46. Il 'poliedro' dell' anima. 

 

Luce:
L’Anima ha il suo subcosciente che, tanto più l' anima è nutrita in Dio, tanto più vigila e l' avverte dei pericoli - a sua "insaputa cosciente" - di modo che poi l' Io si può regolare secondo la propria volontà.
Ma il subcosciente, quello che voi chiamate subcosciente, cioè la parte più profonda dell'anima (che è fatta anche dell'Io), è in realtà lo spirito, o meglio lo spirito dello spirito, lo spirito dell'anima, lo spirito dell' Anima spirituale che è spirituale come il suo Spirito.
L'Anima  è il "tutto" nel suo complesso, un poliedro, la psiche, che ha in sè intelletto, volontà, stimoli buoni e meno buoni, lo stesso subconscio.
Ma il nucleo più profondo dell'Anima, così intesa nella accezione ampia sopra descritta, è costituito dallo spirito, cioè dal subconscio che è come un "Io" latente che ha i lati positivi ma non  quelli negativi dell' Io cosciente, almeno finchè l'Io cosciente non lo corrompe con la propria volontà che accoglie gli stimoli peggiori e lo coinvolge facendolo diventare anch'esso 'colpevole' perchè - come detto -  essi sono un tutt' uno, facce diverse dello stesso poliedro e legate quindi allo stesso destino.
O l'Io e il Subconscio si salvano insieme o periscono insieme condividendo la stessa sorte : l'Io tenta l'Anima, o meglio la parte più spirituale di sè, e se questa cede e si lascia sedurre diventano entrambi colpevoli, come successe ad Eva che sedusse Adamo ma con Adamo che si lasciò volentieri sedurre da Eva: e meritarono la perdita della Grazia e del Paradiso.
Il subconscio è il lato del poliedro che presiede al funzionamento del corpo umano in senso lato.
Esso, così come viene ‘ipnotizzato’ dal proprio ‘io’, alla cui volontà può soccombere, così può essere ipnotizzato - grazie ad artifizi tecnici - dall'uomo ed essere sottomesso ed obbedire docilmente ai comandi impartiti, così come esso obbedisce ai comandi flautati dell'Io, del Mondo e di Satana.
Ecco. Da tutto ciò comprendi l'importanza del subconscio, che Io ho chiamato superconscio, perchè è la parte più nobile di te solo che tu le dia - ritirandoti con il tuo ‘Io’ protervo - la possibilità di farsi sentire, di gridare la sua appartenenza a Dio.

Uhm! Per quanto possa sembrar strano, per quanto il problema dell' anima mi interessasse, mi interessava 'intellettualmente', credo.
Anzi, forse no, perchè mi rendo conto ora riflettendoci sopra che devo aver sempre cercato di 'rimuoverlo' e si sa che noi cerchiamo di rimuovere le cose poco gradite che ci mettono di fronte a delle realtà che non vogliamo considerare.
Comunque, fatto sta che durante qualche 'sermone' nelle non frequenti occasioni in cui mi capitava di ascoltarli, il concetto di anima scivolava via dalla mia mente come acqua su una pietra dura e levigata.
La consideravo insomma, o forse la 'volevo' considerare, una cosa astratta.
Nei miei momenti migliori la vedevo come una scommessa filosofica, una esigenza intellettuale, in quelli peggiori come una invenzione dei 'preti' per giustificare la religione.
L' idea che l' anima potesse corrispondere al 'complesso psichico' di un individuo, nella sua accezione più ampia, mi ha obbligato a riflettere.
Per la prima volta mi ha messo di fronte a qualcosa di 'concreto', che per giunta non potevo più far finta di non vedere. Anzi un 'qualcosa' che io ero abituato a scandagliare, alla ricerca di me stesso, senza sapere in realtà quale 'fondale' stessi sondando.
Non avevo mai considerato che il mio 'io' fosse 'Anima', una parte del poliedro detto anima, ed anzi mi ero più di una volta chiesto come mai se un uomo (e cioè l' Io dell'uomo) si comporta male, ci deve rimettere le penne la sua anima che se ne  va con lui all' inferno, senza alcuna colpa.
Come ho già detto, concepivo l'io e quel 'qualcosa' che si chiamava anima come due cose diverse e consideravo in particolare l' io solo come  la nostra realtà 'psichica', prodotta dalla capacità di ragionare del nostro cervello. In sostanza consideravo il mio 'io' come una elaborazione psichica fatta dal mio cervello.
L'anima invece doveva essere un qualcos'altro - se mai ce l' avevamo - che Dio doveva aver posto da qualche parte in noi, magari in qualche punto del cervello. Che so…, nella ghiandola pineale... ad esempio, dove gli antichi credevano risiedesse l'anima, oppure nella glandola pituitaria,o ipofisi, che governa importanti processi dell'organismo umano.
In tutte le mie letture di carattere psicanalitico, poi, ho sempre inteso il 'subconscio'  come un altro 'io' al di sotto del livello della coscienza ma certamente non come un lato del poliedro, la parte più profonda dell'anima.
Provo allora ad immaginarmi grosso modo l'anima come un 'iceberg', cioè appunto come un poliedro piramidale a più facce, immerso nel mare, così:


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L'intero iceberg, parte emergente e parte sommersa, rappresenta il 'complesso psichico', cioè l'anima in senso lato composta dal suo io naturale e da quello spirituale subcosciente. Il livello del mare marca la delimitazione fra il livello della  coscienza e quello dell'inconscio.
Come si vede, la parte al di sopra del livello della coscienza è minima  rispetto al resto sotto. E questo corrisponderebbe a quanto emergerebbe dallo studio della psicologia dell' inconscio, dal quale studio mi è sembrato di capire che sotto il mio 'conscio' vi sia un 'gigante'.
E' un po' come quando  sento dire che il nostro cervello, o meglio 'noi', cioè il nostro 'io', sfrutta solo un minimo della nostra 'potenzialità' cerebrale. E' una cosa questa che mi ha fatto sentire  molto 'scemo' e mi sono sempre chiesto come mai Dio, che non fa mai cose inutili o superflue, ci abbia dato un 'cervello' molto più potente di quanto noi non sappiamo sfruttarlo.
Che c'entri - in questo - la nostra 'caduta' a causa del peccato originale? Ed il deterioramente conseguente della nostra capacità psichica, chebvenne ‘ridimensionata’ a questo punto alla sola sfera dell'io il quale prese il sopravvento sulla parte di sé più propriamente spirituale?
Ecco questa è una domanda che mi è venuta in mente così, mentre batto sui tasti al computer, e che mi fa riflettere...
Dicevo dunque che l'inconscio ha una grande 'capacità', basti pensare a quella mnemonica che emerge in stato di ipnosi quando si rileva nel soggetto ipnotizzato la capacità di ricordare fatti remotissimi della primissima infanzia od anche particolari che assolutamente sfuggono alla attenzione dell' Io.
La parte emersa, la possiamo considerare quella dell' Io conscio, cioè 'noi' stessi che 'parliamo' e interagiamo con gli altri e ci rapportiamo  coscientemente con le esperienze del mondo che ci circonda.
La parte sommersa dell' iceberg, molto più larga della parte emergente, la possiamo invece considerare figurativamente come il 'subconscio', quella parte che non vediamo ma che sappiamo che 'c'è', e la vediamo per esempio all' opera nei sogni.
Dei cinque lati del 'poliedro', o meglio dell' iceberg piramidale, la 'base' la potremmo definire come la parte più 'spirituale' dell' intera anima (parte sopra e sotto), cioè il cosiddetto 'spirito dello spirito',  il lato frontale può rappresentare l' Intelletto', per discernere il Bene e il Male, altri due laterali possono rappresentare rispettivamente  gli 'stimoli buoni', gli stimoli cattivi' che abbiamo dentro di noi e l' ultimo, infine, la 'volontà' per decidere liberamente, cioè in base al proprio libero arbitrio, se scegliere il Bene o il Male.
La parte emersa è dunque - come già detto - l'Io che 'governa' l'intero complesso psichico, cioè l' intera anima, quello che - attraverso la 'volontà', che è il 'bastone del comando' - decide se valorizzare gli stimoli buoni o piuttosto  assecondare quelli cattivi, facendo prendere all' anima una strada piuttosto che un' altra.
La 'volontà' del subconscio - indebolita dal Peccato originale - soggiace a quella patologicamente più forte del 'conscio'.
Nella misura  invece in cui l' io, specie se consapevole della sua natura 'spirituale' , comincia a combattere con la propria volontà i suoi stimoli cattivi verso i quali, a causa del Peccato, si trova più 'inclinato', allora la parte più profonda dell' anima, la parte più spirituale ( come se fosse una di quelle navi affondate nelle quali  si sente dire che viene pompata dentro aria che spinge via l' acqua  che ne riempie le stive facendola così salire lentamente), la parte più spirituale acquista 'ossigeno', specie se si 'nutre' della 'Parola' di Dio, cioè ad esempio del Vangelo), si rianima.
Essa riprende automaticamente forza, viene 'a galla' fino a raggiungere prima un equilibrio e poi, se l' uomo si 'spiritualizza' sempre più, addirittura a riprendere il sopravvento cacciando a sua volta di  sotto la punta dell'io che, tutto sommato, se non fosse stato per il Peccato, sarebbe davvero una piccola cosa.
Ecco, ammetto che questo tentativo di spiegazione è un po' empirico, ma a me rende l' idea. E a voi? Comunque mi aiuta a 'famigliarizzarmi' con la mia anima. Ora tutte le volte che le parlo me la vedo davanti come un 'iceberg'...!