(M.Valtorta: 'Il Poema dell' Uomo-Dio', Vol. II, Cap. 44, pagg. 253/265)
- Centro Editoriale Valtortiano -

78. La prima 'Croce' di Gesù...

 

Sono ‘fuori sede’, per un Convegno di lavoro.
Finalmente dopo tanti discorsi e strette di mano torno in albergo dove - fra un cambio d' abiti e l' altro - mi sdraio sul letto e mi rilasso rileggendomi ancora la mia Valtorta.
Qui lei 'vede' Gesù che - in una sorta di pellegrinaggio spirituale - conduce i suoi apostoli sul 'monte del digiuno', cioè il posto dove Gesù si era ritirato quaranta giorni per digiunare, pregare e prepararsi bene spiritualmente alla sua prossima 'missione' nei tre anni di vita 'attiva' di evangelizzazione.
Gesù parla agli apostoli e ne esce  un altro ammaestramento sublime. Dice Gesù - fra l' altro - che in quel luogo Satana, sotto le spoglie di un benigno viandante, cominciò a tentarlo cercando di prenderlo per fame fisica, fame di potere e di donna. Gesù conclude raccontando come respinse le tentazioni superando la 'Prova'.
L'uomo che era in Gesù aveva vinto la sua battaglia, e lo spirito ne era uscito ingigantito. Gesù precisa a questo punto di credere che il potere di 'far miracolo' gli fosse venuto proprio dopo aver superato quella prova.
Prima dell'incarnazione era stato solo Dio, dopo era divenuto l'uomo.
Ora vincendo l'animale, che è connesso alla natura dell'uomo, Egli era diventato l' Uomo-Dio.
Gesù invita dunque gli apostoli ad imitarlo, in sua memoria. Egli insiste nell'affermare la sua doppia natura di vero uomo oltre che di Dio. Egli conclude l'ammaestramento dicendo che, dopo essere  ritornato in pellegrinaggio in quel luogo 'la sua anima, nauseata e sconfortata dai primi contatti con il mondo, si è nuovamente ritemprata ed è di nuovo pronta per la sua Croce, la sua prima Croce di Redentore: quella del contatto col mondo...'

Rimango un momento a soppesare le parole del Gesù della Valtorta laddove Egli confessa agli altri di aver pensato che il 'potere di far miracolo' gli fosse venuto dopo il superamento della sua Prova...
Ne esce fuori  una immagine molto 'umana' di Gesù, quasi come quella di un 'uomo' che poco alla volta scopre di aver dentro di sè anche la natura di Dio, come  un 'gomitolo' che si svolge o una crisalide che diventa farfalla: Dio/ uomo/ Uomo-Dio.
Come se il Dio che era in Lui si fosse gradatamente 'realizzato', dal punto di vista esteriore, man mano che l'uomo si 'guadagnava' sul campo i 'galloni'...
Quella della doppia natura di Uomo e di Dio in Gesù è una cosa che non sono mai riuscito a spiegarmi  - da un punto di vista pratico - e che rimane un mistero, anzi proprio un'altro di quei misteri che la Chiesa ci 'impone' di credere  ottenendo  con me - per questa imposizione dogmatica - un effetto contrario.

Luce:
La prima Croce di Gesù, la prima Croce della sua attività di Redentore, fu quella del suo essersi incarnato nella natura umana (essersi incarnato come Gesù-Dio nella natura di Gesù-Uomo) conoscendone tutte le debolezze interne e - quale uomo - venendo in contatto con il Mondo (quale 'uomo', ma è meglio dire quale Uomo-Dio, perchè come 'uomo' il mondo sarebbe stato in sè accettabile, tollerabile, più che tollerabile, ma come Uomo-Dio esso era una vera 'penitenza': la Penitenza). Amore e dolore.  
L'incarnarsi e quindi l' assunzione della natura di uomo fu il primo dolore del Cristo: provocato, accettato, voluto dal suo Amore.