9. L’ANIMA

 

Abbiamo detto di come lo sbocco finale non dell’evoluzione ma della scala evolutiva della natura non sia l’uomo in quanto ‘animale’ ma l’uomo in quanto essere dotato di anima spirituale.
E’ chiaro che dimostrare ‘scientificamente’ l’esistenza dell’anima è temerario quasi quanto il negarla.
Ma quasi tutti gli uomini, anche i più primitivi e sotto tutte le latitudini, possiedono nel loro Dna psicologico questo concetto innato di anima che solo i razionalisti-materialisti vogliono negare.
Qualcuno ha pure detto che l’anima è stata una invenzione di Platone, ma in realtà Platone ne ha solo rivestito il concetto di una veste filosofica, perchè la nozione di ‘anima’ affondava le radici nel passato remoto di tutte le culture animiste  e persino nella preistoria dell’uomo  primitivo del quale si sono trovati reperti che attestano come fin da allora egli avesse una qualche forma di credenza in un ‘Aldilà’.
L’anima, questa essenza ‘impalpabile’, è dunque un mistero, ma noi ci troviamo di fronte – nella natura che ci circonda – a cose non meno ‘misteriose’.
La materia, apparentemente solida, è composta da elettroni, protoni, neutroni, quarks, etc., cioè da particelle che non sono ‘solide’ ma hanno una caratteristica che potremmo definire, tanto per capirci, di tipo ‘elettrico’.
Con il variare in aumento della temperatura l’acqua liquida cambia stato e diventa gassosa, e cioè vapor acqueo, il quale - raffreddandosi sempre più e condensandosi - ridiventa acqua liquida e infine ghiaccio solido.
I vari tipi di materia che ci circondano sono caratterizzati dalla diversa quantità di elettroni che circondano il nucleo dell’atomo.
Bombardando poi il nucleo di certi atomi, si liberano quantità colossali di energia, detta appunto nucleare.
L’universo, che comprende l’infinitamente grande ma anche l’infinitamente piccolo, il macrocosmo e il microcosmo, è retto da forze soggette a leggi fisico-matematiche rigorosamente precise che solo una mente eccelsa può aver pensato e messo in atto.
La realtà che ci circonda si fonda su un numero molto piccolo di costanti cosmologiche, meno di quindici: la costante gravitazionale, la velocità della luce, lo zero assoluto, la costante di Plank, ecc.
Noi conosciamo il valore di ognuna di queste costanti con notevole precisione. Ma se una sola di queste costanti fosse modificata anche di poco, allora l'universo - almeno quale noi lo conosciamo – non solo non avrebbe potuto apparire ma anche ora scomparirebbe e questa materia di cui siamo composti non esisterebbe.
Il calcolo delle probabilità – diceva il fisico Igor Bogdanov (Jean Guitton: ‘Dio e la Scienza’) – depone a favore di un universo ordinato, minuziosamente regolato, la cui esistenza non può essere generata dal caso, anzi la probabilità matematica che l’universo sia stato generato dal caso è praticamente nulla.
Abbiamo anche detto che gli animali, fra i quali l’uomo, si nutrono di altri animali e di vegetali appartenenti al gradino inferiore della scala evolutiva, e i vegetali a loro volta si nutrono di minerali, acqua e sali.
E’ questa la catena alimentare che permette la vita a noi uomini. Ma questa catena alimentare non potrebbe funzionare senza la presenza della luce solare che, grazie a quell’altro fantastico misterioso ‘miracolo’ della fotosintesi clorofilliana, viene immagazzinata dalle foglie per produrre carboidrati, cioè energia necessaria a costituire nella pianta riserve alimentari e cellulosa, in sostanza a crescere, facendo sì che un semino diventi un pomodoro  quanto un altro semino diventi un possente albero di sequoia.
I processi di fotosintesi (reazioni di fotoni, combinazioni di elettroni e di atomi) avvengono nelle foglie con una velocità impressionante di migliaia e persino milioni di cicli produttivi al secondo. E’ una vertigine!
Eppure noi ad occhio nudo – come nel caso della nostra anima - non riusciamo a vedere niente, né atomi, né elettroni nè protoni, né fotosintesi.
Abbiamo infine di fronte il mondo vegetale e minerale, possiamo passarlo sotto l’occhio del microscopio elettronico per capire meglio da cosa è composto e come ‘funziona’. Ma nessuno è mai riuscito a scoprire, né forse ci riuscirà mai, quale è quel ‘quid’, quel principio che consente al vegetale e all’animale quella che noi chiamiamo ‘vita’.
Cosa è la vita?
E’ un qualcosa che ‘anima’ la materia, facendola appunto diventare ‘vitale’.
Ma quale ne è il meccanismo? E si tratta poi di un ‘meccanismo’?
Vegetali e animali possiedono tutti dentro di sé un ‘principio’ vitale che consente loro di vivere, riprodursi ed essere funzionali al fine per cui sono stati…creati.
Anche i vegetali hanno una loro forma embrionale di percettività, reagiscono ad esempio al caldo e al freddo, alla luce e al buio. E attraverso elettrodi applicati alle loro foglie e collegati a degli apparati elettrici, è stato dimostrato che taluni di essi reagiscono quasi ‘psicologicamente’ a situazioni prodotte artificialmente dall’uomo. Esistono anche le piante carnivore, e qualche evoluzionista sono quasi sicuro che potrebbe essere tentato di chiamarle non ‘gradino intermedio’ fra la scala vegetale ed animale, ma ‘anello evolutivo’ dal regno vegetale a quello animale come se il secondo fosse davvero derivato dalla ‘evoluzione’ del primo.
Gli animali, con una sfumatura infinita di variazioni a seconda della loro ‘missione’, hanno ciascuno – oltre all’anima animale, cioè al ‘principio vitale’ che permette loro di vivere - una propria sensibilità ed intelligenza perfettamente funzionale alla loro collocazione nell’equilibrio ambientale.
Intelligenza e sensibilità che aumentano più aumenta la loro ‘graduatoria’ nella scala dei gradini della natura.
Ma non si può neanche dire di trovarci di fronte a intelligenze ‘crescenti’, quanto piuttosto ad  intelligenze ‘diverse’ e ‘proporzionate’ al proprio specifico ruolo e missione.
L’ape ha il massimo dell’intelligenza dell’ape, come la formica o un uccello possiedono ognuno una intelligenza funzionale alla  sopravvivenza e riproduzione della propria specie.
Noi uomini - che ci consideriamo così ‘intelligenti’, e lo siamo dal nostro punto di vista antropologico - con la nostra ‘intelligenza’, al loro posto, non sopravviveremmo perché, oltre a non avere la loro struttura fisiologica, non avremmo neanche la loro ‘specifica’ forma di intelligenza che ci consentirebbe di vivere nel ‘loro’ mondo..
L’intelligenza, cioè la nostra capacità di intendere, non va però confusa con l’anima, ma semmai è una sua ‘qualità’.
Si potrebbe dire dunque che il mondo vegetale abbia un principio vitale che potrebbe essere una sorta di ‘anima vegetale’ e che quello animale ne abbia invece un altro più ‘evoluto’ che si potrebbe chiamare ‘anima animale’. Anime intese tuttavia come principio vitale, un principio dotato di una forma più o meno evoluta di sensibilità e di intelligenza..
E l’uomo? Lo consideriamo alla stregua di un un insetto, di un volatile, di un cane? Oppure guardando l’occhio puro e limpido di un bimbo scopriamo lo sfavillìo di un qualcosa di bello, luminoso e profondo che non riusciamo a definire?
 L’uomo pare che in effetti possieda qualcosa in più dell’anima animale che gli consente di vivere e riprodursi come tutti gli altri animali, e cioè una quintessenza spirituale che fornisce alla sua ‘anima’ vitale e animale una sorta di ‘valore aggiunto’: lo spirito, cioè ‘l’anima spirituale’, diversa dall’anima meramente animale, spirito che è quello che rende l’uomo diverso e superiore a tutti gli altri animali.
San Paolo  – per chi creda alle ‘ispirazioni’ – è stato un grande ispirato ma, esaminando i suoi scritti anche dal punto di vista strettamente razionale,  nessuno ha mai osato dire fosse uno che parlasse da esaltato o non misurasse accuratamente la portata delle proprie parole.  Anzi racchiudeva  a volte in una sola di esse concetti profondi e complessi degni di essere approfonditi e sviluppati in veri e propri ‘trattati’ di teologia e di mistica..
Nella sua prima lettera ai Tessalonicesi (1 Ts 5,23), riferendosi all’essere intero  dell’uomo, San Paolo dice ad esempio che l’essere dell’uomo è costituito da spirito, anima e corpo, cioè tre cose che vengono da lui concettualmente distinte.
La Bibbia ci insegna che Dio fece gli uomini a propria immagine e somiglianza. Immagine e somiglianza nel corpo? No, perché Dio è purissimo spirito. Dunque immagine e somiglianza nell’anima animale che hanno anche gli altri animali? Pare difficile. Dunque immagine e somiglianza nell’anima spirituale, o meglio nello spirito, inteso appunto come una quintessenza della nostra ‘anima’, lo ‘spirito’ di cui parla appunto San Paolo, contemporaneo degli apostoli ancora ‘freschi’ dell’ammaestramento di Gesù.
Quando parliamo dunque dell’anima, sia essa il principio vitale animale o meglio ancora quel ‘soffio’ di Dio  che dovrebbe caratterizzarla ancor di più, siamo nel campo delle illazioni, delle cose che non si possono dimostrare ‘scientificamente’, proprio perché ‘spirituali’.
Ma l'Anima è in realtà una splendida creazione di Dio, uno splendido regalo fatto da Dio all'uomo per elevarlo dal rango di 'bruto' a quello di essere spirituale.
     L'Anima, è stata da sempre intuita dall'uomo, da sempre studiata ma basta guardare dentro se stessi, per scoprirla.
Essa è una cosa semplice e complessa, e non può essere pienamente colta dalla ragione umana che trova difficoltà a valutare il soprannaturale avendo come parametro il naturale.
Ma approssimativamente, per capirci, essa corrisponde alla 'Psiche'  intesa nella accezione più ampia del termine.
Si potrebbe dire che l'Anima viene data all'uomo in 'potenza': è un 'germe' infinitesimale che si deve sviluppare nel 'terreno' propizio. Questo terreno è l'uomo. L'Anima si svilupperà quindi di pari passo con lo sviluppo mentale dell' uomo.
E' l'anima che è dotata di libero arbitrio. E' l'anima che è 'intelligente' e, man mano che il bimbo cresce seguendo l'armonico sviluppo che Dio ha previsto per l'uomo, anche l'anima 'cresce': acquista la coscienza critica, attraverso il dono dell'intelletto impara a discernere il bene dal male e, attraverso il libero arbitrio, impara a scegliere il bene o il male.
Essa sceglie, decide e - sulla base di quanto essa fa - conquista la felicità eterna o la condanna eterna.
Quindi l'anima può ben corrispondere - sempre per capirci - al proprio 'Io' razionale con le sue pulsioni e le sue contraddizioni.
L'Anima non va confusa con la 'intelligenza', nel senso comune che noi diamo a questo termine..
L'anima è intelligente di per sè, ma nel momento in cui viene, diciamo, 'inserita' nella carne umana obbedisce alle leggi della carne e poichè l'unico strumento intellettivo della 'carne' ( e cioè dell' uomo embrione, poi infante, poi adulto) è il 'cervello', l'anima può ‘manifestarsi’ all'esterno (perchè internamente ella è di per sé 'piena') in proporzione allo sviluppo corporeo.
Man mano che l'individuo si sviluppa - grazie al cervello e alla capacità di intendere e volere - si sviluppa anche l'io, cioè l'io detto 'naturale' che, insieme all'io spirituale, forma quella che complessivamente viene chiamata 'anima' ma la cui parte più 'autentica' è costituita dall'io spirituale originario, che per questo viene chiamato lo 'spirito dello spirito', cioè lo 'spirito' dell' anima, la sua essenza.
Ma, come corpo e anima sono un tutt'uno pur essendo distinti - tanto è vero che il corpo muore e l'anima sopravvive - così sono un tutt'uno l’io spirituale e l’io naturale, ed è questa la ragione per cui lo spirito dell'anima  segue la sorte voluta dall’io naturale: sorte buona se di buona volontà, mala se di cattiva.
Dunque l'anima, sempre per capirci, si può anche genericamente identificare in quel fenomeno complesso che si può anche chiamare 'Psiche', la quale – ripeto - non va però confusa con l'intelligenza, che è una capacità di comprendere che l'io naturale acquista grazie allo sviluppo del cervello.
Per questo bisogna rispettare anche i poveri esseri che 'non comprendono': in essi è lesa una facoltà a causa di un difetto strutturale, anche per malattia, del loro cervello. Lo ‘spirito dello spirito’ (creato da Dio) è intatto, e la loro anima (cioè, per intenderci, sempre lo ‘spirito dello spirito’) è 'pura' e quindi ancora più meritevole di rispetto come fosse quella di un bimbo bello e sorridente.
Vi è però una 'parte' dell'anima, il 'subconscio', che presiede al funzionamento del corpo umano e ad altre funzioni, che non  è bene conoscere.
Anche in questo caso il frutto dell'Albero del Bene e del Male sarebbe pericoloso per la salute dell'uomo che non ha ancora la Sapienza sufficiente - e non parlo della 'scienza' - per gustarlo senza pericolo.
Conoscere troppo il subconscio potrebbe ad esempio portare l'uomo-bambino - questo essere che 'gioca' con le cose più pericolose, con i mezzi più distruttivi - a giocare pericolosamente con la manipolazione dell'individuo, mettendone a rischio la sua libertà.
L'anima, dunque, rappresenta la vera realtà dell'uomo, il quale dovrebbe essere più entità 'spirituale' che animale.
E l'uomo infatti è 'spirito', in vesti umane. Come Gesù fu Dio, in vesti umane. Solo accettando questa dimensione come vera l'uomo può accettare la legge di Dio ed uniformarsi ad essa.
Dovremo dunque lavorare su noi stessi e sapremo che lavoreremo per rendere più bella la nostra anima la quale - alla fine - sarà nè più nè meno di come noi l’avremo voluta.
'Conosci te stesso'...,'Ognuno è arbitro di se stesso'..., i Latini avevano già intuito alcune cose.
Anche il nostro 'Io' appartiene alla sfera della 'Psiche' e quindi è una 'faccia' di quel 'poliedro' che si chiama 'Anima', 'poliedro' perchè l'anima ha più... 'anime' o,  se preferite,  più 'facce'.
Chiamiamole spirito, subconscio, superconscio, o come volete, ma sono più faccie con funzioni diverse come la capacità intellettiva, gli istinti buoni, quelli cattivi, la volontà, il libero arbitrio, e altro ancora.
Ricapitolando:
. L' Anima è un insieme complesso, e cioè una sorta di poliedro dalle molte sfaccettature, per offrire con questo termine una immagine che ci renda più famigliare il concetto.
. Le varie sfaccettature - parlo di quelle che è sufficiente ora conoscere - sono costituite dall'Io (inteso come "ego" affermatore della propria personalità ), dalla capacità volitiva, da quella intellettiva, dagli ‘istinti’ (chiamiamoli così) buoni e cattivi fra i quali l'Io sceglierà quali seguire con il suo libero arbitrio, che è un' altra sfaccettatura.
. L'anima, per questi aspetti, è quella che abbiamo chiamato ‘anima vitale’ , perchè è quella che alimenta la vita dell’uomo-animale e degli animali in genere con diversa gradazione a seconda del loro diverso livello intellettivo: intellettivo e non spirituale.
. Ma l’uomo, in più, ha l'anima nell' anima, l'anima nell'anima vitale, cioè lo spirito dell'anima, una quintessenza dell'anima, un germe meraviglioso che è tutto di Dio, che fa differente l'uomo da tutti gli altri esseri viventi: lo spirito dell'anima che è quello capace di congiungerci con Dio.
Ecco, la nostra vita serve a valorizzare questo spirito, a riportarlo - dopo che è stato coperto e soffocato dall'umanità - al suo splendore originario, perchè solo con lo spirito splendente della luce della Grazia potremo intrecciare con Dio colloqui divini in una sinfonia d'amore che è anticipazione del concerto eterno nel quale un giorno, ‘il giorno’, ci perderemo beati in un'estasi che non avrà fine.                                
Dove l’anima risieda non è importante, questa sarebbe 'scienza' ma non 'Sapienza'.
A te che leggi basti sapere che l’anima è dentro di te, anzi, che essa è ‘Te’.

Fine


Nota :  per un approfondimento di questo tema concernente l’anima  vedi dell’autore: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ - Cap. 38 e segg. – Ed. Segno, 1997