(M.Valtorta: 'I Quaderni del 1943', 10.10.43, pagg. 411/415)
- Centro Editoriale Valtortiano -

127. Ma non vuoi, per Me, almeno soffrire - cioè  'accettare' di soffrire  con amore -
almeno le 'normali' sofferenze che una vita normale ti impone?

                           

Oggi è San Giuseppe, Festa del Papà.
Ho appena letto due 'dettati' che Gesù dà alla Valtorta il 10 ottobre 1943 e ci rifletto sopra perchè alcuni concetti mi hanno particolarmente colpito.
Nel primo dettato Gesù parla dell'importanza della Grazia. Gli uomini, che pur sono dotati di un' intelligenza superiore, sovente agiscono sconsideratamente quando non anche con bestiale irriflessione perchè in loro si è lesa o spenta del tutto la forza dello spirito a causa del peccato che leva la Grazia. La Grazia ci mantiene infatti in contatto con Dio e ci illumina delle sue luci.
La causa di tutti gli errori che si commettono sulla terra è il peccato che separa l'uomo dalla Grazia e quindi lo rende cieco.
Chi invece vive in Grazia - continua Gesù - ha il Sangue di Cristo che circola in lui e lo nutre al punto che il Padre suo e nostro, stringendoci al seno, non distingue più il nostro essere 'figli' di Adamo e ci chiama 'figli', figli come Gesù, e quando giungiamo al termine della  nostra vita terrena  ed entriamo in quella eterna il Padre ci saluta con i suoi bagliori di Luce perchè riconosce in noi una parte di Sè che torna alla Sorgente divina da cui è scaturita.
Gesù invita quindi gli uomini a vivere in Lui e di Lui, perchè la gioia che ci attende, rispetto a questa vita terrena che per quanto possa esser penosa è un attimo rispetto all' eternità, è smisurata come la gloria di Dio.
Nel secondo dettato Gesù sottolinea l' importanza enorme di imparare ad amare, perchè l'Amore è il principale attributo di Dio ed è la scienza delle scienze perchè ci fa maestri nella scienza che dà Vita: la scienza di conoscere Iddio.
'Colui che ama - dice Gesù - possiede la vera intelligenza. Dio non si divide da chi lo ama. Ora, se Dio è in voi, voi possedete in voi l' intelligenza stessa, ed essa vi comunica le sue luci, così come fiamma chiusa in un cristallo traspare e riscalda al di fuori. E Dio è fiamma che vive in voi quando voi lo amate. La vostra natura umana si indìa al contatto. L' uomo, animale dotato di ragione, cade come crisalide di farfalla e subentra il vero superuomo che non è quale lo crede il mondo: un povero superbo pieno di errori e di boria, ma un essere che, non ancora angelo e non più uomo, ha dell' uomo le lotte che danno il merito e degli spiriti la libertà sopra il senso, la luminosità e la chiaroveggenza, per cui la Verità si disvela e Dio appare - Padre e Signore - nella sua sopressenziale Bellezza...'

Luce:
La Grazia! Splendido Dono. Splendido Dono fatto da Dio all'Uomo Primo. Splendido Dono fatto dallo Spirito Santo che volle santificare l'Uomo.
Splendido Dono che lo Spirito di Dio ancora concede all' uomo per consentirgli di tornare a Lui, alla Fonte di ogni Bene: l'Amore.
L'importanza dunque di amare. L'importanza di amare.
L'importanza di amare non te la ripeterò mai abbastanza perchè Io stesso sono Amore, capisci ora ???
Quale dono più bello che comunicarti - con la Grazia - l' essenza di Dio ? Tanti modi per amare, ma è sempre l'Amore la strada che porta a Me.
Abbandonarsi. Ecco l' importanza dell' abbandono.
Abbandonandoti tu ti metti in condizione di ricevere l' Amore, perchè l'Amore, anche quello umano, è 'abbandono'.
Puoi chiedere di amare : questo è quello che hai fatto, e questo è un dono mio che ti posso dare. Ma non posso darti quello che in realtà non vuoi, perchè rifiuti di abbandonarti e ricevere il mio Amore a braccia aperte. Questo amore che ti do, così, è 'imperfetto'. Imperfetto perchè da parte tua non c'è 'donazione'. Chiedi 'amore' ma contemporaneamente ti chiudi come ostrica nel tuo guscio. Come posso dunque dartelo?
Ecco, vedi?  "Padre, insegnami ad amare" non significa che il Padre ti dà gratuitamente il dono dell’Amore ( perchè questo va guadagnato, perchè ti identifica a Dio ) ma che il Padre ti 'insegna', come al figlio, come si fa ad amare. Capisci?
Prima la 'preghiera' al Padre, 'accettata' e voluta.
Poi il primo insegnamento: 'saper soffrire per imparare ad amare' o, se preferisci, 'saper amare per saper soffrire'


Ora, questo. Sì, questo secondo insegnamento: cioè che senza abbandono, cioè senza 'accettazione', non si fa neanche il primo gradino, che poi è l'unico perchè il resto solo dolce pendìo ( in discesa..., sì, in discesa! )  è.
Dunque l'Amore non è disgiunto da sofferenza.
Ma a tuo conforto, per tuo aiuto, ti ho anche detto, fatto chiaramente capire che non sarà sofferenza di "vittima". Capisci?
Ma non vuoi, per Me, almeno soffrire - cioè accettare di soffrire con amore - almeno le normali sofferenze che una vita normale ti impone?
Vedi quanto poco ti chiede tuo Padre? Solo un piccolo passetto fra le mie braccia ed Io farò il resto... Ma non un "resto" che ti terrorizzi, ma un resto che condividerai in piena libertà e convinzione intellettuale di uomo pienamente libero. Comprendi? Ti fidi di Me? E allora vieni.
Vieni pure con tua moglie, se è quello che vuoi, se è quello che temi di non poter fare, anche Lei è Figlia mia.
Lei però è più docile. Tu, invece, come sai bene, sei il puledro scontroso, il cavallo bizzarro  che, riconosciuto l’Amico, lo ama, gli si avvicina, annusa il palmo della mano, ma rimane un pò diffidente, sospettoso, pronto a ritirarsi anche al minimo gesto di affetto. Capisci il paragone? Ma allora devi imparare ad amare, altrimenti non potrai svolgere la tua missione di 'soldato' Mio. E per imparare ad amare ti chiedo solo un "sì". Non tanti ragionamenti, come tu fai, pieni di "ma", di "se" e di "distinguo". Ti chiedo solo di fare quel piccolo gradino fra le braccia del... Padre. Non sei contento? Più facile di così...