DOPO DUE GIORNI NELLA TOMBA POTRA’ IL CRISTIANESIMO VEDERE IL TERZO GIORNO DEL REGNO DI DIO?

(Ritornando sulle date di Don Gobbi e… di Maria Valtorta)

 

Nei numeri di Segno dello scorso luglio e poi ancora di settembre si è parlato diffusamente sulle date escatologiche contenute nelle ‘locuzioni interiori’, o meditazioni che dir si voglia, che il sacerdote carismatico Don Gobbi ha ricevuto in tanti anni dalla Madonna e che sono contenute nel libro ‘Ai figli prediletti della Madonna’ edito a cura del Movimento Sacerdotale Mariano.
Il filo conduttore delle ‘meditazioni’di Don Gobbi – che si snodano numerose su un percorso temporale di circa 25 anni nei quali la Madonna parla al suo strumento -  è quello di una interpretazione approfondita dell’Apocalisse  dove la ‘Donna vestita di Sole’, e cioè la Madonna stessa, si presenta come  la condottiera delle schiere celesti e degli uomini di buona volontà in terra per sconfiggere in uno scontro finale di questa fase storica il Dragone, cioè Lucifero, e preparare il terreno ad una nuova era.
La Madonna, dichiara infatti di essere ‘l’aurora’ del nuovo giorno del Regno di Dio in terra dove Gesù verrà nella gloria, dopo una grande tribolazione che colpirà l’Umanità sempre più empia e che fungerà contemporaneamente da punizione e purificazione. Il periodo cruciale di questi avvenimenti, che verrebbero in futuro caratterizzati da una manifesta scesa in campo di quel famoso personaggio che è l’Anticristo o dell’uomo iniquo di cui parla anche San Paolo, è previsto snodarsi in un periodo non esattamente precisato ma che si collocherebbe orientativamente a cavallo fra la fine del secondo millennio e gli inizi del terzo, cioè il periodo storico che noi stiamo vivendo.
Nel numero di agosto di Segno, in un articolo dal titolo ‘San Bernardo di Chiaravalle come Milingo? La venuta intermedia di Gesù’ avevo chiarito, anche se a grandi linee, i termini generali della cosiddetta ‘venuta intermedia’.
Fra i teologi vi è chi semplicemente la nega, giudicandola impossibile. Vi è chi – appoggiandosi anche ai carismatici - la sostiene sulla base della interpretazione letterale dell’Apocalisse e di alcuni brani escatologici dei Vangeli di Matteo, Marco e Luca dove si possono leggere nei discorsi di Gesù due ‘venute’ con caratteristiche diverse, una con l’Umanità che sopravvive e l’altra con la fine del mondo. Vi è poi chi considera le due come se fossero una sola, e più precisamente la venuta finale per il giudizio universale, e vi è infine chi - interpretando  l’Apocalisse in maniera allegorica, come Sant’Agostino che fece da ‘caposcuola’ influenzando per la sua ‘autorità’ i teologi successivi - tende a retrodatarla assimilandola alla venuta dell’Incarnazione o della Resurrezione, anche se leggendo è chiaramente constatabile che il Gesù dei Vangeli  parla di questa venuta decisamente come di una cosa molto futura.
Per quanto mi concerne sarei ‘tentato’ personalmente di aderire alla interpretazione della venuta per l’instaurazione del Regno che ne aveva dato nel XII° secolo il dottore della Chiesa San Bernardo di Chiaravalle, e cioè una venuta interiore nei cuori, occulta ma nella potenza dello Spirito Santo, sebbene io ritenga che la venuta del Regno sarà anche palese e non solo ‘spirituale’ e di pochi, come ora. Come è possibile che Gesù non venga ad instaurare visibilmente il Regno che ci ha promesso, visto che la terra se l’è comperata con il suo Sangue? Sarà una venuta che aprirà la strada ad una nuova Pentecoste che realizzerà – con una conversione generalizzata dell’Umanità – il Regno di Dio in terra, Regno che non avrà carattere politico ma spirituale. Sarà quello che l’Apocalisse chiama il ‘millennio di pace’ nel quale l’Umanità, dopo la grande tribolazione che l’avrà punita e purificata, potrà darsi un nuovo assetto di convivenza – basato sulla pace e sulla tolleranza – perché gli uomini dovranno fare i conti solo con il proprio io senza le aggravanti tremende delle suggestioni di Satana che per detto millennio verrà ‘incatenato’ all’inferno, come appunto recita l’Apocalisse.
Molta teologia razionalista moderna - specie quella di matrice protestante ma anche ‘cattolica’ ispirata dalle scuole storiche dei Renan, dei Loisy, dei Bultmann e dei loro epigoni, tutti influenzati dal pensiero illuminista e positivista dell’ottocento improntato al razionalismo - non crede più nello spirito di profezia che San Paolo invitava invece a non spegnere. Questa teologia spesso non crede nemmeno ai vangeli, dei quali – in base a metodi critici sovente discutibili – mette continuamente in discussione la storicità e quindi l’attendibilità, nella speranza di raggiungere una ‘fede’ adulta e depurata dalle ‘superstizioni’: vangeli insomma dai quali parole come verginità della Madonna, incarnazione, miracoli, esorcismi, resurrezione e ascensione al Cielo dovrebbero essere eliminate.
La grande scrittrice mistica Maria Valtorta, autrice di un’Opera complessa considerata dai conoscitori in tutto il mondo un vero e proprio capolavoro letterario e soprannaturale, ebbe molti critici razionalisti ma anche insigni sostenitori non escluso Pio XII il quale suggerì di pubblicare la sua opera anche senza Imprimatur  perché tanto chi avrebbe in futuro letto col cuore avrebbe capito che  quelle erano ispirazioni divine.
Lei vedeva continuamente in visione Gesù che la ‘formava’ e le consentiva di vedere in tempo reale, come con una telecamera nascosta, le scene della sua vita e della sua travolgente predicazione, scene che lei da letto trascriveva contemporaneamente con grande rapidità e senza correzioni su dei quaderni. Il 23 aprile 1943, mentre lei giace a letto paralizzata, Gesù si fa sentire nella sua mente per la prima volta e le chiede di accettare di diventare anima-vittima, e offrire la sua sofferenza per aiutarlo a salvare qualche anima, così come lui concede a qualche creatura che volontariamente si immola. L’esperienza di questa comunicazione è sconvolgente ma Maria Valtorta accetta e per lei la vita, paralisi a parte, diventerà un ulteriore calvario. Ma quel Gesù che le parlava in tono accorato quasi mendicando il suo amore per salvare gli uomini sempre più impenitenti, così esordiva:

La prima volta mio padre per purificare la terra mandò un lavacro d’acque, la seconda mandò un lavacro di sangue, e di che Sangue!
Né il primo né il secondo lavacro sono valsi a fare degli uonmini dei figli di Dio.
Ora il Padre è stanco, e a far perire la razza umana lascia che si scatenino i castighi dell’inferno, perché gli uomini hanno preferito l’inferno al Cielo e il loro dominatore: Lucifero, li tortura per spingerli a bestemmiarCi per farne dei suoi completi figli.
Io verrei una seconda volta a morire, per salvarli da una morte più atroce ancora…. Ma il Padre mio non lo permette…Il mio Amore lo permetterebbe, la Giustizia no. Sa che sarebbe inutile. Perciò verrò soltanto all’ultima ora…

L’ultima ora è qui, evidentemente, quella della Venuta per il Giudizio universale. Ma come mai Gesù le dice che verrà solo al momento del Giudizio universale quando poi nell’Opera – scritta fra il 1943 e il 1950 – sono così numerosi i passi dove Gesù parla di una sua ‘venuta’ imminente per costituire il Regno di Dio in terra, dopo la Grande Tribolazione e dopo l’annientamento dell’Anticristo?
A mio avviso Gesù dice più sopra che Egli verrà soltanto nell’ultima ora perché la venuta vera e propria da tutti riconosciuta sarà quest’ultima mentre negli altri dettati di Maria Valtorta la ‘venuta’ precedente per l’instaurazione del Regno di Dio è di tipo diverso: è infatti una venuta di Gesù-Verbo nella potenza dello Spirito Santo, per una nuova Pentecoste che darà l’avvio ad una nuova evangelizzazione nel millennio di pace (M.Valtorta: pagg. 130/139 de ‘I Quaderni del 43’, Centro Editoriale Valtortiano)
Se l’annuncio del Regno di Dio in terra costituì la base della predicazione apostolica dei primi tempi del cristianesimo, quello contestuale della sua ‘imminenza’ costituì uno dei principali incentivi ‘materiali’ alla conversione dei pagani.
Qualcuno, forse per consolarsi di questo Regno che dopo duemila anni non si è reso ancora visibile, ha sostenuto, e forse anche con ragione, che il Regno c’è già perché ha incominciato ad instaurarsi gradualmente fin dall’inizio con la conversione dei cuori dei cristiani sempre più numerosi. Ma anche l’Islamismo – che ad esempio ha combattuto per secoli il Cristianesimo – ha fatto e fa ancora proseliti sempre più numerosi ed anzi la prospettiva futura è quella di vederci addirittura ‘islamizzare’ visto che i cristiani occidentali stanno sempre più perdendo la fede. Il realismo ci dice in realtà che questa spiegazione del Regno di Dio in terra che sarebbe già in atto nei cuori non appaga del tutto la nostra ragione, perché è sotto gli occhi di tutti il fatto che Satana da duemila anni ha continuato a maramaldeggiare ed anzi la Teologia della storia ci fa capire che alla fine di questi duemila anni la situazione è addirittura peggiorata.
Perché? La risposta è di tipo mistico. Satana, sconfitto ‘in potenza’ dalla Redenzione che ha riaperto i cieli all’Umanità, si è scagliato con odio ed aumentata violenza contro gli uomini - che egli non vuol perdere ma vuole far perdere perché diventino non ‘figli di Dio’ ma ‘figli suoi’ - e contro la Chiesa che gli uomini glieli vuole strappare. La storia del calvario della Chiesa in questi duemila anni non è altro che la storia degli attacchi di Satana.
Satana ha mobilitato tutte le proprie energie per ritardare l’instaurazione nei cuori del Regno di Dio in terra: persecuzioni nei primi secoli contro i cristiani, eresie, scismi, e infine ateismo e materialismo degli ultimi due secoli e ancora persecuzioni nei regimi atei per arrivare alla attuale apostasia degli stessi cristiani che lo sono di nome ma non più di fatto e che hanno in molti casi perso addirittura la semplice nozione dei rudimenti del cristianesimo. Scismi, eresie e filosofie degli ultimi secoli  hanno prodotto un generale allontanamento dalla fede originaria e, sul piano politico, hanno innescato ideologie planetarie dagli effetti sociali dirompenti che – in una generale esplosione di odio – si sono tradotte in guerre dalla dimensione e gravità mai vista nei secoli passati e che, nel solo ventesimo secolo, si stima abbiano prodotto in tutto il mondo circa cento milioni di morti.
Non solo il Regno di Dio promesso non è ancora arrivato, ma è stato affermato che ‘Dio è morto’. Dio viene oggi combattuto con l’ateismo e con il materialismo edonista e, se non sempre con la violenza, certo anche con l’indifferenza. E’ dunque fallita la Buona Novella del Regno?
In ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ (Cap. 593.3, Centro Ed. Valtortiano) Maria Valtorta ( era il 6.3.45)  vedeva Gesù nell'Uliveto.
E' il Lunedì notte prima della Pasqua, cioè prima del Sacrificio del venerdì successivo. Gesù è triste perchè Egli 'sa' già quello che sta per succedere: cioè la sua cattura, condanna e crocefissione.
E mentre gli apostoli – reduci dal trionfo della Domenica delle palme - commentano soddisfatti fra di loro che Gerusalemme - in questa Pasqua - è piena di gente accorsa 'al rito' più che altre volte, Gesù - come se recitasse un ‘salmo’ (e parafrasando il Profeta Ezechiele, 39.17) esclama: ‘Radunatevi, affrettatevi, accorrete da ogni parte alla mia vittima che immolo per voi, alla grande Vittima immolata sui monti d' Israele, a mangiare la sua Carne, a bere il suo Sangue'.

‘Ma  quale  vittima ? Quale? Tu  sembri  uno  che sia preso da una follia fissa.  Non  parli  che   di  morte...  e  ci  addolori...’  gli  risponde  con veemenza l'apostolo Bartolomeo che, come gli altri apostoli, non voleva sentire parlare - in quel tripudio di folla dove tanti osannavano Gesù - di presagi funesti. In realtà Gesù cercava di 'preparare' gli apostoli a quello che sarebbe successo ma questi non volevano capire o tendevano a 'rimuovere' psicologicamente dalla loro coscienza quello che consideravano solo un 'cattivo pensiero' o comunque un pensiero che essi non volevano si avverasse.
Gesù rimprovera allora Bartolomeo perchè almeno lui, dotto ed esperto delle Scritture, avrebbe dovuto sapere quale sorte era riservata al Redentore e non illudersi - come gli altri apostoli - che la sua predicazione avrebbe sempre più convinto il mondo a seguirlo ed amarlo.
'No! – continua  allora Gesù parafrafrasando ancora i profeti Ezechiele,  Osea e Daniele - solo dopo che questa Terra avrà peccato contro di Me, e ricordate che sono parole del Signore al suo profeta, solo dopo, il popolo, e non solo questo singolo, ma il grande popolo di Adamo comincerà a gemere: "Andiamo al Signore. Lui ci ha feriti ci guarirà". E dirà il mondo dei redenti: "Dopo due giorni, ossia due tempi dell' eternità, durante i quali ci avrà lasciato in balìa del Nemico che con ogni arma ci avrà percossi e uccisi come noi percotemmo il Santo e lo uccidemmo - e lo percotiamo e lo uccidiamo perchè sempre vi sarà la razza dei Caini che uccideranno con la bestemmia e le male opere il Figlio di Dio, il Redentore, scagliando frecce mortali non sulla sua eterna glorificata Persona, ma sulla loro anima da Lui riscattata, uccidendola, e uccidendo perciò Lui attraverso le loro anime - solo dopo questi due tempi verrà il terzo giorno e risusciteremo al suo cospetto nel regno di Cristo sulla Terra e vivremo dinanzi a Lui nel trionfo dello spirito. Lo conosceremo, impareremo a conoscere il Signore per essere pronti a sostenere, mediante questa conoscenza vera di Dio, l'estrema battaglia che Lucifero darà all'uomo prima dello squillo dell'angelo della settima tromba che aprirà il coro beato dei santi di Dio, dal numero perfetto in eterno - nè il più piccolo pargolo nè il più vecchio vegliardo potrà mai più essere aggiunto al numero - il coro che canterà: 'Finito è il povero regno della Terra. Il mondo è passato con tutti i suoi abitanti davanti alla rassegna del Giudice vittorioso. E gli eletti sono ora nelle mani del Signor nostro e del suo Cristo, ed Egli è il nostro Re in eterno. Lode al Signore Iddio Onnipotente che è, che era e che sarà, perchè ha assunto il suo gran potere ed è entrato nel possesso del suo regno'.
Oh chi fra voi saprà ricordare le parole di questa profezia, già suonante nelle parole di Daniele, con velato suono, ed ora squillata dalla voce del Sapiente davanti al mondo attonito e a voi, più attoniti del mondo?!
La venuta del Re  - continuerà il mondo gemente nelle sue ferite e chiuso nel sepolcro, mal vivo e mal morto, chiuso dal suo settemplice vizio e dalle sue infinite eresie, l'agonizzante spirito del mondo chiuso, coi suoi estremi conati, dentro l'organismo, morto lebbroso per tutti i suoi errori - la venuta del Re è preparata come quella dell'aurora e verrà a noi come la pioggia di primavera e di autunno. L'aurora è preceduta e preparata dalla notte. Questa è la notte. Questa di ora...'.

Ma come possiamo interpretare meglio il senso di questa profezia velata del Gesù valtortiano? La Chiesa universale è chiamata a ripercorrere nel suo corpo mistico la Passione di Gesù Cristo, il quale fu prima crocifisso, poi rimase per due giorni nella tomba e infine risorse il terzo giorno meritandosi così la Gloria. Nonostante la Redenzione, che ha riscattato davanti al Padre l’anima degli uomini, e l’annuncio della Buona Novella del Regno  gli uomini hanno rifiutato il messaggio di Cristo, a cominciare dagli stessi ‘cristiani’, che anzi lo hanno sempre più combattuto. Nei primi due ‘tempi’ Satana verrà quindi lasciato libero di agire e di punirli finchè Dio non dirà il suo basta ma, nel terzo ‘giorno’, dopo la ‘passione’ della grande tribolazione, instaurerà il Regno di Dio in terra dove gli uomini finalmente vivranno al suo cospetto nel trionfo dello Spirito.
Ma cosa significano in realtà sulla bocca di Gesù, parole come ‘I due tempi’, ‘Il terzo giorno’, ‘La venuta del Re è preparata dall’aurora’, ‘L’aurora è preceduta e preparata dalla notte’, ‘Questa è la notte.Questa di ora’?
I due 'tempi' sono i primi due millenni. Il terzo giorno rappresenta il prossimo della nuova Era. I primi due millenni, che precedono il terzo millennio (dopo Cristo), sono la Notte alla quale segue l'Aurora (cioè il terzo millennio) che è il Tempo del Signore, periodo dopo il quale Satana scatenerà la sua ulteriore battaglia alla fine della quale ci sarà la fine del mondo con il Giudizio dove Gesù sarà Giudice e Re e noi il suo popolo. Il terzo millennio sarà il tempo di Cristo sulla terra: il Regno di Dio in terra.
Riepilogando:
Così come la notte è seguita dall'aurora, è l'aurora che precede il giorno dove il sole splende.
Dunque i primi due millenni dopo il Cristo, iniziatisi con il deicidio, rappresentano la notte che precede l' aurora.
L'aurora è quella del Regno di Dio (che noi invochiamo con il Pater) nel terzo millennio che porterà - dopo di questo e dopo ancora la battaglia finale con Lucifero, prevista dall’Apocalisse alla fine del mondo - al giorno fatto con il sole splendente del Giorno del Giudizio: giorno splendente per i Figli di Dio, al quale seguirà la Notte, questa volta ultima ed eterna, per i figli dell’Altro.
Ecco spiegato il senso di questa profezia.