'Le Scienze - Quaderni n° 86, ottobre 1995: 'Il popolamento della Terra'):
'La comparsa dell' uomo moderno' di Cristopher B. Stringer
'Una genesi africana recente' di Allan C. Wilson e Rebecca L. Cann
'Una evoluzione multiregionale' di Alan G. Thorne e Milford H. Wolpoff
'Migrazioni preistoriche in Asia' di Christy G. Turner II
(P. e A. Angela: ‘La straordinaria storia dell’uomo’ – A. Mondadori)
(La Sacra Scrittura – Genesi, 6, 1-12 – Edizioni Paoline, 1968)

35. Evoluzionismo e genetica.

 

Confesso di essere  stato un 'evoluzionista' abbastanza convinto. Per me era duro il dover accettare l' ipotesi della 'creazione' ma, alla luce di quello che ho appreso, devo ora convenire che per la prima volta questa è un'ipotesi che devo prendere in considerazione molto seriamente.
Mi analizzo un momento, e mi chiedo come mai, dopo aver capito come è stato creato l'universo, come è composto il microcosmo, quali sono le leggi complesse e nello stesso tempo incredibilmente semplici che governano la materia ed i processi della natura, mi chiedo dunque come mai mi rifiuto quasi di voler prendere in considerazione che l'uomo sia stato 'creato'.
Mi rendo conto che, per me almeno, alla base del mio scetticismo c'era, e comunque un pochino anche ora resiste, un sostanziale anche se inconfessato dubbio sulla reale esistenza di Dio e sopratutto di un Dio veramente 'interessato'  alla sorte degli uomini.
Quello che non mi convinceva era la asserita 'paternità' di Dio.
In sostanza, non considerando l' uomo una 'entità' spirituale rivestita di corpo ma considerandolo solo un 'corpo' munito di psiche, considerando inoltre lo psichismo, cioè la capacità di pensiero, come un 'prodotto' della attività del cervello, anzichè il cervello come uno strumento di azione utilizzato dalla Psiche (anima) per elaborare pensieri in maniera comprensibile al mondo esterno, giudicando insomma tutta la realtà che ci circonda da un punto di vista meramente materiale, non riuscivo neanche ad immaginare che un Dio - di fronte a tante ingiustizie, odio e dolore di cui non comprendevo la ragione rispetto a questa pretesa Bontà -  potesse esserci 'Padre'.
Come farà - mi dicevo - un Dio ad esserci Padre, visto come vanno le cose, e perchè mai dovrebbe esserci Padre?
Ma nel  momento in cui considero il fatto  che Dio - fra le tante cose - sia Pensiero (come del resto - fatte le debite differenze -   è 'pensiero' anche l'uomo, che è 'psiche', e cioè  anima fatta ad immagine e somiglianza di Dio), allora mi dico che come è 'paterno' l' uomo verso i suoi figli di carne (e l' uomo è 'paterno' con il suo complesso psichico, cioè con l' anima) così può benissimo essere 'paterno' anche Dio che, Spirito anch' Egli, ha creato e crea le anime, cioè i suoi 'figli' a sua immagine e somiglianza, per avere un 'popolo' di figli (spirituali), rivestiti in questa vita di 'carne' e poi destinati a subire - come un baco da seta che diventa farfalla -  la metamorfosi di diventare spiriti per  librarsi nel Cielo.
Scusatemi se per arrivare ad ammettere che Dio possa essere 'Padre' ho dovuto fare tutti questi intricati ragionamenti, ma se la mia fede è povera, cerco di arrangiarmi almeno con la 'testa'.
E poi sono fatto così, se  le cose non me le  complico non mi piacciono.
Dunque, dicevo, ove prenda in considerazione solo per un momento questa ipotesi di spiegazione dell' universo e del nostro essere, devo dire che tutti i tasselli del 'puzzle' vanno a posto ed il quadro acquista quella fisionomia completa che tutte le altre ipotesi non riescono a darmi, perchè  esse lasciano aperti interrogativi enormi.
E' per questo che non sottovaluto quanto scritto cinquant’anni fa nell'Opera della Valtorta in relazione al Capo 6° della Genesi: perchè la spiegazione che vi viene data sull' origine dell' uomo - in particolare contestando la teoria evoluzionistica - mi appare molto convincente e per di più in linea con quanto la genetica e le scoperte più recenti nel campo della antropologia e paleontologia ci fanno già intravvedere.
Personalmente, il dimostrare o pensare seriamente che l' uomo non discenda affatto dalla scimmia, e quindi possa essere stato 'creato' nella sua forma attuale (e non evolutosi naturalmente da un animale inferiore) mi convince di più della 'paternità di Dio, come al contrario il pensare di essere discendente di una scimmia mi farebbe pensare di non essere stato creato da Dio, per lo meno in quanto essere spirituale, perchè non riesco ad immaginarmi un Dio che prima di farci uomini per darci la dignità di 'figli di Dio' ci abbia dovuto far passare attraverso una scimmia.
Non è un fatto di orgoglio, ma di logica o, se preferite, di 'estetica', oltre che di dignità. Ed io credo che Dio debba aver molto il senso della dignità, in particolare verso noi uomini, se siamo 'figli' suoi.
Ecco perchè è per me importante analizzare a fondo questo aspetto degli 'uomini-scimmia', cioè dei 'Neanderthal', considerati dagli evoluzionisti come l' anello di congiunzione fra la scimmia e l'uomo.
Questa tesi ipotetica è stata infatti poi presentata da positivisti, razionalisti e materialisti atei del secolo scorso, e... di quello attuale, alla stregua di una prova per sostenere che non siamo stati creati da Dio, come invece – essi sottintendono - vorrebbe far credere la Genesi o la religione cristiana, ma siamo un prodotto 'autogeno' della 'Natura'.
Se però il famoso 'anello di congiunzione' risulta alla fin fine essere l'anello debole della 'catena', crolla a mio avviso il pezzo forte della tesi evoluzionista, crolla peraltro di fronte ad una 'spiegazione' di come sarebbero in realtà andate le cose che mette a posto tutti i tasselli del 'puzzle' che altrimenti non trovavano collocazione.
Anello di congiunzione...?
Macchè !, incrocio sessuale fra un uomo e uno dei tanti ominidi che all'epoca esistevano, proprio un banale incrocio come fra un asino e un cavallo che insieme danno vita ad un mulo che non è nè asino nè cavallo ma un figlio 'ibrido'  di cui - soprattutto – nessuno, nemmeno un evoluzionista, si sognerebbe oggi di dire che è il loro ‘anello di congiunzione’.
Mi potreste certo dire che l’asserto che emerge dagli scritti della mistica e veggente Maria Valtorta, non ha niente di 'scientifico'…
D’accordo, ma che cos'hanno allora, di veramente ‘provato’, le tesi degli evoluzionisti? Frammenti d'osso di trenta, centomila, quattrocentomila anni fa, orme lasciate nel fango poi essiccatosi,  ipotesi..., come ad esempio quella del punto di 'attacco' delle vertebre cervicali al cranio della 'volpe' quadrupede e poi al cranio del 'bipede': la scimmia, l' homo erectus, l'habilis, il Sapiens, il Neanderthal, il Sapiens Sapiens... ma tutte ipotesi, tutte solo ipotesi, mirate - a mio avviso - a suffragare una convinzione se non  una 'tesi' che si vuole assolutamente 'dimostrare'...!
Ove dovessi veramente giudicare l'attendibilità di una asserzione sulla base della autorevolezza di chi la esprime, beh!, mi dico che fra la 'genialità' e la Sapienza ispirata del  Gesù che parla e spiega in tutta l'opera Valtortiana e quella del pur rispettabile Charles Darwin ne  'L'origine dell'u omo''L'origine della specie', non vi possono essere dubbi, basta leggerli entrambi...
Di Darwin, infatti, pur sempre con rispetto parlando, ti accorgi che è un uomo...
Dunque, tornando ai Neanderthal, di loro sappiamo - perchè i loro reperti sono piuttosto abbondanti - che erano proprio robusti e forti come un 'mulo'.
Ce lo dice l' esame delle poderose strutture ossee, e quindi ben si capisce come la Bibbia dovesse definire i frutti di tutti questi 'incroci' come quegli 'uomini potenti famosi nei secoli...'
L'esame dei reperti e degli attrezzi che il Neanderthal usava, il suo modo di vivere e cacciare, dimostrerebbe che esso era un 'uomo' assai intelligente.
Antropologi e paleontologi - così ho letto - sarebbero rimasti però colpiti (senza saperselo tuttavia spiegare come non si sono ancora spiegati la sua 'sparizione' improvvisa dalla faccia della Terra) da certe sue 'stranezze' fisiologiche, per via di certi caratteri anatomici che sono sia dell'uomo che dell'ominide, caratteri che a rigor di logica non avrebbero dovuto 'coesistere'  in quel modo nello stesso esemplare in maniera così marcata.
Tali caratteri anatomici sono per certi versi fra loro  contraddittorii rispetto a come essi avrebbero dovuto apparire se fossero stati invece il risultato di una lunga  evoluzione da un ominide - più vecchio di qualche centinaio di migliaio di anni - all' uomo di Neanderthal propriamente detto...
Stranezze fisiologiche che - congetturo io - potrebbero essere  ora magari spiegate se si partisse da quanto emerso nell'opera valtortiana per cui  (anzichè frutto della lenta evoluzione da un ominide la quale avrebbe poi portato all'uomo moderno, come gli esperti avevan ritenuto 'logico' partendo essi dal presupposto della teoria evoluzionistica) i Neanderthal siano invece il prodotto di un rapporto sessuale fra un uomo e un ominide,
 Il risultato cioè di quello stesso 'interbreeding', cioè ibridazioni dovute a numerosi matrimoni misti con cui - come hanno scritto i due Angela - gli 'esperti' stessi cercano di darsi una ragione della improvvisa sparizione dei Neanderthal, attribuendola ad incroci fra il Neanderthal stesso e l'uomo moderno, incroci che avrebbero potuto portare all'assorbimento e scomparsa razziale del primo.
Enorme naso, scimmiesco,  fronte e zigomi facciali prominenti, conformazione dei denti incisivi e dei molari, struttura delle arcate dentarie, articolazione della spalla e muscolatura delle braccia e della mano estremamente potenti - dicono i due Angela - per cui con una stretta di mano un Neanderthal avrebbe potuto stritolare la nostra.
I due studiosi sottolineano come il Neanderthal fosse un individuo assai 'nuovo', rispetto agli ominidi precedenti, e '... sopratutto diverso, generato da una evoluzione del tutto particolare...'.
Come mai...? Essi si chiedono.
Al riguardo citano il parere del Professor Giacomo Giacobini, dell'Università di Torino, uno dei massimi esperti nello studio delle popolazioni neandertaliane, il quale dice:

‘I Neandertal sono vissuti, tutto sommato, un tempo assai breve: circa 50 mila anni. Molto, molto meno di qualsiasi altro tipo di ominide precedente. Eppure li conosciamo meglio degli altri...'.

Ecco - mi dico io - nessuno, evidentemente, ha voluto o potuto prendere per un momento in considerazione l'esame di quel 'racconto' così 'leggendario' e così 'poco scientifico' che è la Bibbia e neppure, a dire il vero, avrebbe potuto disporre della 'chiave di lettura' che ha invece fornito il Gesù della mistica Valtorta, chiave di lettura che dà una risposta all'enigma misterioso della struttura corporea e della improvvisa scomparsa dalla faccia della terra del Neanderthal.

'Negli strati superiori – avevano infatti detto i due studiosi riferendosi a 35 mila anni fa - si trovano ormai soltanto i resti di Homo Sapiens Sapiens: Cioè dei nostri lontani antenati, che ci assomigliavano in tutto e per tutto. E che poco dopo dovevano lasciarci (a partire da 30 mila anni fa) opere d'arte raffinate, come statuette e pitture rupestri. In pratica quegli uomini eravamo noi...'  

Diluvio – mi ripeto ancora una volta sovrappensiero – e non dissolvenza incrociata!
Un 35 mila anni fa o giù di lì…, e dopo è rimasta solo la razza umana: non quella precedente il diluvio ma quella ricostituitasi dopo, dalla discendenza della famiglia di Noè...

Sono a questo punto delle mie considerazioni quando trovo in una libreria una copia arretrata della Rivista 'Le Scienze' (ottobre '95) - interamente dedicata, in quel numero mensile, alle 'origini' dell'Umanità  - con una serie di articoli interessantissimi redatti da alcuni dei più grandi specialisti mondiali in questo genere di ricerca .
Si tratta di 'relazioni' a carattere scientifico-divulgativo svolte da insigni studiosi di antropologia, biologia e genetica.
In particolare si fronteggiano, anche polemicamente, due teorie contrapposte.
La prima, quella che si rifà all'evoluzionismo, sostiene la tesi che l'uomo moderno, quello 'sapiens-sapiens', è appunto il discendente di una razza di 'ominidi' che erano un pò ovunque sparpagliati sul pianeta e  che si è 'evoluta' modificandosi nel tempo e producendo poi gli individui attuali sia pur differenziati morfologicamente secondo le diverse caratteristiche razziali.
La  seconda sostiene invece - forte  anche delle più  recenti scoperte scientifiche nel campo della biologia molecolare e  della genetica - che vi erano certamente delle razze di 'ominidi' ma essi - come documentato anche dalle scoperte archeologiche in alcune grotte del Monte Carmelo - si son trovati ad essere anche  c o e s i s t e n t i, contemporanei dell'uomo moderno.
Dunque - si sostiene - i 'neandertaliani'  non sono gli 'antenati' dell'homo sapiens, anzi si può ragionevolmente supporre che l'homo sapiens fosse notevolmente più 'antico' del Neanderthal e comunque non frutto di evoluzione da un ominide.
Questi studiosi avrebbero perciò concluso dal canto loro che l'uomo di Neanderthal avrebbe avuto origine 200.000 anni fa da un antenato comune all'uomo moderno: sarebbe  cioè  'lui', il Neanderthal, ad essere il  discendente di un 'Sapiens Sapiens', e non l' inverso.
Come dice il Gesù della mistica Valtorta, insomma.
Essi precisano di aver trovato tracce di 'incroci', cioè di ibridazioni fra ominidi e uomini, in particolare scoperte su reperti e  nei 'g e n i' degli aborigeni australiani attuali.
Gli esperti di genetica contestano dunque energicamente i paleoantropologi, sostenendo anche che le diverse razze umane hanno avuto origine da un unico ceppo, quasi certamente situato in Africa.
Mi dico  a questo punto che il fatto di provenire da un unico ceppo e da un comune territorio d'origine sarebbe una ulteriore ragionevole convalida del  racconto biblico sul 'Paradiso terrestre' nel quale si trovava l'uomo primo...
Anche questi esperti di Genetica, tuttavia, non sanno spiegarsi come mai, ad un certo punto della 'storia', non solo i neanderthaliani ma anche gli altri tipi di ominidi si siano completamente estinti, rimanendo in vita solo l'uomo moderno.

Rimango un pò a riflettere.

Questi - mi dico sorridendo fra me e me - non  hanno evidentemente letto la Bibbia nè la Valtorta, non sanno anche niente delle 'figliole degli uomini' (cioè quelle seducenti femmine di 'belluina ardenza' nate dalle 'intemperanze' di Caino, a loro volta  incrociatesi con i discendenti di Set per dar vita a degli altri 'ibridi', quegli 'uomini potenti e famosi nei secoli').
Inoltre non possono aver collegato il Diluvio alla improvvisa e contemporanea scomparsa dei neanderthaliani e degli altri ominidi con successiva ripopolazione della terra.
Comunque - per non saper nè leggere nè scrivere - sono arrivati alla mia stessa conclusione 'pratica': vale a dire che l'uomo non discende dalla scimmia.

L' autorevole estensore di questo articolo aggiunge ancora che si deve prendere  atto  che si va ormai diffondendo a livello scientifico un consenso generale sul fatto che gli esseri umani moderni esistessero già in Africa e nel Vicino Oriente prima di comparire in Europa ed in Australasia.
Gli uomini moderni (lo si è scoperto rincorrendo le loro traccie sulla base degli studi di genetica ) si sarebbero diffusi dall'Africa all' Asia e quindi, attraversando lo stretto di Bering sarebbero passati in America del Nord scendendo giù in America del Sud fino al Cile, alla media di 15 km. per ogni 1000 anni, in un periodo di circa 10.000 anni, come si evince dall'esame dei geni che gli indigeni d'America  (nord e sud) hanno in comune  con le popolazioni asiatiche ivi comprese alcune particolari caratteristiche dell'apparato dentario.

Questi studi di genetica sulle 'migrazioni', mi dico, confutano quindi anche su questo punto la teoria evoluzionista che aveva avanzato l' ipotesi della comparsa 'contemporanea' di tanti uomini nei punti più disparati della terra, discendenti da altrettanti ceppi diversi di ominidi.

Rimango a riflettere sulle enorme rilevanza che hanno assunto negli ultimi decenni le scoperte della genetica che, purtroppo - sulla base del conseguente sviluppo della ingegneria genetica - comportano ora rischi grandissimi di manipolazione del Dna umano.
Osservo  infine con molto interesse tutto il corredo di mappe geografiche sulle zone di origine e di emigrazione delle popolazioni primitive come pure gli schemi e gli alberi genealogici dai quali discenderebbero le attuali razze umane...

Luce:
Facciamo uno 'schema' anche noi:
    1.   Ominidi di vari tipi
          Come esistono varie specie di una stessa razza animale. Questi erano presenti in vari territori.
    2.   Uomini veri e propri
          A parte le affinità morfologiche e fisiologiche, per cui vi erano molti punti di contatto comportamentali e nella vita di società, vi era - rispetto ai primi - una sostanziale differenza costituita da
         . un corpo fisiologicamente molto più 'evoluto'
         . una capacità intellettiva e cerebrale molto più profonda
         . la presenza, nell' uomo, dell' anima

    3. Poi, gli uomini, una parte degli uomini, si sono incrociati sessualmente con  una specie di ominidi, ne è nato un 'ibrido' che, così come avviene nella selezione delle comuni specie animali, è risultato una via di mezzo, un 'incrocio', con caratteri di un soggetto e dell' altro, e quindi in una certa misura più 'evoluto' (dell' ominide) anche cerebralmente oltre che fisicamente. Questo è quello che voi chiamate 'uomo di Neanderthal' e che Io, per mezzo dei profeti, ho chiamato 'figlio dell' uomo', contrapposto al 'figlio di Dio', perchè il figlio di Dio ha anima spirituale e il figlio dell'uomo, in quanto figlio della 'carne', frutto di un incrocio bestiale, no.

D'altra parte non vi deve meravigliare, non deve meravigliare voi ‘negatori’ il fatto che  il  frutto  dell'incrocio  bestiale dell'uomo Caino con un ominide non fosse  portatore di  anima, visto che voi la negate, l' anima, persino al figlio dell'uomo vero.                  
Nè deve stupire, questo fatto, i figli di Dio, non negatori, posto    che  l’Anima la infondo Io ogni volta che un embrione d'uomo, dico d'uomo da  me creato come tale e non di 'animale', si forma.
Ma l'uomo primitivo, parlo dell uomo vero non dell' ominide nè dell' incrocio ibrido, aveva una civiltà primitiva rispetto a quella attuale. Ecco perchè hai letto che originariamente gli uomini 'veri' e i neanderthaliani usavano attrezzi in qualche modo simili. Le esigenze di sopravvivenza erano infatti analoghe e, considerate le analogie anatomiche ed anche - con le dovute differenze -  cerebrali, i comportamenti non erano molto diversi : ricordati che qui stiamo parlando non più dell' uomo 'perfetto', cioè dei Primi Due prima del Peccato, ma dell' uomo decaduto, quello con il sistema genetico sconvolto dal 'virus spirituale e psicologico' del Peccato d' Origine e che quindi era precipitato, se non al livello dell' ominide, certo ad un livello molto inferiore rispetto all' uomo
primo. Ma la potenzialità intellettiva dell' uomo vero era molto molto superiore a quella dell' ominide, per cui se non fosse intervenuto il Diluvio a distruggere la razza mista dei 'figli dell' uomo' oltre che  quella corrotta dei 'figli di Dio', il 'neanderthaliano' sarebbe rimasto tale (come rimangono tali tutte le razze animali che, indipendentemente dal differente livello intellettivo, non progrediscono e rimangono identiche nonostante trascorrano migliaia o milioni di anni ) mentre l' uomo, quello sapiens, avrebbe progredito nella civiltà, come è poi successo e come si vede con l'uomo attuale. Anche se questa è 'civiltà' materiale e non di spirito, perchè sul piano spirituale l' uomo è in genere regredito perchè è riuscito a raffinare enormemente la sua cattiveria.

Medito a lungo e mi dico che Genetica e Biologia molecolare rendono - dopo le ironie che avrà raccolto la Valtorta quando scrisse queste cose 50 anni fa - indirettamente giustizia alla Mistica che aveva osato scrivere dell'uomo-scimmia, non discendente dalla scimmia ma frutto incrociato (interbreeding!) di un uomo con una 'scimmia', cioè un ominide.
Rimugino anche sull'albero 'genealogico' degli uomini.
Non sono mai stato forte in questa materia: quando mi spingo dopo il 'cugino in seconda' vado già 'in tilt', come anche se mi chiedeste che grado di parentela ha con me una 'pro-zia'.
Riepilogando però alla luce di tutto quanto sopra, mi sembra di poter per mio conto riassumere e 'interpretare' la portata complessiva del Capo 6° della Genesi, alla luce del ‘combinato disposto’ del Gesù della Valtorta – nei termini seguenti:

.    Dall'incrocio fra Caino e le femmine di ominide nasce il  Neanderthal, chiamato 'figlio dell' uomo',  perchè figlio della 'carne', e quindi primo ibrido frutto di un accoppiamento con una 'bestia', conseguentemente non dotato di anima da Dio.

.    I 'figli di Dio', cioè i discendenti di Set, si sarebbero a loro volta incrociati con le ‘figlie degli uomini’, e cioè con delle belle femmine 'razza' Neanderthal, producendo un secondo ibrido, vale a dire gli 'uomini potenti, famosi nei secoli'. Anche questi – però - frutto di un incrocio con degli esseri animali intelligenti ma senz’anima come quelli derivati dal primo incrocio.

.   Poi, ominidi, Neanderthal, ‘uomini potenti' e ‘uomini... normali’ sono stati tutti distrutti dal Diluvio, tranne Noè e la sua famiglia che hanno ridato origine alla attuale razza umana, la stessa che popola oggi la Terra.
Ora sì che mi sembra tutto chiaro. Che fatica, però.
Ma non mi sento ancora 'tranquillo', non vorrei prendere una 'cantonata'.
Mi vado allora a cercare un 'altro' testo biblico, ne scelgo uno con una traduzione che dovrebbe essere 'affidabile': 'La Sacra Bibbia' delle Edizioni Paoline.
Apro: Genesi,  Capo 6°, e vi leggo testualmente

STORIA DI NOE'

6. Corruzione dell' umanità. Gli uomini frattanto si erano moltiplicati sulla faccia della terra ed erano nate loro delle figlie. I figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano adatte, si presero in moglie tutte quelle che loro piacevano. Allora il Signore disse: "Il mio spirito non rimanga per sempre umiliato nell'uomo, perchè è carne: la sua vita non sarà che di 120 anni". In quel tempo vi erano i giganti sulla terra e anche dopo, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini, le quali generavano loro dei figli. Sono essi quegli eroi famosi fin dai tempi antichi. Il Signore vedendo che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i pensieri concepiti nel loro cuore erano soltanto malvagi, si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo; e disse:"Sterminerò dalla faccia della terra l'uomo da me formato: uomini e animali, rettili e uccelli dell'aria, poichè mi pento d'averli fatti".
     Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. Questa è la storia di Noè. Noè fu giusto, intemerato fra i suoi contemporanei: egli camminò con Dio. Noè generò tre figli: Sem, Cam e Jafet. Or tutta la terra era corrotta, poichè ogni mortale aveva corrotto la sua condotta su di essa."

Dò un'occhiata alle 'note' in calce  della Bibbia che dicono:

6.2: Figli di Dio sono i discendenti di Set, Figlie degli uomini sono i  discendenti di Caino; tale, almeno, è l' interpretazione che hanno dato i Padri a questo testo difficile, a partire dal IV° secolo

‘Testo difficile’? Eccome, c’è voluto il Gesù della Valtorta!