(Sac. Dolindo Ruotolo:'Autobiografia', Vol. II, pagg.  101/106 - Apostolato Stampa)
          73. Maria SS.:  ‘... per questo io sono Regina del cielo e della Terra, Regina universale, Regina dei secoli  tutti’. 
           
          Mi rigiro fra  le mani l'Autobiografia – ne avevo già accennato nel Cap. 9 - scritta da Don Dolindo Ruotolo che si intitola 'Fui chiamato Dolindo che significa Dolore'. 
            E' la vita di  un sacerdote eccezionale (1882-1970), morto in odor di santità dopo una vita  fatta di sofferenze, in buona parte da lui volute per farsi 'vittima' ed essere  'corredentore'. 
            Dotato di  grandi 'carismi', egli ha scritto una quarantina di volumi di carattere  spirituale il cui nucleo centrale è costituito da circa trenta volumi dedicati  al Commento (Psicologia - Commento -  Meditazione) di ogni singolo testo del Vecchio e del Nuovo Testamento. 
            Per chi voglia  capire qualcosa - al di fuori degli schemi di istruzione religiosa  'scolastica', che io considero 'arida' - non ha che da aprire e leggere Don  Dolindo che ha il potere o il carisma di immergerti immediatamente nello  'spirito' di Dio. Sotto la penna di Don Dolindo tutto diventa chiaro, semplice,  le sue intuizioni interpretative sono geniali. 
            Eppure  anch'egli fu a lungo un 'perseguitato' dai 'tribunali inquisitori' della Chiesa  - per un qualcosa che gli era stato attribuito aver scritto,  mi pare in ordine al mistero della 'Trinità'  -  prima di essere riabilitato, ma dopo  una vita passata nella sofferenza venuta - per dirla con le parole che il  Cardinale Lercaro ebbe per Padre Pio  - non per la Chiesa ma dagli 'uomini' della Chiesa. 
            Anche Dolindo,  come la Valtorta, riceve 'dettati' ( o 'locuzioni interiori' che dir si voglia  )  ma mentre l' opera della Valtorta è  tutta una serie ininterrotta di 'dettati' magistrali e di descrizioni di  visioni ad altissimo contenuto intellettuale e spirituale che 'trascende'  chiaramente l' umano e dove si capisce che il 'divino' cerca di abbassarsi  - per farsi intendere - al livello di  'comprensione' dell' umano , in Dolindo si sente che è 'l'uomo' quello che  parla, ma si comprende che non è un uomo qualunque ma è un uomo dalla  intelligenza 'ispirata', quella intelligenza che, del resto, egli racconta aver  chiesto da ragazzo alla Madonna la quale lo rese 'intelligente' - come lui stesso  dice - solo nelle cose che riguardano lo 'spirituale'...      
            Dunque, dicevo  all'inizio - mentre me ne stavo seduto in poltrona davanti al fuoco  scoppiettante del caminetto che mandava bagliori di fiamma che si confondevano  con i riflessi rosati dell' abat-jour – che avevo in mano l'Autobiografia di  Don Dolindo con l'indice della mano destra messo a 'segnare' alcune pagine . 
            Riapro, è un  brano in cui Maria parla a Dolindo  di se stessa ed intona un 'Magnificat' al Signore. 
            Sono pagine molto  belle, scritte nel 1917, dove mi colpisce un concetto il cui 'senso' si  ritroverà, venticinque anni dopo, nell'opera della Valtorta:
          '... Egli, nel  diffondere fuori di Sè la sua Bontà, dovette diffondere prima il tipo di tutte  le sue creature, l' idea sua, la sua grandezza, e questa diffusione non poteva  essere che semplicissima. Egli dunque si diffuse in me e mi preordinò nei  secoli eterni come la sua idea, come il  tipo delle sue mirabili opere... per questo io sono regina del cielo e  della terra, regina universale, regina dei secoli tutti...'
          Quello che mi  colpisce è questo concetto del 'tipo' di tutte le creature. Mi sembra di  capire, mi sembra, che Dio nella sua mente eccelsa 'ideò' per ogni creatura la 'forma' ideale, che  poi 'realizzò'. E Maria lo fu per gli uomini. Capito giusto? 
          Luce:
              Maria fu l'archetipo di tutte le creature: la creatura perfetta, degna di ospitare un Dio.  La Creazione fu fatta per Lei perchè tutti gli uomini decaduti in Lei  trovassero la Perfezione, perchè da questa Perfezione sarebbe nato il  Redentore, il Dio Redentore, che avrebbe riscattato l'Umanità e costituito -  grazie al suo Sacrificio - il popolo dei Figli di Dio a Gloria ed Onore del  Padre suo.
          Provo a  riflettere. Dunque - mi dico - Dio non ha fatto Eva 'perfetta'.
            O meglio, Eva  era 'perfetta' ma sapendo Dio fin da prima - poichè Dio tutto sa in anticipo  perchè  in realtà il prima e il dopo per  Lui non esistono, perchè per Lui tutto è eterno presente - che Eva,  liberamente, di suo, avrebbe sbagliato e conoscendo già Dio in anticipo il  'veleno' che Satana avrebbe iniettato, in anticipo preparò anche l' antidoto: Maria. 
            'Lei': l'  antidoto, lei quella che avrebbe eliminato - attraverso il Figlio ma grazie  anche alla sua purezza e sofferenza - il veleno di Satana. 
            'Lei' fu la donna perfetta, anzi l'uomo perfetto. 
  Non Adamo, non un uomo. Ma una 'donna'. 
            Perchè - mi  chiedo - una donna e non un uomo? 
            Non è che io  sia maschilista, almeno così credo, ma mi dico che dovendo Dio incarnarsi per  divenire uomo e dovendo essere la 'donna' quella che aveva il compito di  'procreare' e quindi di dare alla luce - dopo averlo fatto crescere dentro di  sè - un Dio, ebbene l'archetipo perfetto non poteva essere che la donna, una  donna però degna di ospitare un Dio. 
  Ecco perchè - penso - Maria doveva essere 'vergine',  perchè doveva incarnare l'idea stessa della purezza e doveva essere 'archetipo'  di tutte le creature perchè - grazie ai suoi meriti successivi guadagnati sul  campo della 'corredenzione' – ne sarebbe divenuta 'Regina'.   
            Saranno  finalmente contente, le 'femministe'?  
            Ho paura di  no. Il 'concetto' che loro hanno della 'donna' è superiore, sì, ma non lo  stesso.