(S. Giovanni: ‘Il Libro dell’Apocalisse’ – Edizioni Paoline 1968)

 

 

Nel ‘Prologo’ dell'Apocalisse (premetto che d’ora in avanti nel riassumere e spiegare mi esprimerò ‘liberamente’ puntando più che altro a far capire i concetti di base, senza badare alla ‘traduzione’ letterale né alla forma) si precisa subito che questa è una rivelazione di Gesù Cristo.
Dio – per istruire i suoi ‘servi’ sulle cose che dovranno ben presto accadere – le ha fatte conoscere per mezzo del suo Angelo al suo ‘servo’ Giovanni il quale le attesta come Parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo. Beato chi legge – dice il testo - e beati coloro che osservano le parole di questa profezia, facendo tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo del loro avveramento è vicino.
Giovanni rivolge quindi un saluto alle sette chiese che sono nell'Asia augurando loro la pace da parte di Dio, dei sette spiriti che stanno dinanzi al suo trono, e da parte di Gesù Cristo che ci ama e che ci ha liberato dai peccati a prezzo del suo Sangue.
Faccio osservare che vi si chiarisce con molta precisione che si tratta di una rivelazione sul futuro: ‘Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio - per istruire i suoi servi sulle cose che devono ben presto accadere – ha fatto conoscere …’
In prima battuta si tratta evidentemente del futuro delle sette chiese locali alle quali il saluto viene indirizzato, ma in seconda istanza – la più importante – si tratta del futuro di quelle generazioni che contraddistingueranno i ‘settenari’ in cui si suddividerà la storia della Chiesa universale, al pari della Creazione che è stata compiuta da Dio in sette epoche, anche se l’ultima è stata quella del ‘riposo’: figura del riposo del settimo giorno da dedicare a Dio.
Il Prologo dell’Apocalisse, breve come tutti i prologhi, si conclude con il messaggio di speranza più importante e cioè l’annuncio solenne della Venuta di Gesù in Potenza e Gloria…: ‘Ecco che Egli viene fra le nubi! Ogni occhio lo vedrà, anche coloro che l’hanno trafitto, e gemeranno su di lui tutte le tribù della terra…’.
Ovviamente chi si basa sull’interpretazione corrente ‘agostiniana’, e cioè non crede alla venuta intermedia ma solo alla Venuta finale, può continuare a starsene tranquillo pensando di aver davanti a sé ancora molto tempo per pentirsi…, ma chi invece crede anche a quella intermedia… beh, forse è meglio che ci faccia subito un pensierino sopra – oltre che un esamino di coscienza - e si prepari, perché anche se non è la fine del mondo… è un mezzo finimondo: uomo avvisato mezzo salvato!