(M. Valtorta: 'Lezioni sull' epistola di Paolo ai Romani' - 22.6.50, pagg. 244/245)
- Centro Editoriale Valtortiano -

44. L' anima non va confusa con l' Intelligenza.

 

Penso ancora all' anima.
Come ho già detto, questo è un pensiero che mi ha un pochino 'assillato' in questi ultimi anni.
Per quanto possa sembrare strano per uno come me abituato ad approfondire gli aspetti della psicologia, non mi era mai venuta in mente l'idea di assimilare l' anima al 'complesso psichico'.
Anche se le mie nozioni di psicologia mi rendevano chiara la distinzione fra Io conscio e Inconscio, con le complesse fenomenologie che li diversificano e caratterizzano,  non avevo mai interpretato l' insieme di questi due livelli come una 'unità' ma - evidentemente sbagliando - identificavo la 'Psiche' con il mio Io conscio, cioè con 'Me che penso'.
Non ho mai neppure pensato che essa fosse 'anima', nè tantomeno che il mio ‘Io’ fosse uno dei lati del 'poliedro' che è l' anima.
Ho sempre ritenuto che l' Io fosse l 'Io, e che l' anima fosse un' altra cosa, non certo il 'subconscio', che dovevamo aver 'dentro'. Dentro! Dentro dove?
Spesso mi esercitavo e 'rilassavo' con il 'training autogeno', anche per affrontare con maggiore efficienza gli impegni stressanti della mia attività professionale che comportava livelli notevoli di attenzione e di energia.
Terminato l'esercizio 'tecnico-mentale' di rilassamento (tono muscolare,  vascolare,  battito cardiaco, respiro, normalizzazione delle funzioni addominali mediante la 'distensione' di quell'importante centro nervoso che è il  plesso solare) entravo in quella fase che potrei chiamare 'di concentrazione mentale vigile' di tipo 'ipnoide' nella quale si realizza il distacco completo  della mente dalle comunicazioni esterne connesse ai cinque sensi temporaneamente 'disattivati'.
In quel momento - scrutando con l'occhio della mente nel 'buio' del mio 'interno sè' - cercavo di scoprire cosa vedessi, o meglio quale 'immagine' venisse fuori dal livello più basso e si presentasse all' attenzione del mio 'pensiero vigile'.
Per dirla in una parola cercavo di scoprire nella mia interiorità - con una 'tecnica' di tipo psicologico e 'meditativo' - una qualche immagine, un qualcosa che mi desse l' idea dell' anima.
Speravo anche di poter scoprire se avevo dentro una qualche 'sensazione' di una sorta di 'Dio-interiore' che potesse tradursi - per rendersi comprensibile alla mia 'mente' - in una immagine.
Ecco, nella tranquillità assoluta della concentrazione, vedevo - come proiettato sulla schermo tridimensionale di una notte stellata - una sorta di spirale bianca, fate conto come un fumo di sigaretta che saliva lentamente a spirale avvitandosi verso l' alto come una vite senza fine.
Cosa rappresentava questa immagine che veniva dai recessi subliminali?
Era un simbolo? L' immagine di Dio o dell' anima che il mio 'subconscio creativo' poteva essersi fatto?
Non lo saprò mai, e alla fin fine non importa neanche. Però non insistetti in questo tipo di ricerca interiore, perchè sono dell' opinione che è sempre meglio non  cercare di scoprire quello che abbiamo dentro di noi.
Comunque, tornando all'anima, adesso so che quella che cercavo di individuare nascosta da qualche parte era in realtà 'nascosta' sotto il mio naso: era il mio 'Io', cioè la parte superiore di 'Me stesso' che è però legata alla mia parte inferiore, chiamiamola subconscio, così come la parte superiore di un corpo che galleggia nell' acqua è legata alla parte inferiore che è immersa. Reso il concetto?
Non capisco però una cosa.
Se - come ho letto - l'anima è già 'intelligente'  perchè mai essa ha bisogno di 'crescere' con lo sviluppo del corpo umano e del cervello, acquistare la coscienza critica e, attraverso il dono dell' intelletto', imparare a discernere e scegliere - grazie al libero arbitrio - fra Bene e Male?
L'anima è intelligente prima della crescita o dopo?
Ho in ognicaso capito che la conoscenza dell' anima - ed in particolare di quella parte di essa  che è situata sotto a quello che noi chiamiamo 'livello della coscienza' - sarebbe più 'prudente' continuasse a rimanere 'segreta'.
Ma qual' è il rapporto fra l'Anima e l'Intelligenza? L'Anima è l'Intelligenza?
Sento che mi confondo e che comincio - per dirla in gergo - ad 'incartarmi', e quindi rinuncio e pianto lì.

Luce:
L'Anima non va confusa con la 'intelligenza'.
L'anima è intelligente di per sè, ma nel momento in cui viene, diciamo, 'inserita' nella carne umana obbedisce alle leggi della carne e poichè l'unico strumento intellettivo della 'carne', cioè dell' uomo embrione, poi infante, poi adulto, è il 'cervello', l'anima può manifestarsi all' esterno (perchè internamente ella è 'piena') in proporzione allo sviluppo corporeo.
Man mano che l' individuo si sviluppa - grazie al cervello e alla capacità di intendere e volere - si sviluppa anche l' io, cioè l' io detto 'naturale' che, insieme all'io spirituale, forma quella che complessivamente viene chiamata 'anima' ma la cui parte più 'autentica' è costituita dall'io spirituale originario, che per questo viene chiamato lo 'spirito dello spirito', cioè lo 'spirito' dell' anima, la sua essenza.
Ma come corpo e anima sono un tutt'uno pur essendo distinti, tanto è vero che il corpo muore e l' anima sopravvive, così sono un tutt'uno io spirituale e io naturale, ed è questa la ragione per cui lo spirito dell' anima  segue la sorte voluta dall' io naturale: sorte buona se di buona volontà, mala se di cattiva.
Dunque l'anima, sempre per capirci, la puoi anche genericamente identificare in quel fenomeno complesso che si può anche chiamare 'Psiche', la quale non va però confusa con l'intelligenza, che è una capacità di comprendere che l' io naturale acquista grazie allo sviluppo del cervello.
Per questo bisogna rispettare anche i poveri esseri che 'non comprendono': in essi è lesa una facoltà a causa di un difetto strutturale, anche per malattia, del loro cervello. Lo spirito dello spirito (creato da Dio) essendo intatto, e la loro anima (cioè, per intenderci, sempre lo spirito dello spirito) essendo 'pura' e quindi ancora più meritevole di rispetto come fosse quella di un pargolo bello e sorridente.