60. LA SOSTANZA DELL’ESSERE CRISTIANO:
IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

 

Sono arrivato a leggere l'ultima 'Lezione' che l'Angelo Custode Azaria impartisce alla Valtorta.1
E’ tuttavia una lezione che – sia pur da me commentata in un contesto ed in un modo diverso - avevo già letto dodici anni fa in occasione della stesura del mio primo libro.
Perché riassumerla in maniera diversa?
Non aveva forse detto Messori – appena due capitoli fa – che tutti i libri successivi sono, in fondo, una ripetizione di quanto detto nel primo?
E allora ripetiamo quel che avevo spiegato allora, dato che continua ad essere attuale come se lo scrivessi solo adesso. 2
In quest'ultima lezione Azaria conclude i suoi insegnamenti spiegando che il Regno del Cielo non è un dono 'gratuito', ma che i cristiani devono essere dei 'lottatori' e cita al riguardo S. Paolo che disse: '...il cristiano è una spirituale vita di atleta nella grande arena della terra, durante il giuoco più o meno lungo della vita umana, per conquistare il premio che spetta ai vincitori...'.3
Ma i corridori  negli stadi – fa giustamente notare San Paolo - si sottopongono ad ogni sorta di astinenza per un premio incerto, perchè uno solo di essi lo vince, mentre commenta Azaria chiarendo il concetto - coloro che lottano per il premio eterno sono certi di ottenerlo, tutti, perchè Dio è buono e dà premio anche a chi non è il primo atleta, ma con tutte le sue forze e con tenace volontà fa quanto è capace di fare, nè cessa dopo un tempo il premio del Signore, ma dura per l'Eternità.                  
Azaria continua ancora, sottolineando che bisogna 'lottare perciò veramente contro gli avversari, silenziosamente, nel segreto dell'io, là dove lo spirito ha contro la carne, il demonio e il mondo, ha contro la concupiscenza triplice, le seduzioni, le tentazioni, le violenze, le reazioni alle violenze, tutto. E' una lotta continua e tenace, un corpo a corpo coi diversi nemici sempre risorgenti in voi e intorno a voi...' .

Medito a lungo su queste parole e mi torna alla memoria uno 'speaker' della emittente radiofonica  cattolica 'Radio Maria' sulla quale talvolta mi sintonizzo perchè vi sono degli interventi veramente interessanti, 'speaker' – dicevo - che parlava appunto del 'combattimento spirituale' e citava come riferimento l'immagine iconografica di San Giorgio (che è anche 'patrono' della 'Cavalleria') il quale viene raffigurato come un 'cavaliere', rivestito di corazza, che combatte contro un 'drago'.
Il 'relatore' radiofonico ne spiegò il simbolismo per cui - se ho ben capito - il 'cavaliere' rappresenta il nostro 'spirito' e il 'drago' rappresenta i sette 'vizi' dell'Io che, combattuti e tagliati nella testa, rispuntano continuamente pronti per un nuovo combattimento.
Mi piace questa spiegazione. Rende anche l'idea dell'improba battaglia che cerco da un po' di tempo - dico: cerco - di fare dentro me stesso trovandomi ogni giorno di fronte ad una (una?) testa  da...tagliare.
Tra l'altro l'immagine di San Giorgio me la 'vedo' tutti i giorni - quasi mi volesse ammonire  o 'invitare' - campeggiante sulla cappa del 'camino' nel salone al piano terra mentre un'altra - cesellata in rilievo su di un quadro in ceramica, rilievo bianco su fondo azzurro - fa bella mostra di sè su una parete del mio studio.
Mi piace questa 'idea' del cristiano, mi piace anche perchè - del 'cristiano' - non mi dà quell'immagine piagnucolosa da 'baciapile' che - ve lo confesso - avevo sempre avuta in passato, ma quella 'virile' di un 'combattente' che deve fare le battaglie più dure, quelle contro se stesso.
Sono qui che scrivo, sono nel mio studio, in 'torretta'.
Alzo lo sguardo. Dalle grandi finestre ad arco che decorano due pareti vedo a destra le cime degli alberi e, di fronte, un panorama di dolci colline verdi che si perdono in lontananza.
Mi cade l'occhio sul 'San Giorgio', cerco di immedesimarmi in lui ma poi mi scuoto e dico:"Ma che mi prende? mi lascio mica suggestionare da un 'quadro'?..."

Azaria:
Hai finalmente capito quale è la 'sostanza' dell'essere 'cristiano': quella di combattere ogni giorno nello stadio del proprio 'Io' contro se stesso, quella di combattere come San Giorgio il 'drago' dalle sette teste per salvare il proprio spirito.
Sii eroe, sii atleta e guadagnerai il Cielo! .

Qualche tempo dopo…
Ero in dormiveglia.
Dopo una vacanza di qualche giorno sulle Dolomiti stavamo - con mia moglie - rientrando sulla via di Trento. Splendide queste vallate e queste montagne... 
Mi ero fatto dare il cambio alla guida e, accomodatomi sul sedile con un piccolo cuscinetto (di quelli gonfiabili, 'antiartrosi') sotto il collo, avevo reclinato lo schienale e mi ero comodamente adagiato cercando di recuperare un po' di forze facendo - nonostante le continue curve - un esercizio di 'training autogeno'... finito indecorosamente in un 'pisolino'.
Ero in dormiveglia, o forse dormivo e sognavo. Pensavo al mio libro.
Come spiegare agli altri, che non vogliono sentir parlare nè dell'Angelo Custode Azaria nè di San Paolo, in che cosa consiste il combattimento spirituale al proprio interno e le difficoltà che si incontrano?
Quale è la difficoltà principale del mio libro?
Parlare agli altri, a quelli come me, di cose spirituali parlando un linguaggio profano.
Il fatto è che io non riesco ad esprimermi bene nè in maniera spirituale nè... profana. Io stesso - dicevo - mi sento pieno di contraddizioni che non so spiegarmi.
Cerco di darmi una disciplina, delle regole, ma quando meno me l'aspetto salta fuori un altro 'Me' che dice la sua e butta tutto all'aria.
E' un 'Me' impertinente, a volte sarcastico, a volte 'impudico' (mi capite?), a volte trasgressivo, come se volesse veramente dar 'scandalo' e dare agli altri di me un' immagine diversa da quella che - a furia si sentir 'lezioni' - mi sforzo da qualche tempo di assumere, anzi da quella che mi sforzo di diventare.
Sono trasgressioni - mi dico - che non pensavo neanche prima che - quasi per gioco, o forse per sfida - iniziassi il 'combattimento atletico'  contro quel gigante che è il mio 'Io'. Davide e Golia, mi dico. Davide, con una fionda, ha vinto. Ma io?
So - perchè l'ho letto da qualche parte nell'opera della Valtorta - che dentro di noi si nascondono un 'dio' e una 'bestia'. Ma come spiegarlo agli altri?
Nel sonno, o forse in dormiveglia perchè sento vagamente che l'auto affronta dei 'tornanti', mi sembra che il mio 'Subconscio' mi dica :'La tua anima è come un 'autista'... a due teste.' .
Mi sveglio di colpo, ancora insonnolito, agguanto un 'block notes' che tengo sempre a disposizione per quando mi vengono delle ispirazioni per il mio libro e, prima che questo barlume di pensiero mi sfugga, scrivo: 'La tua anima è come un 'autista'... a due teste.'.
Rimango un poco lì, ancora intontito, mentre mia moglie mi guarda meravigliata per il mio risveglio da… 'sprinter'.

Azaria:
La tua anima è come un ‘autista’… a due teste.
Il vostro 'io', il vostro essere, la vostra anima è formata...,anzi, è come se fosse un pilota d'auto con due 'teste'...
Ogni testa ha una sua particolare psicologia, una sua particolare personalità. La testa di 'sinistra' è quella che ha preso sin dalla nascita il sopravvento, perchè l'altra è più debole di volontà.
La prima è proterva, bellicosa, dominante, aggressiva, dedita alla 'sopravvivenza'. E' un guidatore spericolato: frena, accelera bruscamente, sorpassa senza preavviso, sorpassa in curva, supera i limiti di velocità, non rispetta gli 'stop'. Mette continuamente a repentaglio la propria 'vita' e... quella degli altri.
E la seconda testa 'subisce' tutto questo. 'Vede'  che la prima sbaglia, ma 'non osa', non riesce a farsi ascoltare perchè la sua voce è flebile e la sua volontà - non esercitata fin dalla nascita, perchè nata 'gracile' - non riesce a farsi 'sentire'.
I 'due' rischiano, dunque, la vita insieme.
Poi però succede 'qualcosa'. Di solito un 'incidente' a sè o ad altri 'automobilisti'. E allora la prima 'testa' comincia a riflettere. Non è stupida. Incosciente sì ma non stupida. Capisce che, come gli altri perdono la vita, anche lei la può perdere, perchè di vita ce n'è una sola. E allora capisce che è bene cambiare comportamento, capisce che con il suo carattere non è più tanto adatta a guidare senza rischiare, e decide di passare i 'comandi', lasciare i comandi alla sua testa 'a destra' che avrà la volontà più debole ma è molto più saggia e prudente.
E la testa di destra assume la guida ed il controllo dell'auto. E guida anche bene. Ma la sua è una guida 'troppo' regolare, prudente. Rispetta i semafori, le precedenze, gli stop, accelera dolcemente, frena...sopratutto frena quando si deve dare la precedenza agli altri. Insomma, la sua guida è una sofferenza, un vero inferno!
La testa di sinistra non ne può più, vorrebbe strapparle il volante ma quella di destra ormai ci ha preso gusto, si è 'irrobustita' ed impratichita nella guida, anche la sua volontà è molto più forte, e non molla, non molla quel maledetto volante! Ma ecco che... zac! Il volante lo agguanta... una sterzata paurosa... ma l'altra lo tiene e mantiene la macchina in carreggiata.
La testa di sinistra è furente e impotente, vorrebbe picchiare la testa di destra ma le 'sue' mani ormai le controlla la testa di destra.
E così il viaggio continua...
Ad un certo punto la testa di sinistra si accorge che quella di destra è stanca, un po' insonnolita dalla lunga guida, e allora ...zac! prende il comando e pigia sull'acceleratore. Ah, che bello...! La macchina schizza via veloce... Che velocità! Semafori, stop, strisce pedonali..., tutti 'bruciati'!
Ma la testa di destra si sveglia, dà una sberla - con la mano che controlla - alla testa di sinistra e riprende il volante.
La testa di sinistra è umiliata, 'sente' che l'altra testa ormai è più forte, si sente impotente.
Ora è lei che vorrebbe urlare, ci prova ma non riesce più a farsi sentire, e subisce. Ogni tanto scalcia, ogni tanto cerca di afferrare il volante e l'auto sbanda..., sbanda ma poi continua la sua strada perchè la testa di destra ha il sangue 'freddo', si è fatta esperta e non si lascia sorprendere più tanto facilmente.
Ecco, lo spirito ha vinto, la testa di destra ha vinto, o quasi. Perchè, in realtà, deve sempre stare in guardia, la strada è lunga e non sa se finirà all'improvviso o quando...
Al volante c'erano un santo ed una belva. Ha vinto il santo, ma la belva è sempre in agguato.
Questa è la battaglia del tuo 'Io'.
Rimani sempre in guardia. In te hai un 'dio' e un 'dèmone'. Tieni il dèmone in catene, anzi in gabbia, e non ti avvicinare mai ... a portata di zampa.


1 M.V.: ‘Libro di Azaria’ – Cap. 50 – 2 febbraio 1947 – Centro Editoriale Valtortiano

2 G.L.: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 59 – Edizioni Segno, 1997 – vedere anche l’opera nel sito internet dell’autore: http.//www.ilcatecumeno.net

3 Ia Corinti 9, 24-27: «Non sapete voi che i corridori nello stadio corrono bensì tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte anche voi in modo da ottenerlo. Tutti i lottatori si sottopongono ad ogni sorta di astinenze, ed essi lo fanno per guadagnare una corona corruttibile, noi, invece, per una corona eterna. E appunto così io corro, ma non come alla ventura: faccio del pugilato, ma non come uno che dà colpi nell’aria: bensì tratto duramente il mio corpo e lo riduco schiavo, affinché, dopo aver fatto da araldo agli altri, non rimanga io squalificato»