso,  di una sua venuta imminente - fornisce anche agli studiosi di questa materia un chiarimento che potremmo forse considerare definitivo su come la famosa ‘venuta intermedia’ debba essere intesa.
Vi avevo già spiegato nei capitoli precedenti che dall’interpretazione letterale del testo dell’Apocalisse potevano dedursi tre ‘venute’ di Gesù.
La prima è quella della Incarnazione di duemila anni fa.
La seconda è quella del Gesù Vincente, il Cavaliere che giunge sul suo bianco cavallo alla testa dell’Esercito celeste per sconfiggere la Bestia, cioè l’Anticristo,  ed il Falso Profeta, e dare inizio al Regno millenario di pace, il Regno di Dio in terra.
La terza è quella di Gesù Giudice che - dopo l’ultima guerra di Gog e Magog provocata da Satana, liberato alla fine del millennio – sconfigge definitivamente Satana, decreta la fine della storia dell’Umanità e dà luogo al Giudizio universale con la resurrezione dei corpi.
Vi avevo anche detto che i primi Padri della Chiesa ritenevano la ‘seconda venuta’ già come imminente allora, anche perché l’epoca delle prime persecuzioni anticristiane da parte degli imperatori romani faceva pensare loro di trovarsi nel pieno della ‘grande tribolazione’, cioè della manifestazione dell’Anticristo - che essi identificavano nell’Imperatore di turno – che sarebbe stato ‘sconfitto’ dal ritorno di Gesù.
Vi avevo infine anche spiegato che Sant’Agostino, vedendo che intorno all’anno 400 di tale ritorno non se ne era invece vista nemmeno l’ombra, aveva concluso – dopo aver anch’egli creduto alla venuta intermedia - che ci si dovesse essere sbagliati nella interpretazione dell’Apocalisse per cui, leggendo quest’ultima in maniera allegorica anziché letterale come fatto fino a quel momento, si sarebbe potuto pensare che quella che appariva come una venuta ‘intermedia’ fra quella della Incarnazione e quella del Giudizio universale fosse da interpretare come la ‘venuta’ della Resurrezione.
Sulla base del principio di autorità - e di ‘autorità’ Sant’Agostino ne aveva tantissima tanto da influenzare al riguardo parecchi secoli dopo persino S. Tomaso d’Aquino - la teologia si orientò, con l’eccezione illustre di San Bernardo di Chiaravalle, a considerare due sole ‘venute’ di Gesù, quella di duemila anni fa e quella del Giudizio universale.
Tale seconda venuta viene anche chiamata ‘Parusia’ ed al riguardo leggo su un Saggio:2

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Il termine parousìa è un termine greco che significa in genere ‘presenza’ e ‘venuta’. Ma il termine ha propriamente un senso tecnico impiegato nella letteratura greca per l’arrivo di un signore, di un sovrano, persino di un dio che soccorre i suoi credenti dall’ingiustizia (cfr. Braumann in Parusia, Dizionario dei concetti biblici, p.1214).
Ora – afferma un grande esegeta – nel testo dell’Apocalisse non appare espressamente il termine parusia, ma ‘benché il nostro vocabolo non v’appaia affatto, è piena di una vibrante speranza parusiaca’ (cfr. Oepke in Parusia, Grande Lessico del Nuovo Testamento, p. 871).
Pertanto risulta chiaro che le Sacre Scritture non esprimono chiaramente né l’unicità né la ternarietà della parusìa del Signore. Ed è proprio l’esatta definizione del termine ‘parousìa’, impiegato dalla comunità credente a dare un contributo fondamentale per stabilire il senso letterale della Parusìa intermedia di Apocalisse 20, distinguendola così dalla Risurrezione e dalla Parusìa finale.

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Quando molti profeti moderni parlano dunque di ‘seconda venuta’ di Gesù in tempi relativamente imminenti bisogna considerare anche questo aspetto, per cui non necessariamente  il ‘Gesù che viene’ deve essere visto come il Gesù di una volta che si rende fisicamente e carnalmente presente ma piuttosto come un Gesù-Verbo che - dall’alto dei Cieli – si ‘manifesta’ ed ‘opera’ in terra magari attraverso l’Operatore per eccellenza …lo Spirito Santo.
Insomma una ‘venuta’ del Verbo-Gesù nella potenza dello Spirito Santo,  da interpretare come una grandiosa manifestazione pentecostale su tutta la terra.
Il Gesù valtortiano, specie quello che parla nei ‘Quaderni’, affronta innumerevoli volte il tema della ‘venuta’, anche se spesso in forma velata che può lasciare interdetti coloro che non sono molto addentro ad un attento studio della complessa Opera della mistica.
Ciò dipende anche dal fatto che quando Egli parla di ‘seconda venuta’ - cioè di quella che noi intendiamo come ‘intermedia’, connessa alla sconfitta dell’Anticristo – Egli parla spesso contemporaneamente anche della sua venuta finale alla quale seguirà la sconfitta definitiva di Satana, e lo fa – nell’ottica della profezia volutamente ‘velata’ - come se le situazioni e  i periodi si confondessero gli uni negli altri.
Lo abbiamo visto in particolare nei precedenti Capp. 10, 11 e 12.
Quando Dio parla lo fa del resto dalla sua ‘Eternità’, e cioè fuori dalla dimensione dello spazio-tempo alle cui regole siamo soggetti noi uomini.
Ciò premesso - dal discorso che Gesù fa sul Tabor ai discepoli - emerge una sua ulteriore spiegazione che credo mi consenta di proporre un punto di ulteriore chiarificazione su questa materia controversa ma pure estremamente importante.
Chiarificazione che potrebbe mettere d’accordo sia coloro che sostengono che la ‘seconda venuta’ è quella della Resurrezione, sia quelli che affermano che è solo quella finale di Gesù Giudice, sia quelli che infine sostengono esservi una ‘venuta’ intermedia, prima ancora di quella finale.
All’inizio del brano che poi seguirà, il Gesù valtortiano - parlando della sua seconda venuta – dice ad un certo punto:
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Or questa seconda venuta si è iniziata nel momento della mia Risurrezione. Essa culminerà nella apparizione del Cristo Giudice a tutti i risorti. Ma prima, quante volte Io apparirò per convertire, per guarire, per consolare, insegnare, dare ordini.

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 Da quanto precede noi possiamo dedurre che quella che viene comunemente chiamata la sua ‘seconda venuta’, cioè la ‘venuta intermedia’, non è una ‘venuta’ a se stante ma – su di una retta immaginaria che ha per inizio la Resurrezione e per termine il Giudizio universale – rappresenta in realtà il momento centrale, dal nostro punto di vista temporale, di una sola venuta che inizia con la Resurrezione e ‘culmina’ con il Giudizio universale, senza soluzione di continuità.
Il Verbo vive fuori del nostro Tempo, e la sua seconda venuta (seconda rispetto alla prima, che va dalla Incarnazione fino alla morte in Croce) ‘dura’ dalla Resurrezione fino al Giudizio universale ed in questo intervallo Egli si manifesterà sulla Terra in varie occasioni e maniere, apparendo ‘per convertire, per guarire, per consolare, insegnare, dare ordini…’.

Parlando delle profezie - cioè delle rivelazioni che vengono da Dio e cioè non prendendo qui in considerazione quelle frutto di suggestioni di Satana o di autosuggestione  - é noto, a chi conosce i meccanismi psicologici della ‘profezia’, come Dio – pur servendosi telepaticamente della ‘psiche’ del suo strumento - ne rispetti sostanzialmente la libertà e quindi certe sue caratteristiche espressive che non alterano la sostanza del messaggio che Dio vuole venga conosciuto.
E’ pure noto che non di rado i ‘profeti’ non sanno interpretare il significato pieno di quanto essi ‘sentono’ e ‘ripetono’ e quindi tendono ad interpretarlo ‘umanamente’.
Spesso essi sono illuminati dal Signore sul senso reale di una determinata profezia, ma talvolta - cessata l’illuminazione del momento - il senso che prima era loro chiaro svanisce dalla loro mente come i particolari prima nitidi di un sogno che scompare nella nebbia mentre ci svegliamo.
Talaltra essi hanno piena consapevolezza della portata reale della profezia ma vengono invitati a ‘sigillarla’ perché non venga interamente compresa dagli altri fino al momento in cui Dio lo riterrà.
Talora essi percepiscono nel proprio spirito il senso della rivelazione che tuttavia – tradotto nel loro specifico linguaggio e vocabolario umano – viene da essi inconsciamente filtrato e talvolta in qualche modo modificato dai loro ‘vissuti interiori’, cioè dalle loro convinzioni inconsce.
Altre volte viene ad essi rivelata solo una ‘parte’ della verità, mentre l’altra tessera del mosaico viene invece offerta – anche successivamente - ad un altro profeta, e sono le varie tessere ricomposte quelle che daranno senso finale al quadro nei tempi voluti da Dio.
Per terminare, in certi casi - in funzione dell’importanza straordinaria del messaggio che il Signore vuole dare e che vuole venga recepito con esattezza - l’illuminazione del Signore è tanto potente che lo ‘strumento’ riceve una dolce violenza, la sua libertà ‘espressiva’ viene sacrificata, ed egli ripete fedelmente, parola per parola,  quanto il Signore gli dice o gli fa vedere, come una mano che scrive – senza pensare - quanto un’altra persona detta od un occhio che ‘vede e registra’ quanto gli viene proiettato su di uno schermo.
Io classifico in quest’ultima fattispecie le rivelazioni e visioni di Maria Valtorta.
Ecco l’importanza di un corretto discernimento sulle rivelazioni profetiche, discernimento che non è solo ‘buon senso’ ma che in talune persone è persino un dono dello Spirito Santo.
Ecco pure l’importanza di non dare solo valore alle ‘parole’ con cui i concetti vengono espressi ma anche al loro significato ‘spirituale’, al loro senso profondo.
Quando un profeta moderno dice dunque oggi ad esempio che Gesù ‘viene’, quando dice che è prossima una sua ‘venuta sulle nubi del cielo’, può dunque anche voler significare che ci si debba attendere non un suo ritorno ‘fisico’, come quello di duemila anni fa, ma che ci si debba invece aspettare una prossima e solenne ‘manifestazione gloriosa’ del Verbo-Gesù.
Quella che molti profeti, taluni ‘studiosi’ e noi stessi in questo nostro lavoro chiamiamo dunque per semplicità di espressione ‘seconda venuta’, o ‘venuta intermedia’, andrebbe dunque più correttamente interpretata – secondo questa mia lettura dell’Opera valtortiana – come una ‘venuta’ dalla quale non si escludono certo apparizioni anche significative, ma che consisterà soprattutto in una manifestazione straordinaria della presenza del Verbo che - attraverso lo Spirito Santo, che è sempre l’Artefice delle Opere e della Volontà divina – realizzerà in maniera piena il Regno di Dio in terra, nel cuore degli uomini.
Dopo la Grande Tribolazione prevista dall’Apocalisse, provocata non da Dio ma dagli stessi uomini che si sono allontanati da Dio, tribolazione che comunque servirà da espiazione all’Umanità che ne uscirà pentita e riconciliata con Dio – troverà terreno fertile una nuova evangelizzazione a livello mondiale che preparerà l’avvento pieno, anche se progressivo, del Regno di Dio in terra.
Ecco dunque cosa chiarisce ora Gesù ai suoi apostoli nel commentare sul Tabor il comportamento di quei discepoli che – avendo ‘dubitato’, come dice Matteo – erano corsi via nei posti più disparati a seconda di quanto venivano dicendo altre persone che affermavano di averlo visto un poco ovunque:3

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…Dunque, per tornare al principio, avete fatto bene a cercare di trattenere quelli che, simili a bambini sedotti da un rumore di musiche o da un luccichio strano, corrono svagati lontano dalle cose sicure. Ma vedete? Essi hanno il loro castigo perché perdono la mia parola. Però anche voi avete avuto il vostro torto.
Vi siete ricordati che ho detto di non correre qua e là ad ogni voce che mi dicesse in un luogo.
Ma non vi siete ricordati che Io ho anche detto che, nella seconda venuta, il Cristo sarà simile al lampo che esce da levante e guizza fino a ponente, in tempo meno lungo del battere di una palpebra.4

Or questa seconda venuta si è iniziata nel momento della mia Risurrezione. Essa culminerà nella apparizione di Cristo Giudice a tutti i risorti. Ma prima, quante volte apparirò per convertire, per guarire, per consolare, insegnare, dare ordini.

In verità vi dico: Io sto per tornare al Padre mio. Ma la Terra non perderà la mia Presenza.
Io sarò, vigile e amico, Maestro e Medico là dove corpi od anime, peccatori o santi avranno bisogno di Me o saranno eletti da Me a trasmettere le mie parole ad altri.
Perché - anche questa è verità - perché l'Umanità avrà bisogno di un continuo atto di amore da parte mia, essendo tanto dura a piegarsi, facile a raffreddarsi, pronta a dimenticare, desiderosa di seguire la discesa invece della salita, che se Io non la trattenessi con i mezzi soprannaturali non gioverebbero la legge, il Vangelo, gli aiuti divini che la mia Chiesa amministrerà, a conservare l'Umanità nella conoscenza della Verità e nella volontà di raggiungere il Cielo. E parlo dell'Umanità di Me credente... Sempre poca rispetto alla grande massa degli abitanti della Terra.
Io verrò.
Chi mi avrà resti umile. Chi non mi avrà non sia ingordo di avermi per averne lode. Nessuno desideri lo straordinario. Sa Dio quando e dove darlo. Né è necessario avere lo straordinario per entrare nei Cieli. Esso è anzi un'arma che, male usata, può aprire l'inferno anziché il Cielo. Ed or vi dirò come. Perché la superbia può sorgere. Perché può venire uno stato di spirito abbietto a Dio, perché simile a torpore in cui uno si accomodi per carezzare il tesoro avuto, riputandosi già in Cielo perché ha avuto quel dono. No. In quel caso, in luogo di fiamma e ala, esso diviene gelo e macigno, e l'anima precipita e muore. E anche: un dono mal usato può suscitare avidità di averne più ancora per averne più lode. Allora, in questo caso, potrebbe al Signore sostituirsi lo Spirito del Male per sedurre gli imprudenti con prodigi impuri.
State sempre lontano dalle seduzioni d'ogni specie. Fugggitele. State contenti di ciò che Dio vi concede. Egli sa ciò che vi è utile e in quale maniera. E sempre pensate che ogni dono è  una prova oltre che un dono, una prova della vostra giustizia e volontà. Io ho dato a voi tutti le stesse cose. Ma ciò che fece migliori voi rovinò Giuda. Era dunque un male il dono? No. Ma maligna era la volontà di quello spirito...
Così ora. Io sono apparso a molti. Non solo per consolare e beneficare, ma per farvi contenti.
Voi me ne avevate pregato di persuadere il popolo, che quelli del Sinedrio tentano di persuadere al loro pensiero, che Io sono risorto.
Sono apparso a fanciulli e ad adulti, nello stesso giorno, in punti così distanti fra loro che occorrerebbero molti giorni di cammino a raggiungerli. Ma per Me non c'è più la schiavitù delle distanze. E questo apparire simultaneo ha disorientato voi pure.
Vi siete detti: "Costoro hanno visto fantasmi". Voi dunque avete dimenticato una parte delle mie parole, ossia che lo sarò d'ora in poi a oriente e occidente, a settentrione e mezzogiorno, dove troverò giusto essere, senza che nulla me lo vieti, e rapidamente come folgore che solca il cielo.
Sono vero Uomo. Ecco le mie membra e il mio Corpo solido, caldo, capace di moto, respiro, parola come il vostro. Ma sono vero Dio.
E, se per trentatré anni la Divinità fu, per un fine supremo, nascosta nella Umanità, ora la Divinità, sebbene congiunta all'Umanità, ha preso il sopravvento, e l'Umanità gode della libertà perfetta dei corpi glorificati. Regina con la Divinità non più soggetta a tutto quanto è limitazione all'Umanità. Eccomi. Sono qui con voi e potrei, se volessi, essere fra un istante ai confini del mondo per attrarre a Me uno spirito che mi ricerca.
 E che frutto avrà questo mio essere stato presso Cesarea marittima e nell'altra Cesarea, come al Carit e a Engaddi, e presso Pella e a Jutta e in altri luoghi di Giudea, e a Bozra e sul grande Ermon, e a Sidone e ai confini galilei? E che, aver guarito un fanciullo e risuscitato uno da poco spirato, e confortato un'angoscia, e chiamato al servizio mio uno che si era macerato in dura penitenza e a Dio un giusto che me ne aveva fatto preghiera, e dato il mio messaggio a degli innocenti e i miei ordini ad un cuore fedele?
Persuaderà questo il mondo? No.
Coloro che credono continueranno a credere, con più pace ma non con maggior forza, perché già sapevano veramente credere. Coloro che non seppero credere con vera fede resteranno dubitosi, e i malvagi diranno che sono deliri e menzogne le apparizioni, e che il morto non era morto ma dormiente...
Vi ricordate quando vi dissi la parabola del ricco Epulone? Ho detto che Abramo rispose al dannato: "Se non ascoltano Mosè e i profeti non crederanno nemmeno ad uno che risusciti dai morti per dir loro ciò che devono fare".
Hanno forse creduto a Me, Maestro, e ai miei miracoli?
Che ha ottenuto il miracolo di Lazzaro? La mia affrettata condanna.
Che la mia risurrezione? Un aumento del loro odio.
Anche i miei miracoli di questo ultimo mio tempo fra voi non persuaderanno il mondo, ma unicamente quelli che non sono più del mondo, avendo scelto il Regno di Dio con le sue fatiche e pene attuali e la sua gloria futura.
Ma ho piacere che voi siate stati confermati nella fede e che siate stati fedeli al mio ordine, rimanendo su questo monte in attesa, senza avere frette umane di godere cose anche buone ma diverse da quelle che vi avevo indicate. La disubbidienza dà un decimo e leva nove decimi.
Essi sono andati e sentiranno parole d'uomini, sempre quelle. Voi siete rimasti e avete sentito la mia Parola che, anche se ricorda cose già dette, è sempre buona e utile. La lezione servirà di esempio a voi tutti, e anche a loro, per il futuro».

18.3 E non verrà per una seconda evangelizzazione, il Verbo del Padre.
Non verrà personalmente. Eppure evangelizzerà.

Ma a confermarvi del fatto che una ‘venuta’ - comunque la si intenda - ci sarà, eccovi qui sotto ancora una ‘perla’ valtortiana che ho estratto da un mio libro in cui commento l’Apocalisse5, – ‘perla’ che là è inserita in un altro contesto molto più completo.
Si tratta di un ciclo di lezioni - che fanno parte dell’Opera valtortiana  ‘I Quaderni’ - che Gesù tiene alla mistica sull’Apocalisse di San Giovanni.
E’ un commento al Prologo dell’Apocalisse (1, 1-8) – quello in cui Giovanni porta alle sette Chiese dell’Asia il saluto da parte di Dio ed in particolare da parte di Gesù Cristo.
Giovanni descrive in visione la futura venuta gloriosa del Verbo-Gesù sulle nubi del cielo, quando tutti gli uomini – anche quelli che lo hanno ‘trafitto’ – lo contempleranno battendosi il petto in segno di pentimento.
Il brano termina con le parole :« Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era, che viene, l’Onnipotente».
Ad una prima lettura si potrebbe pensare che questo di Gesù ‘che viene’ sia un riferimento alla venuta del Giudizio universale, ma il Gesù valtortiano commenta invece così questo versetto: 6

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v. 8°: Colui che ha da venire…

In che modo? Non certo riprendendo carne. Se certo è il suo ritorno, altrettanto certo è che non assumerà più mai un'altra carne, avendone una perfetta dalla prima volta che se ne vestì, eterna, glorificata da Dio suo Padre.
Né verrà per una seconda Redenzione. Non vi sarà una seconda redenzione, la prima essendo stata sufficiente e perfetta. Gli uomini hanno da allora tutti gli elementi e gli aiuti soprannaturali per permanere nel popolo dei ricreati figli di Dio e per passare dalla ricreazione alla super-creazione, sol che lo vogliano fare. Perchè se, come è stato detto, e detto con sapienza, 'l'uomo è una capacità che Dio empie di Sé, e se, anche, 'la grazia è un seme che Dio pone nell'anima', o anche 'un raggio che scende ad illuminare e fecondare', è logico che, se l'uomo seconda la volontà e le ispirazioni divine, la sua capacità di contenere Dio cresce e si dilata più tutto l'uomo cresce in età e in capacità di intendere e volere.
Intendere le spirituali parole di Dio, ossia i movimenti che Dio suscita in ogni uomo per condurlo a sempre maggior giustizia, e volontà di raggiungere il fine per cui fu creato. E ugualmente il seme della Grazia, se l'uomo ne seconda la crescita con la fedeltà ad essa e con la pratica della Legge e delle virtù, da piccolo seme si fa gran pianta, dante frutti di vita eterna, e il raggio, più l'anima cresce in grazia e si eleva sulla via della perfezione, aumenta la sua potenza di luce, come avviene per chiunque da una valle salga verso le vette di un monte.
Questa capacità che si dilata per contenere sempre di più Dio, questa pianta che cresce sovrana nel giardino dell'anima, questo raggio che da Sole eterno che da raggio si fa oceano di luci più l'uomo si eleva verso il Padre delle Luci, porta l'uomo, ri-creato per mezzo della Grazia ottenuta per i meriti di Cristo, alla sua supercreazione, ossia alla identificazione con Gesù, assumendo una umanità nuova, a suo esempio e forma, umanità nuova che trasforma l'uomo, creatura razionale, in creatura divinizzata che pensa, parla, agisce in modo quanto più può simile a quello che ebbe il suo Maestro eterno nel tempo mortale, e che comandò ai suoi fedeli di avere. 'Il discepolo, per esser perfetto, sia come il suo Maestro' (Luca c. VI v.40).
Per aver avuto da 20 secoli tutto quanto è necessario perché l'uomo possa possedere il Regno eterno e raggiungere il fine per cui fu creato, non vi sarà una seconda redenzione da parte dell'Uomo-Dio.
L'uomo, che per debolezza perda la Grazia, ha i mezzi per riacquistarla e redimersi. Come da sè cade, così da sè può redimersi, usando i doni perpetui che Cristo ha istituiti per tutti gli uomini che vogliano attingervi.
E non verrà per una seconda Evangelizzazione, il Verbo del Padre.
Non verrà personalmente. Eppure evangelizzerà.
Susciterà nuovi evangelizzatori che evangelizzeranno in suo Nome.
Evangelizzeranno in una forma nuova, consona ai tempi, forma nuova che sostanzialmente non cambierà il Vangelo eterno, né la grande Rivelazione, ma li amplierà, completerà e renderà comprensibili e accessibili anche a coloro che, a causa del loro ateismo o della loro incredulità sui Novissimi e su molte altre verità rivelate, adducono la ragione che 'non possono credere cose che non comprendono, né amare esseri di cui si conosce troppo poco, e quel poco è tale da spaurire e sconfortare in luogo di attirare e incoraggiare'.
Nuovi evangelizzatori. In verità ci sono già, anche se il mondo in parte li ignora e in parte li osteggia.
Ma saranno sempre più numerosi, e il mondo dopo averli ignorati, o scherniti, o osteggiati, quando il terrore prenderà gli stolti che ora deridono i nuovi evangelizzatori, si volgerà a loro perché siano forza, speranza, luce nelle tenebre, nell'orrore, nella tempesta della persecuzione degli anticristi in atto.
Perché se è vero che prima della fine dei tempi sorgeranno sempre più dei falsi profeti servi dell'Anticristo, altrettanto è vero che il Cristo Signore opporrà ad essi sempre più numerosi suoi servi, suscitando novelli apostoli là dove meno lo si crede.
E dato che l'infinita Misericordia, per pietà dei miseri uomini travolti dalla bufera di sangue, di fuoco, di persecuzione, di morte, farà risplendere sul mare di sangue e d'orrore la pura Stella di Maria, Maria, che sarà la precorritrice del Cristo nella sua ultima venuta, questi nuovi evangelizzatori evangelizzeranno Maria, in verità troppo lasciata in ombra dagli Evangelisti e dagli Apostoli e Discepoli tutti, mentre una più vasta conoscenza di Lei avrebbe ammaestrato tanti, impedendo tante cadute. Perché Ella è Corredentrice e Maestra.
Maestra di vita pura, umile, fedele, prudente, pietosa, pia, nella casa e tra le genti del suo tempo. Maestra sempre, nei secoli, degna d'esser tanto più conosciuta più il mondo scende verso il fango e la tenebra, per esser tanto più imitata onde riportare il mondo verso ciò che non è tenebra e fango.
I tempi che avanzano saranno tempi di guerra non solo materiale, ma soprattutto di guerra fra materialità e spirito.
L'Anticristo cercherà di trascinare le creature razionali verso il pantano di una vita bestiale.
Il Cristo cercherà di impedire questo rinnegamento, non solo della religione ma persino della ragione, aprendo orizzonti nuovi e vie illuminate di luci spirituali, suscitando, in chiunque apertamente non lo respinga, un risveglio potente dello spirito, risveglio aiutato da questi nuovi evangelizzatori non soltanto del Cristo ma della Madre di Dio.
Alzeranno lo stendardo di Maria. Porteranno a Maria. E Maria, che già una volta fu causa e fonte, indiretta ma sempre potente, della redenzione dell'uomo, lo sarà ancora, perché Ella è la santa Avversaria del perfido Avversario, e il suo calcagno è destinato a schiacciare in perpetuo l'infernal dragone, come la Sapienza, che ha fatto in Lei sede, è destinata a vincere le eresie che corrompono anime e intelletti.
In quel tempo che è inevitabile che venga, in cui le tenebre lotteranno con la luce, la bestialità con lo spirito, la satanicità con i superstiti figli di Dio, Babilonia con la Gerusalemme celeste, e le lussurie di Babilonia, le triplici lussurie, strariperanno come acque fetide e incontenibili, infiltrandosi per ogni dove, sin nella Casa di Dio, come già fu e come è detto che dovrà di nuovo essere, in quel tempo di separazione aperta tra i figli  di Dio e di Satana, in cui i figli di Dio avranno raggiunto una potenza di spirito sin ora mai raggiunta, e quelli di Satana una potenza di male talmente vasta che nessuna mente può immaginarla quale sarà realmente, verrà la Nuova evangelizzazione, la piena nuova evangelizzazione, che per ora ha i primi avversati risvegli.
Ed essa opererà grandi miracoli di conversione e di perfezione. E grandi conati d'odio satanico, contro il Cristo e la Donna.
Ma ambedue non potranno essere raggiunti dai loro nemici. Non sarebbe né conveniente né utile che lo fossero.
Non si può recare offesa suprema a Dio colpendo i Due a Lui più cari: il Figlio e la Madre, che già, nel loro tempo, tutte le più odiose e dolorose offese subirono, ma che ora, già glorificati da secoli, non potrebbero, senza immediato orrendo castigo divino sugli offensori, venire offesi.
Per questo, con mezzi nuovi, sarà al giusto modo operante l'estrema evangelizzazione, e coloro che sono ansiosi di Luce e di Vita le avranno, piene, perfette, date con un mezzo noto solo ai due Donatori, da Gesù e Maria.
Soltanto chi avrà eletto per sé tenebra e fango, eresia e odio a Dio e a Maria, ossia i già morti prima d'essere morti, gli spiriti putridi, gli spiriti venduti a Satana e ai suoi servi, ossia i precursori dell'Anticristo ed esso stesso, avranno tenebre e fango e tormento e odio eterno, come è giusto che sia, quando Colui che deve venire verrà.

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Ecco dunque la ‘venuta’ per la sconfitta dell’Anticristo, ecco la manifestazione gloriosa di una straordinaria Pentecoste, ecco la ‘Nuova  Evangelizzazione’ - con metodi e forme nuove - rivolta prima alla riconversione di quei cristiani di nome ma non di fatto che hanno dimenticato la Dottrina e la sua pratica, poi alla conversione dei non credenti, infine all’inizio della manifestazione piena del Regno di Dio in terra, nel cuore degli uomini, Regno che era iniziato ed aveva cominciato a svilupparsi progressivamente dopo le tre del pomeriggio di quel Venerdì Santo, con il compimento della Redenzione.


1 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X, Cap. 629.2  - Centro Ed. Valtortiano

2 Associazione ‘Amici dei Carismatici Cattolici’ : “Gesù risorto sta per tornare” (La Venuta intermedia di Gesù secondo la Bibbia, Teologia e Profezia) – 2a Ed. – Edizioni Gamba, 2003

3 M.V.:’L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X – Cap. 634.9/12 – Centro Ed. Valtortiano

4 Vedi: Mt 24, 23-27  // M.V.: ‘L’Evangelo…’, Vol. IX, Cap. 596.46  // G.L.: Cap. 11.2 del volume presente

5 G.L.: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ – Vol. II, Cap. 13.6 – Edizioni Segno, 2001

6 M.V.: ‘I Quaderni dal 1945 al 1950’ – Dettato, pagg. 578/581 – Centro Ed. Valtortiano