(J. Guitton- G. Bogdanov - I. Bogdanov : 'Dio e la Scienza', Bompiani Editore)

12. Il calcolo matematico-probabilistico dice che è praticamente nulla la 'probabilità'
che l'universo
si sia formato 'da solo', per caso...

          
Jean Guitton, Igor Bogdanov e Grichka Bogdanov continuano a discutere fra loro nel viaggio a ritroso nel tempo per scoprire l'origine misteriosa della loro banalissima 'chiave' di ferro.
Grichka fa una riflessione che mi colpisce molto perchè, su di un piano di calcolo matematico-probabilistico, confuta la tesi sulla quale hanno bazzicato per anni molti 'atei'  materialisti i quali, non volendo spiegare la creazione dell'universo con un atto 'creativo', che significa appunto ammettere Dio, l'hanno attribuita - senza peraltro sostenerla con alcuna prova se non con la sicurezza della loro asserzione - ad un fatto 'casuale'.
Per 'caso'. Così…! Per caso!

'...Qui - osserva Grichka Bogdanov - tocchiamo un mistero profondo. Non dimentichiamo che l'intera realtà si fonda su un numero molto piccolo di costanti cosmologiche: sono meno di quindici, la costante gravitazionale, la velocità della luce, lo zero assoluto, la costante di Planck, ecc. Noi conosciamo il valore di ognuna di queste costanti con precisione notevole.Ora se una sola di queste costanti fosse modificata anche di poco, allora l'universo - almeno quale noi lo conosciamo - non avrebbe potuto apparire. Un esempio significativo è costituito dalla densità iniziale dell'universo: se questa densità si fosse allontanata anche di pochissimo dal valore critico che ha assunto a partire da 10a -35 secondi dopo il Big-Bang, l'universo non si sarebbe potuto formare'. 'Un altro esempio - continua poi Grichka -  di questa fantastica regolazione: se aumentassimo dell'uno per cento appena l'intensità della forza nucleare che controlla la coesione del nucleo atomico, elimineremmo la possibilità che i nuclei di idrogeno hanno di restare liberi: questi si combinerebbero con altri protoni e neutroni per formare dei nuclei pesanti. A partire da tale momento, visto che l'idrogeno non esisterebbe più, non potrebbe nemmeno combinarsi con gli atomi di ossigeno per formare l'acqua che è indispensabile alla nascita della vita. Se al contrario diminuiamo leggermente la forza nucleare, allora è la fusione dei nuclei di idrogeno a diventare impossibile. E senza fusione nucleare non ci sono più soli, fonti di energia, vita'.
Igor aggiunge da parte sua che lo stesso ragionamento vale anche modificando i parametri della forza elettromagnetica che squilibrerebbero i rapporti fra gli elettroni ed il loro nucleo come pure le reazioni chimiche che risultano dal trasferimento degli elettroni verso altri nuclei, impedendo la formazione di una grande quantità di elementi per cui, in un universo siffatto, le molecole stesse del 'Dna' non avrebbero alcuna possibilità di comparire. Infine la forza di gravità: 'se questa fosse stata appena un po’ più debole al momento della formazione dell'universo, le nubi primitivedi idrogeno non avrebbero mai potuto condensarsi per raggiungere la soglia critica della fusione nucleare: le stelle non si sarebbero mai accese...
Igor conclude: 'In realtà, quali che siano i parametri considerati la conclusione è sempre la stessa: se si modifica anche di poco il loro valore, si preclude ogni possibilità allo sbocciare della vita. Le costanti fondamentali della natura e le condizioni iniziali che hanno permesso l'apparizione della vita sembrano quindi regolate con una straordinaria precisione. Ancora un'ultima cifra: se il tasso di espansione dell' universo all'inizio avesse subito uno scarto dell'ordine di 10a -40 la materia iniziale si sarebbe sparpagliata nel vuoto.L'universo non avrebbe potuto dare origine alle galassie, alle stelle, alla vita. Per dare un'idea della precisione incredibile con la quale sembra che l'universo sia stato regolato, basta immaginare la prodezza che dovrebbe compiere un giocatore di golf per riuscire, tirando dalla Terra, a far entrare la palla in una buca situata da qualche parte sul pianeta Marte...'
'E allora -  continua Jean Guitton - queste cifre non possono che rafforzare la mia convinzione: nè le galassie e i loro miliardi di stelle, nè i pianeti e le loro forme di vita che contengono, sono un accidente o una semplice 'fluttuazione del caso'. Noi non siamo comparsi 'così', un bel giorno piuttosto che un altro, perchè una coppia di dadi cosmici sono rotolati sul lato giusto. Lasciamo queste considerazioni a coloro che non vogliono aver nulla a che fare con la verità dei numeri...'
‘E' un fatto - conclude Igor - che il calcolo delle probabilità depone a favore di un universo ordinato, minuziosamente regolato, la cui esistenza non può essere generata dal caso... la probabilità matematica che l'universo sia stato generato dal caso è praticamente nulla'.

Tutti questi ragionamenti mi colpiscono profondamente, perchè non sono 'opinioni' o 'affermazioni' bensì frutto di precise analisi di ordine matematico e scientifico.
Mi fa riflettere però anche un'ultima considerazione conclusiva di Jean Guitton: '...Ne sono convinto. Se l'universo come noi lo conosciamo esiste, è proprio per permettere alla vita e alla coscienza di svilupparsi.La nostra esistenza era in qualche modo minuziosamente programmata fin dall'inizio, all' era di Planck. Tutto quello che oggi mi circonda, dallo spettacolo delle stelle fino agli alberi che ornano i giardini del Luxembourg, esisteva già in forma embrionale nel minuscolo universo degli inizi: l'universo sapeva che quando fosse giunta l'ora l'uomo sarebbe apparso'.