17. IL VERO SIGNIFICATO SIMBOLICO DELL'OASI DI ELIM CON DODICI SORGENTI E  SETTANTA PALME

 

E' una Domenica delle Palme.1 L'Angelo Azaria istruisce come al solito la sua custodita.
In particolare Egli le spiega che nella Bibbia, dove si racconta anche la storia del popolo ebraico, sono adombrate figure e fatti destinati a realizzarsi (o a ripetersi) anche in futuro.2
Ad esempio, il  brano che accenna alle 70 palme dell'Oasi di Elim3 viene usualmente applicato in figura alle palme della Domenica delle Palme.
In realtà - precisa però Azaria - la vera figura è un'altra.
Dopo il tempo 'fertile' dei Patriarchi4, Israele si era ridotto spiritualmente ad un 'deserto' dove gli spiriti dei 'giusti' erano solitari come le Oasi con le loro sorgenti.
Le 70 palme rappresentavano dunque simbolicamente i 'santi' che ebbero il compito di richiamare ai propri doveri spirituali un Israele che se ne era allontanato sempre più dimenticando i benefici avuti e promessi da Dio.
Fu questo l'aridume trovato da Gesù Cristo quando, Verbo-Incarnato, scese sulla terra per completare le promesse fatte in precedenza al Patriarca Abramo: la 'Terra promessa' fattagli vedere in visione, una posterità più numerosa delle stelle nel cielo, un Messia che sarebbe nato dal popolo discendente da Abramo.
Fu Gesù Cristo - dice Azaria - a dare al popolo ebraico l'Oasi con dodici fontane e le settanta palme per dare  refrigerio e nutrimento, attraverso i dodici apostoli ed i settanta discepoli di cui si parla nei Vangeli, nucleo iniziale di quella che sarebbe divenuta la Chiesa.
Quanto al riferimento biblico della ‘manna’ piovuta dal cielo5, data da Dio agli Ebrei nel deserto per la loro sopravvivenza - e cioé una sostanza dolce, bianca, in misura tale per cui tutti potevano nutrirsene, tutti i giorni - essa è figura dell'Ostia Eucaristica, Pane del Cielo, nella quale è nascosto Gesù Cristo. Tremenda è dunque la responsabilità di chi se ne nutre senza essere in grazia, cioé essendo in stato di peccato, e nullo l'effetto benefico in tale situazione, così come era nullo l'effetto della manna raccolta senza rispettare le indicazioni del Signore.
La Domenica delle Palme - continua Azaria - precede la Settimana santa che si concludeva con il giorno più doloroso, cioé quello della Passione. Gesù fu vero Dio e vero Uomo e il suo essere Dio-Verbo-Incarnato non inficiò la sua perfetta Umanità.
Egli, con il suo Sangue divino, aveva voluto redimere una Umanità - che, un tempo perfetta, era poi decaduta - volendo portarla ad una 'superperfezione' che avrebbe sconfitto l'Inferno.6
Povera è la scienza - precisa ancora Azaria - che pretende di 'spiegare l'inspiegabile', che misura Dio con l'ordine di grandezza della propria limitata sia pur superba intelligenza, sostenendo l'autogenesi dell'Universo e della materia, cioé l'Autocreazione e la discendenza dell'uomo da una scimmia.


1 M.V. 'Libro di Azaria' - Cap. 8 - 14 aprile 1946 - Centro Editoriale Valtortiano

2 Vedi ad esempio il caso dell'Apocalisse dove la sconfitta dell'Anticristo da parte del Verbo Gesù nel corso della storia nella battaglia di Armageddon è 'figura' e anticipazione della definitiva sconfitta di Satana nella guerra di 'Gog e Magog' alla fine del mondo.

3 La Bibbia: Libro dell'Esodo: 15, 22-27 / Nota dell'autore: Ad Elim (che significa 'alberi') il popolo ebraico in fuga dall'Egitto attraversa il deserto privo di acqua ed incontra finalmente un'Oasi con dodici sorgenti e 70 palme.

4 Dopo Adamo ed Eva i più famosi furono Noè, Abramo, Isacco e Giacobbe, quest'ultimo chiamato da Dio 'Israele'.

5 La Bibbia, Libro dell'Esodo: 16, 1-36

6 La 'superperfezione', in definitiva, dell'uomo 'giusto' che alla fine del mondo e al momento del Giudizio universale risorge con il suo corpo glorificato per entrare - vero 'superuomo' - in Paradiso.