36. Creazione dell'uomo: Dio vuole da noi un atto di fede, come 'prova', prova d' amore.

 

Mi sono sempre chiesto se proprio non sia possibile conciliare la teoria della 'creazione' con quella della 'evoluzione'.
Il mio tipo di 'cultura', il mio modo di ragionare, faticano - nonostante tutto - ad immaginare un uomo che ...'Pam!' all'improvviso  si 'materializza' dal nulla, e così pure una specie animale.
E allora mi chiedo: così come è stato spiegato il fatto che il dire che l'uomo è stato creato dal 'fango' stava a significare che era stato tratto dalle 'sostanze minerali' che compongono la materia, possibile che non ci sia una spiegazione umanamente credibile - vale a dire senza che si debba fare un 'atto di fede' - sulla 'creazione' dell' uomo?
L' universo è nato da una 'esplosione', è vero e ce lo dice la Scienza, dunque tutto è possibile, ma è anche vero che ha poi subito una 'evoluzione' di 15 miliardi di anni per diventare quello che è adesso. E la Terra pare abbia impiegato 4/5 miliardi di anni a diventare la Terra che noi conosciamo ora. Dico 4/5 miliardi di anni.
Se questa evoluzione c'è stata nel mondo della materia, proprio non ci può essere stata anche nel campo del mondo vegetale e animale, per arrivare, dalla cellula, a forme sempre più evolute del regno vegetale ed animale e quindi all' uomo, passando- quest' ultimo - attraverso una lenta trasformazione genetica  delle 'scimmie' ?
Non può Dio, ad esempio, aver ad un certo punto immesso l' anima spirituale in un primate molto evoluto od ominide che sia, chiamiamolo pure uomo-animale, ed averlo fatto ad un certo punto diventare uomo-vero, cioè dotato di anima? E non potrebbe essere allora questo il significato vero del termine 'creazione' ?

Luce:
Creazionismo ed evoluzionismo diventano occasione di scontro nel momento in cui, ideologicamente, essi vogliono da un lato 'affermare' Dio e dall' altro - in molti casi - porlo quanto meno in discussione affermando o tentando di dimostrare che in fin dei conti l' uomo non ha avuto alcun bisogno di Dio per diventare tale.
Ma anche volendo ammettere che l' atto creativo dell' uomo non sia stato 'istantaneo' ma un atto 'progressivo' (così come è progressiva l'azione che dal 'seme' piantato nel terreno porta - in tanti anni - dal germoglio al gigantesco cedro del Libano) non si può a priori negare che l'atto creativo 'vero' dell' uomo in quanto essere dotato di spirito (poichè è l'anima spirituale che rende l' uomo un 'uomo', altrimenti esso sarebbe un 'animale' come gli altri) sia stato proprio quello di inoculare , nell' uomo 'progressivo' che si evolveva (che anzi si era evoluto sino alla sua attuale forma perfetta), di inoculare l' anima, quella entità spirituale che rende l'uomo 'un uomo' e lo rende immortale, nel bene come nel male. Nel Bene se ha saputo seguire Dio, nel Male se ha preferito seguire l' Altro.
E allora, a chi è 'confuso', a chi si sente confuso perchè teme di vedere nelle teorie evoluzioniste una contestazione dell' atto creativo, una negazione - in sostanza  - di Dio e dell' essere voi figli suoi, ecco a questi basterà fare questa riflessione perchè ritrovino la pace della loro coscienza.
Che vedano pure l' atto creativo in questo, se proprio - per il loro razionalismo - è per loro impossibile accettare che Dio - dopo aver creato tante specie vegetali ed animali, poi evolutesi, dopo aver creato tanti ominidi, poi evolutisi - non abbia potuto creare l' uomo che poi si evolverà in spirito, dopo la morte del corpo, dopo la fine della vita terrena, per continuare - come spirito - quella eterna.
Alla fin fine, usando un vostro termine colorito, non è poi tanto importante - agli effetti pratici - stabilire 'se è nato prima l' uovo o la gallina', dal momento che vi sono oggi sia le uova  che le galline...
Al Signore non importa quindi che l'uomo creda di essere frutto di 'creazione' piuttosto che di 'evoluzione': Egli vi lascia liberi di pensare quello che volete.
Quello che al Signore importa è che voi vi riconosciate figli suoi, figli 'prodighi', pronti a ritornare a lui che vi attende con le braccia aperte, pronto Egli a bandire feste e canti per la Gloria del Figlio suo che vi ha indicato la Via, la Verità e vi ha dato così la Vita, e per Gloria vostra, di voi che avete saputo percorrere nonostante tutto l'impervio sentiero che porta alla santità, la santità non dei 'santi', non del 'Santo', ma la piccola 'santità' che si ottiene superando le piccole cose difficili che incontrate nella vostra vita, superandole con bontà, con pazienza, con la coscienza - proprio nel superamento di tante piccole prove - di fare un atto giornaliero di offerta a Dio.
Dio non pretende degli eroi: si accontenta di 'figli'.