(Teofilo il Siculo: ‘La Parusìa intermedia e i Segni dei tempi in J.N.S.R’)
- da ‘Il Segno del Soprannaturale’ – ottobre/novembre ’98 – Edizioni Segno -

 

 

Continuo a sfogliare la Rivista ‘Il Segno…’ e trovo un'altra croce, non quella di Dozulè, ma ‘La Croce della Pace’.
Infatti a Santa Maria, in California, c’è un'altra visione ad altra veggente, Carol Nole, che nel 1988 era stata invitata dalla Madonna a far costruire una croce, altezza 220 metri, su un promontorio che domina una vallata. Leggo che questa croce, oggi già costruita e visibile per miglia e miglia all’intorno: ‘dovrà ricordare alle genti quanto Gesù l'ami, donare speranza e pace, e attirare a lui molte persone’.
Qui però non è come a Dozulè, perché sacerdote e vescovo della Diocesi ci credono e Mons. John W. Rhode ‘non ha esitato a dare ufficialmente un giudizio positivo e a sostenerne l'esecuzione in virtù della sua guida spirituale per tutti coloro che desiderino far parte del progetto’.
È stata costituita una Fondazione spirituale per finanziarne la costruzione mentre il Consiglio comunale ha designato ufficialmente la città di Santa Maria: ‘Città della Pace’…
Rifletto sulla diversità di comportamento degli ‘uomini di Chiesa’…
Questa mattina mia figlia mi raccontava che ieri si era infilata in una Chiesa perché voleva fare la comunione.
Voi sapete – per inciso – che oggi i sacerdoti danno spesso la ‘comunione’, cioè l'ostia, in mano. Inoltre non si usa praticamente quasi più che il fedele – nel fare la comunione, in segno di rispetto - si inginocchi prima davanti al Santissimo, come si faceva ancora fino a qualche anno fa.
Beh, per farla breve, mia figlia – che invece è ‘tradizionalista’ - va, tira fuori la lingua e per di più si inginocchia mentre il prete, arcigno e seccato, le fa: ‘Questa poi…!’.
Te lo raccomando…, uno così. Roba da farti perder la fede.

Volto pagina e…

La PARUSIA INTERMEDIA
e i SEGNI DEI TEMPI in J.N.S.R.

É un altro articolo del prolifico Teofilo il Siculo che questa volta però non si arrabbia con Sant’Agostino ma parla comunque della Parusìa intermedia, e dice:

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Al termine di questa raccolta di motivi che illustrano la venuta intermedia del Signore come evento imminente, dobbiamo scrutare quei segni che il Vangelo ci indica (Matteo 24, Marco 13, Luca 21) per scoprire il tempo di realizzazione delle profezie di J.N.S.R.
Sappiamo dalla teologia che con l'avvento dell’Incarnazione siamo già entrati nella fase finale della storia segnalata dai profeti di Israele, tuttavia vi sono alcune scadenze escatologiche, come la venuta dell'Anticristo, la parusìa intermedia, la vittoria del Cuore Immacolato di Maria, il Giudizio interiore e la discesa della Gerusalemme Messianica, prima della fine del mondo con relativo Giudizio finale.
Nei quattro libri di messaggi di J.N.S.R. riscontriamo tutti quei segni che indicano l'imminenza della Parusìa di Cristo, anticipata da un annuncio mondiale...

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Rimango a riflettere… e concludo che per capirci qualcosa, e scoprire “il ‘tempo’ di realizzazione di queste profezie”, non mi rimanga che andare a vedere direttamente cosa dicono Matteo, Marco e Luca, cominciando da Matteo:

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Mt 24, 1-3:
Mentre Gesù, uscito dal Tempio, se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare la costruzione del Tempio.
Ma egli disse loro: ‘vedete voi tutte queste cose? In verità vi dico: non resterà qui pietra su pietra che non sia diroccata’
Mentre poi se ne stava seduto sul Monte degli Olivi, gli si avvicinarono i discepoli e, in disparte, gli domandarono: ‘Spiegaci, quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo?’

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Luce:
Prima viene la predizione della distruzione di Gerusalemme.
Quindi vi è uno ‘stacco’ di scena.
Infatti la predizione su Gerusalemme avviene dopo che Gesù se ne è uscito dal Tempio, quando – camminando – i discepoli si avvicinano e chiedono.
La seconda scena si apre con Gesù seduto sotto gli alberi del Monte degli Olivi.
Gli apostoli – in ansia per Gerusalemme e avendo capito e saputo da precedenti discorsi che Gesù sarebbe ‘tornato’, come pure che – ad un certo punto – vi sarebbe stata la fine del mondo, chiedono quando si sarebbero verificate queste cose.
Attenzione: gli apostoli chiedono quale sarà il ‘segno’ (leggi: i segni) della (seconda) venuta e della fine del mondo.
Non dicono ‘o della fine del mondo’!
Perché le hanno interpretate come due cose distinte.

Mt 24, 4-14:

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Gesù rispose loro: ‘Badate che nessuno vi seduca. Perché molti verranno in nome mio a dire: ‘Io sono il Cristo!’ e sedurranno molti.
Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre.
Guardate di non turbarvi perché non è ancora la fine.
Infatti si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno pestilenze, carestie e terremoti in vari luoghi.
Ma tutte queste cose non saranno che il principio dei dolori.
Allora vi metteranno al supplizio e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni per causa del mio nome. Allora molti soccomberanno e si tradiranno l'un l'altro e si odieranno a vicenda.
Sorgeranno molti falsi profeti e sedurranno molti.
E, per il moltiplicarsi dell'iniquità, in molti si raffredderà la carità.
Ma chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo.
E questa buona novella del regno sarà predicata in tutto il mondo, in testimonianza in tutte le nazioni.
Allora verrà la fine.

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Luce:
Gesù innanzitutto li invita a non farsi ingannare dai falsi profeti - per esempio le sette - che annunciano venute che non ci sono e che verranno creduti da molti.
Invece, quando allora egli verrà (e qui, ancora attenzione: come già detto, siamo in un momento diverso dalla predizione su Gerusalemme perché siamo sul Monte degli Olivi e la domanda riguarda la sua venuta e anche la fine del mondo), si sentirà parlare di guerra. Ma dice di non preoccuparsi perché, quella, non sarà ancora la fine del mondo.
Dovranno avvenire queste cose, ma non saranno ancora la fine del mondo.
I popoli si faranno dunque guerra, tanti popoli si faranno guerre, ci saranno pestilenze, carestie e terremoti in vari luoghi.
E queste cose saranno ancora l'inizio dei dolori e i cristiani saranno anche perseguitati e si tradiranno a vicenda.
Sorgeranno molti falsi profeti, cioè dottrine apostate: come il capitalismo, il marxismo, e modi di ragionare: come il positivismo, il razionalismo.
E – a causa della degenerazione spirituale e morale dell'Umanità – in questa, e in particolare in quella cristiana che nell'amore dovrebbe eccellere, si raffredderà la carità.
Ma per coloro che invece avranno cercato di mantenersi nella retta via seguendo la strada tortuosa e stretta, vi sarà la salvezza spirituale, nonostante i lutti e i dolori.
E non sarà la fine del mondo, quella della venuta (perché Gesù rispondeva a questa domanda: quali i segni della tua venuta e quali quelli della fine del mondo) perché ancora il Vangelo dovrà essere predicato nel mondo, a tutte le nazioni della terra.
E questo è un chiaro riferimento alla Nuova Evangelizzazione del terzo millennio felice.
Allora, cioè dopo, dopo il millennio felice, dopo cioè l'avvenuta evangelizzazione, allora verrà la fine del mondo.
Capito?
Andiamo avanti.

 

Mt 24, 15-28:
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Quando, dunque, vedrete l’abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo, comprenda chi legge, allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai monti; chi si troverà sulla terrazza, non scenda a prendere nessuna cosa di casa sua; e chi si troverà nel campo, non torni indietro a prendere il mantello. Guai alle donne incinte e allattanti, in quei giorni!
Pregate che la vostra fuga non debba avvenire d’inverno o di sabato, perché vi sarà allora una tribolazione sì grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai vi sarà.
E se quei giorni non fossero abbreviati, non scamperebbe anima viva: ma, in grazia degli eletti quei giorni saranno abbreviati.
Allora, se qualcuno vi dirà: ‘Ecco, il Cristo è qui!’ oppure: ‘É là!’, non gli credete; perché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno grandi portenti e prodigi da sedurre anche gli eletti, se fosse possibile.
Ecco, ve l'ho predetto.
Se, dunque, vi diranno: ‘Ecco, è nel deserto’, non vi andate; ‘Ecco, è nell'interno della casa’, non ci credete; perché, come il lampo esce dal levante e si mostra fino a ponente, così pure sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Dovunque sarà il cadavere, quivi si raduneranno le aquile.’

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Luce:
Continuando il discorso - e la domanda era sui segni, cioè quali sarebbero stati i segni della (seconda) venuta e quali quelli della fine del mondo - Gesù continua il discorso che stava facendo sulla seconda venuta e precisa che quando si vedrà dunque il segno della abominazione della desolazione predetto da Daniele (vedi Daniele) posta nel ‘luogo santo’ (cerca di capire tu…) allora – a causa dei disastri provocati dall'uomo – ci sarà un ‘fuggi-fuggi’ generale perché molti posti diventeranno insicuri e guai a non cercar scampo.
Vi sarà da sperare che questa ‘fuga’ non avvenga nel mezzo dei rigori stagionali o quando la gente sarà tranquilla e inavvertita in festa, perché veramente accadranno cose catastrofiche quali mai sono state viste fino ad ora (cioè fino al tempo di Gesù e degli apostoli) né mai più vi saranno fino alla fine del mondo.
E se i giorni della Grande Tribolazione non fossero abbreviati, per intercessione della Madre e dei santi, l'Umanità intera perirebbe.
Ma la Misericordia divina, dopo la Giustizia, scenderà sulla terra.
E vi sarà la Parusìa!
Ma anche lì non bisognerà credere ai falsi profeti che annunceranno un Cristo inesistente.
Perché infatti la ‘seconda venuta’ – te l'ho detto – è quella dello Spirito Santo.
Verrò Io: Dio-Spirito Santo, per la Nuova Evangelizzazione.

Mt 24, 29-51:
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Or, subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'Uomo, tutte le tribù della terra si batteranno il petto e vedranno il Figlio dell'Uomo venire sulle nubi del cielo con gran potenza e gloria.
Egli manderà i suoi Angeli che, con tromba dallo squillo potente, raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli.
Imparate dal fico la similitudine: quando i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi saprete che l'estate è vicina.
Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Figlio dell'uomo è vicino, alle porte.In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno ne sa nulla, né gli Angeli dei cieli, né il Figlio, ma solo il Padre.
E quello che avvenne ai tempi di Noè, avverrà pure alla venuta del Figlio dell'Uomo.
Infatti come nei giorni avanti il diluvio gli uomini mangiavano e bevevano, si sposavano e maritavano fino al giorno in cui Noè entrò nell'Arca, e non si rendevano conto di nulla finché venne il diluvio e tutti li travolse, così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo.
Allora di due uomini che si troveranno nel campo, uno sarà preso e l'altro lasciato.
Di due donne che saranno a macinare la mola, una sarà presa e l'altra lasciata.
Vegliate adunque, perché non sapete in che giorno verrà il vostro Signore.
Considerate bene questo: se il padrone di casa sapesse in quale vigilia della notte il ladro deve venire, veglierebbe certamente e non lascerebbe spogliare la sua casa.
Quindi anche voi state preparati, perché il Figlio dell'Uomo verrà nell'ora più impensata.
Quale è dunque il servo fedele e prudente, che il suo padrone ha costituito sopra la gente di casa sua, per dar loro il cibo a suo tempo?
Beato quel servo che il padrone, al suo ritorno, troverà così occupato.
In verità vi dico, che lo costituirà sopra tutti i suoi beni.
Ma se il servo è cattivo e pensa in cuor suo: ‘Il mio padrone tarda a tornare’, e si mette a percuotere i suoi compagni, a mangiare e bere con gli ubriaconi, il padrone di questo servo verrà nel giorno in cui meno se l'aspetta, e nell'ora che non sa, lo castigherà e gli riserverà la sorte degli ipocriti, là dove sarà pianto e stridor di denti’.

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Luce:
Immediatamente dopo (cioè subito dopo) la Grande Tribolazione di quei giorni, allora si vedrà il Segno del Figlio dell'Uomo.
Quale è il mio Segno? Non è la Croce?
E tutti capiranno a quel punto che quello sarà il ‘segno’ della mia venuta… spirituale, come Dio-Spirito Santo, nella Gloria della sua Potenza, sulle ‘nubi’: cioè spiritualmente, e non materialmente.
E così – parlando dei segni – come dal fico che mette su i germogli si capisce che l'estate (cioè la seconda venuta, la stagione piena del terzo millennio) è alle porte, è vicina, così anche voi capirete da tutti questi segni che essa è imminente.
Dopo aver ‘predetto’, Gesù (Mt 24, 34-35) introduce una frase:
‘In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno’
che obbligherà i cristiani ad essere vigili e sempre in attesa, come soldati con il fucile pronto al fianco, e dice – come farebbe il comandante di un esercito – che tutto ciò avverrà prestissimo… in questa ‘generazione’, per far capire che dovranno sempre stare pronti, per non farsi sorprendere addormentati quando il ‘ladro’ verrà di notte.
Gesù infatti precisa che nessuno conoscerà esattamente quando avverrà tutto ciò, e succederà come all'epoca del Diluvio universale.
Tutti erano tranquilli e vivevano nella ‘carne’ mentre Noè, il giusto che viveva in preghiera, si preparava vigile, finché non si scatenò veramente il Diluvio, travolgendo tutto e tutti, come succederà alla seconda venuta.
Allora, cioè prima della seconda venuta o meglio in coincidenza con questo periodo, buona parte dell'Umanità colta di sorpresa perirà, non solo fisicamente ma spiritualmente, perché non farà in tempo a pentirsi.
Nota bene: questo brano non si riferisce alla venuta di Gesù come Giudice.
Guarda infatti cosa dissi: ‘Al momento della mia venuta, quella intermedia, l'Umanità vivrà relativamente in pace ma sarà colta di sorpresa, come lo fu al tempo del Diluvio di Noè’.
E la Grande Tribolazione, che precederà la mia Parusìa, sarà purificatrice come lo furono le acque del Diluvio.
Essa colpirà gravemente l'Umanità, ma non sarà la fine del mondo perché emerge chiaro dal contesto che, mentre una parte perirà, l’altra si salverà.
Quindi, conclude Gesù, è per questo che dovete stare ben svegli – sempre, sempre – non solo per salvarvi anche se ciò non accadrà ancora, ma anche per salvarvi quando accadrà.
Comportatevi, insomma, come un padrone di casa che – sapendo che il ladro deve venire – si guarderebbe bene dall'addormentarsi e lasciare depredare la casa.
E come il Signore, cioè il padrone, ha lasciato l'incarico ai suoi ‘servi’, cioè ai suoi ‘profeti’, di vegliare sul gregge per dargli il cibo: cioè annunciare la venuta, al momento opportuno, guai a quel servo profeta che verrà meno alla sua missione non preannunciando la prossima venuta, perché egli sarà responsabile della salvezza della gente della casa del padrone e verrà chiamato a rispondere al momento del Giudizio con la condanna all'Inferno.
Questo sarà il profeta che, venendo meno alla sua missione, non avrà saputo staccarsi dal mondo.
Capito, ora?
E la gente che – continua poi Gesù nella parabola delle vergini savie e delle stolte – si lascerà nonostante tutto cogliere impreparata da tutto questo, sarà come le vergini stolte che, pur avendo saputo della Venuta del Signore, si comporteranno in maniera superficiale e sprovveduta e, quando il momento veramente imprevisto verrà, essa sarà fuori dal numero degli eletti.
Capito?
Quindi – raccomandava ancora Gesù (e questo spiega il perché abbia permesso un po’ di confusione, meglio dire: incertezze nella profezia) – dovete veramente vegliare per mantenervi – nei prossimi duemila anni – sempre pronti alla mia Venuta che sarà preceduta dalla Grande Tribolazione.
Dovete infatti far fruttare i vostri talenti in attesa della mia venuta: e anche qui i ’vostri’ talenti sono quelli dati ai ‘servi’, cioè ai ‘profeti’ che – in base al dono di profezia che essi hanno ricevuto – dovranno operare perché l'Umanità sia informata.
E chi per paura non avrà il coraggio di dire queste cose - compromettendo la sorte degli altri del gregge – ne risponderà al Signore perché sarà venuto gravemente meno alla sua missione di servo e apostolo della Verità.
E anche per lui sarà pianto e stridor di denti.

 

Mt 25, 31-46:

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Quando verrà il Figlio dell’uomo nella sua maestà con tutti gli Angeli, si assiderà sul trono della sua gloria.
E tutte le nazioni saranno radunate davanti a lui, ma egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il Re dirà a quelli che sono alla sua destra: ’Venite, benedetti del Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi sin dalla creazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui pellegrino e mi albergaste; ero nudo e mi rivestiste; infermo e mi visitaste; carcerato e veniste a trovarmi’.
Allora i giusti gli risponderanno: ‘Signore, quando mai ti vedemmo affamato e ti demmo ristoro; assetato e ti demmo da bere? Quando ti vedemmo pellegrino e ti alloggiammo, o nudo e ti rivestimmo? Quando ti vedemmo infermo o carcerato e siam venuti a visitarti?’
E il Re risponderà loro: ‘In verità vi dico: ogni volta che avete fatto questo a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me’.
Infine dirà anche a quelli che saranno alla sua sinistra: ‘Andate lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per gli angeli suoi. Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui pellegrino e non mi albergaste; nudo e non mi rivestiste; infermo e carcerato e non mi visitaste’.
Allora anche questi gli risponderanno: ‘Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato, o assetato, o pellegrino, o nudo, o infermo, o carcerato, e non ti abbiamo assistito?’
Ma egli risponderà loro: ‘In verità vi dico: ogni volta che non lo avete fatto ad uno di questi più piccoli, non l’avete fatto a me’.
E costoro andranno all'eterno supplizio, i giusti invece alla vita eterna’.

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Luce:
A questo punto Gesù parla invece della venuta finale, quella del Giudizio universale.
Ed infatti viene detto che qui il Figlio dell'uomo si presenterà nella sua maestà, con tutti gli angeli, e si assiderà sul trono di gloria, che è anche il trono del Giudizio.
La scena è completamente diversa dalla precedente.
Tutta l’Umanità verrà convocata, i buoni verranno separati dai cattivi, i primi a destra: segno di privilegio, i secondi a sinistra.
Allora il Re, cioè Gesù-Dio-Giudice, inviterà i figli di Dio a prendere possesso del Regno preparato per loro fin dalla creazione del mondo in attesa che si concludesse l’avventura della razza umana.
E come metro di giudizio per esercitare la Giustizia, il Re dirà che sono figli suoi quelli che si sono esercitati nella Carità, anche senza rendersene conto, amando Dio attraverso l'amore al prossimo.
Verranno invece terribilmente condannati quelli che avranno fatto vincere l'egoismo del loro Io, cioè la mancanza d’amore non sapendo vedere nel prossimo, nell'anima del prossimo che è figlio di Dio, Dio stesso.
E questi ultimi saranno condannati all'eterno supplizio, mentre i giusti alla vita eterna.

 

Rimango a riflettere, in particolare su quel discorso precedente di chi non avrà il coraggio, o meglio della mancanza di coraggio dei ‘profeti’, chiamiamole ‘voci’, di annunziare la ‘Parusia’: cioè questa venuta intermedia preceduta dalla Grande Tribolazione. Ed essi saranno tenuti responsabili della sorte di quelli che, ignari, non si saranno preparati.
‘Non è che a loro forse manchi il coraggio – mi dico - è che a volte magari temeranno di cadere nel ridicolo, perché quella è una idea che va contro l’interpretazione prevalente delle scritture e ben che vada si rischiano le ‘scomuniche’ delle gerarchie ecclesiastiche con tutto quello che segue’.
Gesù nel Vangelo li aveva preavvisati che li avrebbero portati nei sinedri e nelle sinagoghe, ma un conto è farcisi ‘trascinare’, un altro conto è cacciarvisi dentro con i propri piedi.
E sinagoghe e tribunali a parte, come si può, in un mondo che non crede a Dio, e che se anche ci crede non crede ai miracoli, come si può andare a dire che ora ‘Viene Gesù’, sia pur come ‘Dio-Spirito Santo’?
Sembra una cosa irreale, anzi pazzesca. Da cadere nel ridicolo e sembrare visionari.
Era insomma così che la pensavo, almeno al Cap. 22 de ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ quando – avendolo dedicato appunto alla ‘Parusìa intermedia’ – avevo scritto sull'argomento un centinaio di pagine, citando le opinioni degli ‘altri’ che la avallavano ma guardandomi bene dal compromettermi io.
E fu infatti a quel punto - proprio per la mia mancanza di coraggio – che ricevetti questo rimprovero dalla ‘mia’ Luce:

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Luce:
La ‘Parusia’ intermedia.
Tempo verrà in cui le schiere dei miei Angeli percorreranno la terra in lungo e in largo purificandola da ogni nefandezza.
E nel terreno arato dallo sbalordimento e dal dolore Io farò scendere la Pace della mia Misericordia che assicurerà il Millennio felice.
'Vita santa, santissima, vita beata', ricordi cosa ti dissi? Più che nell'Eden dove i Primi Due sentivano la mia Voce nei silenzi della sera, cioè nella pace della loro coscienza, e dove poi i 'successivi' sentiranno la mia Voce in quella dei loro cuori, non come sussurro ma come inno tonante di gioia, come un Gloria che sale luminoso al Cielo lasciando gli Abissi nella loro profonda oscurità.
Bisogna avere coraggio nell'annunciare la mia Parusia intermedia, il coraggio di vincere l'incredulità, il razionalismo, lo sbigottimento.
Se vi preannunciassi un mondo di guerra mi credereste ma se la mia Bontà ve ne annuncia uno di Pace ridete increduli e mi date del Mentecatto.
A questo è giunto l'Orribile Avversario che ha ottenebrato le vostre menti facendovi parer bianco il nero e nero il bianco, Bene il Male e Male il Bene.
Ecco, o uomini del 20°secolo, si avvicina l'Era della Pace della mia Parusia, preceduta dalle Sofferenze del Regno dell'Anticristo.
Così siete appagati, nella vostra umanità, perché se non credete al Bene avrete almeno motivo di credere al Male, che vi circonda, che penetra nei vostri occhi, nelle vostre menti, che vi intossica fino a farvi perdere la coscienza della Realtà, che vi pare un sogno, mentre il 'sogno' è reale Realtà.

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Nonostante questo rimprovero io me ne ero rimasto ancora per qualche giorno un po’ titubante finché una mia cara amica – alla quale avevo confidato le mie ‘paure’ al riguardo, con un sorriso candido-candido, come se mi dicesse ‘Beviti questo aperitivo…’ mi fa: ‘Ma in fin dei conti, per servire Gesù, un pochino bisogna compromettersi, no?’
Lei - senza saperlo – aveva toccato il punto ‘dolens’: io avrei voluto ‘servire Gesù’ tenendo i piedi in due scarpe, cioè senza compromettermi
Era da questo che derivava una mia ‘chiusura’ inconscia a qualsiasi cosa toccasse questo argomento: e cioè compromettersi. Né più né meno che come mi succede con la Croce di Dozulè dei miei giovani amici, che invece il coraggio della testimonianza, loro, ce l’hanno.
É la ‘testimonianza’, quella che mi frega, e la mancanza di ‘abbandono’.

Andiamo ora avanti con gli altri evangelisti, Marco:
Mc 9, 1:

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E chiamata la folla insieme con i suoi discepoli, disse loro: ‘Se qualcuno vuol venir dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuol salvare l'anima sua la perderà; e chi perderà l'anima sua per me e per il Vangelo, la salverà. Che giova, infatti, all'uomo guadagnare il mondo intero, se perde l'anima sua? E che darà l'uomo in cambio della sua anima?
Se uno si vergognerà di me e delle mie parole tra questa generazione infedele e perversa, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli Angeli santi’.

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Mi blocco…, perché mi rendo conto che il brano che ho appena trascritto non è quello di Mc 9, 1 - come avevo scritto nella intestazione di questo versetto - ma è il brano che nel Vangelo lo precede.
E - come un lampo – la mente mi viene illuminata dall’idea, che mi appare come del tutto evidente, che questo è ancora un altro rimprovero che mi è stato ironicamente prospettato per le mie paure di cui parlavo prima.
Non capite?
E allora non ricordate cosa avevo scritto io - immediatamente prima - accennando a quella mia amica alla quale avevo confidato le mie paure nell’annunciare la Parusia intermedia?
Avevo scritto:
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Nonostante questo rimprovero, io me ne ero rimasto ancora per qualche giorno un po’ titubante finché una mia cara amica – alla quale avevo confidato le mie ‘paure’ al riguardo, con un sorriso candido-candido, come se mi dicesse ‘Beviti questo aperitivo…’ mi fa: ‘Ma in fin dei conti, per servire Gesù, un pochino bisogna compromettersi, no?’
Lei - senza saperlo – aveva toccato il punto ‘dolens’: io avrei voluto ‘servire Gesù’ tenendo i piedi in due scarpe, cioè senza compromettermi
Era da questo che derivava una mia ‘chiusura’ inconscia a qualsiasi cosa toccasse questo argomento: e cioè compromettersi. Né più né meno che come mi succede con la Croce di Dozulè dei miei giovani amici, che invece il coraggio della testimonianza, loro, ce l'hanno.
É la ‘testimonianza’, quella che mi frega, e la mancanza di ‘abbandono’.

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Provate ora, di quel brano precedente di Marco che avevo trascritto per errore, a prendere e mettere una di seguito all'altra quelle due frasi che, scrivendo, avevo marcato soprappensiero sottolineandole in neretto:

Se qualcuno vuol venir dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua…
Se uno si vergognerà di me e delle mie parole tra questa generazione infedele e perversa, anche il Figlio dell'Uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre con gli Angeli suoi santi…

Avete visto? Avete visto la risposta che mi son beccato?
Quello che avevo trascritto – lo riconfermo - non era infatti il brano Mc 9,1 ma era quello immediatamente precedente: Mc 8-34-38, ed era un rimprovero.
La mia ‘Luce’ - che parla in ‘stile profetico’ ed i Vangeli li conosce a menadito - ha utilizzato garbatamente quel brano precedente per rispondere a tono a tutte le mie ‘paure’: devo accettare anche di compromettermi, e cioè eventualmente questa ‘croce’, senza timore di vergognarmi, altrimenti il Figlio dell’Uomo si vergognerà di me quando verrà.
Son stato servito di barba e capelli due volte: me, il mio timore di far brutte figure, la Parusìa intermedia e la mia croce di Dozulè!
‘Come è possibile…?’. Vi state chiedendo ‘Come è possibile che quella Luce ti abbia risposto così? E col Vangelo poi?’.
E voi provate allora – quando avete dei ‘problemi’, ma non solo quando avete problemi – provate a chieder l’aiuto del vostro Angelo Custode ed aprite un Vangelo, vedrete quante risposte avrete, a saper leggere fra le righe.

 

Andiamo avanti, ora, a cercare il ‘vero’ brano di Mc 9, 1:

Luce:
E diceva loro:
‘In verità vi dico: ci sono alcuni dei presenti che non gusteranno la morte, prima di aver visto il Regno di Dio venuto con potenza’...
che non gusteranno la morte…, cioè che non morranno prima di aver visto il Regno di Dio venuto con potenza…
Vedi? I vangeli vanno sempre interpretati alla luce dello Spirito, perché è lo Spirito quello che li detta.
Non ti ho forse detto più volte che a me piace confondere le menti dei sapienti?
Non ho forse detto che l’ora di quel momento, quello della mia venuta, non poteva essere svelata perché era un segreto del Padre?
E il mio Spirito non la svelò, ma anzi amava confondere le menti dei superbi che avrebbero ad ogni costo – senza amore – voluto svelare i segreti del soprannaturale.
Qui dunque – al sentire le mie parole – sembra quasi di capire che qualcuno dei presenti avrebbe in persona assistito alla mia Parusìa.
Ma così non è stato.
Forse che il mio Vangelo è falso?
Forse che nel vangelo di Matteo non sono mescolati ad arte elementi della venuta intermedia e di quella finale? Perché?
Perché questo della ‘venuta’ doveva essere un mistero di prova, per mettere alla prova la fede, nonostante le apparenze contrarie, e perché nel Giorno del Signore il ‘Signore sarebbe venuto come un Ladro’, e il ladro non preannuncia mai le sue ‘visite’, anzi, se può, confonde le idee.
Ecco perché devi accettare la ‘doppia lettura’ del Vangelo di Matteo.
Se non metti infatti in discussione la ‘verità’ del mio Vangelo - che appare manifestamente falso nel punto che stai leggendo, e te ne ho spiegato la ragione – perché non devi credere che abbia potuto dare una ‘lettura’ volutamente confusa, per quelli privi di sapienza, nel mio Vangelo di Matteo?
In verità anche a te dico: ‘Ci sono alcuni dei presenti che non gusteranno la morte, prima di aver visto il Regno di Dio venuto con potenza…’.

Rimango interdetto, ed inquieto, a riflettere su quest’ultima frase.
Il resto l’ho capito, ma cosa significa quest’ultima frase? Adesso è ‘criptico’ anche con me?
Vorrà forse dire che di questi tempi, cioè i ‘nostri’, ci saranno persone che saranno ancora vive al momento della venuta intermedia, che è quella del Regno di Dio in terra?
Oppure che - anche questa volta - nessuno dei presenti la vedrà come non la vide la ‘generazione’ di 2000 anni fa?
Non ci capisco più niente. Prima dice che viene ‘subito’, cioè ora, poi se ne esce con questa frase sibillina: ‘In verità anche a te dico…’
Vorrà mica invece dire che io…, me!, sopravviverò, cioè assisterò, fino al momento della sua Parusia? Troppo bello… per essere vero.
Insomma, sembra che si sia maliziosamente divertito riproponendoci – ironicamente – l’indovinello di 2000 anni fa ma in chiave contemporanea, lasciandomi ancora una volta nel dubbio.
Andiamo avanti con Marco.

Mc 11, 7-10:

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Condussero l'asinello a Gesù, misero sull'animale i loro mantelli e Gesù vi si sedette sopra.
Allora molti distesero i loro mantelli sulla strada e altri gettarono ramoscelli tagliati nei campi.
E sia quelli che precedevano che, come quelli che venivano dietro, gridavano. ‘Osanna! Sia benedetto Colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!’

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Luce:
Vedi? Anche allora aspettavano il mio Regno, ma era un Regno di Potenza, quello del padre Davide.
Ma il mio era invece un Regno d’Amore, un regno del cuore, un Regno dello Spirito, nello spirito…
Andiamo avanti.

Mc 13, 1-8:

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Nell'uscire dal Tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: ‘Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!’
Gesù gli rispose: ‘Vedi tu queste grandi costruzioni? Non resterà pietra sopra pietra che non sia diroccata’.
E quando si fu messo a sedere sul Monte degli Ulivi, in faccia al Tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogarono a parte: ‘Vuoi dirci quando ciò accadrà, e quale sarà il segno che tutto questo starà per avverarsi?’
Allora Gesù cominciò a dir loro: ’Badate che nessuno vi inganni: molti verranno in nome mio a dire: ‘Sono io’, e inganneranno molti. Ma quando voi sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre, non vi turbate. É necessario che ciò avvenga, tuttavia non è ancora la fine; poiché si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, ci saranno terremoti in vari luoghi e verranno delle carestie. Questo è il principio dei dolori’.

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Luce:
Il ‘tema che veniva discusso – nella previsione della mia dipartita da questo mondo – era sempre quello di quando sarei ritornato nel mondo per stabilire il Regno di Dio.
Ti ho già spiegato come le mie profezie dovessero essere in qualche modo ‘velate’ per non schiacciare l'Umanità sotto il peso dell'immanenza degli avvenimenti e tenerla d’altro canto sempre pronta con i calzari ai piedi e la veste cinta ai fianchi.
Anche nel brano che hai letto si menziona il momento dell'uscita dal Tempio, ed il mio commento – rispetto alla sua grandiosa magnificenza, materiale – fu che non sarebbe rimasto di esso pietra su pietra, come poi fu.
E quando dopo, sul Monte degli Ulivi, venne discusso il problema del mio ‘ritorno’, che io avevo sollevato per rinfrancare i miei e dare loro la forza della speranza per resistere a tutte le avversità che avrebbero incontrato, essi mi chiesero: ‘Vuoi dirci quando ciò accadrà?’
Quel ‘ciò’, dunque, non si riferisce alla distruzione del Tempio, ma al mio ‘ritorno’.
Ed infatti io rispondo: ‘Badate che nessuno vi inganni: molti verranno in mio nome a dire: ’Sono io, e inganneranno molti. Ma quando voi sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre, non vi turbate. É necessario che ciò avvenga, tuttavia non è ancora la fine, poiché si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, ci saranno terremoti in vari luoghi e verranno delle carestie.
Questo è il principio dei dolori.
Vedi? Non è stata forse annunciata più volte la mia venuta, ma non era vero?
Sono i segni del ‘fico’ quelli che devi guardare.
Ma quando avverrà, non sarà ancora la fine del mondo, ma solo l’inizio della Tribolazione.

Rimango a meditare a fondo, ma ho ancora dei dubbi. Non sono sicuro di aver capito veramente bene.

Luce:
Una volta tu scrivesti che le profezie sono come i responsi della Sibilla cumana: scritti senza virgole, per cui – a seconda di dove le metti – il senso può cambiare.
In qualche modo quello che tu hai detto è vero, quando io desidero che le profezie rimangano veramente velate fino al momento in cui Io, usando altri profeti, non deciderò che debbano essere chiaramente spiegate.
Hai dunque letto solo la parte iniziale del Cap. 13 ma adesso ti farò comprendere meglio la ‘sequenza’ della profezia velata.

Prima scena (13, 1-2): Gesù esce dal Tempio…:
“Nell’uscire dal Tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: ‘Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!’. Gesù gli rispose: «Vedi tu queste grandi costruzioni? Non resterà pietra sopra pietra che non sia diroccata»”
Il senso ti è chiaro, Gesù qui si riferisce alla distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani nel 70 d.C.
Ma ora continua a leggere Mc 13, 3-4…:
«E quando si fu messo a sedere sul Monte degli Olivi, in faccia al Tempio…, Pietro, Giovanni e Andrea lo interrogarono a parte: ‘Vuoi dirci quando ciò accadrà, e quale sarà il segno che tutto questo starà per avverarsi?»
Bene, qui è chiaro che la scena è collocata in un momento diverso, successivo.
Il discorso escatologico fra Gesù e gli apostoli, cammin facendo – cioè dal Tempio al Monte degli Olivi – è andato avanti e Gesù sta parlando, ora, della sua venuta, la ‘seconda’, non quella finale.
Hai dei dubbi?
E allora leggi bene. Non vedi che quando Gesù descrive il quadro della sua seconda venuta – quadro che poi sono i ‘segni’ - parla di guerre e di rumori di guerre ma poi aggiunge che non sarà ancora la fine?
Quale fine non sarà?
Non sarà ancora la ‘fine del mondo’! Perché infatti - nel discorso escatologico - Gesù parlava anchedella venuta finale: quella gloriosa della fine del mondo.
Ma in questo caso, parlando della seconda venuta, egli precisa: ‘ É necessario che tutto ciò avvenga, ma non è ancora la fine’.
E ciò perché le tribolazioni che precederanno la mia parusìa intermedia non saranno quelle della fine del mondo.
E d’altra parte le generazioni successive, nel leggere i miei vangeli, non avrebbero dovuto pensare che ogni periodo ‘del Tempo’ in cui le guerre avessero fatto pensare al peggio fosse il tempo dell'ultima ora.
E poi, comunque, preciso meglio il ‘quadro’ che ‘precede’ la Parusia: nazione contro nazione, terremoti in vari luoghi, carestie, e tutto non sarà che il principio dei dolori…

Prosegui ora la lettura…

 

Mc 13, 9-13:

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‘State in guardia per voi stessi: vi condurranno davanti ai sinedri, sarete flagellati nelle sinagoghe e comparirete davanti ai governatori e ai re per causa mia, a rendere testimonianza davanti a loro.
Ma prima bisogna che il Vangelo sia predicato a tutte le nazioni.
E quando sarete condotti per essere giudicati, non vi preoccupate per quello che dovrete dire, ma dite ciò che in quel momento vi sarà dato, poiché non sarete voi che parlerete ma lo Spirito Santo.
Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio, e i figli si leveranno contro i genitori e li uccideranno, e voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
Ma chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo.

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Luce:
Vedi? Questo brano si riferisce invece all’ultima persecuzione contro i cristiani, quella che mi spingerà sdegnato a dire il ‘basta!’ contro una Umanità che avrebbe dovuto essere di santi ma che diventerà di démoni in carne ed ossa.
Anche ora lo siete sempre più, démoni, ma è il Tempo della Misericordia e, allora - per ultima prova - vi salvo.
Dunque dico – rivolto agli ultimi di stare in guardia perché saranno perseguitati e flagellati e dovranno discolparsi davanti al potere politico ed a quello religioso apostata, perché gli apostati si trovano anche fra i miei ministri.
Ma, primadi tutto questo, il Vangelo dovrà essere predicato a tutte le nazioni.
Ti pare che il  Vangelo sia stato predicato a tutte le nazioni?
No. Perché questo avverrà con la futura Nuova Evangelizzazione, nel millennio felice, quando farò chiudere Satana nell’Abisso dal mio Arcangelo Michele.
Dunque è chiaro, a legger bene, che la persecuzione di cui si parla avverrà dopo la grande evangelizzazione mondiale.
E, poiché la frase riferita alla predicazione del Vangelo in tutto il mondo è solo un ‘inciso’, poi Gesù continua a descrivere il quadro ‘finale’ descrivendo i particolari della persecuzione: fratello contro fratello, figlio contro padre, padre contro figlio fino a mettersi l’un l’altro a morte, perché a tanto giungerà l’odio di Satana che ‘possiederà’ gli uomini come ‘posseduti’.
E poi Gesù termina dicendo: ‘Ma chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo’.
Cosa significa ‘sino alla fine’?
Significa due cose contemporaneamente, perché la mia parola ha sempre non doppio significato ma significato ‘profondo’.
‘Sino alla fine’ significa che bisogna non cedere al Nemico fino all'ultimo momento della propria vita, ma significa anche che coloro che avranno continuato ad essere nei fatti ‘cristiani ‘ fino alla fine dei tempi finali…, bene, tutti quelli saranno salvi.
Continua la lettura, ché anche se ti ho parlato della ‘fine’ non ho finito.

Mc 13, 14-23:

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Quando vedrete l'abominazione della desolazione, posta dove non deve essere, chi legge comprenda! allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai monti; chi sarà sulla terrazza non scenda, né entri in casa a prendere qualcosa, e chi sarà nei campi, non torni indietro a prendere il mantello. Guai alle incinte e alle allattanti in quei giorni! Pregate che questo non avvenga d’inverno!
Quei giorni saranno di una tribolazione tale, quale non è mai stata dal principio di tutte le creature che Dio ha creato, fino ad ora, né più ci sarà: e se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe; ma egli ha abbreviato quei giorni in grazia degli eletti che ha scelto.
Allora se qualcuno vi dirà: ’Ecco, il Cristo è qui; ecco è là’, non gli credete!
Sorgeranno, infatti, falsi Messia e falsi profeti, i quali faranno segni e prodigi per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.
Voi dunque state attenti: ecco, vi ho tutto predetto’.

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Luce:
Attiro la tua attenzione su una frase: ’e se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe; ma egli ha abbreviato quei giorni in grazia degli eletti che ha scelto’.
Bene, qui ci si riferisce nuovamente alla Grande Tribolazione.
Non è la ‘tribolazione finale’: perché infatti nel dire che se quei giorni non venissero abbreviati nessuno si salverebbe, dico implicitamente che gli uomini ‘si salvano’, cioè che il mondo, la vita, continua…
Il ‘salvarsi’ non va qui inteso in senso ‘spirituale’, ma reale, secondo il significato letterale della parola.
Ma quei giorni saranno abbreviati grazie alle preghiere dei miei ‘santi’, delle mie ‘anime-vittima’, ed alla intercessione della Purissima che è sempre inginocchiata di fronte al Padre per amore vostro.
Continua la lettura.

Mc 13, 24-31:

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Ma in quei giorni, dopo questa tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le forze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora si vedrà il Figlio dell’uomo venire sulle nubi, con grande potenza e gloria.
Allora manderà i suoi Angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
Dal fico imparate il paragone. Quando già i suoi rami si fanno teneri e spuntano le foglie, voi sapete che l’estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che è vicino, alle porte.
In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

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Luce:
Vedi? Continuo il discorso sulla Grande Tribolazione, non sulla tribolazione finale, e dico che dopo questa tribolazione: quella di cui ti ho parlato, si vedrà il Figlio dell'Uomo venire sulle nubi con grande potenza e Gloria…
E preciso che non passerà questa generazione prima che ciò avvenga, ma di questo te ne ho già parlato: rileggiti i tuoi appunti!

 

Rimango meditabondo a riflettere su Marco 13, 24-31 e a tutto questo discorso cosmologico di sole, luna, astri che cadono, e potenze astronomiche sconvolte.
A me, francamente, sembra più uno scenario catastrofico da fine del mondo, da venuta finale che da seconda venuta, come dice la ‘Luce’.
Mi sembra che qui ci sia qualcosa che non va. Forse, prima, ho ‘capito’ male.
Mi ricordo che una volta la ‘Luce’ mi aveva detto, mentre leggevo un libro di commento all’Apocalisse: ‘Gli strumenti ricevono dal Signore dei ‘pensieri’ che essi, poi, traducono in parole secondo il loro modo di essere e di pensare, e secondo le loro ‘opinioni’ conscie o inconscie. É così che le rivelazioni possono essere modificate dall’Io…’.

Luce:
Ricominciamo daccapo.

Mc13, 24-31:
Vi si dice che in quei giorni, cioè dopo i giorni della grande tribolazione descritta al punto 13,14-23 precedente, il sole si oscurerà, e la luna non darà il suo splendore, e gli astri si metteranno a cadere dal cielo, e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. E allora, gli uomini vedranno il Figlio dell'Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria…
E poi il testo conclude: ‘In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute’.
Ora ti propongo queste riflessioni.
Gesù parlava in senso reale o figurato?
Si riferiva alla distruzione di Gerusalemme, come parrebbe dalla lettura di altri brani di evangelisti, oppure alla fine del mondo?
Parlava in senso figurato. Altrimenti dovresti dire che le sue parole non sono verità!
Infatti non solo – se fosse stata la fine di Gerusalemme – queste cose, e cioè l’oscuramento fisico del sole e della luna, e la caduta degli astri e lo sconvolgimento del firmamento non sono avvenute in quella generazione, cioè durante la vita degli uomini contemporanei di Cristo, ma neppure nei 2000 anni successivi fino ad oggi.
Ma non si riferisce – Gesù – neanche alla fine del mondo, perché dice che tutte queste cose (e cioè l’abominio della desolazione e la Grande Tribolazione) avverranno prima della fine di questa generazione, cioè – in pratica – prima della fine del mondo.
Vedi dunque che la ‘chiave’ di tutto sta da un lato nel significato allegorico e dall'altro nel valore attribuito alla parola ‘generazione’.
Puoi invece rileggere questo brano nel modo seguente:

In quei giorni, cioè dopo quella tribolazione (‘quella’, perché alla fine del mondo ve ne sarà un’altra, definitiva) la Terra verrà privata degli aiuti soprannaturali dati dallo Spirito Santo e da Maria Santissima (Sole e Luna), una grande apostasia farà cadere tanti miei religiosi (le stelle) dalle loro vette spirituali, nel cielo si combatterà una grande battaglia fra Spiriti del Bene e del Male (le forze che sono nei cieli), che avrà come posta la salvezza o la distruzione spirituale dell'Umanità.
E se tutte queste cose dovevano avvenire in quella generazione, e non sono avvenute, è perché la parola ‘generazione’ non aveva il significato comune di ‘figli di quell’epoca’, ma di ‘figli di questo Tempo, l'ultimo tempo: quello che va dalla venuta del Redentore fino alla fine del mondo.
E allora ti sarà finalmente chiaro che sia l’abominio della desolazione, sia la grande tribolazione, sia infine la venuta del Figlio dell'uomo sulle nubi con grande potenza e gloria sono quelle della mia parusìa intermedia: non la distruzione di Gerusalemme, non la fine del mondo, ma la fine di quest’epoca, di questa generazione, per aprire l’epoca del Millennio felice dell’Apocalisse, dopo il quale, dopo, ci sarà l'altra Grande Tribolazione con la fine del mondo.

 

É un bel po’ che sto riflettendo su tutto questo discorso.
Alla ‘luce’ dei chiarimenti della ‘Luce’ sembra quindi di capire che in questo brano di Marco 13 si attui in pieno quella che viene chiamata la ‘legge dei parallelismi’ storici: la tribolazione della città di Gerusalemme, è ‘figura’ della tribolazione della seconda venuta ed è anche figura della tribolazione alla fine del mondo, la Gerusalemme-città è figura della Gerusalemme-Chiesa universale come è pure figura della Gerusalemme parusiaca rinnovata dopo la purificazione e figura della Gerusalemme celeste alla fine del mondo.
Ricapitolando, vi sono mischiate ad arte tre profezie: quella della tribolazione e distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C., poi quella della ‘grande tribolazione’ in occasione della seconda venuta, infine la grande tribolazione e venuta gloriosa della fine del mondo ma quest’ ultima solo dopo che il Vangelo sarà predicato a tutte le genti.
E ogni epoca avrà i suoi falsi Cristi e i suoi falsi profeti, perché la storia si ripete.
Ma quel che mi lascia perplesso – a parte i doppi sensi o meglio: ‘la ‘pienezza’ di significato, cioè il senso profondo delle Parole che Gesù-Verbo utilizzava - è tutta questa storia dei ‘parallelismi’ e delle ‘figure’ che caratterizzano l'intera Bibbia: ogni cosa che accadrà dopo è stata già prefigurata in qualcosa che è accaduto prima!
Ma allora mi dico che non siamo ‘liberi’, perché tutto era già scritto in anticipo, no?
Oppure significa che – singolarmente – siamo ‘liberi’ ma la ‘storia’, nel suo divenire, non sfugge al ‘controllo’ sovrano di Dio, Padrone della Storia, per cui nulla avviene senza che Egli lo abbia preventivamente consentito, oppure ancora che tutto avviene come egli ‘vuole’ che avvenga, perché tutto gli è soggetto, persino Satana che liberamente si scatena ma in realtà – con le ‘tribolazioni’ che pur egli provoca - è nient’ altro che un docile strumento manovrato da Dio che se ne serve veramente per purificare l'Umanità dai suoi peccati, grazie alla sofferenza?
La risposta la lascio a voi, perché i miei dubbi rimangono.
Ieri, ad esempio, in chiesa è stato letto questo brano del Vangelo di Luca:

Lc 18,1-8:
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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: ‘C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva:’ Fammi giustizia contro il mio avversario’.
Per un certo tempo non volle; ma poi disse tra sé: ‘Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente ad importunarmi’.
E il Signore soggiunse:’ ‘Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente.
Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà ancora la fede sulla terra?

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Ora, ripensando al brano di Luca, mi viene un altro dubbio ancora: Gesù, qui, avrà voluto riferirsi alla seconda venuta o a quella della fine del mondo?

Luce:
Troverò ancora la fede, al mio ritorno sulla terra?
Non l’ho forse detto? Ti pare che potessi riferirmi alla ‘fine del mondo’ nel domandarmi se avrei trovato ancora la fede al mio ritorno sulla terra?
La fine del mondo verrà quando la fede sarà morta.
Ma ora? Quasi…!
Ma il malato grave deve essere rianimato perché un filo di vita, un poco di fede ancora, lo sostiene.
Ed allora io verrò per praticargli la ‘medicina’, quella che tutto cura, la Medicina dell'Amore dello Spirito Santo.
Non sai che Egli è Vita, non sai che Egli tutto ricostruisce e tutto può?
Ed egli verrà a rianimare quest’esile filo di vita che da rigagnolo diventerà ruscello e poi fiume impetuoso che - nella pianura degli anni futuri – continuerà a scorrere lento e maestoso fino alla Seconda Venuta, quella vera, dove – dopo aver constatato l’inaridimento del fiume che sprofonderà nelle sabbie del peccato, quello degli ‘ultimissimi’ tempi - constaterà l’inutilità di mantenere in vita un corpo ormai senza vita il cui scopo di vita sarà quello di bestemmiare Iddio.
E allora verrò, verrò per raccogliere i miei ultimi santi, mettere i miei Angeli alla retroguardia del mio corteo glorioso, tenere a bada gli angeli dell'Altro, con il suo popolo di figli, tutti condannati alla sorte eterna che loro stessi hanno voluto.
Non ti dissi forse una volta che Io sono Dio di Libertà e che vi avrei lasciati liberi sino alla fine?
Tu l’hai detto – spiegando ieri ai tuoi amici la mia ‘Parusìa’ – che un ‘Dio di Libertà’ non avrebbe potuto creare le vostre anime ‘condannandole ad esser buone’.
Dove il merito? Dove la giustizia?
Perché – per esse – la felicità eterna?
No, liberi siete, e liberamente deciderete la vostra sorte.
E ora verrò. Verrò per il mio Regno nei vostri Cuori: quello del ‘Pater’, Regno, questo, che è ‘figura’ di quello futuro, dell'ultima ora.
Ti meraviglia? Non avevi detto una volta che non capivi perché nella mia 'dottrina’ ci dovessero essere ovunque ‘figure’, quelle che tu chiami ‘parallelismi’, di cose future?
Il sangue dell’agnello mosaico non era ‘figura’ di quello redentivo?
E il sangue della Tribolazione sarà anch’ esso figura del Sangue della Croce come il mio Regno sarà figura di quello finale.
Quando sarà il tempo della Parusìa?
Questo vi chiedete continuamente con curiosità ed ansia.
Questo anche mi chiedevano i mei apostoli.
‘Guardate i segni’, rispondevo allora come ora, ‘perché il tempo lo conosce il Padre’, ma dai ‘segni’ – se avrete spirito soprannaturale, cioè unito a Me - lo potrete comprendere rimanendo, voi per primi che siete figli miei, uniti a me come le vergini dello sponsale.
E uno dei segni è l'apostasia.
‘Perché?!’
Non ti sembra forse sufficiente quella che vedi?
Guardati attorno, non siete forse ridotti, voi figli miei, a riunirvi in minoranza in chiese vuote che sembrano catacombe?
E lo sono catacombe, sono sepolcri vuoti che solo ormai contengono le ossa di quelli che una volta furono veri cristiani.
L’apostasia è veramente generale.
Essa tocca i miei ministri, come pure i miei figli, che ‘cristiani’ non sono, che accettano questa ‘bollatura’ come un peso che mal sopportano e si tolgono dalle spalle non appena lo possono.
E Io per loro sono un ‘padre ignoto’ di cui è meglio non parlare per nascondere la vergogna.
Chi ha infatti coraggio di dire che è figlio mio?
E credi forse che nelle altre religioni sia molto diverso?
Solo apparenze esteriori, anche altrove, perché all'interno dei cuori, io che leggo, vedo la stessa apostasia che è nei vostri.
Ecco il segno dei tempi: l’Apostasia!
Non terremoti, non catastrofi, non sventure e calamità che pur ci saranno, ma apostasia, che è allontanamento da Dio, che è la cosa più terribile perché è questa la vera morte, morte vera che non finisce in un attimo ma vi condanna ad una sofferenza eterna.
Ed io allora non verrò per punire, ma per salvarvi.
Per salvare questo Resto che senza il mio Ritorno perirebbe, il Resto dei ‘mille anni’ profetizzati dal mio servo Giovanni, prima della battaglia di Gog e Magog.
Perché non volete credere alla mia ‘parusìa’, a questo ritorno imminente, sulle ali del mio Spirito Santo?
Perché anche voi, duri di cervice, non volete intendere le parole del Signore?
Perché questa superbia, questo orgoglio? Perché, servi miei, volete ritenervi i soli giusti interpreti della mia parola?
Non avete visto quanto sono povere le vostre interpretazioni?
Riuscite voi forse ad interpretare l'Apocalisse?
E forse che questa non è Parola di Dio?
Iointerpreto me stesso, Io che sono Verità, e parlo attraverso i miei profeti.
Ma essi non ‘interpretano’, essi solo ‘ripetono’.
Ma perché voi non credete al mio Ritorno?
Perché in realtà non lo volete, perché avete non limpida coscienza, rifiutate l'idea e dite che è da folli.
Ma presto rinsavirete, perché i folli siete voi, e le sofferenze dell’Umanità vi faranno capire che, se la Fede è morta, la Giustizia è viva!

E ora prendi Matteo:

Mt 23, 34-39:

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Perciò, ecco, io vi mando profeti e savi e scribi, ma di questi alcuni li ucciderete e li metterete in croce, altri li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su di voi tutto il sangue innocente sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele sino a quello di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il santuario e l'altare.
In verità vi dico: tutto ciò avverrà su questa generazione.
‘Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto!
Ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Poiché Io vi dico: non mi vedrete più, finché non diciate: ‘Benedetto colui che viene nel nome del Signore’.

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Luce:
Questo è il segno dei segni.
Gerusalemme deicida ha rifiutato il figlio di Dio, di più, l’ha ucciso, il suo Sangue è ricaduto su di lei per purificarla attraverso le sofferenze che i suoi figli avrebbero patito a causa delle colpe dei loro padri, figli degli altri padri precedenti che a loro volta uccidevano i profeti.
E solo quando vi sarà il pentimento prodotto dalla resipiscenza, dalla consapevolezza di avere grandemente sbagliato verso Dio, quando Gerusalemme riconoscerà la mia ‘divinità’, pentendosi amaramente dei propri errori, allora l’onda della mia misericordia laverà i suoi peccati, la lascerà monda e degna di entrare nel cielo come una sposa vestita di bianco, e sarà allora che lo Sposo la prenderà fra le braccia e la condurrà di fronte all'Altare del Padre, di fronte all'Altare posto di fronte al Trono del Padre, di fronte all'Altare della Vittima di Gerusalemme, e dirà:
‘Ecco Padre, questa è la Sposa, non più matrigna ma sposa. Questa è la mia ultima pecorella, la prima che avevo smarrito. Ora puoi chiudere la storia dell'Umanità, perché tutte le mie pecore sono al sicuro’.

E in un tripudio di splendori e di gioia ineffabile il Padre chiuderà l’avventura della razza umana per iniziare quella senza fine dei figli di Dio.